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Cucina

La vellutata d’autunno che scalda corpo e mente: zucca, topinambur e zenzero in un abbraccio di sapori

La vellutata di zucca, topinambur e zenzero con chips di cavolo nero è una ricetta che celebra la stagionalità e la cucina sostenibile: pochi ingredienti genuini, tanta personalità e un equilibrio di gusto sorprendente.

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La vellutata di zucca

    Con l’arrivo di novembre, la natura rallenta e il colore arancio della zucca torna a dominare le cucine italiane. È il momento ideale per preparare piatti caldi, nutrienti e confortanti, come una vellutata che profuma di autunno e racchiude in sé le sfumature della stagione: dolcezza, cremosità e una leggera nota piccante.

    La vellutata di zucca, topinambur e zenzero con chips di cavolo nero non è solo un piatto elegante nella sua semplicità: è anche un concentrato di salute. La zucca, regina di questo periodo, è ricca di betacarotene e vitamina A, utili per la vista e la pelle. Il topinambur, conosciuto anche come carciofo di Gerusalemme, dona un gusto delicatamente nocciolato e un alto contenuto di fibre e inulina, ottima per la digestione e la flora intestinale. Lo zenzero fresco aggiunge una punta di vivacità e aiuta a rinforzare il sistema immunitario, mentre il cavolo nero, croccante e leggermente amarognolo, completa il piatto con un contrasto perfetto.

    Ingredienti (per 4 persone):

    • 600 g di zucca pulita
    • 200 g di topinambur
    • 1 cipolla dorata
    • 1 pezzetto di zenzero fresco (2 cm)
    • 600 ml di brodo vegetale
    • Olio extravergine d’oliva, sale e pepe
    • 6 foglie di cavolo nero
    • Un filo di miele (facoltativo)

    Preparazione:

    Preparare questa vellutata è un gesto di lentezza e cura, un piccolo rito domestico che sa di casa.
    Si inizia tagliando la zucca e il topinambur a cubetti, dopo averli sbucciati e lavati accuratamente. In una casseruola capiente si fa rosolare una cipolla dorata tritata con un filo di olio extravergine d’oliva, poi si uniscono le verdure e si lasciano insaporire per alcuni minuti. A questo punto si aggiunge lo zenzero grattugiato e si copre tutto con brodo vegetale caldo. La cottura richiede circa 25–30 minuti, giusto il tempo di ammorbidire gli ingredienti e di diffondere nell’aria un profumo confortante.

    Una volta cotto, il composto viene frullato fino a ottenere una crema liscia e vellutata, che si aggiusta con sale e pepe a piacere.
    Nel frattempo, si preparano le chips di cavolo nero: le foglie vengono private della costa centrale, spennellate con un filo d’olio e un pizzico di sale, quindi passate in forno ventilato a 160°C per una decina di minuti, finché diventano croccanti. Attenzione solo a non bruciarle: pochi secondi di troppo possono alterarne il sapore.

    Al momento di servire, la vellutata viene versata in ciotole o fondine calde e guarnita con le chips adagiate sopra. Chi ama i contrasti può aggiungere qualche goccia di miele o di sciroppo d’acero, che esalta la dolcezza naturale della zucca e bilancia il gusto del cavolo nero.

    Oltre a essere buona, questa ricetta è anche sostenibile: tutti gli ingredienti sono di stagione e facilmente reperibili nei mercati locali. Prepararla significa fare una scelta consapevole, rispettosa dei cicli naturali e dell’ambiente. È un piatto vegetariano, naturalmente senza glutine, e può essere adattato a una dieta vegana sostituendo il brodo vegetale con uno a base di miso o alga kombu per una nota più intensa.

    La vellutata di zucca, topinambur e zenzero è un inno all’autunno: un piatto che accoglie e riscalda, capace di trasformare una cena quotidiana in un piccolo momento di piacere e benessere. Un comfort food elegante, leggero e profondamente italiano, che celebra il gusto genuino delle verdure di novembre e la bellezza della semplicità.

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      Cucina

      Busecca milanese: storia e ricetta di un grande classico dell’inverno

      Dalla mensa dei ceti popolari alle tavole festive, la trippa alla milanese è una ricetta identitaria che unisce storia, cultura e gusto. Ecco come prepararla secondo tradizione.

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      Busecca

        La busecca, conosciuta fuori dalla Lombardia come trippa alla milanese, è uno dei piatti più rappresentativi della tradizione gastronomica di Milano. Un tempo considerata cibo povero, oggi è diventata una specialità ricercata, soprattutto nei mesi più freddi, quando le ricette lente e sostanziose tornano protagoniste sulle tavole.

        Le origini della busecca risalgono almeno al Medioevo, quando la trippa – parte meno nobile del bovino – veniva utilizzata per non sprecare nulla dell’animale macellato. Era un alimento diffuso tra artigiani e lavoratori, venduto anche per strada dai “busecch”, ambulanti specializzati nella preparazione di questo piatto fumante. Con il tempo, la ricetta si è arricchita di ingredienti e ha trovato spazio anche nelle cucine borghesi, diventando una vera icona cittadina.

        La versione milanese si distingue da altre preparazioni regionali per l’uso dei fagioli borlotti, del pomodoro e di un soffritto profumato, spesso completato con una spolverata di formaggio grattugiato. Tradizionalmente veniva servita il 25 dicembre, tanto che a Milano esiste il detto: “A Natal se mangia la busecca”.

        Ingredienti per 6 persone

        • 1 kg di trippa già pulita e precotta
        • 300 g di fagioli borlotti secchi (oppure 500 g già lessati)
        • 1 cipolla grande
        • 1 carota
        • 1 costa di sedano
        • 400 g di passata di pomodoro
        • 40 g di burro
        • 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
        • 1 bicchiere di brodo di carne
        • Sale e pepe q.b.
        • Parmigiano Reggiano grattugiato (facoltativo)

        Procedimento

        Se si utilizzano fagioli secchi, metterli in ammollo per almeno 12 ore, poi lessarli in acqua non salata fino a renderli morbidi. Nel frattempo, tagliare la trippa a listarelle sottili.

        Preparare un soffritto con cipolla, carota e sedano tritati finemente, facendoli rosolare dolcemente in una casseruola capiente con burro e olio. Quando le verdure sono morbide, aggiungere la trippa e lasciarla insaporire per alcuni minuti, mescolando.

        Unire la passata di pomodoro, il brodo caldo e cuocere a fuoco basso per circa un’ora, mescolando di tanto in tanto. A metà cottura aggiungere i fagioli e regolare di sale e pepe. La busecca deve risultare densa e ben legata, con un profumo intenso.

        Servire ben calda, con una spolverata di Parmigiano Reggiano e, secondo tradizione, accompagnata da pane rustico.

        Un piatto che racconta Milano

        La busecca non è solo una ricetta, ma un pezzo di storia milanese: parla di convivialità, di rispetto per le materie prime e di una cucina che sa trasformare ingredienti semplici in piatti ricchi di identità. Ancora oggi, trattorie storiche e famiglie continuano a custodirne la preparazione, tramandando un sapore che sa di casa e di memoria.

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          Cucina

          Marshmallow fatti in casa: la ricetta, la storia e i segreti per un risultato perfetto

          Dalla pianta di altea alle cucine moderne: come preparare i celebri dolcetti soffici con pochi ingredienti e qualche attenzione tecnica.

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          Marshmallow fatti in casa

            Soffici, elastici e irresistibilmente dolci: i marshmallow sono tra i dolci più riconoscibili al mondo. Simbolo di falò, bevande calde e dessert americani, nascondono però una storia antica e una preparazione che, se ben eseguita, può essere replicata anche a casa con risultati sorprendenti.

            Un dolce dalle origini antiche

            Il nome “marshmallow” deriva dalla malva palustre (Althaea officinalis), una pianta utilizzata già nell’antico Egitto per preparare rimedi dolci a base di miele e linfa, destinati soprattutto a lenire il mal di gola. Nel XIX secolo, in Francia, questa preparazione si è evoluta in una versione più simile a quella attuale, con albumi montati e zucchero. La produzione industriale moderna ha poi sostituito la radice di altea con gelatina, rendendo il processo più stabile e riproducibile su larga scala.

            Gli ingredienti (per circa 40 marshmallow)

            • 12 g di gelatina in fogli (o in polvere)
            • 150 ml di acqua (divisa in due parti)
            • 250 g di zucchero semolato
            • 100 g di sciroppo di glucosio (o miele chiaro)
            • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
            • Zucchero a velo e amido di mais q.b. per la finitura

            (Nota: nella versione classica non sono previsti albumi; alcune varianti artigianali li utilizzano, ma non sono indispensabili.)

            Il procedimento passo dopo passo

            1. Preparare la gelatina
              Mettere la gelatina in ammollo in 75 ml di acqua fredda (o reidratarla secondo le istruzioni se in polvere).
            2. Cuocere lo sciroppo
              In un pentolino unire lo zucchero, il glucosio e i restanti 75 ml di acqua. Portare a ebollizione senza mescolare, fino a raggiungere circa 115-118 °C (fase di “palla morbida”), utilizzando un termometro da cucina.
            3. Montare la massa
              Sciogliere la gelatina ammollata nello sciroppo caldo, poi trasferire il composto in una ciotola capiente. Montare con le fruste elettriche a velocità medio-alta per 8–10 minuti, finché il composto diventa bianco, lucido e triplica di volume. Aggiungere la vaniglia negli ultimi secondi.
            4. Colare e far rassodare
              Versare il composto in una teglia rivestita di carta forno e spolverata con un mix di zucchero a velo e amido. Livellare e lasciare riposare a temperatura ambiente per almeno 4 ore (meglio tutta la notte).
            5. Tagliare e rifinire
              Sformare, tagliare a cubetti con un coltello leggermente unto e passare ogni marshmallow nel mix di zucchero e amido per evitare che si attacchino.

            Consigli pratici e conservazione

            • La precisione della temperatura è fondamentale per ottenere la consistenza corretta.
            • I marshmallow fatti in casa si conservano fino a 2 settimane in un contenitore ermetico, lontano dall’umidità.
            • È possibile aromatizzarli con cacao, caffè o coloranti alimentari, aggiungendoli durante la fase di montaggio.

            Preparare i marshmallow in casa significa riscoprire un dolce iconico nella sua versione più autentica, senza conservanti e con ingredienti controllati. Un piccolo laboratorio di pasticceria domestica che trasforma pochi elementi di base in una nuvola di zucchero dal fascino intramontabile.

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              Tronchetto di Natale: la ricetta del dolce simbolo delle feste

              Dalla storia del “bûche de Noël” alla preparazione passo dopo passo: ingredienti, consigli e procedimento per portare in tavola un dessert scenografico e irresistibile.

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              Tronchetto di Natale

                Il tronchetto di Natale, conosciuto anche come bûche de Noël, è uno dei dolci più iconici delle festività. Nato in Francia alla fine dell’Ottocento, prende ispirazione da un’antica usanza contadina: bruciare un grande ceppo di legno nel camino come augurio di prosperità per il nuovo anno. Con il tempo, quel simbolo si è trasformato in un dessert che richiama la forma del tronco, decorato per ricordare la corteccia e i nodi del legno.

                Oggi il tronchetto è preparato in moltissime varianti, ma la versione più diffusa resta quella a base di pan di Spagna arrotolato e farcito con crema al cioccolato, perfetta per concludere il pranzo di Natale con un tocco scenografico.

                Ingredienti (per 8-10 persone)

                Per il pan di Spagna:

                • 4 uova medie
                • 120 g di zucchero
                • 100 g di farina 00
                • 20 g di cacao amaro in polvere
                • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia

                Per la farcitura e la copertura:

                • 250 ml di panna fresca da montare
                • 200 g di cioccolato fondente
                • 30 g di burro

                Per decorare (facoltativo):

                • zucchero a velo
                • ribes, mirtilli o decorazioni natalizie in zucchero

                Procedimento

                Per prima cosa si prepara il pan di Spagna. Montate le uova con lo zucchero utilizzando le fruste elettriche fino a ottenere un composto chiaro, gonfio e spumoso. Aggiungete la vaniglia, poi incorporate delicatamente la farina setacciata insieme al cacao, mescolando dal basso verso l’alto per non smontare l’impasto.

                Versate il composto su una teglia rettangolare rivestita di carta forno, livellandolo con una spatola. Cuocete in forno statico preriscaldato a 180 °C per circa 10-12 minuti. Una volta cotto, sfornate il pan di Spagna e rovesciatelo ancora caldo su un canovaccio leggermente umido. Arrotolatelo delicatamente su se stesso e lasciatelo raffreddare: questo passaggio eviterà che si rompa in seguito.

                Nel frattempo preparate la crema al cioccolato. Sciogliete il cioccolato fondente a bagnomaria o nel microonde, poi unite il burro e mescolate fino a ottenere una crema liscia. Montate la panna ben fredda e incorporatene una parte al cioccolato per ottenere una farcitura morbida.

                Srotolate il pan di Spagna, farcitelo con la crema e arrotolatelo nuovamente con attenzione. Rivestite l’esterno con la crema rimasta, creando delle striature con una forchetta per simulare la corteccia del legno.

                Il tocco finale

                Trasferite il tronchetto su un piatto da portata e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno un’ora. Prima di servire, spolverizzate con zucchero a velo per un effetto “neve” e decorate a piacere.

                Il risultato è un dolce elegante ma accessibile, capace di unire tradizione, gusto e atmosfera natalizia. Un classico che, ogni anno, riesce a mettere d’accordo tutti, grandi e piccoli, attorno alla tavola delle feste.

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