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Cucina

Zampone, cotechino e lenticchie avanzati? Ecco cinque idee per riciclarli in piatti golosi

Dalla pasta ai muffin salati, passando per vellutate e crocchette: scopri come trasformare gli avanzi delle feste in nuove delizie

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    Le abbuffate di Capodanno spesso lasciano in frigorifero zampone, cotechino e lenticchie avanzati. Invece di sprecare queste bontà, puoi trasformarle in piatti creativi e saporiti, perfetti per prolungare il gusto delle feste. Ecco cinque idee semplici e deliziose.

    1. Pasta al ragù di cotechino e lenticchie
    Trasforma gli avanzi in un condimento perfetto per la pasta. Sminuzza il cotechino e saltalo in padella con un soffritto di cipolla, carota e sedano. Aggiungi le lenticchie e una passata di pomodoro, lasciando cuocere per 15-20 minuti. Condisci la pasta al dente e completa con una spolverata di parmigiano.

    2. Crocchette di zampone e lenticchie
    Un antipasto sfizioso o un secondo originale. Mescola le lenticchie con zampone sminuzzato, aggiungi un uovo, pangrattato e formaggio grattugiato. Forma delle palline, passale nel pangrattato e friggi in olio caldo. Servi con una salsa di yogurt e senape per un tocco fresco.

    3. Vellutata di lenticchie con crostini di cotechino
    Le lenticchie avanzate possono diventare una vellutata cremosa. Frullale con brodo vegetale caldo e un filo d’olio, poi scaldale fino a ottenere una consistenza vellutata. Aggiungi crostini di pane tostato e cubetti di cotechino saltati in padella per un tocco croccante.

    4. Muffin salati con zampone e lenticchie
    Una ricetta perfetta per un brunch o uno spuntino. Prepara un impasto base per muffin salati con farina, uova, latte e lievito. Aggiungi zampone sminuzzato e lenticchie, mescolando bene. Versa negli stampini e cuoci in forno a 180°C per 20-25 minuti.

    5. Insalata tiepida con cotechino e verdure
    Per un piatto leggero e gustoso, prepara un’insalata tiepida. Taglia il cotechino a fette e scaldalo leggermente. Mescola con lenticchie, rucola, carote julienne e chicchi di melograno. Condisci con olio extravergine, aceto balsamico e un pizzico di pepe nero.

    Un gusto che non si spreca
    Zampone, cotechino e lenticchie non sono solo simboli di fortuna, ma anche ingredienti versatili per tante ricette creative. Con queste idee, gli avanzi delle feste diventano protagonisti di nuovi piatti da condividere con gusto e fantasia. Buon appetito!

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      Cene a casa, ma con stile: come trasformare il salotto in un bistrot tra amici e riscoprire la convivialità autentica

      Dimenticate le tavolate caotiche e le serate improvvisate: la tendenza del momento è la cena curata, intima e scenografica. Basta poco per trasformare la casa nel ristorante più accogliente della città.

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      Cene a casa

        La rinascita delle cene in casa

        Altro che prenotazioni impossibili o conti salati: il nuovo lusso è invitare a casa. Dopo anni di delivery e aperitivi al volo, torna la voglia di cucinare e apparecchiare con gusto. La pandemia ha acceso la miccia, ma oggi è diventata una scelta di stile: trasformare il salotto in un bistrot privato dove la convivialità è il vero piatto forte. Le cene domestiche si fanno più curate, più pensate e anche più scenografiche. Non serve un servizio da hotel, bastano cura e atmosfera.

        Piatti semplici ma con carattere

        Il segreto è scegliere un piatto unico che sorprenda senza costringere il padrone di casa ai fornelli per ore. Risotti cremosi, paste al forno gourmet, zuppe speziate o tagli di carne cotti lentamente. L’idea è far sentire gli ospiti coccolati, non assistere a uno show di cucina. Si può puntare su ingredienti locali, vino giusto e impiattamento curato: una foglia di erba aromatica, un filo d’olio buono, un piatto caldo. La tavola si veste di semplicità e colore: lino naturale, posate spaiate, bicchieri trasparenti. L’effetto? Un’eleganza spontanea, mai costruita.

        La luce giusta fa metà del lavoro

        La differenza tra una cena qualunque e una memorabile la fanno l’atmosfera e la luce. Lampade basse, candele, riflessi dorati sulle pareti: tutto concorre a creare quel senso di accoglienza che nessun ristorante può imitare. Anche la playlist ha il suo ruolo: jazz morbido, soul o un po’ di cantautorato italiano.
        La nuova socialità domestica è fatta di chiacchiere, calici e pause, di momenti lenti ma autentici. A fine serata, nessuno controlla l’ora: si resta seduti, tra bicchieri vuoti e risate. Perché a volte, il ristorante migliore è quello che profuma di casa.

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          Cucina

          Marmellata di castagne, il sapore d’autunno da conservare in un vasetto: la ricetta perfetta da fare in casa

          Una delle conserve più amate della stagione: la marmellata di castagne porta in cucina il gusto dei boschi e si abbina perfettamente a pane, formaggi e dolci. Ecco come prepararla passo dopo passo.

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            Ottobre e novembre sono i mesi perfetti per accendere i fornelli e portare in casa i profumi del bosco. La marmellata di castagne è una delle ricette più golose dell’autunno: cremosa, vellutata e dal sapore inconfondibile, nasce da un frutto povero ma ricchissimo di gusto. Ideale per la colazione o come farcitura di torte e crostate, conquista anche in abbinamento a formaggi stagionati o carni arrosto. Prepararla in casa non è difficile, serve solo un po’ di tempo e qualche accorgimento per ottenere una consistenza perfetta.

            Ingredienti e preparazione

            Per circa 1,5 kg di marmellata servono: 1 kg di castagne fresche, 500 g di zucchero, 250 ml di latte intero, una bacca di vaniglia o una scorza di limone, un pizzico di sale e un bicchierino di rum o brandy (facoltativo).
            Dopo aver inciso le castagne, vanno bollite per circa 40 minuti finché la buccia si stacca facilmente. Una volta sbucciate, si passano con lo schiacciapatate per ottenere una purea fine. In una casseruola capiente si versano il latte, lo zucchero, la vaniglia e la purea di castagne. Si cuoce a fuoco dolce per 30-40 minuti mescolando spesso, fino a ottenere una consistenza morbida e lucida. Chi ama un tocco aromatico può aggiungere il rum negli ultimi minuti di cottura.

            Conservazione e abbinamenti

            Una volta pronta, la marmellata va versata ancora calda nei vasetti sterilizzati, chiusa ermeticamente e capovolta per creare il sottovuoto. Si conserva per circa sei mesi in un luogo fresco e asciutto.
            Ottima spalmata sul pane, è deliziosa anche accostata a ricotta o yogurt bianco. E per chi ama i contrasti, l’abbinamento perfetto è con un pecorino stagionato o una fetta di torta al cioccolato fondente.
            È l’autunno che si fa dolce: un cucchiaio alla volta, un ricordo di bosco da gustare anche in inverno.

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              Cucina

              Risotto alla zucca, il comfort food d’autunno: cremoso, profumato e irresistibile anche nella sua semplicità

              Dal Mantovano al Veneto, il risotto alla zucca è uno dei grandi classici della cucina italiana d’autunno. Perfetto per una cena elegante o un pranzo della domenica, si prepara con ingredienti semplici ma richiede qualche accorgimento per ottenere quella cremosità irresistibile che lo rende unico.

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                Tra i piatti che più rappresentano l’autunno, il risotto alla zucca occupa un posto d’onore. È un piatto che racconta la campagna padana, i colori caldi delle foglie, l’odore della legna nei camini. Nato probabilmente tra Mantova e Verona, dove la zucca è regina dell’orto, nel tempo è diventato un simbolo della cucina casalinga di stagione.

                La sua forza è nella semplicità: pochi ingredienti, ma la capacità di trasformarli in un abbraccio caldo e vellutato. La dolcezza naturale della zucca incontra la sapidità del brodo, il burro, il Parmigiano e, per chi lo ama, una nota di rosmarino o di salvia che profuma la casa.

                La scelta della zucca

                Non tutte le zucche sono uguali. Per un risotto perfetto, meglio scegliere la zucca delica o la mantovana, entrambe dal sapore pieno e dalla polpa compatta che non si sfalda in cottura. La zucca va tagliata a dadini e cotta lentamente, finché non diventa tenera e cremosa.

                La base del risotto

                Come in ogni risotto che si rispetti, il segreto sta nel soffritto e nella tostatura. In una casseruola capiente, si fa rosolare mezza cipolla tritata fine in una noce di burro (o un filo d’olio extravergine). Quando diventa trasparente, si aggiungono i cubetti di zucca e un mestolo di brodo vegetale caldo: la si lascia cuocere finché non si sfalda.

                A questo punto si unisce il riso Carnaroli o Vialone Nano, varietà ideali per tenuta e cremosità. Lo si tosta per un paio di minuti, poi si sfuma con mezzo bicchiere di vino bianco secco.

                La cottura

                Da qui in avanti serve solo pazienza. Si procede un mestolo di brodo alla volta, mescolando di continuo. Dopo circa 16-18 minuti il riso sarà al dente, avvolto da una crema arancione lucente. È il momento della magia: la mantecatura.

                Si spegne il fuoco, si aggiunge una noce di burro e una generosa manciata di Parmigiano Reggiano grattugiato, poi si copre la pentola per un minuto. Quando si riapre, il risotto è pronto: morbido, lucido, profumato.

                La ricetta completa

                Ingredienti per 4 persone:
                – 320 g di riso Carnaroli
                – 400 g di zucca delica o mantovana
                – 1/2 cipolla bianca
                – 1 litro di brodo vegetale
                – 50 g di burro
                – 1 bicchiere di vino bianco secco
                – 50 g di Parmigiano Reggiano
                – sale, pepe e salvia o rosmarino a piacere

                Consigli e varianti

                Per una nota più rustica si può aggiungere pancetta croccante o salsiccia sbriciolata; per un tocco gourmet, gocce di aceto balsamico o crumble di amaretti, un omaggio alla tradizione mantovana.

                Servito ben caldo, il risotto alla zucca è un piatto che parla d’autunno e di casa. Un piatto che non passa mai di moda, perché sa essere semplice e raffinato allo stesso tempo — proprio come le cose più buone della nostra cucina.

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