Connect with us

Curiosità

L’occhiolino: perché dirlo a voce alta sarebbe troppo ovvio!

L’occhiolino è un gesto universale, semplice e rapido, che consiste nel chiudere e riaprire rapidamente un occhio. Questo gesto, apparentemente innocuo, è carico di significati e viene utilizzato in vari contesti culturali, per esprimere una gamma di emozioni e messaggi non verbali. Ma il suo significato è uguale in tutto il mondo?

Avatar photo

Pubblicato

il

    L’occhiolino è un gesto che, pur essendo semplice, può trasmettere una vasta gamma di significati a seconda del contesto culturale. Comprendere queste differenze è essenziale per evitare malintesi e comunicare efficacemente in un mondo sempre più globalizzato. Saper interpretare e utilizzare correttamente l’occhiolino può arricchire le interazioni sociali e professionali, rendendo la comunicazione non verbale più sfumata e significativa.

    Italia
    In Italia, l’occhiolino è spesso usato per indicare complicità, scherzo o flirt. Può servire a condividere un segreto, a sottolineare una battuta o a manifestare un interesse romantico. È un gesto amichevole e informale che trasmette un senso di intimità e comprensione.

    Stati Uniti
    E’ un gesto che può anche essere usato per rassicurare qualcuno che un commento apparentemente serio è in realtà uno scherzo.

    Regno Unito
    Nel Regno Unito, l’occhiolino può avere connotazioni simili a quelle statunitensi, spesso legate al flirt e al senso dell’umorismo. Tuttavia, può anche essere usato in contesti professionali per segnalare complicità o accordo tacito tra colleghi.

    In Giappone tendono a esprimere le loro emozioni in modo più contenuto, e gesti come l’occhiolino possono risultare fuori luogo o inappropriati. In alcuni casi, potrebbe essere percepito come un comportamento infantile o esagerato.

    India
    In India, l’occhiolino può avere diverse connotazioni a seconda del contesto e della regione. Può essere visto come un gesto giocoso tra amici, ma può anche essere interpretato come un segno di flirt, il che potrebbe risultare inappropriato in contesti più formali o conservatori.

    Medio Oriente
    Nel Medio Oriente, l’occhiolino può essere frainteso e non è ampiamente usato. In alcune culture arabe, il contatto visivo prolungato o gesti come l’occhiolino possono essere considerati invadenti o maleducati, specialmente tra uomini e donne che non sono strettamente imparentati.

    America Latina
    In molti paesi dell’America Latina, l’occhiolino è utilizzato in modo simile all’Italia e agli Stati Uniti e viene spesso accolto con un sorriso o una risata.

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Curiosità

      Monkey, il gatto cleptomane che ha arricchito la sua padrona Megan

      Monkey è un gatto della Cornovaglia che ruba ogni cosa e lo porta alla sua padrona MeganPer esempio? Un “gratta e vinci” da 14 mila euro.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

        Un gatto cleptomane della Cornovaglia, Inghilterra, sta diventando una piccola celebrità sui social. Monkey, questo il suo nome, torna ogni giorno a casa con un “dono” per la sua umana, Megan . Il suo bottino? Di tutto: da sacchetti vuoti di patatine a bustine di semi. Ma la vera sorpresa è arrivata quando Monkey ha riportato a casa un gratta e vinci già grattato, e per giunta risultato essere vincente.

        Quattordicimila euro tra i canini del gatto

        Inizialmente Megan pensava fosse solo spazzatura, ma ha scoperto che il biglietto valeva il doppio di quanto previsto: circa 14 euro. Nulla di straordinario, ma sicuramente un colpo di fortuna inaspettato! Il video dell’impresa felina naturalmente nel corso del tempo è diventato virale su TikTok (@meganchristiann), raccogliendo migliaia di commenti divertiti.

        Monkey è diventato social tra divertimento e telecamere segrete

        C’è chi scherza sul fatto che Monkey ripaghi i suoi debiti, mentre altri propongono di mettere una telecamera sul suo collare per svelare le sue misteriose incursioni. Megan, però, preferisce mantenere la sorpresa e continua a godersi le buffe avventure del suo gatto. Chi sa cosa Monkey porterà a casa la prossima volta!

          Continua a leggere

          Curiosità

          La famiglia Zammit rifiuta 30 milioni di dollari per la casa

          La famiglia Zammit ha rifiutato un’offerta di 30 milioni di dollari per vendere la loro casa a The Ponds, Sydney. La loro decisione diventa un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana.

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            La famiglia Zammit, residente a The Ponds, Sydney, ha fatto notizia rifiutando un’offerta di 30 milioni di dollari per vendere la loro casa. Questa abitazione rappresenta per loro non solo un bene materiale, ma un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana. Circondata da un’enorme area commerciale e sviluppi residenziali, la casa dei Zammit è un baluardo contro l’avanzata della cementificazione. Questa decisione ha suscitato ammirazione e riflessione sulla crescente pressione dell’urbanizzazione nelle grandi città.

            La storia dietro il rifiuto

            Nonostante l’enorme somma offerta, la famiglia Zammit ha scelto di rimanere nella loro casa storica, dimostrando un attaccamento emotivo e culturale al loro luogo di vita. Questa scelta coraggiosa riflette il desiderio di mantenere un legame con le proprie radici e di resistere alla spinta verso la modernizzazione a tutti i costi. La casa, costruita su un terreno di due ettari, è circondata da negozi, ristoranti e complessi residenziali di nuova costruzione, rendendo il rifiuto dei Zammit ancora più significativo.

            Un simbolo di resistenza

            La decisione della famiglia Zammit è diventata un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana eccessiva. In un’epoca in cui molte persone cedono alle offerte lucrative dei costruttori, i Zammit hanno scelto di mantenere la loro casa come testimone del passato e baluardo contro l’invadenza del cemento. Questo rifiuto mette in luce la crescente tensione tra lo sviluppo urbano e la conservazione delle tradizioni e dei legami familiari.

              Continua a leggere

              Curiosità

              Fotografato nudo da Google Street View: poliziotto argentino vince la causa e ottiene un risarcimento

              Secondo i giudici argentini, la privacy dell’uomo è stata violata in modo palese: Google dovrà risarcirlo con 12.500 dollari. Decisivo il fatto che fosse all’interno della sua proprietà, protetta da un alto muro.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

              Google Street View

                Era un giorno come tanti nel 2017, quando un poliziotto argentino, in un momento di relax nel giardino di casa sua, fu immortalato nudo dalle telecamere mobili di Google Street View. L’immagine, sfuggita alle consuete procedure di oscuramento automatico, mostrava l’uomo completamente nudo dietro un muro di oltre due metri, nel cortile privato della sua abitazione. Il caso, inizialmente trascurato, si è trasformato in un lungo iter giudiziario che ha ora trovato la sua conclusione: Google dovrà risarcire l’uomo con 12.500 dollari.

                La vicenda è emersa quando la foto ha iniziato a circolare online, accompagnata dal nome della via e dal numero civico, elementi ben visibili nell’inquadratura. La combinazione di questi dati ha reso l’uomo facilmente identificabile, esponendolo al ridicolo tra colleghi e residenti del piccolo centro in cui vive.

                In un primo momento, un tribunale aveva respinto il ricorso del poliziotto, ritenendo che fosse stato lui a comportarsi in modo inappropriato nel proprio giardino. Ma la Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza, stabilendo che non si trattava di uno spazio pubblico. Bensì privato e protetto da una barriera “più alta della media umana”. L’inquadratura è stata quindi definita come una “palese invasione della privacy”.

                La corte ha evidenziato anche una falla nei protocolli di Google, che solitamente sfoca i volti e le targhe. “In questo caso non si trattava di un volto, ma dell’intero corpo nudo di una persona, un’immagine che avrebbe dovuto essere evitata con ogni mezzo”, si legge nella sentenza.

                Assolte invece da ogni responsabilità la compagnia telefonica Cablevision SA e il sito di notizie El Censor, che avevano rilanciato la foto.

                Il caso solleva nuove domande sull’equilibrio tra tecnologia e tutela della privacy, dimostrando che, anche nell’era del digitale, il diritto alla riservatezza rimane fondamentale.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù