Curiosità
Nurang: Il gatto boss dell’aeroporto di Bangkok!
Nell’immenso e movimentato Aeroporto Suvarnabhumi di Bangkok, in Thailandia, tra voli internazionali e viaggiatori di tutto il mondo, c’è una presenza particolare che cattura i cuori di molti: Nurang, un gatto soriano arancione con un passato turbolento e un presente straordinario.
Nurang, il gattone arancione dal manto morbido e gli occhi curiosi, è diventato una figura familiare e amata all’interno dell’aeroporto. La sua storia è iniziata quando la sua proprietaria si è accorta che Nurang soffriva di ansia da separazione. Ogni volta che veniva lasciato solo in casa, il giovane gatto distruggeva tutto ciò che trovava e non si dava pace. La sua umana, comprendendo la gravità della situazione, decise di portarlo con sé al lavoro, nella speranza di alleviare il suo stress e migliorare la sua qualità di vita.
“Quando sono tornata a casa, la prima volta che l’ho lasciato da solo per poche ore, ha completamente devastato tutto, sembrava esser passato un uragano”,racconta la sua proprietaria, una donna che lavora in aeroporto. Così ha deciso di fare un tentativo, portandolo con sé al lavoro. La prima sfida è stato portarlo in moto, ma Nurang l’ha amata dal primo istante.
Quando è in servizio, Nurang indossa con orgoglio un collare con un ciondolo a Led: impossibile non notarlo! La sua umana, consapevole della sua popolarità, dà appuntamento a chiunque lo cerchi dalle 19 alla porta 7 del 1° piano o all’ingresso 6 del 2° piano, le sue postazioni di lavoro più frequenti.
Una volta arrivato in aeroporto, Nurang non vede l’ora di raggiungere i carrelli portabagagli per fare un po’ di stretching e schiacciare un riposino. Nonostante le preoccupazioni per la sua sicurezza, la sua umana assicura che Nurang è sempre sotto controllo per evitare che si metta nei guai. In aeroporto, Nurang è molto tranquillo e rilassato, diversamente da quando è a casa da solo. Essendo ancora un cucciolo, ha avuto modo di abituarsi alla sua nuova vita all’aeroporto, dove sembra essere nato per portare gioia e serenità a tutti.
Il boss dell’aeroporto!
L’aeroporto, con la sua attività frenetica e continua, potrebbe sembrare un luogo inappropriato per un gatto, ma per Nurang si è rivelato il luogo ideale. Grazie alla sua incredibile personalità e al suo bisogno costante di interazione, Nurang si è adattato perfettamente al nuovo ambiente. In breve tempo, è diventato il “boss” non ufficiale dell’aeroporto, diventando una costante piacevole per i viaggiatori e il personale dell’aeroporto e con migliaia di turisti che pubblicano le sue foto sui social e si mettono in coda per un selfie. Nurang è “il gatto arancione di Suvarnabhumi”, “l’amministratore delegato” dell’aeroporto per il suo vizio di voler supervisionare tutto e mettere il naso ovunque.
Un beneficio per tutti
La presenza di Nurang ha avuto un impatto positivo non solo su di lui, ma su chiunque lo incontri. La sua personalità affettuosa e curiosa ha portato sorrisi e momenti di leggerezza in un ambiente spesso stressante. Anche durante i suoi sonnellini, Nurang riesce a deliziare chi lo osserva.
È curato con affetto
I dipendenti dell’aeroporto si sono organizzati per prendersi cura di Nurang. Ha un posto comodo dove dormire, pasti regolari e visite veterinarie quando necessario. La sua umana e i suoi colleghi si assicurano che sia sempre al sicuro e felice.
Un simbolo di speranza
Nurang è diventato molto più di un semplice gatto: è un simbolo di speranza, gentilezza e connessione umana-animale. La sua storia dimostra come un atto di compassione possa trasformare la vita di un animale e arricchire quella degli esseri umani intorno a lui.
In un luogo dove il viaggio può essere stressante e impersonale, Nurang ricorda a tutti l’importanza della compagnia e del calore. La sua presenza continua a portare gioia e serenità a chiunque passi per l’aeroporto di Bangkok, dimostrando che anche il più piccolo tra noi può fare una grande differenza.
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Curiosità
Esiste una macchina per il trapianto di testa? Ecco un video shock
Recentemente, su YouTube è apparso un video che ha lasciato il pubblico senza parole, mostrando una procedura di trapianto di testa. Il video, che ha rapidamente accumulato migliaia di visualizzazioni, presenta una sequenza dettagliata e inquietante di quello che sembra essere un trapianto di testa umana.
Recentemente, su YouTube è apparso un video che ha lasciato il pubblico senza parole, mostrando una procedura di trapianto di testa. Il video, che ha rapidamente accumulato migliaia di visualizzazioni, presenta una sequenza dettagliata e inquietante di quello che sembra essere un trapianto di testa umana. Tuttavia, è importante chiarire che si tratta soltanto di un concetto futuristico e non di una procedura realmente eseguita.
Un concetto avanzato di BrainBridge, il trapianto di testa
Il video virale si basa sul concetto di BrainBridge, il primo sistema integrato al mondo che combina robotica avanzata e intelligenza artificiale per eseguire trapianti di testa e viso. Questo sistema all’avanguardia, sebbene ancora teorico, offre una nuova speranza per i pazienti affetti da condizioni incurabili come il cancro allo stadio 4, la paralisi e le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson.
Robotica e intelligenza artificiale al servizio della medicina
BrainBridge rappresenta un’innovazione straordinaria nel campo della medicina. La tecnologia avanzata utilizzata nel concetto di BrainBridge include robot chirurgici ad alta precisione e algoritmi di intelligenza artificiale che analizzano dati in tempo reale per supportare i chirurghi. Questo sistema mira a realizzare operazioni con una precisione ineguagliabile, riducendo al minimo il rischio di errori umani.
Reazioni del pubblico
Il video ha suscitato reazioni contrastanti tra gli spettatori. Mentre alcuni sono affascinati dalle possibilità offerte dalla tecnologia medica avanzata, altri sono preoccupati per le implicazioni etiche e morali di un trapianto di testa. La visione di una procedura così radicale, anche se solo concettuale, ha scatenato un dibattito acceso sui limiti della scienza e della medicina.
Il futuro della chirurgia?
Sebbene il video su YouTube mostri un trapianto di testa come se fosse una realtà imminente, è fondamentale ricordare che al momento si tratta solo di un’idea teorica. BrainBridge è ancora in fase di sviluppo e potrebbe passare molto tempo prima che una procedura del genere possa essere realmente eseguita. Tuttavia, la sua esistenza come concetto stimola la discussione su ciò che potrebbe essere possibile in futuro grazie alla continua evoluzione della tecnologia medica.
Il video scioccante di un trapianto di testa su YouTube ha sicuramente catturato l’attenzione del pubblico globale. Sebbene attualmente si tratti solo di un concetto avanzato rappresentato da BrainBridge, esso apre le porte a un futuro in cui la robotica e l’intelligenza artificiale potrebbero rivoluzionare la chirurgia e la medicina rigenerativa. Fino ad allora, continueremo a esplorare i limiti della scienza e a discutere le sue potenziali applicazioni.
Ricordiamo che poco fa, Elon Musk ha annunciato che Tesla, negli sviluppi futuri dell’azienda rientrerebbe la realizzazione di robot umanoidi oltre che di veicoli.
Curiosità
“Dolcetto o scherzetto?” – La vera storia dietro la tradizione di Halloween
Da rito celtico a festa globale, il viaggio secolare di una delle usanze più amate (e fraintese) del 31 ottobre
“Dolcetto o scherzetto?” È la frase che ogni anno, la notte del 31 ottobre, risuona nei quartieri di mezzo mondo. Bambini travestiti da streghe, fantasmi e supereroi vanno di casa in casa alla ricerca di caramelle, in una delle tradizioni più riconoscibili di Halloween. Ma da dove nasce davvero questa usanza? E come si è trasformata da rito pagano a fenomeno globale di costume?
Le origini: Samhain, la notte in cui il velo si assottiglia
Tutto inizia molto prima della comparsa di zucche e costumi, nell’antica Irlanda celtica, oltre duemila anni fa. I druidi celebravano Samhain, il capodanno celtico che segnava la fine dell’estate e l’inizio della stagione oscura. Si credeva che, in quella notte, il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti si assottigliasse, permettendo agli spiriti di tornare sulla terra.
Per tenere lontane le anime maligne, le persone accendevano fuochi sacri, lasciavano offerte di cibo davanti alle porte e indossavano maschere spaventose per confondere gli spiriti.
Dalla superstizione alla religione
Con l’avvento del cristianesimo, la Chiesa cercò di sostituire le antiche feste pagane con ricorrenze religiose: così, nel IX secolo, il 1° novembre divenne la festa di Ognissanti (All Hallows’ Day) e la notte precedente “All Hallows’ Eve”, da cui deriva il nome Halloween.
La pratica di lasciare offerte ai defunti sopravvisse, ma si trasformò gradualmente: i poveri andavano di casa in casa chiedendo “soul cakes”, piccoli dolci in cambio di preghiere per le anime dei defunti. Era una sorta di “proto-trick or treat”, diffusa soprattutto in Inghilterra e Irlanda.
L’approdo in America e la nascita del “trick or treat”
Furono gli immigrati irlandesi e scozzesi, nell’Ottocento, a portare la tradizione di Halloween negli Stati Uniti. Qui, le usanze europee si fusero con la cultura americana, trasformandosi in un’occasione festosa più che spirituale.
Nel primo Novecento, il “trick or treat” (letteralmente “scherzetto o dolcetto”) cominciò a comparire nei giornali e nelle scuole come modo per tenere i giovani lontani dai vandalismi tipici di quella notte. La frase minacciava scherzi in caso di rifiuto, ma divenne presto un gioco innocente e comunitario, consolidandosi dopo la Seconda guerra mondiale, quando lo zucchero tornò disponibile e i dolci divennero parte integrante della festa.
Dalla zucca alle vetrine globali
La Jack O’ Lantern, la zucca intagliata con un volto e illuminata da una candela, arriva sempre dall’Irlanda, dove si usavano inizialmente rape o barbabietole. La leggenda di Jack, l’avaro che ingannò il diavolo e fu condannato a vagare con una lanterna fatta di ortaggio, divenne il simbolo della notte più spettrale dell’anno. Negli Stati Uniti, le zucche arancioni, più grandi e facili da scavare, presero il suo posto e contribuirono a definire l’immaginario di Halloween.
Halloween oggi: tra folklore e consumismo
Oggi Halloween è una festa globale, celebrata in oltre 30 Paesi e con un impatto economico miliardario. Solo negli Stati Uniti, nel 2024, si sono spesi più di 12 miliardi di dollari in costumi, decorazioni e dolciumi, secondo la National Retail Federation.
Anche in Italia la tradizione ha preso piede, soprattutto tra i più giovani, diventando un mix di folklore anglosassone e creatività locale. Nonostante alcune critiche legate alla commercializzazione, resta un’occasione per condividere divertimento, fantasia e — perché no — un pizzico di paura.
Curiosità
Fotografato nudo da Google Street View: poliziotto argentino vince la causa e ottiene un risarcimento
Secondo i giudici argentini, la privacy dell’uomo è stata violata in modo palese: Google dovrà risarcirlo con 12.500 dollari. Decisivo il fatto che fosse all’interno della sua proprietà, protetta da un alto muro.
Era un giorno come tanti nel 2017, quando un poliziotto argentino, in un momento di relax nel giardino di casa sua, fu immortalato nudo dalle telecamere mobili di Google Street View. L’immagine, sfuggita alle consuete procedure di oscuramento automatico, mostrava l’uomo completamente nudo dietro un muro di oltre due metri, nel cortile privato della sua abitazione. Il caso, inizialmente trascurato, si è trasformato in un lungo iter giudiziario che ha ora trovato la sua conclusione: Google dovrà risarcire l’uomo con 12.500 dollari.
La vicenda è emersa quando la foto ha iniziato a circolare online, accompagnata dal nome della via e dal numero civico, elementi ben visibili nell’inquadratura. La combinazione di questi dati ha reso l’uomo facilmente identificabile, esponendolo al ridicolo tra colleghi e residenti del piccolo centro in cui vive.
In un primo momento, un tribunale aveva respinto il ricorso del poliziotto, ritenendo che fosse stato lui a comportarsi in modo inappropriato nel proprio giardino. Ma la Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza, stabilendo che non si trattava di uno spazio pubblico. Bensì privato e protetto da una barriera “più alta della media umana”. L’inquadratura è stata quindi definita come una “palese invasione della privacy”.
La corte ha evidenziato anche una falla nei protocolli di Google, che solitamente sfoca i volti e le targhe. “In questo caso non si trattava di un volto, ma dell’intero corpo nudo di una persona, un’immagine che avrebbe dovuto essere evitata con ogni mezzo”, si legge nella sentenza.
Assolte invece da ogni responsabilità la compagnia telefonica Cablevision SA e il sito di notizie El Censor, che avevano rilanciato la foto.
Il caso solleva nuove domande sull’equilibrio tra tecnologia e tutela della privacy, dimostrando che, anche nell’era del digitale, il diritto alla riservatezza rimane fondamentale.
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