Curiosità
Un cornetto per un sorriso: la dolce iniziativa che scalda i cuori a Foggia
Un barman foggiano ha diffuso il calore del “caffè sospeso” regalando cornetti a chi ne ha bisogno, ispirando un’ondata di solidarietà.

In un mondo sempre più frenetico, dove spesso si tende a guardare oltre le proprie difficoltà, un gesto semplice e spontaneo può fare la differenza. È quello che ha dimostrato Vito Di Tullio, titolare del Bar Life Coffee di Foggia, con la sua bellissima iniziativa del “cornetto sospeso“.
Un cornetto di solidarietà che nasce dal cuore
Stanco di vedere cibo buono andare sprecato e mosso dalla volontà di aiutare il prossimo, Vito ha deciso di apporre un cartello sulla saracinesca del suo bar con una scritta semplice ma efficace: “Prendine se ne hai bisogno“. Accanto, dei sacchetti contenenti due cornetti freschi, pronti per essere gustati da chi ne avesse bisogno. Questa bella idea, ispirata al tradizionale “caffè sospeso” napoletano, ha subito conquistato il cuore dei foggiani. In pochi giorni, la notizia si è diffusa sui social media, suscitando ammirazione e commozione.
Il caffè sospeso: un gesto antico che si rinnova
Il “caffè sospeso” è un’usanza napoletana che risale a molti anni fa. Chi poteva permetterselo, ordinava un caffè in più, pagandolo in anticipo, per offrirlo a chi si trovasse in difficoltà. Questo gesto semplice e generoso si è diffuso in tutto il mondo, diventando un simbolo di solidarietà e umanità. Dal caffè al pane, passando per i cornetti è la dimostrazione che la solidarietà non ha confini. Negli ultimi anni, infatti, il concetto di “cibo sospeso” si è evoluto, includendo non solo il caffè, ma anche altri alimenti come il pane, la pasta e la frutta. Molti panifici, ristoranti e supermercati hanno aderito a questa iniziativa, offrendo gratuitamente parte dei loro prodotti a chi ne ha bisogno.
Un’onda di solidarietà che coinvolge tutti…i cornetti
La storia di Vito Di Tullio dimostra che anche un piccolo gesto può avere un grande impatto sulla comunità. L’iniziativa del “cornetto sospeso” ha ispirato molte altre persone a fare del bene, dimostrando che la solidarietà è un sentimento che può unire le persone e creare un mondo migliore. E in effetti se ci pensiamo bene la solidarietà non costa nulla. Bastano un piccolo gesto e un cuore grande per fare la differenza.
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Curiosità
Suona il requiem per le gloriose “palle di Mozart”
Purtroppo a breve non potremo più gustare i deliziosi cioccolatini dal nome… piuttosto imbarazzante. La fabbrica di Salisburgo, che è fallita, ha completato l’ultimo ordine dei celebri dolcetti.

E’ la Grödig, nel sud di Salisburgo, dove vengono storicamente prodotte le Palle di Mozart fin dal 1890, un secolo dopo la morte di Wolfgang Amadeus Mozart. L’azienda che le ha realizzate fino ad oggi fu originariamente creata dal pasticcere locale Paul Fürst alla fine del XIX secolo. L’uomo partì con una piccola fabbrica in città prima di trasferirsi in una sede più grande nel 1948. Alla fine dello scorso anno, l’azienda ha prodotto il suo ultimo lotto di dolci al pistacchio, al marzapane e al torrone ricoperti di cioccolato fondente.
Aumenti del cacao e Covid le cause del fallimento
La Salzburg Schokolade è fallita l’anno scorso, con un taglio di 65 posti di lavoro che hanno messo fine a una linea di produzione di 57 milioni di Palle di Mozart all’anno. Questa situazione è la conseguenza agli aumenti del prezzo del cacao e all’effetto a catena della Covid-19. L’azienda aveva presentato la prima istanza di insolvenza nel 2021.
I macchinari sono già stati venduti
Adesso la chiusura è ufficiale. Si tratta di un evento che mette la parola “fine” a una tradizione dolciaria rinomata, definita “Echte Salzburg Mozartkugeln” o “Real Salzburg Mozart Balls”. Le macchine per rezlizzare i dolci sono stati venduti ad aziende straniere. Mondelez International, l’azienda alimentare americana che ha acquistato Salzburg Schokolade nel 1975, non ha ancora specificato nel dettaglio quale sarà il futuro dei Mozartkugeln.
Di sicuro la produzione in Austria è cessata
“Stiamo lavorando duramente per garantire che la produzione dei prodotti Mirabell possa continuare senza interruzioni”, ha dichiarato la direzione austriaca di Mondelez. “Dopo aver esaminato attentamente le nostre opzioni di produzione, abbiamo trovato una soluzione nella nostra rete europea che garantirà la produzione futura del nostro marchio Mirabell”. Si parla di una possibilità di una delocalizzazione in Polonia e in Cechia
Un prodotto fortemente copiato
Un’azienda bavarese produceva una specie di copia dei cioccolatini, i “Real Reber Mozartkugeln”. Nel 1981, l’azienda ricevette una sentenza secondo la quale solo i produttori austriaci potevano utilizzare il nome “Mozartkugeln”, costringendo Reber a rinominare il proprio prodotto “Mozart-Kugeln”. Il marchio Salzburg Mirabell è l’unico autorizzato a produrre Mozartkugeln completamente sferici, mentre tutti gli altri marchi sono costretti ad aggiungere una parte piatta.
Curiosità
OnlyFans è un enorme impero economico: chi c’è dietro a questo pruriginoso servizio web
La piattaforma ha compiuto solo otto anni ma è già stata in grado di rendere miliardario il suo attuale proprietario, l’imprenditore americano-ucraino Leonid Radvinsky.

Leonid Radvinsky, “Mister OnlyFans”, ha acquistato la società proprietaria del sito dai suoi fondatori inglesi per una somma non rivelata nel 2018. E non poteva fare investimento migliore, anche in funzione dei non previsti lockdown dovuti alla pandemia: catastrofici per alcune aziende, una vera e propria manna per OnlyFans.
Come funziona
I “creatori” possono pubblicare video e foto dietro un paywall, per il quale i “fan” o gli abbonati sborsano una quota mensile – variabile, a seconda delle diverse politiche “commerciali” – per accedervi. I creatori possono anche guadagnare denaro da mance e da contenuti “pay-per-view”, quelli che solitamente nascondono le visioni più estreme. Nel 2019, OnlyFans ha generato 238 milioni di sterline, entro il 2023 quella somma era aumentata di 21 volte, arrivando a 5,3 miliardi di sterline.
1 milione di sterline ogni giorno: un “signor investimento”
L’imprenditore è il principale beneficiario, pagandosi più di 1 miliardo di sterline in dividendi in meno di cinque anni: è quello che dichiara Fenix International, la società di cui è proprietario e che possiede OnlyFans. L’anno scorso, riceveva più di 1 milione di sterline al giorno dal suo lungimirante investimento. Anche se non è l’unico in azienda ad arricchirsi: nel 2019, il guadagno medio tra 11 dipendenti, inclusi i direttori, era di 101.000 sterline. Entro il 2023, 42 dipendenti, inclusi i due direttori, ricevevano in media 482.000 sterline.
I guadagni dei creators
Le stime parlano chiaro: quelli di maggior successo guadagnerebbero milioni di sterline all’anno. Anche se i conti aziendali mostrano che il guadagno medio annuo per un creatore di OnlyFans era di £ 1.291, senza commissioni e tasse. OnlyFans, come si sa, risulta difficile da monitorare. Ogni creatore si nasconde dietro il proprio paywall, con tariffe di abbonamento solitamente comprese tra £ 5 e £ 30 al mese. I “rapporti sulla trasparenza” mensili dell’azienda indicano che il numero di account disattivati per violazione delle regole del sito è raddoppiato lo scorso anno, da 28.000 nel 2023 a quasi 60.000 nel 2024. Al contempo, la quantità di contenuti rimossi per lo stesso motivo si è quasi dimezzata, da 557.000 nel 2023 a 323.000 nel 2024.
Un fenomeno giunto al suo apice?
I dati indicano che la crescita fenomenale del sito potrebbe aver raggiunto il picco. Le approvazioni per i nuovi account “creator” hanno raggiunto circa 400.000 al mese all’inizio del 2023 e ora sono scese di circa il 55% a circa 180.000/mese. Lo scorse gennaio si è registrato il numero più basso di approvazioni di account creator da quando OnlyFans ha iniziato a registrarle, nella metà del 2021. Anche se la quantità di contenuti continua a crescere, con oltre 300 milioni di singoli contenuti solo negli ultimi sei mesi.
Vip nudi… o quasi
Molto popolare nel settore dell’intrattenimento per adulti, anche se OnlyFans ospita anche contenuti di altri generi come esperti di fitness. Sul sito non mancano le celebrità: attori, attrici, influencers, cantanti e personaggi appartenenti al mondo dello spettacolo. Bella Thorne, per esempio, è da sempre considerata uno dei volti principali e più rappresentativi di OnlyFans, riuscendo a frantumare qualsiasi altro record di incasso con ben due milioni di dollari in una sola settimana. Un profilo molto sexy è quello di Lucia Javorcekova, modella e influencer slovacca divenuta famosa nel 2015, in seguito alla sfida social con relativo hashtag #escile.
Creators di casa nostra
Tra le celebrità italiane con un account OnlyFans troviamo la showgirl Antonella Mosetti, ex volto di Non è la Rai, ex gieffina ed ex prima ballerina di Ciao Darwin. Anche la pupa Elena Morali ha un proprio account. E ancora Claudia Romani, Elena Berlato, Federica Pacela, Francesca Brambilla (volto di Avanti un altro!) e la meteorina Vanessa Minotti. Di recente anche un’altra ex pupa, ma del passato, ha aperto un profilo sulla piattaforma, Francesca Lukasik.
Curiosità
La maleducazione in Italia: Milano è messa peggio di Roma
Una ricerca ha stabilito la graduatoria delle città più maleducate d’Italia: a Venezia il podio tutt’altro che onorevole… ma anche Milano non è messa bene, risultando peggio che Roma.

Vi siete mai domandati quale sia la città più maleducata d’Italia? I comportamenti sgarbati sono purtroppo in costante aumento anche nel Belpaese, con l’avvento della tecnologia che ha accentuato diverse abitudini che poco si conciliano con il convivere in maniera pacata e civilmente elegante.
Venezia la peggiore
Stando allo studio effettuato dalla piattaforma Preply, la romantica e fascinosa Venezia sarebbe la città più maleducata d’Italia, seguita da Catania e Parma. Milano – udite udite – si trova in quarta posizione, distaccata da due lunghezze Roma, in sesta. Padova invece sarebbe la più educata.
In pochi rispettano lo spazio altrui
Il campione utilizzato per il sondaggio è di 1.558 abitanti presi da 19 città italiane, sulla base del quale è stata stilata una sorta di classifica di dove sarebbero più diffusi comportamenti poco educati. Per capire quale sia davvero la città più maleducata in Italia, lo studio ha preso in considerazione dodici comportamenti ritenuti sbagliati: dal saltare la fila in diverse situazione al guardare video sul lo smartphone in pubblico, fino al non rallentare in prossimità del passaggio dei pedoni e al non rispettare lo spazio personale altrui.
Il caro, vecchio galateo… troppo spesso dimenticato
Come si può vedere alcuni di questi comportamenti sono associati alle nuove tecnologie – c’è anche il tema del parlare con il vivavoce in pubblico e di essere totalmente assorbiti dal cellulare mentre si è fuori casa – ma ci sono anche vecchie regole del galateo come lasciare la mancia o mostrarsi rispettosi con il personale di servizio. Incrociando tutti questi elementi, per lo studio sarebbe Venezia la città più maleducata d’Italia, con Catania e Parma immediatamente dopo, mentre Milano vincerebbe la sfida con Roma in questa poco onorevole classifica.
La classifica
Ecco la top ten delle città più maleducate d’Italia con il loro relativo punteggio:
Venezia – 6.55
Catania – 6.52
Parma – 6.51
Milano – 6.33
Brescia – 6.30
Roma – 6.26
Genova – 6.25
Trieste – 6.23
Torino – 6.07
Taranto – 6.03
Difficile a pensarci… ma la borghese Milano – quella col “cuore in mano” come vuole il celebre motto – sarebbe più maleducata della “caciarona” Roma, mentre il primo posto spetterebbe a una città come Venezia, da sempre riconosciuta come tra le più belle al mondo. A condannare la città lagunare sarebbero le pessime abitudini di saltare la fila e non rispettare gli spazio altrui.
Il rovescio della medaglia
Ecco, invece, la stessa classifica ma al contrario, che mette in evidenza virtuosamente le località che brillano maggiormente per educazione e rispetto:
Padova – 5.18
Firenze – 5.60
Modena – 5.66
Verona – 5.66
Bologna – 5.87
Messina – 5.89
Napoli – 5.90
Bari – 5.94
Palermo – 6.02
Taranto – 6.03
Tra tutte le città prese in considerazione Padova risulta essere quella più educata, spiccando in maniera particolarme per il rispetto dello spazio personale, per non parlare con il vivavoce in pubblico e per non saltare la fila. In Italia parlare col cellulare in pubblico è una cosa normalissima, in altri paesi invece è vista come una forma di estrema maleducazione.
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