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Libri

Solo uomini tra le pagine. Ecco la casa editrice che pubblica solo autori maschi

Conduit Books, fondata da Jude Cook, sostiene che le nuove voci maschili siano trascurate nell’editoria contemporanea. Nessuna polemica, dicono, solo un progetto per riequilibrare il panorama letterario.

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    Nel mondo dell’editoria, dove da anni si celebra il talento delle autrici femminili, c’è chi ha deciso di puntare su una narrazione tutta maschile. Conduit Books, nuova casa editrice indipendente inglese fondata da Jude Cook, ha annunciato che pubblicherà esclusivamente autori uomini. E come mai?

    La casa editrice inusuale

    La decisione nasce da una riflessione sul cambiamento del mercato editoriale negli ultimi 15 anni, dove – secondo Cook – l’entusiasmo per una nuova generazione di scrittrici ha lasciato in ombra le voci maschili, in particolare quelle emergenti. Cook sostiene che l’industria del libro abbia fatto un rapido correttivo a decenni di dominazione maschile nella narrativa, ma che oggi si rischi di escludere nuove storie raccontate dagli uomini. “Le storie di nuovi autori maschi sono spesso trascurate, con la percezione che la voce maschile sia problematica”, ha dichiarato al quotidiano Guardian.

    Raccontare il nostro secolo da un punto di vista maschile

    La casa editrice vuole esplorare tematiche come paternità, relazioni, vita quotidiana e la condizione maschile nel XXI secolo. L’obiettivo è pubblicare tre libri all’anno – romanzi, memoir o raccolte di racconti – scritti da autori under 35, con la speranza di dare spazio a voci che non trovano facilmente un editore. Cook sottolinea che non si tratta di un’operazione polemica, bensì di un’iniziativa mirata a espandere l’offerta letteraria. Gli uomini non hanno smesso di leggere e scrivere, sostiene, ma semplicemente non vengono più pubblicati con la stessa frequenza. Tutto qui.

    Ma chi l’ha detto che gli uomini non leggono più?

    Secondo i dati del 2020, il 78% delle figure editoriali nell’industria dei libri sono donne, il che potrebbe influenzare quali storie vengono selezionate per la pubblicazione. Secondo Cook gli interessi letterari maschili, specialmente quelli legati alla classe operaia, vengono spesso liquidati come poco seri o poco evoluti. Nel futuro, Conduit Books potrebbe ampliare la sua missione e includere anche autrici donne. Ma per ora la scelta è netta: raccontare il mondo attraverso una prospettiva esclusivamente maschile. Riuscirà questo progetto a trovare il suo pubblico ampio e variegato? La vera sfida sarà attirare lettori che, secondo il fondatore, si sentono trascurati. Il successo dell’iniziativa dipenderà dalla capacità della casa editrice di identificare autori interessanti e creare un catalogo che sappia coinvolgere il mercato. Nel frattempo è aperta la caccia al primo romanzo…

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      Libri

      Torino capitale dei libri (e della resistenza ai tempi bui): il Salone accende le pagine della cultura

      Oltre 2.000 eventi, 700 stand e una città che si trasforma per accogliere l’editoria. Tra ospiti di spicco e nuove sfide del mercato, il Salone del Libro di Torino celebra le parole come strumenti di dialogo e cambiamento.

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        Da giovedì 15 a lunedì 19 maggio, Torino torna a essere la capitale italiana del libro, ospitando la 37ª edizione del Salone Internazionale del Libro. Con la direzione di Annalena Benini, la fiera si sviluppa su 137.000 metri quadrati, con oltre 700 stand e più di 2.000 incontri. Il tema di quest’anno, “Le parole tra noi leggere”, omaggia il romanzo di Lalla Romano e invita alla riflessione sul potere del linguaggio nel creare connessioni e scambi culturali. Oltre agli appuntamenti al Lingotto, il Salone Off porterà la letteratura tra teatri, biblioteche e quartieri cittadini. La Campania sarà la Regione ospite, mentre i Paesi Bassi avranno uno spazio speciale, con incontri e eventi dedicati alla loro tradizione editoriale.

        Le novità dell’edizione 2025

        Oltre ai padiglioni 1, 2, 3, l’Oval e il Padiglione 4, dedicato al Bookstock e alle nuove generazioni, il Salone introduce due nuove aree. Il Publishers Centre, una lounge per professionisti con incontri tra editori, librai e influencer e la nuova sala stampa esterna, un’area da 100 mq. per facilitare la comunicazione con i media.

        Gli ospiti del Salone: grandi firme e voci emergenti

        L’elenco di scrittori e intellettuali attesi è lungo e prestigioso. Tra gli internazionali troviamo Tracy Chevalier, Valérie Perrin, Jean Reno, Paul Murray, Etgar Keret, Joël Dicker, Scott Turow e Mircea Cărtărescu. Sul fronte italiano, ci saranno Alessandro Barbero, Dacia Maraini, Roberto Saviano, Serena Dandini, Antonio Albanese, Simonetta Agnello Hornby e Licia Troisi. Inoltre saranno presenti i curatori delle otto sezioni tematiche: Luciana Littizzetto, Francesco Costa, Erin Doom, Alessandro Piperno e Melania G. Mazzucco.

        Ma come sta l’editoria? Insomma…

        L’entusiasmo per il Salone arriva in un periodo complesso per il mercato editoriale. Mentre il settore dei libri cartacei resiste, la crescita del digitale e degli audiolibri sta ridefinendo il modo in cui il pubblico si avvicina alla lettura. Secondo le ultime analisi, nel 2024 il mercato del libro in Italia ha registrato una leggera crescita, ma con una forte polarizzazione tra i titoli di successo e il resto della produzione. Le vendite di romanzi e saggi di autori affermati hanno tenuto, mentre le nuove voci faticano a emergere in un panorama dominato da nomi consolidati. L’editoria indipendente cerca di farsi spazio con strategie mirate e modelli di pubblicazione alternativi, ma deve confrontarsi con un pubblico sempre più frammentato tra ebook, podcast e consumi rapidi di contenuti.

        Quindi? Quindi tutti a Torino per misurare la temperatura della cultura contemporanea. Tra riflessioni sulla parola, incontri con autori e strategie editoriali per il futuro, il Salone ripropone il luogo perfetto per capire dove va la letteratura e come evolve il rapporto tra libro e lettore.

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          Libri

          Roberto Saviano e “L’amore mio non muore”: il coraggio di raccontare

          Nel suo nuovo romanzo, Saviano riporta alla luce la storia di Rossella Casini, vittima della ‘Ndrangheta, e riflette sulla sua stessa esistenza da recluso. Tra memoria, giustizia e sacrificio, un racconto potente sull’amore e sulla libertà negata.

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            Roberto Saviano torna in libreria con L’amore mio non muore, un romanzo pubblicato da Einaudi Stile Libero il 6 maggio 2025. Questa volta, lo scrittore napoletano racconta la storia vera di Rossella Casini. Una giovane studentessa fiorentina che, nel 1981, scompare nel nulla dopo aver sfidato la ‘Ndrangheta.

            Rossella era una ragazza piena di vita, con una famiglia affettuosa e un futuro promettente. La sua esistenza cambia quando si innamora di Francesco Frisina, uno studente calabrese fuori sede. Quello che all’inizio sembra un amore come tanti si trasforma presto in una vicenda drammatica. La famiglia di Francesco è legata a una potente cosca mafiosa e, durante una visita in Calabria, Rossella si ritrova coinvolta in una faida sanguinosa. Convinta che il loro amore possa cambiare le cose, cerca di convincere Francesco a collaborare con la giustizia, ma il suo coraggio la porta a una fine tragica. Il 22 febbraio 1981, Rossella scompare e il suo corpo non viene mai ritrovato. Lo Stato la riconosce come vittima della mafia, ma la sua storia è rimasta a lungo dimenticata.

            Saviano omaggia chi si è opposto a un sistema disumano

            Saviano, con la sua scrittura intensa e documentata, riporta alla luce questa vicenda, trasformandola in un racconto di amore, coraggio e resistenza. Il romanzo non è solo una denuncia della violenza mafiosa, ma anche un tributo a chi ha avuto la forza di opporsi a un sistema disumano. Per accompagnare l’uscita del libro, l’autore ha organizzato un tour teatrale in diverse città italiane, tra cui Milano, Bologna, Torino e Roma, per raccontare la storia di Rossella anche attraverso la voce e la performance.

            La snervante vita sotto scorta…

            Ma L’amore mio non muore è anche un libro che riflette sulla condizione personale dello stesso Saviano, ormai da anni costretto a vivere sotto scorta per le minacce ricevute dalla criminalità organizzata. La sua vita è una reclusione forzata, un’esistenza senza libertà, in cui ogni movimento è sorvegliato e ogni scelta è influenzata dalle misure di protezione. Non può passeggiare da solo, fermarsi in un bar o decidere di vivere senza precauzioni. Lo stesso amore, tema centrale del romanzo, è per lui un’esperienza difficile da vivere pienamente: tutto è filtrato dal rischio, dalle limitazioni, dalla consapevolezza che la sua sicurezza viene prima di qualsiasi sentimento.

            Voglio una vita tranquilla

            Saviano racconta spesso la mancanza di normalità, il peso di una vita in cui la quotidianità è negata. Non può scegliere dove abitare, non può fare viaggi senza protezione, non può concedersi il lusso dell’anonimato. In un’intervista, ha detto che il prezzo che ha pagato per la verità è quello di non avere una casa vera, un luogo in cui sentirsi davvero libero. Eppure, nonostante tutto, continua a scrivere, a denunciare, a raccontare storie che altrimenti verrebbero dimenticate. L’amore mio non muore non è solo il racconto di Rossella Casini. E’ anche la riflessione di un autore che vive il paradosso della libertà negata in nome della giustizia. Un uomo che ha scelto di non tacere, anche quando il silenzio sarebbe stata la via più semplice per proteggersi.

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              Libri

              Woody Allen scrittore a novant’anni: in arrivo il suo primo romanzo, tra nevrosi e sarcasmo

              Il regista newyorkese, a pochi mesi dai novant’anni, debutta nella narrativa lunga: protagonista un alter ego ansioso e tragicomico, in una storia che somiglia molto a tutte le sue

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                Se fosse un suo film, sarebbe l’inquadratura iniziale: un uomo di mezza età, ebreo, colto, nevrotico, seduto su una sedia di psicanalista che lo ascolta solo per finta. Ma non è un film: è il primo romanzo di Woody Allen, in uscita il 24 settembre in contemporanea mondiale. In Italia sarà La nave di Teseo a pubblicarlo, con il titolo Che succede a Baum?. Un esordio tardivo, certo – il regista compirà 90 anni il prossimo 30 novembre – ma anche la prova che Allen, a dispetto delle polemiche e dei declini annunciati, non ha mai smesso di raccontare.

                Il protagonista del libro è Ascher Baum, scrittore e drammaturgo newyorkese, ovviamente ebreo, nevrotico, consumato dall’ansia e sull’orlo di perdere la testa. Una parodia dell’intellettuale urbano, tradizione in cui Allen ha sempre nuotato come un pesce: tra Freud, Philip Roth, Kafka, e lui stesso. Baum è, insomma, l’ennesimo doppio alleniano: goffo, insicuro, brillante, tenero, sarcastico fino all’autodistruzione. Un personaggio che – parola di Elisabetta Sgarbi – “entrerà nel pantheon dei suoi caratteri memorabili”.

                L’annuncio arriva come una bomba (piccola, arguta, ma pur sempre bomba) nel mondo dell’editoria internazionale. Per anni si era favoleggiato su un romanzo di Allen. Lui ha sempre scritto, certo: raccolte come Rivincite, Senza piume, Effetti collaterali, Pura anarchia, l’autobiografia A proposito di niente, tutte ristampate da La nave di Teseo. Ma questa è la prima volta che si cimenta con la narrativa lunga, con un impianto romanzesco classico. E c’è da scommettere che, dietro la comicità, ci sia anche una riflessione sul fallimento, sull’identità, sull’arte che non consola. Proprio come accade nei suoi film migliori.

                La casa editrice americana, Post Hill Press, presenta Che succede a Baum? come una satira brillante sul mondo letterario e sul declino della celebrità. Baum, infatti, vede il proprio editore abbandonarlo, le recensioni diventare tiepide, il prestigio sfumare. Una crisi creativa e personale che ricorda molto da vicino le atmosfere di Crimini e misfatti, Midnight in Paris o Hollywood Ending. Ma la cifra è sempre quella: pungente, ironica, intellettuale, con “una prosa elegante e distesa, con tratti comici”, come garantisce l’editore italiano.

                A tradurlo in italiano sarà Alberto Pezzotta, già al lavoro su Zero Gravity e A proposito di niente, e uno dei massimi conoscitori del lessico e dello humour alleniano. “Questo romanzo – dice Sgarbi – non è il primo né l’ultimo, è semplicemente il suo romanzo. Che più suo non potrebbe essere.”

                In tempi in cui i registi autobiografici sembrano farsi piccoli per sparire, Allen – il più autobiografico di tutti – raddoppia su carta, tra nevrosi e sarcasmo. Niente cinepresa, niente battute affidate a Diane Keaton o Mia Farrow: stavolta è solo Baum a parlarci. E siamo certi che avrà tanto, tantissimo da dire. Anche perché Woody, in fondo, non ha mai davvero smesso di scrivere.

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