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Luxury

Da Manzoni a Mastroianni la tenuta Varramista, in vendita, ha ospitato pezzi di cultura

Ospitò Manzoni e Mastroianni, fu la villa degli Agnelli e dei Piaggio. In provincia di Pisa è in vendita per 16 milioni la tenuta di Varramista.

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    Volete comprarvi un luogo di cultura che ha ospitato eventi e personaggi illustri? Allora tenere sotto controllo la tenuta di Varramista, situata a Montopoli in Val d’Arno (Pisa). La richiesta economica è di 16 milioni di euro, con la trattativa gestita da Lionard, leader nel settore immobiliare di lusso. Questa storica villa è stata il fulcro di importanti momenti della cultura e dell’imprenditoria italiana. Ha ospitato personaggi illustri come Alessandro Manzoni e Marcello Mastroianni, e nel corso del tempo è diventata residenza delle famiglie Piaggio e Agnelli.

    Piscine, cappella privata, cinema, Spa, labirinto, campi da tennis e sala bowling…

    La proprietà si estende su 14.500 metri quadrati, circondata da 390 ettari di verde. Oltre alla villa principale, si trovano diversi casali ristrutturati, ciascuno con piscina privata, due cantine vinicole, una cappella privata, una limonaia, alloggi per il personale e altre strutture. Accessibile tramite un viale alberato, la villa, è disposta su quattro piani e offre lussi straordinari. Tra questi una sala cinema, un’area relax, sette camere da letto con bagno privato, una spa, cabine armadio e persino una sala da bowling anni Cinquanta. All’esterno si trovano inoltre un labirinto e campi da tennis.

    Dalla Repubblica fiorentina alla famiglia Neri Capponi

    Costruita nel Cinquecento dal celebre architetto Bartolomeo Ammannati, la villa fu donata dalla Repubblica di Firenze a Gino di Neri Capponi per la sua vittoria su Pisa. Nei secoli successivi, rimase di proprietà della famiglia Capponi. Il celebre intellettuale Gino Capponi la scelse come sua residenza nel XIX secolo, ospitando tra gli altri Alessandro Manzoni.

    Negli anni Cinquanta arrivano i Piaggio

    Negli anni Cinquanta, la tenuta passò a Enrico Piaggio, figlio del fondatore dell’azienda Piaggio, che la trasformò in residenza estiva per la sua famiglia. Qui furono ospitati personaggi illustri come il marchese Emilio Pucci e l’attore Marcello Mastroianni. Nel 1959, la villa fu anche teatro delle nozze tra Antonella Bechi Piaggio e Umberto Agnelli, consolidando il legame tra la famiglia Piaggio e gli Agnelli.

    I vini pregiati dei rampolli Agnelli

    Negli anni Novanta, Giovanni Alberto Agnelli scelse Varramista come sua residenza, dedicandosi alla produzione di vini pregiati, in particolare il Syrah, e facendo della tenuta un luogo di svago e incontri. Dopo la sua prematura scomparsa, la villa divenne il rifugio preferito della madre, Antonella Bechi Piaggio.

    Varramista, un patrimonio culturale da preservare

    Sulla possibile vendita della tenuta, si è espressa la sindaca di Montopoli, Linda Vanni, che ha sottolineato il legame profondo tra la tenuta e il territorio. Il sindaco ha auspicato che il patrimonio storico e culturale venga preservato, insieme ai posti di lavoro associati alla tenuta, simbolo della ricchezza enogastronomica e imprenditoriale della zona.

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      Bye bye poveri: Milano è solo per ricchi, e guai a chi resta indietro

      Dal Quadrilatero alla CityLife, i nuovi padroni di Milano sono miliardari stranieri con flat tax, attici da 39mila euro al metro quadro e vista Duomo. I milanesi? Sfrattati ai confini della metropoli. Perché i ricchi fanno tendenza, anche quando comprano case che non abitano.

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        Milano non è più la città che lavora. È la città che capitalizza. Lavorano gli altri, quelli che prendono la metro da Rho o da Corsico e tornano a casa la sera, stanchi e fuori budget. Intanto, nei quartieri di lusso, si vendono metri quadri a peso d’oro. Nell’arco di tre anni – dal 2021 al 2024 – il prezzo degli immobili di fascia alta è salito del 57%, con punte di 39mila euro al metro quadro nel Quadrilatero della Moda. Non una casa: un investimento, un status symbol, una cambiale dorata.

        E tutto grazie a una parolina magica: flat tax. Centomila euro secchi all’anno per chi si trasferisce in Italia con un patrimonio milionario. Un affarone, se si guadagna a sei zeri, perché qui le tasse si pagano meno che in Svizzera. E quindi via libera a ville, superattici, grattacieli deluxe. Mentre gli italiani, soprattutto i giovani, arrancano.

        È il paradosso milanese: l’immobiliare che si fa vetrina della disuguaglianza. Chi compra case sopra il milione sono per il 70% stranieri, molti dei quali non mettono neppure piede nei loro appartamenti. Ma intanto li comprano. E l’effetto domino è servito: anche il mercato “normale” si adegua, rincara, si adatta. Perché se il vicino vale 30mila euro al metro quadro, tu non puoi mica svendere a 7mila, no?

        I numeri fanno impressione: solo nel 2023, circa 4.500 super ricchi hanno scelto l’Italia come residenza fiscale. E due terzi si sono piazzati proprio a Milano. I quartieri diventano club esclusivi, i negozi cambiano vetrine, le scuole rivedono il target. Il problema non è solo economico: è culturale. Chi non appartiene a questo mondo è fuori. Letteralmente.

        Milano corre. Ma non tutti riescono a tenere il passo.

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          Luxury

          Altro che crisi: sui voli Emirates il caviale va a ruba (+30% in un anno)

          Mentre i passeggeri low cost stringono le ginocchia e si accontentano di un toast stantio, chi vola Emirates da Dubai a Londra o Sydney si fa coccolare con caviale Osetra e champagne. Una bolla dorata che ignora ogni crisi e anzi rilancia gli eccessi.

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            Altro che ristrettezze: nei cieli del lusso il caviale non conosce recessioni. Emirates, la compagnia di bandiera di Dubai, ha trasformato le preziose uova di storione in un simbolo di status. E i numeri parlano chiaro: il consumo a bordo, nell’ultimo anno, è salito del 30%.

            Nelle suite della prima classe, da Dubai a Londra, Parigi, Mosca o Sydney, non si vola solo per arrivare a destinazione, ma per vivere un rito. Un rituale che parte dall’apertura della cloche con gesto teatrale, prosegue con i cucchiaini di madreperla che affondano nell’Osetra del Mar Caspio e si completa con blinis, toast, panna acida e tuorlo d’uovo. Tutto accompagnato da Dom Pérignon, di cui Emirates detiene l’esclusiva mondiale nei cieli.

            Il dettaglio non è casuale: la compagnia ha costruito un marchio di ospitalità che passa da un’offerta maniacalmente curata. Dietro c’è un esercito logistico: 165 mezzi e autisti che garantiscono la catena del freddo per rifornire i 26.800 posti di prima classe sparsi nella flotta. Un viaggio Londra–Dubai? Si parte da 4.000 euro a tratta, con la certezza di non vedersi mai servire un panino stantio.

            Eppure, a ben guardare, la cabina pressurizzata non sarebbe il luogo migliore per le raffinatezze gourmet. La bassa umidità e la pressione ridotta attenuano i recettori del gusto. Ma di fronte a caviale e champagne, il palato si ridesta, eccome. Non sarà il miglior contesto per una degustazione, ma chi vola a 10mila metri difficilmente lo nota, immerso nella sua bolla di lusso.

            Intanto, nei corridoi delle low cost, i passeggeri si interrogano se valga la pena spendere 8 euro per un toast riscaldato al microonde, mentre alle quattro del mattino pregano che ci sia spazio per allungare un ginocchio. In prima classe Emirates, invece, qualcuno solleva il calice e sorride: «Hanno fame? Che mangino caviale».

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              Mark Zuckerberg e il rifugio hawaiano: un lusso da 270 milioni di dollari tra accuse e segreti

              Oltre 500 ettari di terra, un bunker sotterraneo e ville di lusso: l’isola di Kauai è diventata il rifugio segreto di Mark Zuckerberg. Un progetto faraonico che ha scatenato polemiche sulla gestione delle terre ancestrali e accuse di neocolonialismo.

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                Mark Zuckerberg ha costruito un vero e proprio impero alle Hawaii, trasformando l’isola di Kauai in un rifugio esclusivo da 270 milioni di dollari. La tenuta, che si estende per oltre 500 ettari, comprende ville di lusso, piscine, campi da tennis e un bunker sotterraneo di 465 metri quadrati. Tuttavia, il progetto è stato oggetto di aspre critiche da parte della comunità locale, che ha accusato Zuckerberg di speculazioni sulle terre ancestrali.

                La storia inizia nel 2014, quando il fondatore di Meta acquista 300 ettari per 100 milioni di dollari, seguiti da altri 241 ettari nel 2021 per 53 milioni. Tra le proprietà, spiccano la spiaggia di Pilaa e il bacino idrico di Ka Loko. Ma il cuore delle polemiche riguarda i kuleana, piccoli appezzamenti di terra con radici profonde nella cultura hawaiana.

                «Non vogliamo espropriare nessuno», ha dichiarato Zuckerberg, spiegando che le acquisizioni mirano a preservare l’ambiente e rispettare le tradizioni locali. Tuttavia, le cause legali avviate per ottenere i kuleana hanno scatenato accuse di neocolonialismo, con la comunità locale che ha visto in queste operazioni un tentativo di cancellare il passato.

                Il rifugio, soprannominato Ko’olau Ranch, è avvolto da un’aura di segretezza. Gli operai sono vincolati da accordi di non divulgazione, mentre il bunker sotterraneo, dotato di sistemi di approvvigionamento autonomi, ha alimentato le speculazioni. Ma Zuckerberg respinge l’idea di un «rifugio apocalittico», definendo il complesso un luogo di ritiro e sperimentazione.

                Le critiche non si sono fermate alle dispute territoriali. Nel 2022, la famiglia di una guardia di sicurezza deceduta ha avviato una causa per «negligenza e morte ingiusta», evidenziando condizioni di lavoro estreme. Nonostante ciò, Zuckerberg continua a descrivere Kauai come un luogo di pace e innovazione: «Vogliamo preservare la bellezza naturale dell’isola e creare una comunità sostenibile per le generazioni future».

                Mentre il progetto prosegue, la domanda rimane aperta: fino a che punto il lusso e l’ambizione possono convivere con la responsabilità sociale?

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