Luxury
La storica villa di Boccaccio a Fiesole in vendita: un gioiello da 50 milioni di euro
Con i suoi 4.000 mq e un parco di 9 ettari, Villa Palmieri a Fiesole è la seconda area verde più grande di Firenze dopo i giardini di Boboli. Questa dimora storica, impreziosita da secoli di storia e di fascino, è stata messa in vendita da Dreamer Real Estate per oltre 50 milioni di euro, posizionandosi tra le residenze più costose d’Italia.

La storica Villa Palmieri, situata sulle colline di Fiesole, è ora ufficialmente sul mercato. Con una cifra che supera i 50 milioni di euro, questa residenza del XIV secolo, immersa in un parco di 9 ettari, è un vero e proprio gioiello architettonico e culturale, classificandosi come la seconda area verde più grande di Firenze, dopo i celebri giardini di Boboli.
La villa, un tempo proprietà della famiglia Fini e successivamente dei Palmieri, è stata testimone di eventi storici e culturali di grande rilievo. È qui che Giovanni Boccaccio ambientò la Terza Giornata del suo capolavoro, il Decamerone, e dove i giovani protagonisti delle sue novelle si riunivano per raccontare le loro storie. Questa stessa dimora ha ospitato, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, la Regina Vittoria d’Inghilterra, che la scelse come rifugio per le sue vacanze fiorentine.





Oltre a essere un luogo di grande valore storico e letterario, Villa Palmieri è una meraviglia architettonica. Le sue sale sono arricchite da stucchi e decori del Ghilardini, con monumentali scalinate e opere d’arte di Pandolfo Reschi, pittore di origini polacche, noto per il suo contributo alla scena barocca fiorentina del XVII secolo. Tra le altre attrazioni della residenza si trovano una grande limonaia, una cappella neo-barocca, un campo da tennis privato e persino una pista di atterraggio per elicotteri.
Negli ultimi anni, Villa Palmieri ha aperto le sue porte non solo a eventi privati e matrimoni, ma anche al mondo della moda. Nel 2019, Givenchy ha sfilato nei suoi giardini, e più recentemente, durante l’ultima edizione di Pitti Uomo, la scuola di moda Polimoda ha scelto questa cornice per il suo Graduation Show di fine anno.


Secondo Andrea Busoni, direttore generale e socio di Dreamer Real Estate, la villa rappresenta “un rifugio di lusso senza pari, sia a livello nazionale che internazionale”. Busoni ipotizza che questa residenza possa prestarsi non solo come dimora privata, ma anche per una trasformazione in un prestigioso boutique hotel di superlusso o come sede per eventi di massimo prestigio o centro culturale e artistico.
Villa Palmieri, con la sua storia secolare, il suo fascino ineguagliabile e il suo immenso valore culturale, è una rara opportunità sul mercato immobiliare di lusso, un vero pezzo di storia in vendita per chi è disposto a investire in un patrimonio senza tempo.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Luxury
Al “The Inn at Little Washington” l’acqua è di lusso: fino a 100 dollari a bottiglia, anche Ferrarelle e Smeraldina in lista
Dalla canadese Berg, ricavata da ghiacciai vecchi 15mila anni, alla slovena Roi arricchita in 3400 anni, fino alle italiane Ferrarelle e Smeraldina: il menù delle acque di Patrick O’Connell sfida la tradizione americana a suon di prezzi stellari.

Se Gesù trasformò l’acqua in vino, Patrick O’Connell, celebre chef del ristorante tre stelle Michelin “The Inn at Little Washington”, ha compiuto un miracolo inverso: ha trasformato l’acqua in un lusso d’élite. Nel menù del ristorante, situato a ovest di Washington, in Virginia, spicca una carta di tredici acque selezionate provenienti da tutto il mondo, con prezzi che arrivano fino a 100 dollari a bottiglia.
Tra foie gras e scaloppine al Calvados, questo locale leggendario, premiato anche come miglior ristorante al mondo da Travel+Leisure, ha deciso di offrire ai clienti un viaggio idrico senza precedenti. L’acqua non è più solo un accompagnamento, ma diventa protagonista assoluta, servita con la stessa enfasi riservata ai migliori Cabernet Sauvignon.
La bottiglia più esclusiva è la canadese Berg, un’acqua ricavata da ghiacciai antichi 15mila anni, custoditi nel Parco nazionale di Mount Robson. Prezzo? Ben 100 dollari per 750 ml, con la promessa di assaporare “l’aria e la neve” del Canada. Subito dopo troviamo la slovena Roi (75 dollari), estratta da una sorgente profonda 600 metri e ricca di minerali sedimentati in 3400 anni. Non manca la Three Bays della Nuova Zelanda (45 dollari), proveniente da una sorgente paleolitica vecchia di 600 milioni di anni.
L’Italia al tavolo dell’acqua
L’Italia non poteva mancare in questa élite. Il menù include due versioni della sarda Smeraldina, naturale e frizzante, provenienti dalle sorgenti sotterranee di Monti di Deu, vicino a Tempio Pausania, a 10 dollari a bottiglia. Anche la Ferrarelle, classico dell’alto casertano, fa la sua figura con un prezzo di 9 dollari per 750 ml.
Tra esclusività e ironia
Completano la lista acque da tutto il mondo: la finlandese Vellamo (42 dollari), considerata una delle più pure, la californiana Tahoe Artesian (35 dollari) e la texana Crazy Water (8 dollari). Per chi cerca un sapore minerale più distintivo, ci sono la Vichy Catalan spagnola (18 dollari), la Perlage polacca (11 dollari) e la romena Aqua Carpatica (18 dollari).
Per i clienti meno inclini a investire in acque esotiche, la sommelier Lindsey Fern è pronta a suggerire l’etichetta perfetta per accompagnare ogni piatto. Ma se le opzioni da collezione non convincono, c’è sempre un’alternativa: un’acqua a basso contenuto minerale presa direttamente dal rubinetto della Virginia, servita in caraffa. Prezzo? Gratis, un’eccezione in un menù dove persino le bollicine fanno lievitare il conto.
Un trend d’élite o solo marketing?
In un Paese ossessionato da bevande gassate e sciroppose, questa “rivoluzione idrica” fa riflettere. È un nuovo status symbol per pochi o una sfida alla percezione dell’acqua come semplice commodity? Mentre i clienti sorseggiano ghiacciai millenari, il dibattito è aperto: è il gusto che conta o il prezzo?
Tra carte d’acqua da collezione e rubinetti democratici, The Inn at Little Washington ridefinisce cosa significa ordinare “semplicemente” un’acqua. E per molti, anche in un bicchiere, il lusso ha sempre il suo sapore.
Luxury
Sei egoista e col portafoglio a fisarmonica? Ti meriti questa Lamborghini!
La cifra fa girare la testa: 117 milioni di dollari, spesi – pare – da un misterioso collezionista per un modello unico di Lamborghini, dal nome singolare ed esplicativo.

Il nome è tutto un programma: Egoista. Pare si stata acquistata da un collezionista segreto all’iperbolica cifra di 117 milioni di dollari, la Lamborghini Egoista è l’autovettura più rara e costosa mai realizzata nella storia. Realizzata utilizzando materiali antiradar trovati nei caccia stealth, la sua cabina di pilotaggio è ispirata all’elicottero Apache e può ospitare soltanto un passeggero. Il suo nome può essere interpretato in vari modi: con lo stile di una concept car monoposto, il nome è stato creato per suggerire che solo una persona può apprezzarla.
Simbolo di eccellenza e di esclusività
Molto più di una semplice automobile, rappresenta piuttosto un’opera d’arte su ruote, creata per celebrare il 50° anniversario della casa automobilistica nel 2013. Un regalo esclusivo, un tributo all’edonismo e alla passione per le supercar da parte di quei pochi che se le possono permettere, simbolo di ciò che il brand rappresenta: l’eccellenza e la ricerca del piacere estremo.
Ricorda un jet
Progettata da Walter de Silva, la Egoista si distingue per il suo design audace e futuristico. La configurazione monoposto richiede al pilota di rimuovere il volante per entrare e uscire dall’abitacolo, proprio come in una monoposto di F1. L’interno ricorda l’atmosfera di un jet da combattimento, con un head-up display e una serie di pulsanti che richiamano i comandi di volo. Sotto il cofano, il motore V10 da 5,2 litri eroga 600 cavalli, promettendo prestazioni davvero mozzafiato, con un tocco di follia progettuale che la rende unica nel suo genere. Ogni singolo dettaglio, anche il più piccolo, è stato immaginato per riflettere l’idea di edonismo estremo: dalla carrozzeria in materiali antiradar alle linee che evocano un toro pronto alla carica.
Non si conosce l’identità dell’acquirente
La possibile vendita della Egoista rimane per ora avvolta nel mistero, come spesso accade con le auto più rare. Non sorprende quindi che queste vetture vengano vendute in segreto a collezionisti selezionati, lontano dai riflettori delle aste pubbliche. Il 2024 ha segnato il 50° anniversario dell’alcantara nel settore automobilistico, iniziato con la Lamborghini Bravo nel 1974. Simbolo di lusso e sostenibilità, continua a essere la scelta preferita per gli interni delle auto di alta gamma, grazie alla sua versatilità. Ospitata al Museo Lamborghini di Sant’Agata, un collezionista privato ha successivamente convinto la Lamborghini a vendere a lui il regalo di compleanno per se stessa. Così almeno sembra, visto che le notizie in merito sono piuttosto confuse.
Oggetto di polemiche
La Lamborghini Egoista potrebbe essere l’auto più costosa mai venduta, anche se questo non significa che sia necessariamente la più bella o potente. Lo stile audace e ispirato ai jet da combattimento dell’Egoista è stato oggetto di forti polemiche, con i critici preoccupati per il futuro del design Lamborghini se questo fosse stato il formato delle cose a venire. Visto che il conducente deve scrupolosamente seguire una procedura dettagliata (inclusa la rimozione del cofano e stare in piedi sul sedile singolo) solo per entrare nel suo abitacolo, possiamo immaginare che il collezionista privato di cui sopra probabilmente non la guida molto…
Luxury
Il Thai style batte tutti! Il Capella Bangkok è il nuovo re degli hotel di lusso
La classifica finale dei 50 migliori hotel del mondo vede al primo posto il Capella Bangkok, sorto appena 4 anni fa. Nella Top 50 anche 4 strutture italiane.

Lago di Como addio, il mondo dell’hotellerie ha un nuovo re: il Capella Bangkok. Inaugurato nel 2020, questo gioiello nascosto sulle rive del fiume Chao Phraya ha sbaragliato la concorrenza, conquistando il titolo di miglior hotel al mondo. Con le sue 101 camere affacciate sul fiume e l’atmosfera da dimora storica, il Capella Bangkok è un’oasi di pace. Nel cuore della frenetica capitale thailandese. Ma cosa lo rende così speciale? Sarà l’eleganza senza tempo degli interni, la cucina raffinata o semplicemente la magia del luogo? Una cosa è certa: il Capella Bangkok ha incantato la giuria e si è aggiudicato un posto d’onore nell’olimpo degli hotel di lusso.
600 giurati per i World’s 50 Best Hotel
Il Capella Bangkok è stato premiato come miglior hotel in Asia durante la consegna dei World’s 50 Best Hotels. Il premio è stato assegnato da 600 giurati conquistati dal fascino della storica dimora nel cuore della mega metropoli con oltre 6 milioni di abitanti.
Ma l’Italia non è da meno
Ai World’s 50 Best Hotels piazziamo ben quattro strutture. Dal Lago di Como alla Costiera Amalfitana, passando per Firenze e l’Umbria, gli hotel italiani sono sempre molto apprezzati per la loro offerta. Il Passalacqua Hotel sul Lago di Como, di Moltrasio, occupa il secondo posto. Una posizione che viene confermata da altri due importanti riconoscimenti assegnati al Passalacqua: il Best Hotel in Europe 2024 e il Carlo Alberto Best Boutique Hotel Award, assegnati per i suoi elevati standard di ospitalità e la sua location storica. Con quattro strutture presenti nella top 50, oltre il Passalacqua anche il Four Seasons di Firenze, il Borgo Santandrea di Amalfi e il Castello di Reschio di Lisciano Niccone (Pg), confermiamo la nostra eccellenza nel settore.
-
Gossip1 anno fa
Elisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
-
Cronaca Nera11 mesi fa
Bossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
-
Sex and La City1 anno fa
Dick Rating: che voto mi dai se te lo posto?
-
Speciale Olimpiadi 202411 mesi fa
Fact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
-
Speciale Grande Fratello9 mesi fa
Helena Prestes, chi è la concorrente vip del Grande Fratello? Età, carriera, vita privata e curiosità
-
Gossip1 anno fa
È crisi tra Stefano Rosso e Francesca Chillemi? Colpa di Can?
-
Speciale Grande Fratello9 mesi fa
Shaila del Grande Fratello: balzi da “Gatta” nei programmi Mediaset
-
Gossip11 mesi fa
La De Filippi beccata con lui: la strana coppia a cavallo si rilassa in vacanza