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Moda

Moda: Milano sale in cattedra con l’evento più atteso dell’anno, la Fashion Week

La Milano Fashion Week 2025 è alle porte, pronta a svelare le tendenze dell’Autunno-Inverno 2025/2026. Dal 25 febbraio al 3 marzo, Milano diventerà il fulcro della moda internazionale, ospitando sfilate, presentazioni ed eventi esclusivi.

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    Il settore della moda è un pilastro fondamentale dell’economia italiana, infatti contribuisce significativamente al PIL nazionale. Le esportazioni di abbigliamento e calzature rappresentano una quota rilevante del commercio estero, coinvolgendo mercati chiave come gli Stati Uniti, la Cina e il Giappone.

    In altre parole, la qualità e l’artigianalità del Made in Italy sono apprezzate in tutto il mondo, consolidando l’immagine dell’Italia come leader nel settore fashion.

    La percezione all’estero

    Nel mondo la moda italiana è sinonimo di eleganza, innovazione e tradizione. Per esempio, brand come Gucci, Prada e Versace sono icone globali, amate per il loro design distintivo e la qualità impeccabile. La Milano Fashion Week attira ogni anno buyer, giornalisti e celebrità internazionali, rafforzando l’influenza dell’Italia nel panorama moda mondiale.

    Calendario degli Eventi Principali

    Ecco una panoramica degli appuntamenti più attesi della settimana, un vero e proprio tour de force per gli addetti ai lavori.

    La giornata inaugurale, 25 febbraio

    • Gucci: ore 15:00 (collezione uomo/donna)
    • Anton Giulio Grande: ore 16:30 (collezione uomo/donna)

    • 26 febbraio
    • Luisa Beccaria: ore 9:30
    • Jil Sander: ore 10:30 (collezione uomo/donna)
    • Daniela Gregis: ore 11:30
    • Antonio Marras: ore 12:30 (collezione uomo/donna)
    • Diesel: ore 14:00 (collezione uomo/donna)
    • Vivetta: ore 15:00
    • Marco Rambaldi: ore 16:00
    • Marni: ore 17:00 (collezione uomo/donna)
    • Onitsuka Tiger: ore 18:30 (collezione uomo/donna)
    • Fendi: ore 19:30 (collezione uomo/donna)
    • 27 febbraio
    • Max Mara: ore 9:30
    • Genny: ore 10:30
    • Blumarine: ore 11:30
    • Anteprima: ore 12:30
    • Prada: ore 14:00
    • Emporio Armani: ore 15:00 e 16:00
    • Francesco Murano: ore 17:00
    • MM6 Maison Margiela: ore 18:00 (collezione uomo/donna)
    • Roberto Cavalli: ore 19:00
    • Etro: ore 20:00 (collezione uomo/donna)
    • 28 febbraio
    • Dsquared2: ore 9:00
    • Eleventy: ore 9:30
    • Fratelli Rossetti: ore 10:00
    • La DoubleJ: ore 10:00
    • Cristóbal Balenciaga | Shoes from Spain Tribute: ore 10:00
    • Sergio Rossi: ore 10:00
    • Pollini: ore 9:00
    • Afro Fashion Association: ore 9:00
    • Ferrari: ore 9:30
    • Pecoranera: ore 10:00
    • Ermanno Scervino: ore 10:30
    • Art259Design: ore 11:00
    • Casa Preti: ore 11:00
    • Ferragamo: ore 11:30
    • Luisa Spagnoli: ore 12:30
    • Stuart Weitzman: ore 12:30
    • Bally: ore 13:30
    • Jarelzhang: ore 14:00
    • Dolce & Gabbana: ore 14:30
    • Bottega Veneta: ore 20:00
    • Philipp Plein: ore 20:30
    • 1 marzo
    • Des_Phemmes: ore 10:00
    • Cividini: ore 10:00
    • K-Way | In Y/Our Life. The Hidden Side of Every Day: ore 10:00
    • Max Mara: ore 9:30
    • Mantù: ore 9:30
    • Fratelli Rossetti: ore 10:00
    • La DoubleJ: ore 10:00
    • Dsquared2: ore 10:00
    • Cristóbal Balenciaga | Shoes from Spain Tribute: ore 10:00
    • Sergio Rossi: ore 10:00
    • Pollini: ore 9:00
    • Afro Fashion Association: ore 9:00
    • Ferrari: ore 9:30
    • Pecoranera: ore 10:00
    • Ermanno Scervino: ore 10:30
    • Art259Design: ore 11:00
    • Casa Preti: ore 11:00
    • Ferragamo: ore 11:30
    • Luisa Spagnoli: ore 12:30
    • Stuart Weitzman: ore 12:30
    • Bally: ore 13:30
    • Jarelzhang: ore 14:00
    • Dolce & Gabbana: ore 14:30
    • Bottega Veneta: ore 20:00
    • Philipp Plein: ore 20:30

    La giornata conclusiva, il 2 marzo

    • Cividini: ore 10:00
    • K-Way | In Y/Our Life. The Hidden Side of Every Day: ore 10:00
    • Susan Fang Supported by Dolce & Gabbana: ore 9:30
    • Twinset Milano: ore 10:00
    • Giuseppe Buccinnà: ore 10:00
    • Hui: ore 10:30

    Per il calendario completo e aggiornato, è possibile consultare il sito ufficiale della Camera Nazionale della Moda Italiana.

    SCARICA IL CALENDARIO COMPLETO QUI

    Evento catalizzatore di celebrità

    La Milano Fashion Week 2025 si preannuncia come un evento ricco di celebrità internazionali, pronte a illuminare le passerelle e i front row. Tra gli ospiti di spicco, infatti, si prevede la presenza di attori di fama mondiale come Anne Hathaway e Kirsten Dunst, già avvistate nelle precedenti edizioni. Anche la pluripremiata attrice Cate Blanchett è attesa per assistere alle sfilate dei principali brand italiani.

    La consueta presenza della star Madonna

    Il mondo della musica sarà rappresentato da star come Madonna, che ha ispirato collezioni recenti e potrebbe fare la sua comparsa durante l’evento. Inoltre, la presenza di artisti come A$AP Rocky aggiungerà un tocco di glamour internazionale alle sfilate.

    Sfilano le top model più famose

    L’arte contemporanea sarà rappresentata dalla celebre artista serba Marina Abramović, nota per il suo stile distintivo e la sua partecipazione a eventi di moda di alto profilo. Le passerelle vedranno anche la partecipazione di top model internazionali. Saranno oltre cento i professionisti attesi che sfileranno durante l’evento. Presenze illustri che contribuiranno a rendere la Milano Fashion Week 2025 un appuntamento imperdibile per gli appassionati di moda di tutto il mondo. Con un parterre così ricco di star internazionali, questa settimana si conferma come uno degli eventi più prestigiosi nel calendario della moda globale. In grado di attirare l’attenzione di media, influencer e appassionati da ogni angolo del pianeta.

    I frequentatissimi collateral

    La Milano Fashion Week 2025 non è solo sfilate. I collateral events rubano spesso la scena con esperienze immersive e spettacoli esclusivi. Tra i più attesi c’è il Gucci Art Lab, un’esposizione multisensoriale che fonde moda e tecnologia. Prada Spaces trasforma una location segreta in un universo digitale interattivo. Imperdibile il Diesel Underground Party, un rave urbano con ospiti internazionali, e la mostra di Dolce & Gabbana, che celebra l’artigianato italiano con pezzi d’archivio e nuovi concept. Grande hype anche per Fendi Future, un evento dedicato alla sostenibilità. Debutta in questa occasione Bottega Veneta Xperience, che permette di personalizzare pezzi unici in tempo reale. In conclusione, le celebrities e gli influencer si daranno appuntamento ai cocktail esclusivi di Armani e Versace. Trasformando la settimana della moda in un vero spettacolo.

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      Moda

      Buon compleanno al bikini: 79 anni di rivoluzione e seduzione

      Simbolo di libertà e audacia, il bikini festeggia 78 anni, rimanendo un’icona di stile e emancipazione. Dalla sua nascita fino a oggi, il costume a due pezzi ha attraversato decenni di trasformazioni, scandali e successi, conquistando il cuore di donne e dive del cinema.

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        il bikini, con i suoi 79 anni di storia, è ben più di un semplice costume da bagno. È un simbolo di emancipazione femminile, di libertà e seduzione che ha attraversato epoche e culture, rompendo tabù e diventando un elemento irrinunciabile del guardaroba estivo. Ma come è nato questo capo di abbigliamento così controverso e amato?

        Le origini del bikini risalgono a molto tempo prima del 1946, anno della sua “nascita ufficiale”. Nell’epoca greco-romana, infatti, esistevano già dei precursori del bikini, come dimostrano urne e affreschi del 1400 a.C. In quei tempi, però, il bikini non era utilizzato per il nuoto, ma per l’atletica e la danza. Le prime immagini dettagliate di un costume a due pezzi risalgono al III secolo d.C., nella villa romana di Piazza Armerina in Sicilia, dove un mosaico raffigura giovani donne impegnate in attività sportive.

        Tuttavia, il bikini come lo conosciamo oggi prende vita nel dopoguerra, grazie a Louis Réard. Nel luglio del 1946, l’ingegnere francese, ispirato dalla moda e dalla lingerie, crea il bikini e lo presenta al pubblico con un nome che richiamava la potenza di una bomba atomica: l’atollo Bikini, teatro di test nucleari. Il suo intento era chiaro: sconvolgere e affascinare, e così fece. Nonostante le difficoltà iniziali nel trovare una modella disposta a indossarlo, Réard ingaggiò la spogliarellista Micheline Bernardini per la presentazione ufficiale a Parigi. La reazione fu di stupore e scandalo.

        Per quasi un decennio, il bikini lottò per affermarsi, ostacolato dal Vaticano e bandito in diversi paesi, tra cui Spagna, Portogallo, Italia, Belgio e Australia. Negli Stati Uniti rimase fuori legge fino al 1959. Ma la svolta arrivò quando le star di Hollywood iniziarono a indossarlo sul grande schermo. Rita Hayworth, Marilyn Monroe, Brigitte Bardot e Ursula Andress sono solo alcune delle dive che hanno contribuito a rendere il bikini un’icona di stile e di emancipazione.

        Dal provocante bikini di Rita Hayworth in Gilda al mitico costume bianco di Ursula Andress in 007 – Licenza di uccidere, passando per l’audacia di Brigitte Bardot a Cannes, il bikini ha segnato la storia del cinema e della moda, diventando un simbolo di libertà e di seduzione. E oggi, a 78 anni dalla sua creazione, continua a essere protagonista indiscusso dell’estate, celebrato da donne di tutte le età e di tutto il mondo.

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          Moda

          Primavera a tutto cappello: il ritorno dell’accessorio più snobbato degli ultimi anni

          Panama, cloche, baschi e bucket hat: la primavera 2025 segna il grande ritorno dei cappelli, accessori trasformisti che dettano stile e aggiungono carattere a qualsiasi look. Ecco i modelli più trendy e come abbinarli (senza sembrare in costume)

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            C’è stato un tempo in cui il cappello era un accessorio imprescindibile, simbolo di eleganza e distinzione. Poi, è arrivata l’epoca dello streetwear, del minimalismo spinto, dei “senza fronzoli”. E il cappello? Sparito, o quasi. Ma adesso le cose stanno cambiando: la primavera 2025 segna ufficialmente il grande ritorno del cappello.

            Non è solo questione di tendenze passegger(e) o di ispirazioni da passerella: il cappello è tornato per restare. Lo confermano le collezioni primavera-estate di brand come Dior, Max Mara, Jacquemus e Chanel, che hanno puntato tutto su questo accessorio trasformista, capace di cambiare completamente un outfit con un solo gesto.

            I modelli che vedremo ovunque? I bucket hat, rivisitati in tessuti leggeri come lino e cotone tecnico, spesso stampati o ricamati. I Panama per le più classiche, ma anche per chi vuole dare un tocco maschile a un look iper femminile. E poi cloche romantiche, berretti da baseball di lusso, baschi francesi, fino a cappelli a tesa larga da diva anni ’70.

            Il bello è che ogni stile trova il suo cappello. Il bucket sta bene con il denim e le camicie over, perfetto per look sporty o da weekend in città. Il basco si abbina a gonne midi, trench e mocassini: un’allure da intellettuale bohémien aggiornata al presente. Il Panama, invece, funziona sia con il tailleur pantalone che con l’abito lungo da giorno, e aggiunge un tocco cosmopolita anche alla più semplice delle camicie bianche. La cloche è il pezzo forte per chi ama il retrò: con un trench sabbia e una borsa a mano fa subito Parigi anni ’30.

            Il ritorno del cappello, però, non è solo una questione estetica. È anche un gesto di personalità. In un mondo dominato da outfit sempre più uguali e veloci, un cappello racconta qualcosa in più. È una scelta: quella di metterci la testa, anche nello stile.

            E per chi pensa di “non avere la faccia giusta”? Falso mito. La verità è che esiste un cappello per ogni viso: basta sperimentare. Le facce tonde stanno benissimo con le tese larghe, quelle più squadrate trovano armonia con i modelli morbidi e stondati. Il trucco è provarli dal vivo, giocare con l’inclinazione, osservare le proporzioni. E poi lasciarsi andare: perché il cappello, più di ogni altro accessorio, va portato con atteggiamento.

            Ultima dritta: la primavera 2025 suggerisce anche un ritorno al total look coordinato, con cappelli che richiamano fantasie o colori degli abiti. Non è obbligatorio, ma se siete amanti del dettaglio che fa la differenza, sarà la vostra stagione.

            In fondo, diceva Coco Chanel, “una donna senza cappello è come un giardino senza fiori”. Quest’anno, il giardino rifiorisce.

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              Moda

              Le ricamatrici kosovare di Reggio Emilia pronte a ricamare l’abito da sposa per Dua Lipa

              Hanno dai 25 ai 45 anni, alcune hanno fatto pulizie, altre erano casalinghe, ma oggi sono artigiane riconosciute. Nel loro laboratorio ci sono pochi macchinari ma tanti aghi e fili.

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                Nascoste tra fili di seta, pizzi intricati e ricami preziosi, c’è una storia di talento, tradizione e riscatto sociale che prende vita nel cuore dell’Emilia-Romagna. Un gruppo di diciassette donne kosovare, arrivate in Italia tra la fine degli anni ’90 e il 2000, ha trasformato un’arte tramandata da generazioni in un’impresa capace di collaborare con le più grandi case di moda. Con ago e filo, queste artigiane non creano solo abiti: danno forma a vere opere d’arte, capaci di impreziosire passerelle e collezioni di lusso. E il loro sogno più grande? Realizzare l’abito da sposa per la cantante di origine kosovara Dua Lipa, simbolo internazionale della loro terra d’origine.

                Dal Kosovo all’Italia un’impresa costruita con il lavoro delle mani

                Per queste donne, il ricamo è una tradizione familiare, imparata in casa, tramandata dalle nonne e affinata nel tempo. In Kosovo era un’abilità quotidiana, in Italia è diventata un lavoro vero e proprio, grazie all’intuizione di Mendehie, detta Mendi, che nel 2019 ha riunito un gruppo di connazionali per dare vita a un laboratorio di alta sartoria. Tra loro ci sono Selvete, Enkelejda, Dhurata, Bukurije, Arbenita, ognuna con una storia da raccontare. Selvete, per esempio, arrivò in Italia a piedi, attraversando l’Albania mentre era incinta, per ricongiungersi al marito giardiniere a Reggio Emilia. Oggi costruisce una casa in Kosovo, ma pensa di tornarci solo per la pensione: il suo presente è in Italia, insieme alle figlie nate qui.

                Arte e moda serve tanta precisione

                L’azienda ha sede a San Martino in Rio, nel distretto industriale di Carpi, una delle capitali del tessile italiano. Il marito di Mendi lavorava già nel settore della maglieria di lusso, e fu proprio lui a segnalare le straordinarie capacità della moglie e delle sue amiche. Un imprenditore, vedendo i loro pizzi e ricami, ne comprese subito la qualità e il valore commerciale. Da allora, queste artigiane hanno collaborato con i brand più prestigiosi, creando dettagli di lusso per abiti da passerella, oltre a scarpe, borse, cappelli e persino charms natalizi. Il loro lavoro è completamente manuale, con tecniche come crochet, macramè, punto incrociato, uncinetto, spesso sperimentando materiali inaspettati, dalle piume al cuoio. Ogni creazione è un pezzo unico, frutto di confronto e ingegno. A volte ricevono solo un’idea astratta, un colore, un disegno, e da lì nasce una decorazione destinata a diventare parte di un abito esclusivo.

                Il sogno di creare l’abito da sposa di Dua Lipa

                Il riconoscimento per queste donne è la soddisfazione di vedere i propri lavori sulle passerelle e sulle riviste di moda. Molti abiti da loro ricamati sono stati indossati da grandi star, Dua Lipa compresa, anche se il loro nome non compare perché le creazioni sono firmate dai brand per cui lavorano. Ma il sogno oggi è più ambizioso. Creare per lei un abito da sposa, una fusione perfetta di arte e tradizione, un tributo al Kosovo e all’impegno della cantante nel promuovere le sue origini. A dimostrare la loro straordinaria maestria c’è un vestito in esposizione nella sede dell’azienda: 81.000 paillettes, tutte cucite a mano, per un totale di 896 ore di lavoro. È solo un esempio di ciò che possono fare con ago e filo.

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