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Moda

Perché Meghan Markle non mostra mai i piedi e indossa (quasi sempre) abiti lunghi?

Il mistero dei lunghi abiti di Meghan Markle: strategia di stile o semplice comodità? La duchessa ha una sorprendente ragione dietro la sua preferenza per le vesti lunghe. Scopri di più su questa scelta di moda intrigante!

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    La duchessa Meghan Markle è nota per il suo stile impeccabile e sofisticato, che ha subito un’evoluzione significativa da quando è diventata parte della famiglia reale britannica. Tuttavia, molti hanno notato un particolare ricorrente nei suoi outfit: indossa spesso abiti e pantaloni molto lunghi che coprono i suoi piedi, e le sue calzature sono sempre chiuse, senza mai mostrare i piedi.

    Ma qual è il motivo di questa scelta di stile? Durante il suo tour in Nigeria, Meghan ha sfoggiato outfit vibranti e sensuali, ma con tessuti eccessivamente lunghi che sembravano ostacolarla. Molti si sono chiesti il perché di questa preferenza, ipotizzando che volesse nascondere i suoi piedi per qualche motivo.

    Secondo la stilista delle celebrità Rochelle White, intervistata da Femail, la duchessa potrebbe indossare abiti lunghi per dare l’illusione di essere più alta: “Abiti e pantaloni lunghi, a seconda del tipo di corpo, possono aiutare ad allungare il corpo e la forma. Possono farti sembrare più alta e, a seconda degli stili, possono aiutare a definire le aree del corpo che vuoi evidenziare o coprire”.

    Quindi, sembra che la scelta dei lunghi abiti di Meghan non sia tanto per nascondere i piedi, ma piuttosto per creare un effetto ottico di maggiore altezza. La duchessa sperimenta varie strategie, dai tacchi vertiginosi all’illusione ottica, per ottenere il look desiderato.

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      Moda

      Cappelli di paglia: l’accessorio estivo che unisce stile e protezione dal sole, icona glam sotto l’ombrellone

      Simbolo di vacanze chic e scatti da cartolina, i cappelli di paglia non sono solo un must estivo: sono l’equilibrio perfetto tra moda e funzionalità. E ogni testa ha il suo modello.

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        Parola d’ordine dell’estate: coprirsi per brillare. Tra i grandi ritorni di stagione, i protagonisti assoluti sono loro: i cappelli di paglia, tornati più glamour che mai a sfilare tra le onde, le terrazze vista mare e le strade assolate dei centri storici.

        Dimenticate l’idea del cappello da contadino. Oggi la paglia è sinonimo di chic mediterraneo, con un ventaglio di modelli che vanno dal classico panama (perfetto anche per lui) al romantico cappello a tesa larga da vera diva del cinema anni Sessanta.

        Perché sceglierli? Innanzitutto, riparano dal sole. La tesa ampia protegge viso, collo e spalle dai raggi UV, riducendo i rischi di scottature e colpi di calore. Ma c’è di più: in tempi di moda sostenibile, i cappelli di paglia sono un accessorio a basso impatto ambientale, spesso realizzati a mano con materiali naturali e biodegradabili.

        Dal punto di vista del look, sono versatili e scenografici. Un nastro nero su un modello basic cambia subito tono. Un cappello intrecciato con fiori secchi, invece, trasforma un abito in lino in un outfit da matrimonio boho-chic. E c’è anche il revival del modello da pescatore in versione rigida, perfetto per le più giovani.

        Il consiglio fashion? Indossarlo con disinvoltura, anche in città. Un cappello di paglia abbinato a un tailleur oversize o a un completo in lino può trasformare il tragitto casa-ufficio in una passerella urbana. Mai abbinarlo però a tacchi vertiginosi o a look troppo costruiti: la chiave è sempre la naturalezza.

        Insomma, l’estate 2025 è sotto il segno della paglia. Fresca, elegante e sorprendentemente moderna. Non sarà solo un colpo di sole: sarà un colpo di stile.

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          Moda

          L’arte dell’upcycling: una rivoluzione sostenibile nella moda

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            Nell’epoca attuale, la moda non è solo questione di stile, ma anche di sostenibilità. Con sempre maggiore consapevolezza ambientale, l’industria della moda sta abbracciando nuove pratiche per ridurre il suo impatto ecologico. Tra queste, spicca l’upcycling, un’arte che trasforma rifiuti in capi di abbigliamento unici e desiderabili. Scopriamo come questa tendenza sta rivoluzionando il mondo della moda con il suo mix di creatività e responsabilità ambientale.

            Il rinascimento dei tessuti

            L’upcycling pone l’attenzione sui materiali dimenticati, trasformando vecchi tessuti e indumenti in opere d’arte indossabili. Da jeans a t-shirt, nulla è troppo comune per essere reinventato. Tessuti pre-loved vengono tagliati, assemblati e lavorati con maestria per creare nuovi capi che trasudano storia e carattere.

            Creatività senza limiti

            L’upcycling libera la creatività dei designer, permettendo loro di esplorare nuove possibilità attraverso la riutilizzazione di materiali esistenti. Patchwork di stampe, mix di texture e combinazioni audaci diventano la firma di quest’arte unica. Ogni pezzo è un’opera d’arte unica, riflettendo il talento e la visione del suo creatore.

            Un atto di ribellione contro il consumismo

            In un’epoca dominata dal consumismo veloce, l’upcycling rappresenta una forma di protesta silenziosa. Oltre a ridurre i rifiuti tessili, promuove un approccio più consapevole alla moda. Indossare un capo upcycled significa abbracciare l’individualità e la sostenibilità, sfidando gli standard imposti dalla moda di massa.

            Un futuro sostenibile

            L’upcycling non è solo una tendenza passeggera, ma una filosofia che promette un futuro più sostenibile per l’industria della moda. Con sempre maggiori marchi e designer che abbracciano questa pratica, il suo impatto positivo si fa sempre più evidente. Guardando avanti, possiamo immaginare un mondo in cui l’upcycling diventa la norma, trasformando il nostro modo di concepire la moda e il consumo.

            Quindi l’upcycling è molto più di una semplice tendenza; è un’evoluzione necessaria nell’industria della moda. Attraverso la sua combinazione di creatività, responsabilità ambientale e ribellione contro il consumismo, l’upcycling sta ridefinendo il concetto stesso di moda. È un invito a guardare oltre il nuovo e lo splendido, per abbracciare la bellezza e la sostenibilità del riuso.

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              Moda

              Vip in costume: la spiaggia diventa passerella

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                L’estate 2025 prosegue a gonfie vele, e con lei il consueto carosello di foto da Instagram dei vip in costume, tra sabbia dorata, yacht discreti come condomini e selfie studiati con più attenzione di un piano di comunicazione. Perché non basta staccare la spina: bisogna farlo con stile, possibilmente tropicale e fotogenico. Il risultato? La spiaggia si trasforma in un red carpet bollente, dove ogni costume racconta una storia e ogni scelta stilistica lancia un messaggio, consapevole o meno.

                Elisabetta Canalis, Alessia Marcuzzi, Melissa Satta

                Elisabetta Canalis apre le danze con un bikini rosso fuoco, minimal ma d’effetto, ispirato alla lingerie essenziale, quasi intimo da boudoir ma con la grinta giusta per essere notata tra un tuffo e l’altro. Un solo colore, una dichiarazione precisa: basta poco, se quel poco lo sai portare come si deve.

                Diversa la strategia di Alessia Marcuzzi, che opta per un tono più profondo, scuro e sofisticato con i dettagli metallici, quasi a voler sussurrare invece che gridare. Un costume che sembra dire: “Sono qui, ma potrei andarmene da un momento all’altro”, e proprio per questo affascina.

                Poi arriva Melissa Satta e butta all’aria ogni equilibrio con una scelta spiazzante e furbissima: fantasia con tre stampe animalier differenti tra coppe diverse e slip. Il tutto mixato con una sicurezza da passerella e il sorriso di chi sa benissimo di star giocando una partita estetica tutta sua, senza badare troppo alle regole. Un inno alla libertà stilistica che, a quanto pare, ha fatto scuola.

                Chiara Ferragni, Diletta Leotta, Elisabetta Gregoraci

                Chiara Ferragni, infatti, spiazza tutti con un costume che sembra doppio, bianco sopra nero, ma che in realtà è un abile gioco di design: un effetto ottico pensato per confondere, attrarre, dividere. Sembra due pezzi, ma è uno solo, con linee che si sovrappongono e creano un layering visivo interessante, quasi un trompe-l’œil da spiaggia. È un esperimento dichiarato, ma perfettamente riuscito.

                Diletta Leotta, invece, gioca sul terreno sicuro del print animalier, ma con un taglio moderno e aggressivo: spalline larghe, scollatura profonda, e quell’aria da regina del lido che non deve chiedere nulla a nessuno. Il leopardato, insomma, non muore mai, cambia solo pelle.

                E se la tendenza 2025 sembra oscillare tra il ritorno della stampa selvaggia e l’essenzialità grafica, Elisabetta Gregoraci riesce a inserirsi nel mezzo con un costume che mescola classicità e tocchi handmade: bretelle lavorate a uncinetto, taglio aderente, colori neutri e dettagli che ricordano il lavoro artigianale delle nonne, ma reinterpretato in chiave glam. Un po’ Ibiza, un po’ Ravello, decisamente chic.

                Il messaggio che emerge è chiaro: i costumi da bagno delle vip non sono semplici capi estivi, ma vere e proprie dichiarazioni di stile, costruite con la stessa cura con cui si sceglie un look da evento ufficiale. I corpi diventano tele su cui disegnare mood, umori, racconti personali. L’estetica varia dal sexy sfacciato al retrò ricercato, passando per il finto casual e il tecnologico strategico. Ogni vip, una scuola di pensiero.

                Ma la vera protagonista è la voglia di stupire, anche solo con un dettaglio: un fiocco asimmetrico, una spallina annodata in modo inedito, un tessuto tecnico che riflette la luce. Non c’è più distinzione tra giorno e notte, tra bagno in mare e set fotografico: tutto è immagine, tutto è dichiarazione. Anche il pareo usato come turbante, anche l’infradito che strizza l’occhio al minimalismo da passerella. La spiaggia, ormai, è un palcoscenico dove si recita l’estate con copioni scritti a suon di costumi pensati per essere ricordati.

                Il monocolore resta una certezza, ma solo se reinterpretato con tagli estremi o silhouette da body sculpt. Il rosso è il nuovo nero, il nero non è mai davvero andato via, ma a dominare la scena sono i contrasti: optical, materici, cromatici. Si gioca con texture lucide, inserti a rete, cuciture che sembrano disegnate con il compasso. Il corpo si modella, si scolpisce, si racconta. E ogni vip sembra avere un messaggio implicito cucito addosso: chi sfoggia sicurezza, chi ironia, chi eleganza composta, chi sensualità dichiarata. Ma il comune denominatore è uno solo: nessuna vuole passare inosservata. Nemmeno in vacanza.

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