Moda
Primavera a tutto cappello: il ritorno dell’accessorio più snobbato degli ultimi anni
Panama, cloche, baschi e bucket hat: la primavera 2025 segna il grande ritorno dei cappelli, accessori trasformisti che dettano stile e aggiungono carattere a qualsiasi look. Ecco i modelli più trendy e come abbinarli (senza sembrare in costume)
C’è stato un tempo in cui il cappello era un accessorio imprescindibile, simbolo di eleganza e distinzione. Poi, è arrivata l’epoca dello streetwear, del minimalismo spinto, dei “senza fronzoli”. E il cappello? Sparito, o quasi. Ma adesso le cose stanno cambiando: la primavera 2025 segna ufficialmente il grande ritorno del cappello.
Non è solo questione di tendenze passegger(e) o di ispirazioni da passerella: il cappello è tornato per restare. Lo confermano le collezioni primavera-estate di brand come Dior, Max Mara, Jacquemus e Chanel, che hanno puntato tutto su questo accessorio trasformista, capace di cambiare completamente un outfit con un solo gesto.
I modelli che vedremo ovunque? I bucket hat, rivisitati in tessuti leggeri come lino e cotone tecnico, spesso stampati o ricamati. I Panama per le più classiche, ma anche per chi vuole dare un tocco maschile a un look iper femminile. E poi cloche romantiche, berretti da baseball di lusso, baschi francesi, fino a cappelli a tesa larga da diva anni ’70.
Il bello è che ogni stile trova il suo cappello. Il bucket sta bene con il denim e le camicie over, perfetto per look sporty o da weekend in città. Il basco si abbina a gonne midi, trench e mocassini: un’allure da intellettuale bohémien aggiornata al presente. Il Panama, invece, funziona sia con il tailleur pantalone che con l’abito lungo da giorno, e aggiunge un tocco cosmopolita anche alla più semplice delle camicie bianche. La cloche è il pezzo forte per chi ama il retrò: con un trench sabbia e una borsa a mano fa subito Parigi anni ’30.
Il ritorno del cappello, però, non è solo una questione estetica. È anche un gesto di personalità. In un mondo dominato da outfit sempre più uguali e veloci, un cappello racconta qualcosa in più. È una scelta: quella di metterci la testa, anche nello stile.
E per chi pensa di “non avere la faccia giusta”? Falso mito. La verità è che esiste un cappello per ogni viso: basta sperimentare. Le facce tonde stanno benissimo con le tese larghe, quelle più squadrate trovano armonia con i modelli morbidi e stondati. Il trucco è provarli dal vivo, giocare con l’inclinazione, osservare le proporzioni. E poi lasciarsi andare: perché il cappello, più di ogni altro accessorio, va portato con atteggiamento.
Ultima dritta: la primavera 2025 suggerisce anche un ritorno al total look coordinato, con cappelli che richiamano fantasie o colori degli abiti. Non è obbligatorio, ma se siete amanti del dettaglio che fa la differenza, sarà la vostra stagione.
In fondo, diceva Coco Chanel, “una donna senza cappello è come un giardino senza fiori”. Quest’anno, il giardino rifiorisce.
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Moda
Il ritorno del vintage maschile: tweed, velluto e cappotti oversize per un’eleganza d’altri tempi senza sembrare in costume
Non è nostalgia, ma reinterpretazione. La nuova eleganza maschile pesca dal passato per costruire uno stile moderno, raffinato e consapevole, lontano dagli eccessi dello streetwear.
Il fascino discreto del ritorno al classico
C’era una volta l’uomo che vestiva per piacere, non per stupire. Oggi la moda lo riscopre. Dopo anni di sneakers bianche e felpe oversize, il guardaroba maschile torna a parlare la lingua del tweed, del velluto a coste, del cappotto lungo. La tendenza nasce a Londra e Parigi ma conquista anche l’Italia, dove la sartoria incontra il gusto per il dettaglio contemporaneo. Non è un ritorno al passato, ma un salto in avanti: lo stile vintage si mescola a tagli moderni e proporzioni più morbide.
Cappotti che raccontano storie
Il nuovo must è il cappotto oversize, lungo fino al polpaccio e spesso in lana grezza o cashmere. Si porta aperto, sopra giacche doppiopetto o dolcevita color cammello. Il modello più copiato è quello in tweed, ruvido e vissuto, che ricorda le atmosfere di Peaky Blinders ma con un tocco metropolitano. Anche il velluto torna protagonista, soprattutto nei blazer e nei pantaloni, mentre le scarpe riscoprono il fascino del cuoio spazzolato, con suole importanti e stringhe classiche.
Le sciarpe? Larghe, morbide e portate con noncuranza. L’effetto è sofisticato ma rilassato, da intellettuale in fuga o da musicista fuori stagione.
Come vestirsi d’autunno senza sembrare in costume
Il segreto sta tutto nel dosare. Un capo vintage basta e avanza per dare personalità: un cappotto di lana abbinato a jeans scuri, un gilet a spina di pesce su una camicia bianca, un paio di stivaletti al posto delle solite sneakers. L’obiettivo non è sembrare usciti da un film in bianco e nero, ma aggiungere carattere.
Lo stile maschile del 2025 è un ritorno alla forma con libertà di movimento: eleganza sì, ma con il comfort di chi non ha bisogno di dimostrare nulla. In fondo, il tweed e il velluto non sono solo tessuti: sono un modo di camminare nel mondo, con calma, ironia e un pizzico di fascino retrò.
Moda
Maglioni, calore e stile: la maglieria torna protagonista dell’autunno con un’eleganza rilassata
Dal pull norvegese al dolcevita minimal, la maglieria torna al centro del guardaroba autunnale. I filati naturali si mescolano con fibre innovative, le texture diventano protagoniste e i colori evocano la terra. È il trionfo del comfort chic: morbido, avvolgente e irresistibilmente contemporaneo.
C’è un momento, a fine ottobre, in cui l’aria cambia odore. L’estate si ritira e il primo istinto è quello di cercare qualcosa che scaldi. Non solo il corpo, ma anche l’anima. È il momento dei maglioni, dei cardigan lunghi, delle lane che accarezzano. E mai come quest’anno la maglieria è tornata al centro della scena della moda.
Dimenticate i pull tristi da mezza stagione: la nuova generazione di maglioni è sofisticata, sensuale, urbana. Lo dimostrano le passerelle di Chloé, Max Mara, The Row e Prada, dove le modelle sfilano avvolte da lane pregiate e cashmere in tonalità neutre: avorio, caramello, moka, grigio fumo. La regola è una sola: il comfort diventa un’arte.
Le linee si fanno fluide, i volumi oversize ma mai sciatte. Il dolcevita, un tempo simbolo di rigore intellettuale, torna reinterpretato in chiave femminile con tagli che lasciano scoperte spalle e clavicole. I cardigan diventano abiti, stretti in vita da cinture sottili. La lana grossa convive con il mohair vaporoso, mentre il merino più sottile sostituisce le camicie sotto i blazer.
È la stagione del soft power: il potere morbido di chi sceglie la comodità senza rinunciare allo stile. Gli stilisti parlano di “knitwear therapy”: vestirsi di maglia come gesto di benessere, una carezza contro la frenesia. Anche i colori raccontano questa esigenza di calore: le palette della terra — ocra, ruggine, zucca, borgogna — sostituiscono i toni accesi dell’estate e invitano a un’eleganza naturale.
Nei negozi si moltiplicano le capsule dedicate al knitwear sostenibile: lane rigenerate, cashmere riciclato, filati certificati. La moda guarda alla morbidezza, ma anche alla responsabilità.
Perché in fondo, l’autunno è la stagione del ritorno a sé. E indossare un maglione non è solo una scelta estetica: è una dichiarazione d’intenti. Significa concedersi lentezza, protezione, intimità. Come una coperta che ci accompagna nel mondo, ricordandoci che anche la moda — quando vuole — può essere un abbraccio.
Moda
Kim Kardashian lancia il perizoma “peloso”: l’ironia (e il business) di Skims conquista il web
Tra ironia, provocazione e marketing geniale, il nuovo prodotto firmato Skims è andato sold out in poche ore, scatenando un acceso dibattito sui social tra chi lo trova divertente e chi lo giudica semplicemente di cattivo gusto.
L’universo di Skims, il brand di intimo e abbigliamento modellante fondato da Kim Kardashian, si arricchisce di un nuovo – e insolito – capitolo. L’ultima trovata della linea, il “Faux Hair Micro String Thong”, è un perizoma rivestito di finti peli sintetici, pensato per giocare con l’idea di naturalezza e provocazione. Il risultato? Una valanga di commenti online, tra entusiasmo, stupore e inevitabili ironie.
Il lancio è stato accompagnato da un video promozionale in perfetto stile anni Settanta, con ambientazione da quiz televisivo, luci al neon, sorrisi smaglianti e un’estetica volutamente kitsch. Kim Kardashian, come di consueto, ha puntato tutto sull’ironia e sull’effetto sorpresa. Il claim della campagna, “The Ultimate Bush” (“il cespuglio definitivo”), gioca apertamente sul doppio senso, invitando le clienti a scegliere “di che colore vuoi il tuo tappeto”.
Un perizoma che non passa inosservato
Realizzato in poliammide ed elastan e ricoperto da soffici fibre sintetiche, il nuovo perizoma Skims è disponibile in dodici tonalità, dal nero corvino al biondo miele, fino al rosso rame. La silhouette è quella tipica del micro string: minimalista, con fianchi sottilissimi e una parte posteriore quasi invisibile. L’obiettivo è creare un effetto “seconda pelle”, ma con un tocco di umorismo che non lascia indifferenti.
Il prezzo? 42 euro. E nonostante la natura volutamente ironica del prodotto, il Faux Hair Micro String Thong è andato esaurito in poche ore sul sito ufficiale di Skims, confermando la potenza mediatica del marchio e della sua fondatrice.
Provocazione o strategia geniale?
Come spesso accade con Kim Kardashian, la linea tra arte della comunicazione e provocazione è sottile. L’imprenditrice americana ha costruito il successo del suo brand sull’abilità di anticipare le tendenze e spostare i confini del “fashion marketing”.
C’è chi considera questo perizoma una critica ironica agli standard di bellezza e alle abitudini estetiche, riportando in primo piano il tema della libertà di scelta femminile anche in fatto di body hair. Altri, invece, lo bollano come un eccesso di cattivo gusto, una trovata nata solo per alimentare la viralità social e consolidare l’immagine provocatoria della fondatrice.
Ma al di là delle opinioni, è innegabile che Skims abbia centrato ancora una volta il bersaglio: far parlare di sé.
La filosofia Skims: tra comfort, inclusività e ironia
Lanciato nel 2019, il marchio Skims è nato con l’intento di rivoluzionare il mondo dello shapewear, proponendo intimo modellante in una vasta gamma di tonalità “nude” per adattarsi a ogni carnagione. Oggi il brand è valutato oltre 4 miliardi di dollari, con una presenza stabile nei principali mercati internazionali e collaborazioni di prestigio, come quella con la NBA per la fornitura ufficiale di underwear.
Non è la prima volta che Skims punta su idee fuori dagli schemi: nel 2021 la linea premaman modellante aveva suscitato discussioni sulla body positivity, mentre la recente fascia contenitiva per il viso aveva diviso il pubblico tra chi la considerava un’innovazione beauty e chi un’esagerazione estetica.
Una lezione di marketing virale
Con il “perizoma peloso”, Kim Kardashian sembra voler ironizzare sul concetto stesso di femminilità e sugli standard imposti dall’industria della moda e della depilazione. La trovata, apparentemente assurda, ha generato milioni di visualizzazioni in poche ore, con utenti che si dividono tra curiosità, sarcasmo e genuino divertimento.
Un successo che conferma, ancora una volta, la capacità della fondatrice di Skims di trasformare la provocazione in business. Nel mondo di Kim Kardashian, anche un perizoma può diventare un manifesto culturale – e soprattutto, un affare redditizio.
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