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Società

Elon Musk cerca talenti in Italia: stipendi fino a 256mila euro e lavoro da casa

Dalla ricerca di Senior Engineer all’addestramento di umanoidi con intelligenza artificiale: posizioni remote, stipendi generosi e l’opportunità di entrare in alcune delle realtà più innovative al mondo.

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    Elon Musk sta cercando nuovi talenti in tutto il mondo e anche in Italia. Le sue aziende, tra cui Tesla, SpaceX e Neuralink, hanno aperto posizioni lavorative che promettono stipendi sopra la media, arrivando fino a 256mila euro all’anno (circa 20mila euro mensili). E il meglio? Molte di queste offerte prevedono la possibilità di lavorare completamente da remoto.

    Le posizioni offerte: flessibilità e retribuzioni da capogiro
    Tra le posizioni più ambite spicca quella di Senior Engineer, rivolta a professionisti con esperienza nei sistemi elettrici e fotovoltaici. Lo stipendio varia in base all’esperienza, partendo da 79.200 dollari (circa 74mila euro) fino a 270mila dollari (256mila euro) all’anno. Per candidarsi, è necessario avere almeno 5 anni di esperienza nel settore e un curriculum che dimostri competenze specifiche.

    Un’altra opportunità interessante riguarda il test e l’addestramento di umanoidi dotati di intelligenza artificiale. Per questa posizione, lo stipendio parte da 6mila dollari al mese, corrispondenti a oltre 5mila euro.

    Lavorare da casa: il telelavoro secondo Musk
    La modalità di lavoro offerta da Musk si adatta perfettamente alle esigenze moderne. Il telelavoro consente ai dipendenti di operare da qualsiasi luogo nel mondo, Italia compresa. La flessibilità è totale, sebbene alcune posizioni possano richiedere viaggi occasionali per partecipare a progetti specifici.

    Come candidarsi
    Il processo di candidatura è semplice: basta compilare l’apposito modulo sul sito ufficiale dell’azienda e caricare il proprio CV. I candidati selezionati saranno poi contattati per un colloquio, durante il quale verranno valutate le loro competenze e la loro idoneità per il ruolo.

    Un’opportunità unica per i talenti italiani
    Le aziende di Musk sono sinonimo di innovazione e progresso tecnologico, rendendo queste posizioni un’opportunità irripetibile per chi desidera lavorare in ambienti stimolanti e futuristici. Dai sistemi elettrici all’intelligenza artificiale, le competenze richieste abbracciano settori in forte crescita, offrendo ai candidati la possibilità di crescere professionalmente e contribuire a progetti all’avanguardia.

    Se sogni una carriera in una delle aziende più innovative al mondo, questa potrebbe essere la tua occasione. Non resta che aggiornare il CV e mettersi in gioco!

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      Società

      Estate e multe assurde: dal finestrino aperto alla mano fuori, il codice della strada non perdona

      Dal climatizzatore in sosta alla guida a torso nudo, fino al clacson usato per salutare: il codice della strada nasconde sanzioni capaci di trasformare un momento di relax in una spesa imprevista.

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        Sole, caldo, finestrini abbassati e voglia di libertà. Ma dietro a certi gesti estivi si nascondono multe pronte a colpire. Il finestrino aperto in sosta, per esempio, è visto dall’articolo 158 come mancanza di precauzione: sanzione tra 42 e 173 euro, perché equivale a “invitare” al furto.

        La mano fuori dal finestrino? Non è solo una posa rilassata: può costare tra 85 e 338 euro, essendo considerata un comportamento potenzialmente pericoloso.

        E attenzione al climatizzatore acceso a motore fermo: restare al fresco in sosta è un lusso che può valere da 216 a 432 euro di multa per spreco e inquinamento.

        La guida a torso nudo non è vietata dal codice, ma in città turistiche come Napoli o Firenze le ordinanze per decoro pubblico prevedono fino a 500 euro di sanzione.

        Lavare l’auto sotto casa? Rischio da 105 a 422 euro. E il clacson va usato solo in caso di reale pericolo: il saluto all’amico o lo sfogo nel traffico possono costare fino a 168 euro.

        Nemmeno i pedoni sono al riparo: attraversare in diagonale invece che perpendicolarmente, o correre in mezzo alla carreggiata senza marciapiede, può costare fino a 102 euro.

        E sorpresa: anche ciclisti, monopattinisti e persino chi va a cavallo può essere sottoposto all’etilometro, con ritiro della patente in caso di ebbrezza.

        Infine, un consiglio per i più irascibili: durante un controllo, bestemmie o insulti comportano una multa extra di circa 102 euro.

        In poche parole, d’estate non è solo la velocità a far male al portafogli: basta un gesto distratto per ritrovarsi con un verbale in mano.

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          Società

          L’Italia buen retiro dei super-ricchi (mentre la classe media affoga nei mutui)

          Ex banchieri svizzeri, campioni di Formula 1 e magnati globali scelgono Milano, Roma e Como. La Svizzera protesta, ma a pagare sono gli italiani comuni: case inaccessibili e stipendi da fame.

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            L’Italia non sarà mai un paradiso per i lavoratori, ma per i super-ricchi sì. Dal 2017, grazie alla flat tax pensata dal governo Renzi, chi decide di trasferirsi qui paga una tassa forfettaria di 200 mila euro l’anno sui redditi prodotti all’estero, più 25 mila per ogni familiare. Spiccioli, se guadagni miliardi.

            Il caso più eclatante riguarda due ex manager della banca svizzera Pictet, Renaud de Planta e Bertrand Demole. Hanno lasciato Ginevra per il Belpaese, scatenando l’ira dei connazionali, che vedono fuggire i loro contribuenti più pesanti. Non è un dettaglio: in Svizzera questi signori versavano montagne di denaro, in Italia pagano un forfettone da ridere.

            A seguirli, altri nomi altisonanti. Lewis Hamilton, re della Formula 1, ha comprato casa a Milano. L’imprenditore egiziano Nassef Sawiris, patrimonio stimato vicino ai 9 miliardi, ha preso la residenza tricolore. E poi manager e finanzieri che puntano a sfruttare la stessa scorciatoia. Secondo il Henley Private Wealth Migration Report, entro fine anno potrebbero arrivare altri 3.600 milionari.

            Il risultato? Quartieri di Milano e Roma trasformati in riserve per ricchi. A Brera e CityLife gli appartamenti volano oltre i 34 mila euro al metro quadro. Sul lago di Como ville storiche passano di mano a cifre folli. Nel frattempo, le famiglie italiane arrancano tra mutui alle stelle e affitti impossibili.

            La Svizzera grida al furto di contribuenti, ma il paradosso è che l’Italia non si scandalizza: anzi, accoglie i miliardari a braccia aperte, sperando che con il loro shopping di lusso tengano in piedi un’economia sempre più fragile. Solo che l’equazione è semplice: se i super-ricchi risparmiano, la classe media paga il conto.

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              Società

              Hacker etici? Sì per dare la caccia ai predatori del web e proteggere i minori

              Grazie al loro lavoro, centinaia di pedofili sono già stati identificati e denunciati, e il loro contributo continua a essere fondamentale per rendere internet un luogo più sicuro per tutti, soprattutto per i più vulnerabili.

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                Nell’ombra del cyberspazio, dove spesso si nascondono minacce invisibili, esiste un gruppo di esperti informatici che ha scelto di usare le proprie competenze per combattere il crimine. Sono hacker, ma non quelli di cui si sente parlare in relazione ad attacchi informatici o frodi. Qui si tratta di hacker etici, conosciuti anche come white hat hackers, e hanno fatto della protezione dei più vulnerabili la loro missione. In particolare, si dedicano alla caccia ai pedofili che cercano di adescare minori online. Tra questi, il gruppo Cyber Sentinels, fondato da Volpe e Dottore (nomi di copertura). Conta oggi più di mille membri, tra esperti di cybersecurity, avvocati, studenti e tecnici informatici. Il loro obiettivo è duplice: stanare i pedofili e denunciarli alle autorità, e fornire formazione gratuita sulla sicurezza informatica e sull’hacking etico.

                Come funzionano le operazioni di caccia degli hacker buoni

                La strategia degli hunter, ovvero i cacciatori digitali, segue uno schema preciso. Entrano nei canali pubblici di chat, dove il rischio di adescamento è più alto, e si fingono adolescenti. È qui che iniziano a intercettare i predatori digitali, individui che cercano di instaurare un dialogo con minori fingendosi amici o confidenti. Quando un pedofilo abbocca, lo spingono a scoprirsi con tecniche di ingegneria sociale. Ovvero manipolazione psicologica: raccontano di vite difficili, assenza di figure genitoriali, cercando di far abbassare le difese del criminale. A quel punto, il pedofilo inizia a chiedere foto, video o incontri, e gli hacker raccolgono prove cruciali per l’incriminazione. Una delle fasi chiave è il passaggio su Telegram, dove gli hacker hanno strumenti avanzati per risalire all’identità dell’adescatore attraverso indirizzi IP e numeri di telefono. Quando raccolgono informazioni sufficienti, preparano un fascicolo digitale con chat, foto, email e profili social, e lo inviano alla Polizia Postale, al Moige o al Telefono Azzurro per l’intervento immediato delle autorità.

                Qual è il profilo dei predatori digitali?

                Secondo l’esperienza degli hacker etici, i pedofili online sono sempre uomini, con età che variano dai 30 ai 70 anni, provenienti da ogni parte d’Italia. Alcuni hanno un buon livello di istruzione, altri meno, ma il comportamento è spesso lo stesso: cercano di instaurare un rapporto di fiducia con la vittima, per poi farla cadere in una trappola psicologica. L’aspetto più inquietante è che, nel 90% dei casi, le prime domande che pongono riguardano l’abbigliamento: “Sei in pigiama?”. È il primo segnale che permette agli hacker etici di identificare una possibile minaccia.

                L’impegno contro la cyberpedofilia

                I forum del dark web, dove si vendono droga, malware e servizi illegali, vietano categoricamente la pedopornografia. Questo dimostra quanto sia considerato abominevole persino tra i criminali informatici. La lotta contro la cyberpedofilia è una priorità assoluta per le forze dell’ordine, che intervengono con la massima urgenza quando ricevono segnalazioni dettagliate e documentate. Per questo motivo, il lavoro degli hacker etici è prezioso. Agiscono lì dove spesso le autorità hanno difficoltà a operare in tempo reale, prevenendo abusi e aiutando a mettere sotto processo chi sfrutta il web per compiere crimini contro i minori.

                Come proteggere i minori online

                Se il lavoro degli hacker etici è fondamentale, altrettanto importante è la prevenzione. Tra i diversi consigli per i genitori al primo posto è quello di dare ai figli il cellulare il più tardi possibile. Installare software di parental control per limitare l’accesso a contenuti pericolosi. Importante monitorare proattivamente l’attività online dei ragazzi, verificando siti, app e contatti. E naturalmente serve insegnare la consapevolezza digitale, spiegando i rischi legati alle interazioni con sconosciuti. Infine fare molta attenzione ai videogiochi online, dove i pedofili possono infiltrarsi fingendosi altri giocatori.

                Hacker al servizio del bene

                Gli hacker etici dimostrano che la tecnologia non è solo un’arma per i criminali, ma può diventare un potente strumento di protezione. Il loro operato è una risposta concreta a una delle minacce più oscure del web, e il loro impegno offre una speranza. Il cyberspazio può essere reso più sicuro, se chi lo conosce lo usa per combattere il male.

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