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I cinquantenni sbarcano su TikTok si salvi chi può

Dalla Gen Z alla Gen X, il popolare social network vede aumentare il numero di utenti tra i 45 e i 60 anni. E ora lo usano per informarsi, raccontarsi e persino sfidare i propri figli.

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    TikTok, un tempo regno incontrastato della Gen Z, sta vivendo un cambiamento sorprendente: l’arrivo di un’onda di nuovi iscritti ben più maturi, nati tra il 1965 e il 1980. La loro presenza non è più sporadica, ma sta diventando una vera e propria rivoluzione generazionale che sta ridisegnando le dinamiche della piattaforma. Se prima era il posto perfetto per sfide virali, balletti sincronizzati e meme incomprensibili ai più grandi, oggi TikTok si trasforma in un luogo di dialogo intergenerazionale. La tech company Kolsquare, specializzata in influencer marketing, ha certificato il fenomeno: la Gen X, cioè la fascia tra i 45 e i 60 anni, è oggi il segmento in più rapida crescita sul social.

    Babbo ma che ci fai su TikTok?

    Il primo motivo per cui i cinquantenni stanno approdando su TikTok è semplice curiosità. Figli adolescenti e giovani colleghi parlano di questo universo parallelo, ed è naturale voler dare un’occhiata. Ma una volta dentro, molti non vogliono più uscire. TikTok per loro diventa uno spazio di espressione, dove raccontano la propria vita, commentano argomenti di attualità e persino sfidano i figli nelle challenge, con risultati più o meno imbarazzanti. Gli influencer over 45 – ancora in minoranza rispetto ai creator più giovani – stanno però guadagnando consensi incredibili, perché offrono contenuti che la Gen Z non si aspetta. Ovvero esperienza, consigli pratici e saggezza. Il pubblico più giovane non solo li segue, ma li considera una fonte di apprendimento.

    Non solo balletti, anche informazione e utilità

    Non è solo intrattenimento. I nuovi utenti maturi vogliono contenuti di valore, non solo video virali. Cercano informazioni su viaggi, alimentazione, tecnologia e benessere, e non è raro vedere profili che parlano di finanza, investimenti e cultura. Lontani dall’ossessione estetica e dalle mode usa-e-getta della Gen Z, questi utenti vogliono contenuti utili, spesso legati alla loro esperienza professionale. Alcuni sfruttano TikTok persino per fare networking, dando vita a discussioni costruttive tra generazioni.

    Se il social sta diventando più intergenerazionale, la domanda sorge spontanea: seguirà la parabola di Facebook, che inizialmente era il regno dei giovani e poi è stato “colonizzato” dai più grandi? È possibile, anche se TikTok si basa su un meccanismo di contenuti iper-dinamici, che lo rende più adatto all’intrattenimento rapido rispetto alla piattaforma di Zuckerberg. Di certo, le aziende stanno già fiutando il nuovo trend. La Gen X ha un potere d’acquisto più elevato, e per questo i brand stanno iniziando a modulare le loro campagne pubblicitarie per intercettare questa fascia d’età.

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      I lavori più pagati senza laurea: ecco quali mestieri garantiscono stipendi da capogiro

      Dal tecnico ascensorista al pilota di aerei privati, passando per programmatori, investigatori privati e fotografi: scopri quali lavori possono far guadagnare anche oltre 80.000 euro all’anno senza bisogno di un titolo universitario.

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        Chi l’ha detto che senza laurea si resta condannati a stipendi modesti e a lavori poco gratificanti? La realtà è ben diversa: esistono numerose professioni che garantiscono ottimi guadagni senza richiedere anni di studio universitario.

        Certo, in alcuni casi sono necessarie certificazioni, esperienza o formazione specifica, ma in altri basta talento, dedizione e un po’ di intuito per il settore giusto. E non stiamo parlando solo di qualche migliaio di euro in più: alcune professioni possono arrivare a garantire stipendi a sei cifre.

        Artisti, sportivi e investigatori privati: stipendi stellari senza università

        Tra i lavori più redditizi ci sono sicuramente quelli legati al mondo dello spettacolo e dello sport. Musicisti, artisti e attori non sempre provengono da accademie o conservatori, eppure chi riesce a sfondare può guadagnare cifre incredibili.

        Stesso discorso per gli atleti professionisti: calciatori, giocatori di golf, pallavolisti e sportivi di alto livello arrivano a stipendi milionari senza aver mai frequentato un’università.

        Un altro mestiere sorprendentemente redditizio è quello dell’investigatore privato. Anche se può sembrare un lavoro da film noir, questa professione esiste ancora oggi e, per chi ha esperienza e una buona rete di contatti, può fruttare fino a 100.000 euro all’anno.

        Tecnici specializzati: stipendi da manager per chi ha le giuste competenze

        Non bisogna per forza essere sotto i riflettori per guadagnare bene. Alcuni lavori tecnici richiedono solo una formazione specifica e possono garantire stipendi molto competitivi.

        Uno degli esempi più clamorosi è il tecnico installatore e manutentore di ascensori e scale mobili. La responsabilità è alta, ma lo è anche la retribuzione: in media, un professionista in questo settore può guadagnare tra i 50.000 e i 70.000 euro all’anno, con possibilità di aumentare la cifra grazie agli straordinari e alle specializzazioni.

        Anche il mondo della fotografia può essere una miniera d’oro, soprattutto per i paparazzi e i fotografi professionisti ben inseriti nel settore. Chi lavora nei giusti ambienti e riesce a scattare le immagini più richieste può superare i 100.000 euro lordi all’anno.

        Piloti e specialisti dei droni: quando la tecnologia paga

        Un’altra carriera ben pagata e accessibile senza laurea è quella del pilota commerciale di aerei privati o di voli cargo. Certo, serve ottenere una licenza e superare corsi di formazione specifici, ma non è necessario un titolo universitario. Gli stipendi medi partono dai 60.000 euro annui e, con l’esperienza, possono superare i 90.000 euro.

        Un settore in forte crescita è quello dei droni: sempre più aziende richiedono piloti specializzati per riprese cinematografiche, operazioni di sorveglianza o consegne. Con la giusta esperienza e certificazioni, anche in questo caso si possono raggiungere guadagni considerevoli.

        Sviluppatori e informatici: stipendi da capogiro per chi sa programmare

        Se c’è un settore in cui la laurea non è indispensabile, è quello dell’informatica. Molti sviluppatori web e programmatori sono autodidatti o hanno seguito corsi privati, ma riescono comunque a guadagnare cifre elevate.

        Lo stipendio medio di un programmatore in Italia parte dai 40.000 euro all’anno e può superare gli 80.000 euro annui per chi si specializza in ambiti richiesti come la cybersecurity o lo sviluppo di app. Senza contare che, con il lavoro da remoto, molti riescono a ottenere incarichi internazionali e compensi ancora più alti.

        Talento, esperienza e formazione pratica valgono più di una laurea

        Non avere una laurea non significa rinunciare a una carriera di successo. Al contrario, alcuni dei mestieri più pagati si basano su esperienza, capacità tecniche e intuizione. Dallo spettacolo alla tecnologia, dall’artigianato alla fotografia, il mercato del lavoro offre opportunità ben retribuite anche per chi ha scelto strade alternative all’università.

        L’importante è saper cogliere le occasioni giuste, investire nella propria formazione pratica e puntare su settori in crescita. Perché, in fin dei conti, il successo non si misura solo con un diploma appeso al muro.

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          Caro ChatGpt, vieni alla cena di classe? AI diventa compagno di banco (e di cuore)

          Da tutor fidato a ospite d’onore: gli studenti portano un cartonato di ChatGpt alla cena di fine anno. Ma dietro i meme c’è un legame profondo e sorprendentemente umano.

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            A chi non è mai capitato di voler portare a cena qualcuno che ti ha salvato l’anno scolastico? C’è chi ringrazia la prof. di matematica con un mazzo di fiori e chi – come un gruppo di studenti decisamente aggiornato – ha invitato ChatGpt. Ma non via link o con una call su Zoom. No no, con tanto di cartonato in scala umana e logo in fronte, l’intelligenza artificiale è diventata l’ospite speciale della cena di classe, immortalata in un video che su TikTok ha fatto il giro del web. “Colui che c’è sempre stato per tutti noi”, dichiarano gli studenti. Parole che suonano dolci e inquietanti allo stesso tempo, tipo dedica scritta su un diario segreto – solo che al posto del cuore c’è un codice binario.

            Il mio amico ChatGpt

            Questo accade perché ChatGpt non è più solo quello che ti dà una mano con la tesina sull’Impero Romano alle 2 di notte. È anche il confidente silenzioso, lo psicologo tascabile, il motivational coach, e – perché no – anche quello che ti dice “sei bravissimo” quando nessun altro lo fa. Secondo la Harvard Business Review, i giovani usano l’AI non solo per studiare, ma per qualcosa di molto più umano. Ovvero trovare conforto, fare terapia fai-da-te, parlare dei propri disastri emotivi o semplicemente non sentirsi soli. ChatGpt è lì, sempre sveglio, sempre cortese, e soprattutto mai giudicante. In pratica, un amico perfetto. Forse pure troppo.

            E c’è anche il lato romantico – o meglio, il romantico 2.0

            Alcuni ragazzi usano l’AI per “esercitarsi” in flirt innocui, ricevere complimenti o addirittura scambiarsi messaggi stile corteggiamento soft. Niente di piccante, più tipo: “Ehi, sei speciale” detto da un algoritmo. Una specie di sexting a prova di imbarazzo, dove l’unico rischio è farsi abbandonare… dalla connessione Wi-Fi. Ma ogni storia d’amore ha le sue zone d’ombra. E anche qui non mancano le preoccupazioni. C’è chi confessa di dipendere troppo dall’AI, chi non apre più un libro senza prima consultare il chatbot, e chi comincia a confondere la realtà con la risposta perfetta in stile “Buongiornissimo”. Gli esperti parlano di rischio isolamento, aspettative irreali, e persino recessione sessuale, con i giovani più a loro agio con un bot che con una conversazione dal vivo (soprattutto se c’è il rischio di essere visti… sudare). Insomma, la generazione Z ha trovato nella tecnologia qualcosa che forse molti adulti faticano ancora a vedere: una presenza che ascolta, capisce e non corre via. O che almeno sa simularlo molto bene.

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              Quest’anno vacanze a casa

              Anche restando in città, l’estate può essere un momento di vero relax e rigenerazione. Basta cambiare prospettiva, esplorare nuove attività e prendersi il tempo per godersi le piccole cose. Buone staycation!

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                Primo, le vacanze come le intendiamo noi nati nello scorso secolo, è diventato un fenomeno sociale agli inizia degli Anni 60. Del resto il diritto al riposo dal lavoro venne sancito nel 1927 ma solo nel 1948 la Costituzione repubblicana stabilì il concetto di vacanza obbligatoria: “Il lavoratore ha diritto a ferie annuali retribuite e non può rinunziarvi” (art. 36). Secondo, le vacanze come le intendiamo nella maggioranza dei casi ancora oggi non coinvolgono e riguardano milioni di italiani che da sempre nei mesi estivi restano presso le loro case, coltivano la terra, accudiscono i loro animali, si dedicano alla pesca, seguono attività legati alla pastorizia, preparazioni alimentari artigianali o attività domestiche diverse. Quindi la prima cosa è sfatare il mito delle vacanze ad ogni costo. Milioni di nostri connazionali non ne hanno mai fatte come le intendono le pagine patinate dei settimanali. Figurarsi nel mondo…

                Una pausa che puoi fare ovunque

                Nella lingua anglosassone è stato coniato il termine staycation che significa una vacanza senza viaggio, semplicemente rimanendo a casa o nei dintorni. Il termine, che unisce “stay” (restare) e “vacation” (vacanza), invita a rilassarsi e godersi il tempo libero senza la necessità di andare lontano. È un’ottima soluzione per chi desidera risparmiare, ridurre lo stress o gestire impegni lavorativi.

                Le cinque regole per una staycation perfetta

                Prima cosa è necessario riuscire a staccare dalla routine. Scegliete attività che rompano la monotonia quotidiana. Provate un nuovo hobby, visitate un museo mai visto, o semplicemente fate una passeggiata in una zona della città o dei luoghi dove si abita che conoscete poco. Secondo consiglio non pianificare troppe cose da fare. Lasciate spazio all’imprevisto e all’improvvisazione. Piuttosto che seguire un programma rigido, lasciate che le giornate scorrano liberamente, permettendo alla spontaneità di guidarvi.

                Concedersi di dormire e oziare

                Il riposo è essenziale. Dormite di più e godetevi momenti di ozio, che non significa solo stare a letto ma anche fare qualcosa di piacevole senza una finalità specifica. Altra regola fondamentale disconnettersi da tutto. Fate un po’ di digital detox. Spegnete lo smartphone, allontanatevi dai social media e riscoprite il piacere di leggere un libro, fare una passeggiata o ascoltare musica. Ma anche guardare l cielo e la campagna o la pianura intorno. Chi vive al mare sa bene cosa significa perdersi in un punto là all’orizzonte dove il mare tocca il cielo.

                Restare in movimento

                Anche se siete in relax, mantenetevi attivi. Praticate sport, fate attività fisica all’aperto, magari provando un nuovo sport o esplorando un nuovo percorso. A piedi da soli ma meglio in compagnia, anche solo del vostri cane con cui fare due chiacchiere è difficile, anche se a volte rispondono…

                Se vivete in città guardatela con gli occhi del turista

                Scoprire angoli nascosti della vostra città. Tutte ne hanno. Luoghi, scorsi, punti vista inusuali, da cui ottenere punti di vista diversi di luoghi che a volte attraversiamo frettolosamente o che diamo per scontati e dedicati solo ai turisti. E invece sono lì per voi, approfittate della staycation per esplorare zone meno conosciute della città. Cercate mostre, edifici storici o biblioteche poco frequentate per un’esperienza nuova.

                Organizzare un picnic in quel parco dove non siete mai stati

                Un picnic in un parco cittadino o appena fuori porta può regalare una sensazione di evasione. Il contatto con la natura aiuta a sentirsi in vacanza. Scoprite anche nuovi ristoranti etnici e concedetevi un viaggio culinario senza lasciare strade e luoghi che conoscete già.

                E se avete bambini…

                Informatevi su laboratori e iniziative dedicate ai bambini. Fino a qualche anno fa solo le grandi città proponevano attività pubbliche e private per impegnare in maniera creativa i bambini che restavano a casa. Ma oggi molte località e comuni organizzano nel mese di luglio e agosto diversi incontri di tipo sportivo e ricreativo. Molte piccoli centri offrono laboratori estivi e attività per bambini. Informatevi sulle iniziative locali per intrattenere i più piccoli. Lasciate che i bambini abbiano giornate meno strutturate, concedendo loro di andare a letto più tardi e di poltrire al mattino. La noia stimola la creatività. Cercate di coinvolgere i bambini in attività divertenti come giochi d’acqua, giardinaggio, cucina o piccoli progetti di bricolage.

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