Tech
Troppi dati, IA rischia il collasso
Se il filosofo Ludwig Feuerbach sosteneva che “siamo ciò che mangiamo”, potremmo dire che l’IA è ciò che impara. È quindi cruciale che l’IA venga addestrata su contenuti umani di qualità, per evitare che il suo sviluppo diventi controproducente e la renda meno utile ed efficace nel tempo.

In questa fase del suo sviluppo l’intelligenza artificiale (IA) è caratterizzata da due paradossi fondamentali. Il primo riguarda l’enorme richiesta di risorse che erode riserve energetiche e idriche, oltre a contribuire alle emissioni di CO2. Anche se proprio l’IA potrebbe rappresentare una chiave per affrontare la stessa crisi climatica. Il secondo paradosso, forse più grave, è legato alla possibilità che l’IA possa presto collassare sotto il peso dei dati su cui è stata addestrata, soprattutto se continua a utilizzare modelli precedenti.
Il collasso del modello
Uno studio recente pubblicato su Nature ha evidenziato un fenomeno chiamato “Collasso del modello“. Questo effetto si verifica quando le AI, addestrate su enormi moli di dati spesso derivati da modelli precedenti, iniziano a generare contenuti sempre più di bassa qualità. Questo perché i nuovi modelli AI tendono a essere alimentati da dati preconfezionati, spesso creati da altri modelli AI, avviando un “processo degenerativo“.
Quali sono le conseguenze della possibile degenerazione
L’uso indiscriminato dei contenuti generati dall’IA porta a “difetti irreversibili” nei modelli stessi. Gli errori appresi dai modelli precedenti vengono assimilati rapidamente dai successivi, causando risposte sempre più inaccurate. Quando le AI erano addestrate su contenuti generati dall’uomo, la qualità dei dati garantiva una certa efficacia. Ora, però, i contenuti di scarsa qualità generati dalle AI stesse peggiorano progressivamente la qualità delle risposte.
Quali sono le possibili soluzioni
Per evitare che questo processo degenerativo comprometta ulteriormente l’efficacia delle AI, una soluzione potrebbe essere contrassegnare tutti i contenuti generati dall’IA. Questo permetterebbe di escludere tali contenuti dai dati di training futuri. Tuttavia, questo richiederebbe uno sforzo significativo e l’adozione di uno standard comune tra tutte le aziende di intelligenza artificiale.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Tech
Occhiali intelligenti e zero notifiche: il futuro della tecnologia è slow
Altro che iperconnessione: la nuova frontiera della tecnologia da indossare promette di migliorare la qualità della vita riducendo ansia e stress. Ecco i gadget che piacciono agli introversi digitali.

C’è stato un tempo – nemmeno troppo lontano – in cui ogni nuovo gadget prometteva connessione, velocità, efficienza. Più notifiche, più dati, più performance. Il futuro era un incessante flusso di bit tra le mani, tra gli occhi, tra i pensieri. Ma ora qualcosa sta cambiando. Lentamente, certo. Ma in modo inesorabile. I dispositivi tech più evoluti non sono più quelli che ti sommergono di alert, ma quelli che – udite udite – ti lasciano in pace.
È la filosofia del “calm tech”, la tecnologia calma, silenziosa, quasi invisibile. Nasce da una controcultura digitale che ha fatto breccia soprattutto tra i giovani adulti stanchi di sentirsi costantemente sotto pressione. Il burnout da notifica è reale, e la risposta non è buttare lo smartphone dalla finestra, ma affiancarlo con oggetti che aiutino a rallentare. A respirare.
Primi tra tutti, gli occhiali intelligenti. Ma non quelli per guardare video in realtà aumentata o postare stories con l’iride. Parliamo di una nuova generazione di eyewear minimalisti, come i Frame di Solos o i Mudra di Wearable Devices: sembrano occhiali da sole, ma sono dotati di microcomandi e sensori aptici che consentono di gestire alcune funzioni dello smartphone (come rispondere o rifiutare una chiamata) senza mai tirarlo fuori dalla tasca. Il punto forte? Non vibra, non suona, non distrae. Semplicemente, riduce il rumore.
Stesso concetto per gli anelli smart, sempre più diffusi e apprezzati. Sottovalutati finché non li si indossa, diventano un alleato discreto e potentissimo. L’Oura Ring, per esempio, monitora il sonno, lo stress e i livelli di attività fisica, ma non emette notifiche, non ha display e non ti interrompe mai. Ti mostra i dati solo quando sei tu a chiederli. È una tecnologia che si adatta al tuo ritmo, non il contrario.
E non finisce qui: esistono anche bracciali anti-stress, cuffie che cancellano il rumore ambientale per creare silenzi personalizzati, t-shirt che tracciano il respiro e suggeriscono quando serve fermarsi. Tutto all’insegna di un minimalismo funzionale, che non è solo estetico, ma filosofico. Semplificare per vivere meglio.
Nel mondo delle app, intanto, proliferano i software che riducono il tempo online. Esistono launcher per smartphone che nascondono tutte le icone tranne quelle essenziali. Esistono interfacce progettate in bianco e nero per scoraggiare lo scrolling compulsivo. E ci sono addirittura sistemi operativi che permettono di spegnere tutto tranne ciò che è davvero utile.
Una delle tendenze più interessanti, però, resta quella dei dispositivi “zero display”. Prodotti come il Light Phone 2, un telefono che fa solo telefonate, messaggi e navigazione basilare, senza social, senza app, senza caos. O come l’MP02 di Punkt, che ha un’estetica da futuro retrò e viene scelto sempre più spesso da professionisti e creativi che vogliono ritagliarsi momenti di autentica disconnessione.
Perché in fondo il vero lusso, oggi, è proprio questo: il silenzio. La possibilità di restare da soli con i propri pensieri, senza sentirsi colpevoli, né esclusi. E se la tecnologia può aiutarci a proteggerci dal sovraccarico digitale, ben venga. Basta che lo faccia senza fare troppo rumore.
Tech
Se la sabbia entra nello smartphone: guida semiseria ai drammi tech sotto l’ombrellone
Tra sabbia, crema solare, mare e selfie compulsivi, l’ecosistema tech rischia l’estinzione già a metà luglio. Ecco una guida per evitare che il tuo smartphone finisca in terapia intensiva, che il drone vada disperso nel bagnasciuga e che lo smartwatch si abbronzi al posto tuo.

Tra sabbia, crema solare, mare e selfie compulsivi, l’ecosistema tech rischia l’estinzione già a metà luglio. Ecco una guida per evitare che il tuo smartphone finisca in terapia intensiva, che il drone vada disperso nel bagnasciuga e che lo smartwatch si abbronzi al posto tuo.
L’estate è il regno della leggerezza, delle infradito, dei cocktail col nome sbagliato. Ma è anche il periodo dell’anno in cui la tecnologia piange. Sotto l’ombrellone, infatti, ogni device è a rischio: sabbia, sole, salsedine e mani unte di crema diventano i peggiori nemici del nostro ecosistema digitale.
Primo protagonista del disastro estivo: lo smartphone. Immortalare ogni momento della giornata — dal caffè shakerato all’ombrellone al tramonto con filtro vintage — è ormai obbligatorio. Ma basta una distrazione e la sabbia finisce ovunque: negli speaker, nei connettori, nel foro del microfono. Risultato: le foto diventano sfocate e Siri comincia a tossire.
Poi c’è il tablet da spiaggia, usato per leggere, guardare serie o “lavorare” mentre gli altri fanno il bagno. Un sogno infranto alla prima ondata che lo colpisce in pieno o al primo bambino che inciampa rovesciando l’Estathé. Alcuni lo infilano dentro una busta trasparente con la zip, come il panino del pranzo. E lo trattano come tale.
Lo smartwatch, invece, si comporta come un fitness coach troppo zelante: inizia a vibrare ogni tre minuti. “Alzati!”, “Respira!”, “Hai bruciato una caloria!” — mentre tu stai solo cercando di girarti sul lettino senza scioglierti. A fine giornata, avrà contato più passi il tuo polso che le tue gambe. E lui sarà l’unico ad avere il segno del costume.
Passiamo al capitolo più tragico: il drone in spiaggia. Ogni anno, qualcuno decide di lanciare il proprio drone a caccia di riprese epiche. E ogni anno, almeno uno finisce o tra le onde o dentro il panino di un bagnante. Volano per dieci minuti, creano panico tra i gabbiani e poi si abbattono in slow motion sulla sabbia rovente, tra l’orrore generale e le risate dei vicini d’ombrellone.
Menzione speciale ai caricabatterie solari, quei pannellini salvavita che promettono di ricaricare tutto col sole e invece riescono appena ad accendere una spia. Li metti al sole per ore, sperando nel miracolo. Ma dopo quattro ore hanno ricaricato il 3% del telefono e fuso la cover.
Morale della favola? In spiaggia, la tecnologia va trattata con più attenzione di un bambino in età pre-svezzamento. O si rischia il blackout digitale. Oppure, soluzione radicale: lascia tutto a casa. Tanto, dopo dieci minuti, ti ritroverai a spiare i vicini. E quello è un reality che non si scarica mai.
Tech
Arredare casa con l’AI: le migliori app per progettare interni con un clic
Planner 5D, RoomGPT, Homestyler e DecorMatters: le app AI che permettono di progettare e arredare casa in modo semplice e intuitivo. Scopri come queste tecnologie stanno rivoluzionando il design d’interni, rendendolo accessibile a tutti.

Arredare casa non è mai stato così semplice. Grazie all’intelligenza artificiale, oggi è possibile progettare gli interni della propria abitazione con pochi clic, ottenendo risultati professionali senza bisogno di competenze specifiche. Ecco una selezione delle migliori app AI per l’interior design, ideali sia per chi sta ristrutturando sia per chi desidera semplicemente rinnovare l’aspetto di una stanza.
🛋️ Planner 5D: progettazione intuitiva in 2D e 3D
Planner 5D è una delle piattaforme più complete per la progettazione di interni. Offre strumenti basati su intelligenza artificiale che permettono di creare planimetrie dettagliate e visualizzazioni in 3D. La funzione “Design Generator” consente di generare automaticamente layout di stanze, mentre lo “Smart Wizard” aiuta a rilevare le dimensioni degli ambienti. È disponibile su desktop e dispositivi mobili.
🖼️ RoomGPT: trasforma le tue stanze con un clic
RoomGPT utilizza l’intelligenza artificiale per trasformare le foto delle tue stanze in nuovi ambienti arredati secondo diversi stili. Basta caricare un’immagine e scegliere lo stile desiderato (moderno, minimalista, classico, ecc.) per ottenere una nuova versione della stanza. È uno strumento ideale per chi cerca ispirazione o vuole visualizzare diverse opzioni di arredamento.
🏠 Homestyler: design professionale a portata di mano
Homestyler è un’applicazione versatile che combina funzionalità di progettazione 2D e 3D con strumenti di realtà aumentata. Permette di creare planimetrie dettagliate, aggiungere mobili e decorazioni, e visualizzare il risultato finale in modo realistico. È particolarmente utile per professionisti del settore, ma anche accessibile ai principianti.
🎨 DecorMatters: design e community in un’unica app
DecorMatters unisce la progettazione di interni con elementi di gamification e una community attiva. Gli utenti possono partecipare a sfide di design, condividere i propri progetti e ricevere feedback. L’app offre anche funzionalità di realtà aumentata per visualizzare i mobili direttamente negli ambienti reali.
🧠 Home AI: assistente personale per l’interior design
Home AI è un’app che funge da assistente personale per l’interior design. Utilizzando algoritmi avanzati, è in grado di generare progetti di arredamento personalizzati a partire da una semplice foto della stanza. Offre suggerimenti basati sulle ultime tendenze e permette di visualizzare diverse opzioni di design.
L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui progettiamo e arrediamo le nostre case. Con queste app, anche chi non ha esperienza nel design d’interni può creare ambienti funzionali e esteticamente piacevoli. Che si tratti di una ristrutturazione completa o di un semplice restyling, l’AI offre strumenti potenti e accessibili per trasformare ogni spazio secondo i propri gusti e esigenze.
-
Gossip1 anno fa
Elisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
-
Cronaca Nera1 anno fa
Bossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
-
Sex and La City1 anno fa
Dick Rating: che voto mi dai se te lo posto?
-
Speciale Olimpiadi 202412 mesi fa
Fact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
-
Speciale Grande Fratello11 mesi fa
Helena Prestes, chi è la concorrente vip del Grande Fratello? Età, carriera, vita privata e curiosità
-
Speciale Grande Fratello11 mesi fa
Shaila del Grande Fratello: balzi da “Gatta” nei programmi Mediaset
-
Gossip12 mesi fa
La De Filippi beccata con lui: la strana coppia a cavallo si rilassa in vacanza
-
Gossip1 anno fa
È crisi tra Stefano Rosso e Francesca Chillemi? Colpa di Can?