Tendenze
Un sogno ecologico: celebra l’amore in armonia con il pianeta!
È in tendenza il matrimonio eco-friendly, un impegno verso uno stile di vita più sostenibile e responsabile. Dalle piccole scelte come bomboniere e inviti, fino ai grandi dettagli come il catering e i fiori, ogni decisione può contribuire a creare una cerimonia bella, significativa e rispettosa dell’ambiente.

La primavera e l’estate sono tradizionalmente considerate i periodi più popolari per i matrimoni, poiché il clima mite e le giornate più lunghe offrono un ambiente perfetto per celebrare l’amore all’aperto. In questo periodo, molte coppie stanno pianificando e organizzando i loro matrimoni ecosostenibili, preparandosi per quel giorno speciale che segnerà l’inizio di una nuova vita insieme. È un momento di grande eccitazione, anticipazione e speranza per le coppie, così come per amici e familiari che si preparano a condividere con loro questa gioiosa occasione.
Il matrimonio eco-friendly
Non è più solo un’opzione per gli ambientalisti convinti, ma sta diventando una vera e propria tendenza per le coppie che desiderano celebrare il loro amore in modo sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Dalle bomboniere ai fiori, passando per gli inviti e il catering, le accortezze per un giorno così speciale possono fare la differenza non solo per l’ambiente, ma anche per creare un’esperienza più significativa e autentica per gli sposi e i loro ospiti.
Le bomboniere
Possono anche essere uno degli oggetti più inquinanti se non scelte con attenzione. Le coppie eco-friendly stanno optando sempre più spesso per regali che abbiano un impatto positivo sull’ambiente, come piante o semi da piantare, prodotti biologici o biodegradabili, o donazioni a organizzazioni benefiche.


Allestimenti floreali e mazzetto con fiori locali
Solo fiori locali e di stagione
I fiori sono un altro elemento centrale dei matrimoni, ma spesso vengono coltivati utilizzando metodi poco sostenibili e vengono trasportati per lunghe distanze, generando un’impronta ecologica significativa. Le coppie eco-friendly stanno preferendo fiori locali e di stagione, che riducono al minimo l’impatto ambientale e supportano i produttori locali. Inoltre, sempre più fioristi offrono opzioni biologiche e certificate, garantendo che i fiori siano coltivati in modo sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
Inviti digitali o cartoncini con materiali riciclati
Gli inviti sono il primo assaggio del matrimonio per gli ospiti, e anche qui le coppie eco-friendly stanno facendo scelte più sostenibili. Gli inviti digitali sono sempre più popolari, riducendo il consumo di carta e l’inquinamento legato alla produzione e alla distribuzione degli inviti cartacei. Per coloro che preferiscono ancora gli inviti tradizionali, esistono opzioni realizzate con materiali riciclati o provenienti da foreste gestite in modo sostenibile.
Catering biologico e a chilometro zero
Il cibo è un aspetto cruciale di qualsiasi matrimonio, e le coppie eco-friendly stanno cercando sempre più di scegliere catering biologici e a chilometro zero. Questo significa utilizzare ingredienti locali e di stagione, provenienti da fornitori che seguono pratiche agricole sostenibili. Inoltre, sempre più catering offrono opzioni vegetariane o vegane, riducendo l’impatto ambientale legato alla produzione di carne.
Pianificare in anticipo come gestire gli avanzi di cibo
Molte associazioni benefiche sono disposte a ritirare il cibo in eccesso per distribuirlo a coloro che ne hanno bisogno. È anche possibile concordare con la società di catering un piano per smaltire gli avanzi in modo responsabile. È importante verificare attentamente se queste opzioni sono disponibili e praticabili.
Un’alternativa simpatica e eco-friendly è organizzare la preparazione di piccoli pacchetti per gli ospiti. Alla fine della cerimonia, gli invitati possono portare via un pezzo di torta o un delizioso antipasto. Questa pratica, nota come “doggy bag”, è diffusa in molti paesi ed è un modo ideale per evitare lo spreco alimentare e permettere agli ospiti di gustare nuovamente i sapori della festa una volta tornati a casa.
Il matrimonio eco-friendly rappresenta un impegno concreto verso uno stile di vita sostenibile e responsabile. Dalle piccole attenzioni come le bomboniere e gli inviti, fino ai grandi dettagli come il catering e i fiori, ogni scelta può contribuire a creare un evento che sia non solo bello e significativo, ma anche rispettoso dell’ambiente. Con un tocco di creatività e una consapevolezza attenta, è possibile rendere il giorno più importante della propria vita memorabile non solo per gli sposi, ma anche per il pianeta.
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Tendenze
Gladiatori segreti al Colosseo: Airbnb affitta la storia, e lo Stato tace
All’inizio di maggio, 16 “fortunati” selezionati da Airbnb hanno partecipato a una rievocazione notturna al Colosseo per promuovere Il Gladiatore II. Nessun annuncio ufficiale, silenzio da parte del Ministero, e una donazione da 900mila euro in cambio del silenzio istituzionale. La Storia venduta, a rate e con la password.

La prima regola della nuova “battaglia dei gladiatori” è che non si parla della battaglia dei gladiatori. Proprio come nel Fight Club, solo che stavolta il ring è il Colosseo, il pubblico è segreto, gli spettatori sono milionari o influencer con follower selezionati, e al centro non c’è un film indie, ma un colosso: Airbnb. E ovviamente Hollywood, che prepara l’uscita de Il Gladiatore II con una mossa promozionale da Oscar… al silenzio.
Tutto vero, ma nessuno conferma. Nessuno smentisce. Tutti tacciono. Dal Parco archeologico del Colosseo al Ministero della Cultura, la parola d’ordine è “no comment”. E non perché non ci sia nulla da dire. Ma perché si è deciso di non dire nulla.
Il Colosseo affittato. Di notte. Per pochi.
La rievocazione si è svolta il 7 e l’8 maggio, ma non c’è stato alcun comunicato ufficiale, né inviti alla stampa, né dichiarazioni pubbliche da parte degli enti coinvolti. Solo un pugno di turisti, 16 in tutto, selezionati attraverso una “lotteria” promossa da Airbnb, hanno potuto calcare l’arena sotto il cielo stellato, vestiti da gladiatori, armati fino ai denti di repliche storiche, guidati da gruppi specializzati come Ars Dimicandi e il Gruppo Storico Romano.
Un’esperienza esclusiva, certo. Ma anche uno sfregio a chi crede che i beni culturali non siano souvenir, ma memoria collettiva da proteggere, non da monetizzare.
E infatti, se le immagini delle “experience” sono comparse brevemente sulla pagina dell’iniziativa, sono poi sparite come lacrime nella pioggia. Ma i partecipanti, evidentemente non vincolati da NDA troppo stringenti o semplicemente fieri dell’avventura, hanno cominciato a raccontare l’esperienza online: “Combattere nel Colosseo è stata un’emozione unica”, scrivono. Peccato che nessuno di noi ne fosse stato informato.
Una donazione e un favore
Airbnb, per questa iniziativa, ha versato una “donazione” da un milione e mezzo di dollari (circa 900mila euro) al Parco archeologico del Colosseo, destinata a finanziare il progetto “Il Colosseo si racconta”, ovvero il restyling dell’esposizione permanente. Nulla di illecito, certo. Ma tutto estremamente opaco.
In cambio? Nessuna gara pubblica, nessun bando, nessuna trasparenza. Solo una manciata di prescelti, un set cinematografico e un’operazione commerciale confezionata sotto la patina della cultura. E il Colosseo, simbolo della storia romana, prestato come palcoscenico privato a un brand globale.
Un affare da manuale per Airbnb: visibilità planetaria, storytelling emozionale, zero polemiche. Perché chi osa criticare un’iniziativa “culturale” con tanto di beneficenza allegata?
Ma è questo il futuro dei nostri monumenti?
Che il Colosseo venga affittato per eventi privati non è una novità, ma il livello di riservatezza e ambiguità raggiunto in questa occasione segna un punto di non ritorno. Nessuna informazione ufficiale, nessuna nota stampa, nessuna comunicazione istituzionale. Il Parco archeologico diretto da Alfonsina Russo ha scelto il silenzio. E il Ministero della Cultura, per bocca di funzionari interpellati, si è limitato a un gelido: «No comment».
Dove finisce la valorizzazione e dove inizia la svendita? È giusto che il monumento più visitato d’Italia diventi un set notturno per influencer e brand internazionali, all’insaputa dei cittadini italiani, che ne sono – teoricamente – i legittimi proprietari?
La Storia non si affitta
Non c’è nulla di romantico nel vedere il Colosseo trasformato in un pacchetto premium da vincere a estrazione. Il fascino dell’arena è sopravvissuto a secoli di guerre, terremoti, saccheggi, ma potrebbe non sopravvivere al marketing contemporaneo.
Oggi è una lotteria per 16 gladiatori. Domani cosa? Un’escape room nei Fori Imperiali? Una cena segreta nel Pantheon? Una spa alle Terme di Caracalla?
Nel frattempo, le istituzioni si tappano le orecchie, nella speranza che il vociare dei turisti si confonda col brusio dei visitatori. Ma chi ha visto, chi ha partecipato, chi ha filmato – e condiviso – sa che quella notte qualcosa è successo. E no, non era un sogno. Era la mercificazione della nostra storia. In diretta. E in silenzio.
Tendenze
Una zucchina in tangenziale? No grazie
Coltivare un orto urbano per autoconsumo? Romantico, risparmioso ma coltivare zucchine e patate ai confini della tangenziale può essere anche molto inquinante.

E’ tempo di semina per chi desidera coltivare un orto urbano per autoconsumo. Un idea romantica, risparmiosa ma spesso coltivare sulla tangenziale può essere anche molto inquinante. Mantenere un orto sul terrazzo o in un piccolo appezzamento di terra a ridosso della città da sempre è stato considerato un passatempo ecologico. Un’importante risorsa per l’autoconsumo a chilometro zero. Inoltre l’auto produzione potrebbe essere una scelta che privilegia la sostenibilità ambientale. Tuttavia, questa pratica, presenta sia vantaggi che svantaggi.
Pregi e difetti della coltivazione cittadina
Tra i pregi, va sottolineato il suo ruolo nel favorire l’autoapprovvigionamento alimentare, riducendo la dipendenza da filiere lunghe. E in più contribuisce all’adozione di uno stile di vita più sano e sostenibile. Inoltre, l’orto urbano può fungere da spazio di socializzazione e aggregazione, promuovendo il senso di comunità e il coinvolgimento dei cittadini nella cura dell’ambiente.
Non tutti sono d’accordo
Come evidenziato da uno studio americano, l’orto urbano può comportare un’impronta ecologica più elevata rispetto all’agricoltura tradizionale. Uno dei pochi ortaggi e frutti a salvarsi è il pomodoro. Se cresce in città produce meno anidride carbonica rispetto a quello di campagna. Ma la frutta e la verdura coltivata all’interno degli spazi delimitati dalle tangenziali cittadine, può rilasciare una quantità di emissioni fino a sei volte superiore a quella dell’agricoltura convenzionale.
Ma chi lo dice?
Lo dice uno studio della Michigan University che ha calcolato come una porzione di prodotti della terra coltivati in città ha un’impronta ecologica di 0,42 chilogrammi di anidride carbonica contro gli 0,07 di quelli di quelli che arrivano dai campi tradizionali. Un divario ecologico calcolato sulla base dei diari di ortolani urbani reclutati come citizen scientist in 73 tra aziende agricole. L’indagine ha riguardato orti privati e collettivi di Francia, Germania, Polonia, Regno Unito e Stati Uniti.
I principali motivi dei possibili inquinamenti sono determinati soprattutto dalle infrastrutture necessarie per la produzione di materiali, che possono generare un rilascio maggiore di emissioni di anidride carbonica. E’ importante considerare che tale impatto può essere mitigato attraverso l’adozione di pratiche agricole sostenibili e l’ottimizzazione delle infrastrutture.
Tra una zucchina e un peperone la crescita è del 18%
Sebbene manchino dati specifici sull’impatto ambientale degli orti urbani, nel nostro Paese si sta assistendo a un crescente interesse e diffusione di pratiche agricole sostenibili. Come confermato dall’aumento del 18% degli orti urbani negli ultimi anni. Le regole e le tecniche agronomiche che promuovono la sostenibilità ambientale, come il ricorso al metodo biologico, l’utilizzo di materiali riciclati. E inoltre la limitazione di fertilizzanti e pesticidi, contribuiscono a ridurre l’impatto ambientale di queste coltivazioni fai da te.
Inoltre, in Italia, l’orto urbano è spesso gestito dalle autorità locali o da associazioni di cittadini, il che favorisce la promozione di pratiche sostenibili e il rispetto delle normative ambientali. Le limitazioni rigide sull’uso di prodotti chimici e l’adozione di tecniche come il controllo biologico dei parassiti contribuiscono a ridurre l’impatto ambientale degli orti urbani.
Compost e paciamatura per rispettare l’ambiente
In tutte le città italiane ci sono limiti molto rigidi sui prodotti che si possono utilizzare negli orti urbani. Si coltiva solo con metodo biologico e sarebbero banditi fertilizzanti, pesticidi e diserbanti consentiti per legge nell’agricoltura tradizionale. Per l’autoconsumo come fertilizzante si dovrebbero utilizzare il compost (scarti organici) e pacciamature (un misto di foglie e stecchetti di albero). Un sistema che rispetta l’ambiente e la biodiversità vegetale molto più di una monocoltura intensiva.
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Rock e inchiostro: le band più tatuate secondo la pelle dei fan
Scopriamo insieme quali gruppi rock dominano la scena… dei tatuaggi! Tra icone immortali e loghi leggendari, ecco i re del tattoo.

Tatuarsi la propria band preferita è una delle dichiarazioni d’amore più rock che si possano fare. Che sia per ricordare un momento speciale o per onorare la musica che ci ha salvati nei giorni bui, ci ha dato la carica giusta quando serviva, un tattoo ispirato ai grandi della musica non è solo un’opera d’arte, ma un pezzo di cuore inciso sulla pelle.
In testa i Pink Floyd a seguire tutto il resto…
E a quanto pare, c’è una band che regna incontrastata quando si parla di tatuaggi: i Pink Floyd. Con 13.000 ricerche mensili globali per tattoo ispirati alla loro musica e alle loro copertine, il leggendario prisma di The Dark Side of the Moon è un must per i fan di tutto il mondo.
Secondi classificati i Guns N’ Roses (10.675 ricerche), grazie al loro iconico logo con la croce di Appetite for Destruction. La cosa è singolare se si pensa che il disegno originale venne realizzato proprio da Billy White Jr., un tatuatore. Medaglia di bronzo invece per i tedeschi Rammstein (10.558 ricerche), con il loro potente simbolo industrial rock. La classifica si chiude, a sorpresa, con i Twenty One Pilots, gli Iron Maiden e i Tool. Questi ultimi ricercati da 6.200 utenti mensili.
La Top 10 dal quarto al decimo posto
Metallica – 9.367 ricerche
Nirvana – 9.150 ricerche
Linkin Park – 8.425 ricerche
Slipknot – 7.900 ricerche
Twenty One Pilots – 7.775 ricerche
Iron Maiden – 7.125 ricerche
Tool – 6.200 ricerche
Mentor Dedaj, proprietario dello studio di tatuaggi con sede in Svizzera, a Berna, LLTattoo, che ha realizzato l’indagine conferma “La musica rock e l’inchiostro sono inseparabili. È incredibile vedere quante persone vogliono portare con sé per sempre un pezzo dei loro artisti preferiti”.
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