Lifestyle
Nuove truffe in agguato con l’uso delle prenotazioni non confermate…
L’Unione nazionale consumatori sul proprio sito denuncia nuovi meccanismi telefonici per truffare e rubare dati e soldi.
“C’è un problema con la prenotazione”. La frase utilizzata è sempre la stessa. Sembra che la prenotazione non sia andata a buon fine. C’è qualche impedimento che ostacola la chiusura del contratto. Sembra tutto vero ma la truffa è in agguato.
La truffa che sfrutta Booking
In questi mesi estivi, con molti italiani in cerca di una destinazione per le vacanze, si sta diffondendo una truffa pericolosa che sfrutta Booking.com per rubare i dati delle carte di credito. L’Unione Nazionale Consumatori ha segnalato questa frode, che combina phishing e spoofing per ingannare le vittime.
Come accorgersi della truffa
Si capisce subito che il messaggio che riceviamo è ingannevole. Dopo aver prenotato una struttura su Booking.com, i clienti ricevono un messaggio che sembra provenire dall’hotel. Il messaggio informa che il pagamento non è andato a buon fine e chiede di reinserire i dati della carta di credito tramite un link fornito.
Il sito clone in agguato
Il link porta a una pagina che sembra identica a quella di Booking, completa di tutti i dettagli della prenotazione. Inserendo i dati della carta su questo sito, i clienti pagano di nuovo, ma questa volta il denaro va ai truffatori.
Phishing e Spoofing cosa sono
Il Phishing è semplice da individuare perché la truffa si basa sull’inganno, facendo credere alla vittima di essere su un sito affidabile. Lo spoofing è ancora più grave perché viene manipolata l’identità del mittente, così il messaggio sembra provenire da Booking o da un’altra istituzione fidata. I truffatori spesso ottengono i dati di prenotazione hackerando i profili degli hotel su Booking, per rendere la truffa ancora più convincente.
E quindi come facciamo a difenderci?
Il primo consiglio è quello di non cliccare mai su link o allegati ricevuti via email, SMS o WhatsApp da fonti non verificate. Booking e le banche non chiedono mai dati sensibili tramite questi canali. Secondo consiglio se si riceve un messaggio sospetto, contattare direttamente l’hotel o Booking per verificare la veridicità della comunicazione. Terzo consiglio chi cade nella trappola deve immediatamente contattare la propria banca per bloccare la carta e denunciare l’accaduto alla Polizia Postale e a Booking.
Come fare prevenzione
Naturalmente essere informati sulle tecniche di phishing e spoofing è fondamentale per riconoscere i tentativi di truffa. Inoltre è consigliabile adottare una navigazione prudente, evitando di fornire dati sensibili tramite link sospetti, è una misura di prevenzione efficace.
L’Unione Nazionale Consumatori consiglia sempre di verificare l’affidabilità delle comunicazioni e di essere prudenti con i dati personali per evitare di cadere in trappole come queste.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Lifestyle
Autocontrollo al capolinea: perché riserviamo la pazienza agli estranei e sbrocchiamo con chi amiamo
La fatica mentale accumulata durante la giornata erode il nostro autocontrollo, rendendoci meno pazienti con chi ci sta più a cuore. Ma si può imparare a regolare le emozioni: ecco come.
Ci avete mai fatto caso? Vi comportate come veri gentiluomini o signore con colleghi, amici occasionali o perfetti sconosciuti, ma appena varcate la soglia di casa diventate irritabili, scontrosi o addirittura arrabbiati con chi amate. Non è affatto un’eccezione: per molti psicologi, questa spiazzante discrepanza tra autocontrollo in pubblico e sfogo in privato è perfettamente comprensibile — e scientificamente spiegabile.
Dall’autocontrollo alla regolazione emotiva
L’idea comune di “autocontrollo” implica trattenere pulsioni e reazioni, ma gli esperti spesso preferiscono parlare di regolazione emotiva. Come spiega la psicologa Roberta De Angelis, sforzarsi tutto il giorno di reprimere risposte dirette può esaurire le nostre risorse interne, così che al rientro a casa veniamo travolti da emozioni represse. Non è un fallimento morale, ma una conseguenza naturale di un sistema che finisce la “benzina”.
La teoria della base sicura
Una parte di questa dinamica emerge dalla teoria dell’attaccamento di John Bowlby, secondo cui ogni persona ha bisogno di una “base sicura” per esplorare il mondo emotivamente. Con chi ci è più intimo, come partner o familiari, ci sentiamo più protetti, quindi ci permettiamo di essere autentici — anche quando mostrarsi gentili non è possibile. In altre parole, essere sé stessi con chi si ama significa anche far emergere lati meno edificanti.
La stanchezza che mina il controllo
Uno studio recente pubblicato su PNAS, condotto da ricercatori della Scuola IMT di Lucca con l’Università di Firenze, ha mostrato che già dopo 45 minuti di attività mentale intensa (che richiede autocontrollo) alcune aree frontali del cervello mostrano onde simili a quelle del sonno, un fenomeno definito “sonno locale”. Questo depauperamento neurologico rende più difficile inibire comportamenti impulsivi e aumenta la propensione ad agire con aggressività.
Parallelamente, altri studi neuroscientifici hanno dimostrato che la fatica mentale indebolisce la capacità di regolare le emozioni: attività ripetute di controllo cognitivo (come ignorare distrazioni o reprimere risposte) possono ridurre le connessioni tra la corteccia prefrontale e l’amigdala, rendendoci più reattivi agli stimoli negativi.
Il cervello che cede: la spiegazione neurologica
In termini semplici, il cervello è composto da una parte “antica” – l’amigdala – che gestisce le emozioni rapide e istintive, e da una parte più evoluta – la corteccia prefrontale – che aiuta a pianificare, riflettere e controllare. Quando siamo mentalmente stanchi, la prefrontale “si affatica” e non svolge più bene il suo lavoro, lasciando spazio a reazioni più istintive. Con le persone amate, dove ci sentiamo protetti, il controllo si abbassa prima, e così emergono frustrazioni che avevamo trattenuto tutto il giorno.
Come fare per non esplodere con chi ci sta vicino
Gli psicologi suggeriscono alcune strategie pratiche per gestire questo squilibrio:
- Riconoscere e nominare le emozioni
Il primo passo è diventare consapevoli di ciò che si prova. Quando sentite la rabbia montare, fermatevi un attimo e date un nome a quel sentimento: “sono stanco”, “sono frustrato”. Questo piccolo gesto aiuta la parte razionale del cervello a intervenire. - Pianificare pause genuine
Dopo momenti di alta richiesta cognitiva (riunioni, decisioni difficili, lavoro intenso), concedetevi delle pause reali. Non solo un caffè, ma un momento per scaricare mentalmente: respirazione, breve movimento o anche solo stare in silenzio. - Creare una “finestra di tolleranza”
Gli psicoterapeuti parlano di “finestra della tolleranza”: uno spazio in cui si può sentire sofferenza ma rimanere connessi con sé stessi. Non serve reprimere tutto né sfogarsi aggressivamente: si può esprimere la rabbia, ma in modo consapevole. - Costruire sicurezza nei rapporti intimi
Parlare apertamente con la persona amata: esprimere che certi scoppi emotivi non sono colpa loro ma riflettono il proprio esaurimento mentale. Creare insieme dei momenti di decompressione può aiutare a evitare rotture. - Migliorare il recupero
Dormire bene, mangiare in modo equilibrato e dedicare tempo al relax sono alleati essenziali per ricostruire la riserva di autocontrollo. Quando il cervello è veramente riposato, è meno probabile che venga sopraffatto.
Conclusione
Non è raro essere più civili con gli altri e meno pazienti con chi ci è più caro. Spesso non è un difetto di carattere, ma un segnale che il nostro cervello è a corto di risorse. Riconoscere questo meccanismo ci aiuta a gestire meglio le emozioni e migliorare le relazioni più importanti. In fondo, trattenersi tutto il giorno non è una virtù magnifica se poi esplodiamo quando dovremmo sentirci al sicuro.
Animali
Prima di adottare un uccello domestico: tutto ciò che devi davvero sapere
Dalla scelta della specie alle cure veterinarie, passando per alimentazione, socializzazione e sicurezza domestica: ecco perché adottare un uccello non è mai una decisione da prendere alla leggera.
Scegliere un uccello come animale domestico è un gesto che attira sempre più persone, complici le dimensioni contenute e l’apparente facilità di gestione. In realtà, i volatili sono tra gli animali da compagnia più delicati, e richiedono cure specifiche, un ambiente sicuro e una buona conoscenza delle loro esigenze etologiche. Prima di accoglierne uno in casa, è indispensabile capire cosa comporti davvero conviverci.
Capire la specie che si adotta
Non esiste “l’uccellino facile”. Ogni specie ha caratteristiche, bisogni e livelli di socialità molto diversi tra loro. I pappagallini ondulati, ad esempio, sono più interattivi e vivono mediamente 8–10 anni; i calopsitti possono arrivare a 15–20 anni; le specie più grandi, come gli amazzoni o i cacatua, superano spesso i 40–50 anni. Una decisione che può durare una vita. È quindi fondamentale informarsi tramite allevatori certificati, veterinari aviari o associazioni riconosciute.
Ambiente e benessere: non basta una gabbietta
Uno dei principali errori è credere che una gabbia standard sia sufficiente. In realtà, tutti gli uccelli necessitano di spazi ampi, posatoi naturali, giochi sicuri e soprattutto tempo fuori dalla gabbia per volare e muoversi. Secondo veterinari e ornitologi, molte patologie – dal piumaggio rovinato allo stress cronico – derivano proprio dalla mancanza di stimoli e libertà di volo.
La casa, inoltre, deve essere resa sicura: niente finestre aperte senza protezioni, piante tossiche, teflon potenzialmente letale se surriscaldato, o fonti di rumore e stress.
Alimentazione varia e controllata
La dieta non può basarsi solo sui semi. I volatili hanno bisogno di un’alimentazione bilanciata che comprenda mangimi estrusi, frutta e verdura adatte alla specie, e un controllo delle quantità per evitare obesità o carenze nutrizionali. Molti problemi di salute derivano proprio da alimentazioni monotone. E alcuni cibi comuni – come avocado, cioccolato, alcol o sale – sono per loro tossici.
Richiedono tempo, interazione e pazienza
Alcune specie sono fortemente sociali e, in natura, vivono in grandi gruppi. Questo significa che un uccello domestico isolato rischia di sviluppare stress, vocalizzazioni eccessive o comportamenti distruttivi. Non si tratta di animali “ornamentali”: hanno bisogno di interazione quotidiana, stimoli cognitivi, giochi e contatto sociale. Adottarli richiede tempo costante, soprattutto per i pappagalli più intelligenti.
Impegno economico e veterinario
La salute dei volatili deve essere seguita da un veterinario esperto in animali aviari, non sempre facile da trovare. Le visite periodiche, gli esami e l’alimentazione corretta comportano un impegno economico non trascurabile. Inoltre, un volatile può vivere decenni: significa pianificare a lungo termine.
Adozione consapevole
Molti esperti ricordano che gli uccelli non sono animali “semplici” o adatti a chi vuole un compagno silenzioso. Alcuni possono essere molto rumorosi, altri timidi e sensibili ai cambiamenti ambientali. Prima di adottarne uno, è fondamentale chiedersi: Ho abbastanza tempo? Lo spazio è adeguato? Posso garantire cure costanti per molti anni?
Arte e mostre
I presepi più belli d’Italia: viaggio tra le meraviglie della tradizione
Dal Presepe di Manarola al celebre San Gregorio Armeno, dalla Natività dei Frati Cappuccini di Genova ai borghi che si trasformano in palcoscenici a cielo aperto: una guida per scoprire le tappe imperdibili.
Ogni anno, con l’arrivo di dicembre, l’Italia riscopre una delle sue tradizioni più radicate: il presepe. Nato in area mediterranea e codificato nel Medioevo, il presepio si è evoluto in forme diversissime a seconda delle regioni, dando vita a opere artistiche, allestimenti monumentali e vere e proprie scenografie urbane. Ecco una selezione dei presepi più suggestivi che vale la pena visitare.
San Gregorio Armeno, Napoli: la capitale del presepe
Nel cuore di Napoli, la strada dei presepi per eccellenza è un simbolo internazionale dell’artigianato partenopeo. A San Gregorio Armeno si producono pastori e miniature tutto l’anno, con botteghe che tramandano tecniche secolari. Qui convivono statuine della Natività, figure popolari e personaggi contemporanei: un incontro unico tra devozione e creatività.
Il Presepe di Manarola, Liguria: la Natività più grande del mondo
Sulle colline delle Cinque Terre, Manarola ospita un presepe luminoso di dimensioni record. Ideato negli anni Settanta da Mario Andreoli, l’allestimento utilizza migliaia di lampadine e sagome ricavate da materiali riciclati. Ogni dicembre la collina soprastante il borgo si trasforma in un’immensa scenografia visibile anche dal mare, oggi completamente alimentata da energia rinnovabile.
Greccio, Lazio: dove tutto ebbe inizio
Secondo la tradizione francescana, fu a Greccio che nel 1223 San Francesco realizzò il primo presepe vivente della storia. Il santuario che domina il paese offre un percorso museale dedicato alla Natività e ogni anno vengono proposte rievocazioni che riportano l’atmosfera del Medioevo. Una tappa fondamentale per chi vuole riscoprire le origini del presepe.
Il Presepe dei Cappuccini, Genova: un capolavoro di scuola ligure
Nel Museo dei Beni Culturali Cappuccini si trova una delle collezioni presepiali più raffinate d’Italia. Le statue lignee policrome del Settecento, opera di maestri come Anton Maria Maragliano, sono esposte in scenografie che ricostruiscono ambienti quotidiani e paesaggi pastorali. Un esempio magistrale della tradizione artistica ligure.
Città dei Presepi: le mostre e i borghi che si trasformano
Molti centri italiani dedicano interi quartieri alla Natività. A Verona, ad esempio, la grande mostra internazionale nella suggestiva cornice dell’Arena raccoglie presepi provenienti da tutto il mondo. In Umbria, Gubbio propone un presepe meccanico ospitato all’interno della chiesa di San Francesco della Pace, mentre a Matera le rappresentazioni viventi sfruttano l’unicità dei Sassi per creare ambientazioni naturali di grande impatto visivo.
Ceramica e tradizione: il presepe di Deruta
Nel borgo umbro celebre per le sue ceramiche artistiche, ogni anno viene allestito un presepe monumentale con figure in terracotta dipinte a mano secondo la tradizione locale. Un esempio di come l’artigianato regionale possa dare nuova vita alla narrazione sacra.
In Italia il presepe non è soltanto un simbolo religioso: è un linguaggio culturale che varia di regione in regione, un racconto condiviso che ogni anno si arricchisce di nuove interpretazioni. Che si tratti di un borgo intero trasformato in palcoscenico o di un’opera custodita in un museo, visitare questi luoghi significa entrare nel cuore della tradizione natalizia.
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