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Cinema

Anch’io molestata: Jasmine Trinca parla del MeToo all’italiana

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    La 43enne attrice è pronta a partire in direzione Cannes, dove presenta la serie L’arte della gioia diretta dalla sua collega Valeria Golino. Si tratta di una storia di riscatto femminile (nei cinema in due parti – la prima dal 30 maggio e la seconda dal 13 giugno – e poi su Sky e in streaming su Now). Sulla Croisette si fa un gran parlare di un’onda di ritorno della questione MeToo e la Trinca non si sottrae dal commentarla.

    Anche lei fra le molestate

    Alla precisa domanda “Ha mai subito molestie?” la sua risposta è lapidaria: “Certo, come il 90 per cento delle donne. È successo diverse volte, quando ero giovane. Molestie sia fisiche che verbali”. Una denuncia contro i cosiddetti “insospettabili”: nomi stimati, potenti e celebrati della celluloide… ma anche contro un preciso sistema. Dichiara l’attrice alla rivista Vanity Fair: “Non si tratta di mele marce, non si tratta di maniaci: parliamo di un sistema di potere, del prodotto di una cultura».

    Ma non fa i nomi

    Qualcuno le suggerisce di fare i nomi di questi personaggi. Lei risponde: “No, perché all’epoca dei fatti non ho capito fino in fondo cosa mi accadeva ed è stato solo dopo che ho preso coscienza. Oggi è troppo tardi per fare le denunce. Ma io lo racconto perché altre donne possano riconoscersi e mi interessa farne un discorso politico, denunciare un sistema. Io non ho nessun timore. Venissero da me a dirmi qualcosa: ma non verranno”.

    Fallimento del dissenso

    Circa l’esperienza di Dissenso comune, collettivo di attrici nato sull’onda del MeToo a stelle e strisce, del quale lei era una delle attiviste in prima linea: “È stato un fallimento. E me lo assumo politicamente”.

    Una predilezione speciale per la Golino

    Non è nuova alla collaborazione a fianco di Valeria Golino. Insieme hanno recitato in Miele, in Euforia e ora in questo nuovo progetto. Una domanda sul loro legame speciale è d’obbligo. “Valeria Golino è la mia regista preferita. La serie è bellissima ed è sexy perché lei è sexy. Con Valeria è tutto bellissimo… Niente può essere brutto nei suoi film, perché lei vede tutto bello. Il suo sguardo è un regalo”.

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      Cinema

      George Clooney, l’ultima vera star di Hollywood che non smette di credere nell’America

      Attore, regista e produttore, George Clooney resta uno dei volti più completi del cinema americano. Tra impegno politico, ironia e fascino intramontabile, racconta la sua visione del futuro degli Stati Uniti.

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      George Clooney

        George Clooney è, con ogni probabilità, una delle ultime vere star di Hollywood. Capace di muoversi con disinvoltura tra recitazione, regia e produzione, l’attore nato a Lexington, Kentucky, nel 1961 incarna l’idea stessa di versatilità. Dal dottor Ross di E.R. – Medici in prima linea ai ruoli più intensi di Syriana o Michael Clayton, Clooney ha saputo alternare blockbuster e cinema d’autore senza mai perdere fascino o credibilità.

        Fuori dal set, il suo impegno politico lo ha reso una figura di riferimento per il mondo progressista americano. Da sempre vicino al Partito Democratico, ha sostenuto le campagne di Barack Obama, Hillary Clinton e Joe Biden, oltre a impegnarsi attivamente in cause umanitarie come la difesa dei diritti umani in Sudan e la promozione della libertà di stampa.

        Poche settimane fa, l’attore è stato protagonista di uno degli incontri più seguiti della serie Actors on Actors di Variety, insieme alla collega Patti LuPone. Durante la conversazione, i due hanno discusso del futuro della democrazia americana, del ruolo dell’arte e del senso di responsabilità pubblica degli artisti.

        Clooney, pur non nascondendo le sue preoccupazioni, ha offerto una prospettiva ottimista: “Abbiamo vissuto tempi molto più difficili di questi. Nel 1968 ogni città americana era in fiamme, avevamo perso Martin Luther King e Bobby Kennedy. Eppure, nonostante tutto, siamo andati avanti.”

        L’attore ha sottolineato come oggi la sfida principale sia la moltiplicazione incontrollata delle fonti d’informazione: “Il problema non è solo cosa accade, ma come le persone scelgono di informarsi. Viviamo immersi nel rumore, e distinguere la verità dalle menzogne è diventato più difficile che mai.”

        Un messaggio velato anche a Donald Trump e ai populismi che, secondo Clooney, “sono destinati a svanire come sempre accade ai demagoghi.”

        Parallelamente, Clooney torna al cinema con Jay Kelly, nuova commedia drammatica diretta da Noah Baumbach, in uscita nelle sale americane il 19 novembre 2025 e su Netflix dal 5 dicembre. Nel cast anche Laura Dern, Adam Sandler, Billy Crudup, Riley Keough e Isla Fisher.

        A 64 anni, George Clooney continua a incarnare un’idea di Hollywood ormai rara: quella dell’attore che non si limita a interpretare, ma che usa la propria voce per riflettere sul mondo. E, forse, per cambiarlo un po’.

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          Cinema

          A Giorgia proposero un film erotico: Tinto Brass voleva lei per “La guardiana del faro”

          Sembra una scena uscita da una puntata di “Ai confini della realtà”, invece è un episodio vero: Giorgia, una delle voci più raffinate della musica italiana, racconta di essere stata contattata da Tinto Brass per interpretare un film erotico intitolato “La guardiana del faro”. Una proposta inattesa, mai diventata realtà ma rimasta come una curiosa parentesi nel suo passato artistico.

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            Ci sono retroscena che, quando emergono, fanno sobbalzare anche i fan più preparati. E quello raccontato da Giorgia appartiene decisamente alla categoria “imprevedibili”. La cantante, simbolo di eleganza vocale e riservatezza, ha rivelato che anni fa le fu proposta una parte in un film erotico. Non un film qualunque: un progetto firmato da Tinto Brass, il regista che ha costruito un’intera carriera tra trasgressione, cult di genere e icone sensuali.

            Il titolo provvisorio, “La guardiana del faro”, fa già sorridere per la distanza siderale dal mondo musicale e artistico di Giorgia. Un contrasto così netto che la stessa cantante, raccontandolo, ha ammesso di aver pensato di trovarsi dentro una dimensione parallela. Brass, del resto, non è nuovo a scelte inaspettate: nella sua lunga carriera ha sempre cercato volti magnetici e personalità forti, anche dove nessuno si sarebbe aspettato di trovarle.

            La proposta arrivò in un momento in cui Giorgia era già affermata, ma ancora lontana dall’aura “intoccabile” che ha acquisito negli ultimi anni. Eppure, nonostante il fascino curioso della situazione, la cantante non prese mai seriamente in considerazione l’idea: l’universo brassiano, con la sua estetica provocatoria e il suo immaginario senza filtri, era troppo distante dalla sua sensibilità artistica. Così l’episodio rimase una parentesi divertita, da raccontare solo molti anni dopo.

            A distanza di tempo, però, quella proposta rivela anche un altro aspetto: la cifra di Giorgia come artista, sempre coerente con sé stessa e con un’immagine costruita sulla voce e sull’intensità, mai sullo scandalo. Non ha mai inseguito scorciatoie, né cavalcato provocazioni che avrebbero potuto garantirle visibilità immediata. Ha preferito, allora come oggi, la via della musica.

            Difficile immaginare cosa sarebbe stato “La guardiana del faro” con Giorgia protagonista, e forse è proprio questa distanza a rendere l’aneddoto irresistibile. Una sorta di sliding doors improbabile che la cantante ha attraversato con un sorriso e una scrollata di spalle. E che oggi diventa uno di quei retroscena pop perfetti da tirare fuori quando si vuole ricordare che anche le carriere più lineari, ogni tanto, sfiorano territori inattesi.

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              Cinema

              Sydney Sweeney in corsa per diventare la nuova Bond Girl: “Forse sì, forse no… dipende tutto dalla sceneggiatura”

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                Sydney Sweeney potrebbe diventare la prossima Bond Girl. Le voci, che da giorni rimbalzano sui media americani e britannici, la danno in pole position per il nuovo capitolo della saga di James Bond, il primo sotto il pieno controllo di Amazon Studios dopo l’acquisizione di MGM per 6,1 miliardi di dollari.

                L’attrice di Euphoria e The White Lotus, 28 anni, è considerata una delle interpreti più richieste del momento e il suo nome circola con insistenza tra i candidati del cast. Secondo Variety, lo stesso Jeff Bezos, fondatore di Amazon, vedrebbe con entusiasmo la Sweeney nel ruolo.

                Un indizio, forse, arriva anche dalla vita reale: la scorsa estate l’attrice era tra gli ospiti del matrimonio di Bezos con Lauren Sanchez a Venezia. Ma non solo. I tre collaborano anche per la distribuzione della linea di lingerie firmata Sweeney, dettaglio che alimenta i sospetti di un legame professionale sempre più stretto.

                Intervistata da Variety, Sydney ha giocato sul filo della diplomazia. «Non so (pausa di sette secondi)… non posso (altra lunga pausa). Ad essere onesta, non sono a conoscenza delle voci. Ma sono sempre stata una grande fan del franchise e sono curiosa di vedere cosa faranno», ha detto sorridendo. Poi ha aggiunto: «Dipende tutto dalla sceneggiatura. In realtà, mi piacerebbe di più interpretare 007 che la Bond Girl».

                Il prossimo film dell’agente segreto, il ventiseiesimo della saga, sarà diretto da Denis Villeneuve con la sceneggiatura firmata da Steven Knight, autore di Peaky Blinders.

                Negli ultimi mesi la Sweeney è stata al centro di diverse controversie: la pubblicità di American Eagle di cui è protagonista è stata accusata di “promuovere l’eugenetica”, accusa amplificata dal fatto che l’attrice, rarità a Hollywood, è registrata come elettrice repubblicana.

                Tra scandali, ruoli da sogno e strategie di marketing, Sydney Sweeney continua a essere il volto perfetto di una Hollywood che mescola glamour, provocazione e potere. E se davvero diventerà la nuova musa di 007, lo farà a modo suo — con la stessa sicurezza con cui, in ogni intervista, lascia che sia il silenzio a dire tutto.

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