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Cinema

Cinepresa o trappola? Kevin Costner denunciato per molestie da una controfigura

La denuncia arriva da una professionista di lunga carriera nei set hollywoodiani: “Mi hanno spinta a girare una scena intima mai concordata, con Costner dietro la macchina da presa”. La difesa dell’attore: “Accuse infondate”. Ma il caso rischia di travolgere il secondo capitolo del kolossal western.

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    Il ciak stavolta potrebbe non segnare l’inizio di un film, ma di una lunga battaglia legale e mediatica. Kevin Costner, icona del cinema americano, è stato denunciato per molestie e discriminazione sessuale da Devyn LaBella, controfigura professionista con esperienze su set di altissimo profilo – Barbie compreso – che ha lavorato anche in Horizon: An American Saga, il kolossal western diretto e interpretato dallo stesso Costner.

    Secondo quanto riportato da The Hollywood Reporter, la denuncia riguarda una scena improvvisata e mai prevista dal piano di lavorazione del secondo capitolo della saga, attualmente in post-produzione. LaBella sostiene di essere stata coinvolta in una sequenza ad altissimo tasso di violenza sessuale, mai discussa prima, priva di prove e, fatto ancora più grave, girata senza la presenza obbligatoria di un intimacy coordinator.

    Una scena che, nella sua ricostruzione, avrebbe avuto luogo davanti all’intera troupe, e in condizioni di totale vulnerabilità. “Quel giorno non sono stata protetta”, ha dichiarato. “Sono stata profondamente tradita da un sistema che promette sicurezza e professionalità, soprattutto per chi svolge un mestiere delicato come il nostro, dove il corpo è parte integrante del lavoro”.

    L’accusa: “Simulazione di stupro, senza preavviso né protezione”

    Nella denuncia presentata presso un tribunale della California, LaBella racconta che la scena incriminata prevedeva la simulazione di un rapporto sessuale non consensuale, e sarebbe stata inserita all’ultimo minuto, senza alcun tipo di avvertimento, né tantomeno l’approvazione scritta o verbale da parte della stuntwoman. Kevin Costner, che oltre a dirigere interpreta anche il protagonista del film, era presente sul set come regista.

    Secondo l’attrice, il copione consegnato e il piano di lavorazione giornaliero non contenevano alcuna menzione di scene intime o potenzialmente traumatiche. “Sono stata messa in una situazione umiliante e abusiva, in pieno giorno, sotto gli occhi di decine di tecnici e colleghi”, si legge nella denuncia. “Nessuno ha fermato quella scena. Nessuno ha protestato”.

    Il punto centrale della causa ruota attorno all’assenza di un intimacy coordinator, figura ormai obbligatoria in qualsiasi produzione hollywoodiana che preveda scene di intimità fisica, proprio per prevenire situazioni come quella denunciata da LaBella. “Un’assenza inspiegabile”, scrive l’avvocato della donna, “in un set multimilionario con standard produttivi così elevati”.

    La reazione di Costner: “Accuse prive di fondamento”

    Secca e immediata la risposta dell’entourage di Kevin Costner, che attraverso il suo legale ha definito le accuse “totalmente infondate”. Secondo la loro versione dei fatti, non ci sarebbero mai state riprese ufficiali della scena contestata, che si sarebbe trattato semmai di “una prova scenica” condotta con il pieno consenso degli attori coinvolti. Nessuna coercizione, nessun abuso.

    “Kevin Costner non ha mai imposto nulla a nessuno”, ha dichiarato l’avvocato. “Queste accuse infangano la sua reputazione senza alcun riscontro oggettivo. I registri di produzione, le testimonianze della troupe e il materiale girato parlano chiaro. L’attrice era consapevole di ciò che stava interpretando”.

    Ma la difesa non convince tutti, anche perché LaBella afferma di essere stata silenziata dopo l’incidente: “Non sono più stata richiamata, né riassunta. Ho perso ingaggi abituali e regolari. Il mio nome è scomparso da alcune liste di produzione”.

    Un kolossal sotto accusa

    La denuncia arriva in un momento delicato per Horizon: An American Saga, megaproduzione a episodi che racconta la conquista del West e le tensioni fra coloni e nativi americani, progetto molto personale per Kevin Costner, che ha investito decine di milioni di dollari di tasca propria pur di portarlo al cinema. Il primo capitolo è atteso nei cinema per il 28 giugno, mentre il secondo, al centro del caso LaBella, è previsto per l’agosto successivo.

    Il film è già stato presentato con enfasi come un ritorno al cinema epico e corale: cast stellare, grandi paesaggi americani, cavalli, polvere e drammi familiari. Ma ora rischia di diventare il centro di una controversia che potrebbe oscurarne l’uscita, alimentando un dibattito su come vengano trattati sul set i lavoratori dello spettacolo, soprattutto le figure più esposte e meno tutelate, come le controfigure.

    Un altro caso MeToo?

    Il caso ricorda per certi aspetti quelli scoppiati negli anni del movimento #MeToo, anche se stavolta a essere coinvolto non è un giovane attore emergente, ma una delle figure storiche di Hollywood, che si è sempre presentato come paladino del cinema “etico” e indipendente, lontano dai meccanismi più tossici dell’industria.

    Ma la questione, al di là della colpevolezza o meno di Costner, riapre il dibattito sulla sicurezza dei set, sul ruolo reale degli intimacy coordinator e su quanto sia labile, ancora oggi, la protezione delle lavoratrici dell’industria cinematografica. Una controfigura non è un corpo a disposizione. Un concetto che sembra banale, ma che a quanto pare va ancora ripetuto.

    E stavolta, lo scandalo arriva in sella a un cavallo western. Ciak, si denuncia.

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      Cinema

      Sydney Sweeney in corsa per diventare la nuova Bond Girl: “Forse sì, forse no… dipende tutto dalla sceneggiatura”

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        Sydney Sweeney potrebbe diventare la prossima Bond Girl. Le voci, che da giorni rimbalzano sui media americani e britannici, la danno in pole position per il nuovo capitolo della saga di James Bond, il primo sotto il pieno controllo di Amazon Studios dopo l’acquisizione di MGM per 6,1 miliardi di dollari.

        L’attrice di Euphoria e The White Lotus, 28 anni, è considerata una delle interpreti più richieste del momento e il suo nome circola con insistenza tra i candidati del cast. Secondo Variety, lo stesso Jeff Bezos, fondatore di Amazon, vedrebbe con entusiasmo la Sweeney nel ruolo.

        Un indizio, forse, arriva anche dalla vita reale: la scorsa estate l’attrice era tra gli ospiti del matrimonio di Bezos con Lauren Sanchez a Venezia. Ma non solo. I tre collaborano anche per la distribuzione della linea di lingerie firmata Sweeney, dettaglio che alimenta i sospetti di un legame professionale sempre più stretto.

        Intervistata da Variety, Sydney ha giocato sul filo della diplomazia. «Non so (pausa di sette secondi)… non posso (altra lunga pausa). Ad essere onesta, non sono a conoscenza delle voci. Ma sono sempre stata una grande fan del franchise e sono curiosa di vedere cosa faranno», ha detto sorridendo. Poi ha aggiunto: «Dipende tutto dalla sceneggiatura. In realtà, mi piacerebbe di più interpretare 007 che la Bond Girl».

        Il prossimo film dell’agente segreto, il ventiseiesimo della saga, sarà diretto da Denis Villeneuve con la sceneggiatura firmata da Steven Knight, autore di Peaky Blinders.

        Negli ultimi mesi la Sweeney è stata al centro di diverse controversie: la pubblicità di American Eagle di cui è protagonista è stata accusata di “promuovere l’eugenetica”, accusa amplificata dal fatto che l’attrice, rarità a Hollywood, è registrata come elettrice repubblicana.

        Tra scandali, ruoli da sogno e strategie di marketing, Sydney Sweeney continua a essere il volto perfetto di una Hollywood che mescola glamour, provocazione e potere. E se davvero diventerà la nuova musa di 007, lo farà a modo suo — con la stessa sicurezza con cui, in ogni intervista, lascia che sia il silenzio a dire tutto.

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          Cinema

          Jenna Ortega: un successo da vertigine… ma per i fratelli deve sempre lavare i piatti

          Dal successo adolescenziale nella serie Disney “Harley in mezzo” all’iconico personaggio di Mercoledì, in grado di riscrivere l’immagine della Famiglia Addams. Ora Jenna si sente pronta alla definitiva consacrazione e ricorda i tempi degli esordi.

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            Giovane ma già così maledettamente famosa. Una celebrità per la quale deve ringraziare il personaggio di Mercoledì nell’omonima seconda serie targata Netflix e diretta da Tim Burton, un vero e proprio fenomeno di massa mondiale.

            Ha recentemente chiuso il suo account X

            Un successo sconfinato ottenuto nel corso degli ultimi due anni, la Ortega è attualmente uno dei personaggi più in vista del panorama internazionale. E se questo, da un lato ha aumentato il suo peso specifico a Hollywood e l’ha portata ad avere numerosi fan, dall’altra l’ha trasformata in un facile bersaglio per gli haters che ora, grazie all’AI, possono aggiungere nuove modalità di attacco nel loro arsenale di stupidità. L’attrice, infatti, è stata costretta a chiudere l’account X a causa di una serie di foto pedopornografiche generate con la tecnologia deepfake dell’intelligenza artificiale. Una modalità che consiste nel mettere il volto di una persona su altre immagini o altre video che, con quella persona, non hanno niente a che fare. In queste vergognose immagini generate artificialmente l’attrice viene raffigurata nella sua versione adolescente in pose intime.

            Il limite dei social

            Al New York Times, parlando proprio di questo brutto episodio ha detto: “Odio l’IA. Voglio dire: l’intelligenza artificiale può essere usata per cose grandiose. Credo di aver letto da qualche parte che l’intelligenza artificiale può individuare un cancro al seno quattro anni prima che progredisca. È grandioso. Continuiamo così. Mi è piaciuto aver creato un account Twitter a quattordici anni perché dovevo e vedere delle contenuto sporco ed editato su di me bambina? No. È terrificante. È marcio. È sbagliato e disgustoso e mi ha fatto stare male. Mi ha fatto sentire a disagio. Ed è per questo che ho cancellato Twitter, perché non riuscivo più a dire nulla senza trovarmi con qualcosa di questo genere. Non ne avevo bisogno.”

            Sempre sul set

            Al momento, afferma di non nascondere nulla di particolarmente glamour. Passa gran parte del suo tempo a viaggiare da un set all’altro. «Vivo praticamente lavorando, è molto raro che veda il sole». Ultimamente sta lentamente iniziando ad accettare il fatto che la sua vita è cambiata per sempre e che probabilmente cambierà ancora: «È talmente tanta la pressione che si respira in questo lavoro che è quasi comico ed è bello, e terribile».

            Il rapporto con il personaggio di Mercoledì

            «Gran parte dell’ultimo anno e mezzo l’ho sentito molto distante da me, molto dissociativa, aliena ed extra-corporea. Chi avrebbe mai immaginato che un personaggio tanto dark, contorto e sarcastico come Mercoledì potesse suscitare una tale gioia?». Aggiungendo: «Non ho mai avuto una stanza tutta per me da piccola», mi dice. «E ora posso viaggiare per il mondo».

            Non voglio parlare d’amore

            Su una cosa però si mostra intransigente: «Non parlo della mia vita amorosa perché è mia. Quando sai troppo della vita privata di qualcuno, poi guardi i film e vedi solo quello»

            Il giudizio del visionario Burton

            Il regista non ha dubbi: «Lei è una delle persone con cui preferisco lavorare, diversa da chiunque altro». Anche se si rende conto pure lui che il personaggio di Mercoledì ha arrecato non poche sofferenze alla ragazza Ortega, che ha iniziato a girare la prima stagione nel 2021 a 18 anni, più o meno l’età in cui i suoi coetanei andavano al college. La serie, che ha debuttato nel 2022, è diventata improvvisamente oggetto di culto, riformulando il franchising della Famiglia Addams proprio intorno al personaggio dell’afflitta figlia adolescente. Frantumando i record di Netflix e facebdole guadagnare il titolo di serie in lingua inglese più vista di sempre.

            Una bambina che cercava una via d’uscita

            Quarta di sei figli, la madre infermiera di pronto soccorso e il padre ex sceriffo che lavora presso l’ufficio del procuratore distrettuale della California, è cresciuta in una comunità del deserto insieme ad altre famiglie messicane. Fin da piccola desiderava di più: «Sono grata a quella bambina di sei anni che voleva diventare presidente o astronauta… perché ora mi rendo conto che ero sempre alla ricerca di una via d’uscita».

            La reazione indifferente dei fratelli

            Avendo cominciato a lavorare molto presto nella serie Disney Harley in mezzo (2016-2018) la madre l’ha sempre seguita, dovendo trascurare gli altri figli. Di quel periodo Jenna ricorda: «Quando tornavo a casa mi dicevano: “Jenna, prima di partire non hai lavato i piatti, quindi adesso devi lavarli tutta la settimana”». I suoi fratelli rimangono «del tutto indifferenti, a loro non potrebbe importare di meno, lo trovo molto dolce».

            Foto prese dalla rete

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              Cinema

              Matilda De Angelis: “A 23 anni non uscivo di casa per l’acne. Ora sono la vampira di Besson, Dracula morde per amore”

              Protagonista nel nuovo film di Luc Besson, Dracula, accanto a Caleb Landry Jones e Christoph Waltz, Matilda De Angelis interpreta una vampira devota e ironica. “È un Dracula romantico, morde per amore”. E confessa: “Ho sofferto d’acne e insicurezza, ma oggi mi sento più libera. La polemica con Elodie? Un malinteso”.

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                Altro sangue, per favore. Così scherza Matilda De Angelis parlando del suo ruolo in Dracula, il nuovo film di Luc Besson in uscita il 29 ottobre per Lucky Red. L’attrice bolognese, trent’anni appena compiuti, è Maria, l’adepta del conte (interpretato da Caleb Landry Jones), una vampira selvaggia e appassionata che vive di devozione e amore. “Sono la sua aiutante — racconta —, completamente soggiogata dal suo fascino. Ha attraversato quattro secoli alla ricerca del suo amore perduto, e io divento amica della sua sposa come riflesso del suo sentimento per Vlad”.

                Dopo aver girato contemporaneamente Fuori di Mario Martone e il kolossal di Besson, Matilda è esplosa d’energia: “Ero pompata di entusiasmo. Due set opposti, uno intimo e realistico, l’altro visionario e sanguigno. Mi sono divertita tantissimo”.

                Eppure, confessa, il genere horror la terrorizza: “Io non riesco a guardarli, mi fanno troppa paura. L’unico che ho visto è Paranormal Activity, ma giravo la testa dall’altra parte. È la paura di ciò che non vedi che ti paralizza”.

                Con Besson, spiega, Dracula diventa un eroe romantico. “Morde per amore. Non è un mostro, ma un’anima condannata a cercare eternamente un sentimento che lo completi. È ironico, malinconico, capace di prendersi in giro. C’è humour, ma anche poesia”.

                Sul set non mancavano gli scherzi: “I miei canini sono davvero sviluppati e il primo giorno Zoe Bleu mi ha chiesto: te li hanno già messi? Le ho risposto: guarda che sono i miei! Forse ero predestinata”.

                Poi un ricordo con Christoph Waltz: “Interpretava un prete, e durante una pausa parlavamo di politica, coperti di sangue, con le budella di fuori. Una scena surreale che non dimenticherò mai”.

                Ma dietro il sorriso, Matilda porta anche la memoria di un periodo difficile: “A 23 anni non sono uscita di casa per mesi a causa dell’acne. Mi sentivo brutta, insicura. È stata una prova durissima. Oggi però ho imparato ad accettarmi, a non farmi definire da come appaio”.

                E sulla polemica con Elodie precisa: “Le mie frasi sono state travisate. Non c’è mai stata una lite. Le voglio bene, la stimo moltissimo”.

                Oggi Matilda De Angelis è una delle attrici italiane più richieste al mondo — ma resta, come dice lei stessa, “una ragazza che ha imparato a mordersi le paure, non solo sullo schermo”.

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