Connect with us

Cinema

Al cinema con Danny De Vito, l’attore più italiano di Hollywood!

Fiero delle sue origini vicino a Potenza, l’iconico attore è nei nostri cinema con il remake di un film interpretato originariamente da Diego Abatantuono.

Avatar photo

Pubblicato

il

    E’ già nelle sale il suo ultimo film Ops! è già Natale (in originale A Sudden Case of Christmas).
    È l’attesissima commedia natalizia che vanta una co-protagonista d’eccezione: Andie MacDowell. La trama segue le vicende di Lawrence (interpretato da Danny DeVito), boss di un lussuoso hotel situato tra le Dolomiti italiane. Ogni anno, la famiglia allargata si riunisce lì per celebrare il Natale. Ma le cose questa volta andranno diversamente, prendendo una piega che nessuno si aspettava…

    Remake di un film con Diego Abatantuono

    Presentata fuori concorso alla 22a edizione di Alice nella Città, è la nuova commedia natalizia di Peter Chelsom (Quando l’amore è magia – Serendipity, Shall We Dance?, Hannah Montana: The Movie, Security). Riadattando il soggetto scritto a quattro mani da Neri Parenti e Gianluca Bomprezzi, il regista inglese costruisce la narrazione nel contorno delle Dolomiti ampezzane, firmando il remake d’oltreoceano del nostrano Improvvisamente Natale: film del 2022 diretto da Francesco Patierno e interpretato da Diego Abatantuono nel ruolo ora affidato a DeVito. Almeno dal punti di vista della prestanza fisica… una bella differenza!

    La trama

    Lawrence (Danny DeVito) possiede un meraviglioso hotel tra le Dolomiti italiane e proprio qui ogni dicembre riunisce l’intera famiglia per celebrare assieme il Natale. Tuttavia, questa volta sua figlia (Lucy DeVito) e suo marito (Wilmer Valderrama) si presentano ad agosto insieme alla loro bambina di 10 anni, Claire (Antonella Rose), rivelando al padre e suocero che sono in procinto di separarsi. La figlia e quello che è il quasi-ex genero chiederanno così a Lawrence di spiegare la situazione alla piccola Claire, confidando nella relazione speciale tra i due. Scoprendo che non ci sarà una celebrazione natalizia come da tradizione, Claire insiste per organizzare un Natale anticipato, convincendo anche gli altri nonni a unirsi…

    Un Natale festeggiato… fuori stagione

    L’attore ha da poco celebrato i suoi primi 80 anni. Fatti di successi, ruoli iconici e una famiglia «molto italiana», che ama coinvolgere nelle sue avventure. Della pellicola dice: «Peter Chelsom, il regista, ha mandato a me e Lucy il copione e ci è sembrata una storia così dolce… e così ricca di complicazioni. Non è un semplice film di Natale, ci sono dilemmi, macchinazioni, incontri. E soprattutto, un 25 dicembre festeggiato in piena estate».

    Le sue origini potentine

    Nel film recita accanto a sua figlia Lucy, quella vera. Di questa esperienza racconta con entusiasmo che «Vorrei poterlo rifare all’infinito. Di solito con la mia famiglia visitiamo il sud Italia perché è da lì che provengono i miei genitori e i miei nonni (che sono originari di San Fele, in provincia di Potenza, ndr). Con questo film abbiamo scoperto invece le Dolomiti, una vera e propria boccata d’aria fresca».

    I festeggiamenti da vera famiglia italiana

    Non smentendo la sua provenienza racconta: «Mangiamo da quando arriviamo a quando ce ne andiamo, come una vera famiglia italiana. Arrostiamo le castagne e prepariamo le lasagne. Alla Vigilia facciamo una grande cena di pesce».

    Con De Sica e Boldi

    Nella sua lunga carriera De Vito ha spesso recitato in film italiani, come il cinepanettone Christmas in Love con Christian De Sica e Massimo Boldi, in cui interpreta il finto fidanzato di Cristiana Capotondi, assoldato per infastidire il padre. Ma anche in La mortadella di Mario Monicelli. «Ho lavorato con Aurelio De Laurentiis per quel film natalizio. È stato un po’ folle, ci siamo molto divertiti. Quando ero giovane, poi, ho avuto la grande opportunità di recitare con Sophia Loren ed è stato incredibile. Lei era così dolce e gentile. C’era anche il marito, Carlo Ponti, produttore del film».

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Cinema

      Massimo Ceccherini si racconta senza filtri: “Se Pieraccioni si chiamasse Leonarda saremmo sposati con figli”

      Massimo Ceccherini compie sessant’anni e li festeggia raccontandosi come non aveva mai fatto prima. Nel libro L’uomo guasto, scritto “senza averne mai letti”, l’attore ripercorre una vita di eccessi, dolore e comicità feroce: l’amicizia con Pieraccioni, le notti autodistruttive, il gioco d’azzardo, Paolo Villaggio, fino alla rinascita accanto alla moglie Elena e al cane Lucio.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        «Sono vivo, ed è già un jolly». Massimo Ceccherini oggi si presenta così. Sessant’anni sulle spalle, una voce sghemba, lo sguardo di chi ha attraversato parecchi inferni senza mai smettere di riderne. La sua autobiografia si intitola L’uomo guasto ed è già una dichiarazione di poetica: un libro scritto “senza averne mai letti”, come ammette lui stesso, ma pieno di vita vissuta, di cadute rovinose e risalite improbabili.

        Una vita senza sconti
        Ceccherini racconta di essere nato “senza foto”, come se la sua esistenza fosse partita già in difetto. Cresce inseguendo le lepri nei fossi, si porta addosso la vergogna di non essere stato ammesso all’esame di terza media – «rimasi chiuso in casa un mese» – e costruisce la sua identità partendo da quella faccia che diventerà il suo marchio: «la mia natura è rappresentata dalla mia faccia».

        Il libro ripercorre un’esistenza segnata da eccessi continui. Night club, bevute senza fine, sniffate nei “gabinetti sudici”, fino a un’immagine che resta impressa: «in casa un secchio pieno di piscio». Non c’è compiacimento, solo la cronaca cruda di una discesa che lo ha portato più volte a sfiorare il fondo.

        Pieraccioni, Villaggio e il mondo dello spettacolo
        Nel racconto scorrono i film e gli incontri che hanno segnato la sua carriera. Leonardo Pieraccioni è molto più di un collega: «Se si chiamasse Leonarda, saremmo sposati con figli». Una frase che racconta un legame profondo, fatto di amicizia, complicità e un affetto che va oltre le categorie.

        Poi c’è Paolo Villaggio, descritto “mummificato” dopo una notte di baldoria, ritratto in una scena che mescola rispetto e irriverenza. Il mondo dello spettacolo, per Ceccherini, non è mai patinato: è un luogo di eccessi, di incontri assurdi, di notti che finiscono male.

        La discesa e la “bestia” dentro
        Uno dei capitoli più duri riguarda il gioco d’azzardo. «Se perdi poco o tanto, le emozioni rimangono identiche», confessa. È una dipendenza che gli mangia tutto, soldi e lucidità, mentre la “bestia” continua a scavare dentro. C’è persino lo psicologo che, invece di curarlo, gli propone di seguirlo in una “nottatina”. Una scena che sembra una gag, ma che racconta l’abisso di quegli anni.

        In mezzo, anche le donne, definite con brutalità «donnine da scartare come caramelle». Ceccherini non assolve se stesso, anzi si espone, si mette a nudo senza chiedere indulgenza.

        La rinascita: moglie, cane e disciplina
        Oggi la “bestia” è ancora lì, ma tenuta a bada. Il merito è della moglie Elena e del cane Lucio, che lui definisce «angeli mandati da Dio». Una coppia che lo rimette in riga «a suon di cazzotti e carezze», in un equilibrio fatto di affetto e fermezza.

        La rinascita passa anche dal lavoro. La co-sceneggiatura di Io capitano con Matteo Garrone, che lui chiama affettuosamente “la mia fatina”, segna un punto di svolta. Un riconoscimento importante, arrivato dopo anni di autodistruzione.

        Sessant’anni e una nuova consapevolezza
        Alla domanda su chi sia oggi Massimo Ceccherini, la risposta è disarmante: «Ho 60 anni e mi sento più in forma adesso di quando ne avevo 40. Perché prima ero infognato». Non c’è retorica, solo la consapevolezza di essere sopravvissuto.

        L’uomo guasto non è un libro edificante, né una lezione morale. È il racconto di una vita vissuta al limite, con una sincerità brutale che fa ridere e stringe lo stomaco. Ceccherini oggi non chiede assoluzioni. Si gode ogni risata del pubblico, sapendo che essere ancora qui, dopo tutto, è davvero un jolly.

          Continua a leggere

          Cinema

          A Giorgia proposero un film erotico: Tinto Brass voleva lei per “La guardiana del faro”

          Sembra una scena uscita da una puntata di “Ai confini della realtà”, invece è un episodio vero: Giorgia, una delle voci più raffinate della musica italiana, racconta di essere stata contattata da Tinto Brass per interpretare un film erotico intitolato “La guardiana del faro”. Una proposta inattesa, mai diventata realtà ma rimasta come una curiosa parentesi nel suo passato artistico.

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            Ci sono retroscena che, quando emergono, fanno sobbalzare anche i fan più preparati. E quello raccontato da Giorgia appartiene decisamente alla categoria “imprevedibili”. La cantante, simbolo di eleganza vocale e riservatezza, ha rivelato che anni fa le fu proposta una parte in un film erotico. Non un film qualunque: un progetto firmato da Tinto Brass, il regista che ha costruito un’intera carriera tra trasgressione, cult di genere e icone sensuali.

            Il titolo provvisorio, “La guardiana del faro”, fa già sorridere per la distanza siderale dal mondo musicale e artistico di Giorgia. Un contrasto così netto che la stessa cantante, raccontandolo, ha ammesso di aver pensato di trovarsi dentro una dimensione parallela. Brass, del resto, non è nuovo a scelte inaspettate: nella sua lunga carriera ha sempre cercato volti magnetici e personalità forti, anche dove nessuno si sarebbe aspettato di trovarle.

            La proposta arrivò in un momento in cui Giorgia era già affermata, ma ancora lontana dall’aura “intoccabile” che ha acquisito negli ultimi anni. Eppure, nonostante il fascino curioso della situazione, la cantante non prese mai seriamente in considerazione l’idea: l’universo brassiano, con la sua estetica provocatoria e il suo immaginario senza filtri, era troppo distante dalla sua sensibilità artistica. Così l’episodio rimase una parentesi divertita, da raccontare solo molti anni dopo.

            A distanza di tempo, però, quella proposta rivela anche un altro aspetto: la cifra di Giorgia come artista, sempre coerente con sé stessa e con un’immagine costruita sulla voce e sull’intensità, mai sullo scandalo. Non ha mai inseguito scorciatoie, né cavalcato provocazioni che avrebbero potuto garantirle visibilità immediata. Ha preferito, allora come oggi, la via della musica.

            Difficile immaginare cosa sarebbe stato “La guardiana del faro” con Giorgia protagonista, e forse è proprio questa distanza a rendere l’aneddoto irresistibile. Una sorta di sliding doors improbabile che la cantante ha attraversato con un sorriso e una scrollata di spalle. E che oggi diventa uno di quei retroscena pop perfetti da tirare fuori quando si vuole ricordare che anche le carriere più lineari, ogni tanto, sfiorano territori inattesi.

              Continua a leggere

              Cinema

              Demi Moore e quel set “ingombrante”: «Ero incinta di otto mesi e Tom Cruise era in imbarazzo». Il retroscena su Codice d’onore

              Durante un Q&A al New Yorker Festival con la scrittrice Jia Tolentino, Demi Moore racconta la sfida di conciliare maternità e set negli anni ’90. Sul set del cult con Tom Cruise, l’attrice era all’ottavo mese di gravidanza: «La bambina scalciava, ma ero serena. Era Hollywood a non esserlo». E lancia una riflessione: «Mi chiedevano di scegliere tra lavoro e figli, oggi so che non dovevo».

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

              Demi Moore

                Ci sono interpretazioni che restano scolpite nella memoria collettiva, e poi ci sono i retroscena che raccontano molto più di una scena iconica. Demi Moore è tornata a parlare di Codice d’onore, film del 1992 che la vide lavorare accanto a Tom Cruise e Jack Nicholson, svelando un dettaglio inaspettato: durante le prove era incinta di otto mesi.

                Un particolare che, a suo dire, avrebbe messo in forte imbarazzo proprio Cruise. «Credo che Tom stesse morendo dall’imbarazzo», ha rivelato durante una conversazione pubblica al New Yorker Festival moderata dalla giornalista Jia Tolentino. «Io stavo bene, anche se la bambina si muoveva un po’, ma mi sono resa conto che lui era un po’ a disagio».

                Non una critica, quanto piuttosto la fotografia di un’epoca in cui Hollywood faticava a immaginare una donna incinta su un set — e ancor più come protagonista in un film di grande produzione. «È una delle tante cose che non avevano alcun senso», ha spiegato Moore. «Mi sono chiesta perché non potessi avere entrambe le cose: essere madre e continuare a lavorare».

                Una domanda che all’epoca suonava quasi sovversiva. Moore ricorda quel periodo come un continuo equilibrio su un filo sottilissimo: il corpo che cambiava, la pressione post parto, le aspettative estetiche e professionali impossibili. «Ripensandoci oggi mi dico: “A cosa diavolo stavo pensando?”», sorride. «Non so cosa stessi cercando di dimostrare, ma devo ammettere che allora non avevo tutto il sostegno che ho ora».

                Eppure, quell’esperienza è diventata parte della sua forza narrativa. Oggi, la protagonista di The Substance è simbolo di resilienza e libertà nel raccontare il corpo femminile senza filtri. La maternità non come limite, ma come potenza. «La verità è che mi hanno fatta sentire come se dovessi scegliere», ha detto. «E invece nessuna donna dovrebbe essere costretta a decidere tra carriera e figli».

                La riflessione di Moore arriva in un momento in cui Hollywood — almeno a parole — celebra sempre più la complessità femminile. Ma ascoltandola si capisce una cosa: se oggi attrici e lavoratrici possono reclamare il diritto di essere madri senza perdere il proprio posto, è anche grazie a chi, con un pancione di otto mesi, ha deciso che la scena non si abbandona.

                Nemmeno quando qualcuno, sul set, arrossisce e gira lo sguardo altrove.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù