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Cinema

Giovani Fiorello crescono: Anita, la nipote di Rosario, debutta al cinema con Golino e Trinca

La giovane Anita Fiorello, cresciuta in una famiglia che vive di spettacolo e disciplina, debutta al cinema al fianco di due star come Valeria Golino e Jasmine Trinca. Lo zio Fiorello già la incorona: «Ha il fuoco sacro della recitazione». E in molti scommettono che presto la vedremo in tv accanto al padre.

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    Giovani Fiorello crescono. E questa volta non si tratta di un modo di dire: il talento di famiglia sembra davvero aver messo radici nella nuova generazione. Anita Fiorello, primogenita di Giuseppe e di Eleonora Pratelli – potente pr cinematografica – ha appena fatto il suo debutto sul grande schermo. Non un’apparizione di passaggio, ma un vero e proprio ruolo nel film La gioia di Nicolangelo Gelormini, dove recita accanto a due attrici di lungo corso come Jasmine Trinca e Valeria Golino.

    Un battesimo del fuoco che ha emozionato papà Giuseppe, sempre attento a non bruciare le tappe, e soprattutto lo zio Rosario. Lo showman siciliano ha seguito con orgoglio i primi passi della nipote, pronta a spiccare il volo con la determinazione che sembra un marchio di fabbrica della famiglia. «Ha il fuoco sacro della recitazione» ha confidato lo zio, che in Anita rivede la stessa caparbietà che lo ha portato dai villaggi turistici ai palchi televisivi.

    Anita, che fin da bambina mostrava inclinazione per la recitazione, ha respirato arte in casa: tra un padre attore e sceneggiatore, una madre tra le più influenti public relations del cinema e uno zio capace di trasformare ogni idea in show, non poteva che crescere con il dna dello spettacolo. Ma, raccontano i bene informati, dietro la sua scelta c’è soprattutto disciplina e studio, non solo talento naturale.

    La giovane attrice ha conquistato il set con il suo entusiasmo, riuscendo a farsi spazio accanto a interpreti navigate senza complessi di inferiorità. Sul red carpet ha già sfoggiato una naturalezza sorprendente, segno che la macchina da presa non le incute timore.

    Ora gli sguardi sono puntati sul prossimo passo. Voci insistenti parlano di una possibile fiction Rai, dove potrebbe recitare al fianco del padre Giuseppe. Una staffetta generazionale che, se confermata, sancirebbe il passaggio del testimone in una famiglia che dello spettacolo ha fatto la propria ragione di vita.

    E Rosario? Orgoglioso e tifoso, già pregusta il momento in cui la presenterà in pubblico, magari in uno dei suoi show. Perché, come dice lui con un sorriso, «in casa Fiorello c’è posto per tutti, purché si abbia talento e tanta voglia di lavorare».

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      Cinema

      Jeff Bezos vuole Lauren Sanchez come nuova Bond Girl? Il gossip che scuote Hollywood

      Secondo fonti vicine a Rob Shuter, il fondatore di Amazon, ora proprietario della saga 007, sarebbe “ossessionato” dall’idea di far recitare sua moglie nel reboot in arrivo.

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      Jeff Bezos vuole Lauren Sanchez come nuova Bond Girl? Il gossip che scuote Hollywood

        Dal superyacht alle passerelle, dalla luna di miele veneziana ai red carpet di Ibiza, la love story tra Jeff Bezos e Lauren Sanchez è più seguita di una saga Netflix. E oggi al gossip si aggiunge un colpo di scena: secondo Rob Shuter, insider del gossip con la sua newsletter #ShuterScoop, l’uomo più ricco del mondo vorrebbe trasformare la sua musa — ex conduttrice televisiva e pilota — nella protagonista femminile del nuovo James Bond 26. «È ossessionato», riferisce un anonimo addetto ai lavori: «Non è un casting di fantasia — Jeff vuole lei sullo schermo, punto e basta».

        La notizia ha fatto il giro delle testate, dalla Hindustan Times, che sottolinea come Bezos stia cercando di catapultare la moglie al centro del franchise 007, sfruttando l’influenza derivante dall’acquisizione di MGM Studios, a Economic Times, che mette in guardia: la sua pressione rischia di compromettere le dinamiche creative di un marchio iconico. Anche OutKick non risparmia ironia: «Lei non è un’attrice, ma è la sua musa. Quando spendi 8 miliardi, ottieni quello che vuoi», ha commentato un esperto di Hollywood.

        Il reboot, al momento noto come Bond 26, sarà diretto da Denis Villeneuve (Dune) e scritto da Steven Knight (Peaky Blinders). Il nome di Sanchez, però, è solo uno dei tanti rumor. Sydney Sweeney, ad esempio, viene citata da altre fonti come favorita per incarnare la nuova Bond girl, grazie al suo appeal e al rapporto con il regista.

        Un po’ di contesto — e scetticismo

        L’idea può sembrare l’ennesimo capitolo di una soap firmata Bezos: si sono parlati di pistolotto spaziale, matrimonio da favola con star omaggio e flirt paparazzati. Ma trasformare l’altra metà del tuo cuore in protagonista Bond? Forse troppo perfetto. La situazione ricorda troppo il romanzo Quarto Potere (Citizen Kane), dove un magnate tenta di trasformare la sua amante in attrice di successo — con effetti disastrosi.

        Lauren Sanchez, 55 anni, ex giornalista di Alburquerque diventata filantropa, pilota e co-proprietaria del Bezos Earth Fund, non ha alcuna esperienza cinematografica rilevante — se non una comparsata nello spazio a bordo del volo Blue Origin. Nonostante ciò, le voci in merito persistono: la sua figura diventa un elemento di narrazione perfetta per un’industria in cui il potere economico si fonde sempre più spesso con la creazione dei contenuti.

        In sintesi

        Per ora si tratta solo di voci. Nessuno ha confermato ufficialmente la partecipazione di Lauren Sanchez al prossimo film di 007. Ma la copertura mediatica è già globale, alimentando dibattiti sul potere, il merito e il confine tra amore e interesse nel cinema. Dietro ogni rumor c’è un mondo che osserva: e, in fondo, un po’ ci piace sognare che nel futuro di Bond possa esserci anche un cameo… o qualcosa in più.

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          Cinema

          Caterina Murino, la maternità a 47 anni dopo due perdite: “Otto anni di punture, ormoni e zero umanità. Poi è arrivato Dametrio Tancredi”

          Caterina Murino è diventata mamma a 47 anni, dopo anni di tentativi e due gravidanze perse. “Ho girato 15 ginecologi tra Francia e Italia, ho fatto otto anni di ormoni e punture. Gli errori medici fanno male, ma l’assenza di umanità ancora di più”. Oggi stringe il piccolo Dametrio Tancredi: “La mia gioia più grande”.

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            Diventare madre non è sempre un viaggio lineare. Per Caterina Murino, 47 anni, è stata una traversata lunga, faticosa e carica di dolore. Ospite a Verissimo, l’attrice ha condiviso un racconto personale intenso, lontano dai riflettori scintillanti con cui il pubblico è abituato a vederla.

            «È stato un percorso difficile perché ho perso due bimbi», ha detto senza giri di parole. Nelle sue frasi la delicatezza di chi sa cosa significhi attendere, sperare, e poi affrontare il vuoto. Una maternità arrivata dopo anni di pazienza, forza e ostinazione.

            Murino ha spiegato di aver intrapreso un lungo iter medico: “Ho iniziato questo percorso di tante punture e ormoni per otto anni. Ho conosciuto 15 ginecologi in Francia e alcuni anche in Italia”. Un labirinto di appuntamenti, diagnosi, farmaci, aspettative che sembrano avvicinarsi alla meta e poi allontanarsi di nuovo.

            Ma oltre agli aspetti clinici, c’è una ferita che l’attrice sottolinea con maggiore amarezza: quella emotiva. «Al di là degli errori che hanno fatto anche medicalmente, è mancata proprio l’umanità». In quelle parole, il senso di una battaglia combattuta non solo contro il proprio corpo che non rispondeva subito, ma anche contro un sistema che troppo spesso dimentica quanto fragile possa essere chi lo attraversa.

            Oggi, però, è tempo di luce. È nato Dametrio Tancredi, il primo figlio di Caterina Murino, e la sua voce cambia quando lo nomina: insieme al racconto della fatica, c’è spazio per la tenerezza e per un sorriso che non ha bisogno di essere spiegato.

            La strada per diventare madre, per lei, è stata costellata di ostacoli e momenti bui. Eppure, nonostante tutto, ha trovato un approdo: “La mia gioia più grande”, lascia intendere.

            Un racconto che non cerca spettacolarizzazione, ma che apre una finestra su una realtà condivisa da molte donne. E che, detto nel salotto di Verissimo, diventa anche un invito a guardare oltre le apparenze, a riconoscere la forza silenziosa di chi non smette di credere nell’amore, nemmeno quando la vita sembra mettere alla prova ogni speranza.

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              Cinema

              Monica Guerritore e quel grazie a Mara Venier: tre anni di attesa, lacrime e tenacia per portare Anna Magnani sul grande schermo

              Era il 3 gennaio 2023 quando Mara Venier la accolse a Domenica In per annunciare il progetto. Oggi, dopo un lavoro lungo e faticoso, Monica Guerritore rivive quell’abbraccio e ringrazia la “zia Mara” per il sostegno. Il film su Anna Magnani, icona assoluta del cinema italiano, arriva finalmente in sala: una scommessa d’autrice trasformata in realtà, tra emozione, determinazione e memoria.

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                A volte la strada verso il cinema passa per uno studio televisivo. Era il 3 gennaio 2023 quando Monica Guerritore varcò la soglia di Domenica In per raccontare per la prima volta il suo progetto: un film dedicato ad Anna Magnani, simbolo irripetibile di autenticità e forza scenica. All’epoca era un annuncio pieno di entusiasmo e visione. Oggi, quasi tre anni dopo, quell’idea è diventata realtà.

                «Il 3 gennaio 2023 Mara Venier mi accoglie a Domenica In per annunciare il mio film su Anna Magnani. Sono passati quasi tre anni. Non pensavo ci sarebbe voluta tanta fatica. Ma ora il film c’è e il 6 novembre sarà nelle sale. Ieri con grande emozione ho abbracciato Mara e l’ho ringraziata per la sua accoglienza allora e ora. Mara, grazie ancora…», ha scritto Guerritore, commossa.

                L’omaggio a una leggenda

                La fatica, il tempo, l’attesa: ingredienti che restituiscono tutto il peso storico e emotivo di un’operazione del genere. Anna Magnani non è solo un’attrice, è un pezzo di memoria nazionale. Raccontarla significa affrontare un’eredità titanica, rispettare un mito, entrare in punta di piedi in un tempio di verità, lacrime e talento incendiario.

                Guerritore lo ha fatto con rigore e sensibilità, costruendo un racconto che promette di restituire la fragilità e la potenza di una donna che non recitava: viveva in scena. Portarla sullo schermo significa parlare di passione, dignità, rabbia, amore. E della fatica che ogni donna affronta quando sceglie di non abbassare lo sguardo.

                Un grazie che pesa

                Nel riabbracciare Mara Venier, Guerritore ha riconosciuto non solo l’amicizia, ma l’importanza dei luoghi che accolgono i sogni prima che diventino opere compiute. Domenica In fu la prima tappa di questo viaggio, e oggi quell’abbraccio sancisce un cerchio che si chiude.

                Tra memoria, cinema e gratitudine, il film arriva nelle sale per restituire al pubblico l’eredità di Magnani e, insieme, la tenacia di chi crede nei progetti fino in fondo.

                Il 6 novembre lo schermo si accenderà, e per una notte Magnani — e con lei Guerritore — tornerà a occupare il posto che le spetta: al centro della scena.

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