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Cinema

Jannik Sinner e Will Smith, scambio da Oscar: il tennista sogna un film sulla sua vita e l’attore accetta la sfida

Durante un’intervista al Six Kings Slam, Jannik Sinner ha rivelato con ironia che vorrebbe Will Smith a interpretarlo in un film sulla sua carriera. L’attore di Hollywood ha risposto con un post virale: “Ci sto!”.

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Jannik Sinner

    L’azzurro più amato del tennis mondiale finisce (di nuovo) sotto i riflettori, ma stavolta non per un ace o una volée perfetta. Jannik Sinner, 24 anni, numero uno d’Italia e tra i migliori giocatori al mondo, ha acceso la fantasia dei fan durante un’intervista al Six Kings Slam, l’esibizione di tennis che si è tenuta nei giorni scorsi in Arabia Saudita.

    Alla domanda dell’intervistatrice — “Se la tua vita diventasse un film, chi vorresti ti interpretasse?” — Sinner ha risposto con un sorriso disarmante:

    “Facciamo Will Smith, perché no? Diverso, ma bello.”

    Una battuta semplice, ma sufficiente a far scatenare i social.

    Da una battuta a un post virale

    Il video del momento, pubblicato dal ministro saudita dello sport Turki Alalshikh (l’uomo che organizza i grandi eventi sportivi nel Paese), ha raccolto in poche ore oltre 260 mila visualizzazioni su Instagram e centinaia di commenti divertiti.

    E la risposta di Will Smith non si è fatta attendere.
    L’attore, premio Oscar per Una famiglia vincente – King Richard (2021), ha pubblicato una foto ironica sul suo profilo: un fotomontaggio in cui il suo volto sostituisce quello di Sinner nella celebre immagine del trionfo a Wimbledon 2024.

    “Ci sto!” ha scritto l’attore americano, taggando il tennista altoatesino.

    Il post è stato immediatamente ripreso dai media internazionali, da ESPN a People, e in poche ore è diventato virale, con migliaia di condivisioni e un coro di approvazione da parte dei fan di entrambi.

    Un legame già scritto tra Will Smith e il tennis

    Non è la prima volta che Will Smith si avvicina al mondo della racchetta. Nel 2022, l’attore ha vinto l’Oscar come miglior attore protagonista per aver interpretato Richard Williams, il padre e allenatore delle campionesse Serena e Venus Williams, nel film King Richard – Una famiglia vincente.

    Il film raccontava la determinazione, il sacrificio e la visione di un genitore che, contro ogni pronostico, ha portato le figlie al vertice del tennis mondiale. Un racconto di resilienza e disciplina che, per certi versi, riecheggia anche nella carriera di Sinner, cresciuto tra le montagne dell’Alto Adige e arrivato al numero 1 del mondo senza clamore, ma con lavoro e dedizione costanti.

    “Tanta storia ancora da scrivere”

    Per ora, però, il “film” di Sinner resta solo un sogno. Lo stesso tennista, dopo il clamore mediatico, ha precisato con ironia che non c’è ancora nessun progetto concreto:

    “La sceneggiatura non è pronta, ho ancora troppa strada da fare in campo e fuori.”

    Un modo elegante per ricordare che, nonostante la giovane età, la sua carriera è appena agli inizi. E che, come nei migliori copioni, la parte più bella della storia deve ancora essere scritta.

    Nel frattempo, i fan si divertono a immaginare il film: chi vedrebbe Luca Guadagnino alla regia, chi propone Christopher Nolan, chi sogna una colonna sonora firmata Hans Zimmer.

    Dal campo al cinema: un sogno globale

    L’episodio dimostra, ancora una volta, quanto Jannik Sinner sia diventato un’icona globale, capace di unire sport, cultura pop e simpatia in modo naturale.
    L’azzurro, oggi al vertice del ranking mondiale, ha già riscritto la storia del tennis italiano: trionfatore a Wimbledon, vincitore della Coppa Davis con l’Italia e simbolo di una generazione che lo considera un modello di umiltà e determinazione.

    Che un giorno la sua vita possa davvero diventare un film non è poi così improbabile. Hollywood ama le storie di riscatto e talento, e quella di Sinner ha tutti gli ingredienti giusti: una famiglia semplice, un’infanzia tra sci e racchette, un’ascesa silenziosa ma inarrestabile.

    Per ora, Will Smith “ci sta” e il mondo sorride davanti a un’inaspettata alleanza tra tennis e cinema, Italia e Stati Uniti, realismo e sogno.

    E chissà, magari un giorno, tra una partita e un set point, Jannik potrà davvero sedersi in una sala buia e guardare la sua storia prendere vita sul grande schermo.

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      Cinema

      George Clooney, l’ultima vera star di Hollywood che non smette di credere nell’America

      Attore, regista e produttore, George Clooney resta uno dei volti più completi del cinema americano. Tra impegno politico, ironia e fascino intramontabile, racconta la sua visione del futuro degli Stati Uniti.

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      George Clooney

        George Clooney è, con ogni probabilità, una delle ultime vere star di Hollywood. Capace di muoversi con disinvoltura tra recitazione, regia e produzione, l’attore nato a Lexington, Kentucky, nel 1961 incarna l’idea stessa di versatilità. Dal dottor Ross di E.R. – Medici in prima linea ai ruoli più intensi di Syriana o Michael Clayton, Clooney ha saputo alternare blockbuster e cinema d’autore senza mai perdere fascino o credibilità.

        Fuori dal set, il suo impegno politico lo ha reso una figura di riferimento per il mondo progressista americano. Da sempre vicino al Partito Democratico, ha sostenuto le campagne di Barack Obama, Hillary Clinton e Joe Biden, oltre a impegnarsi attivamente in cause umanitarie come la difesa dei diritti umani in Sudan e la promozione della libertà di stampa.

        Poche settimane fa, l’attore è stato protagonista di uno degli incontri più seguiti della serie Actors on Actors di Variety, insieme alla collega Patti LuPone. Durante la conversazione, i due hanno discusso del futuro della democrazia americana, del ruolo dell’arte e del senso di responsabilità pubblica degli artisti.

        Clooney, pur non nascondendo le sue preoccupazioni, ha offerto una prospettiva ottimista: “Abbiamo vissuto tempi molto più difficili di questi. Nel 1968 ogni città americana era in fiamme, avevamo perso Martin Luther King e Bobby Kennedy. Eppure, nonostante tutto, siamo andati avanti.”

        L’attore ha sottolineato come oggi la sfida principale sia la moltiplicazione incontrollata delle fonti d’informazione: “Il problema non è solo cosa accade, ma come le persone scelgono di informarsi. Viviamo immersi nel rumore, e distinguere la verità dalle menzogne è diventato più difficile che mai.”

        Un messaggio velato anche a Donald Trump e ai populismi che, secondo Clooney, “sono destinati a svanire come sempre accade ai demagoghi.”

        Parallelamente, Clooney torna al cinema con Jay Kelly, nuova commedia drammatica diretta da Noah Baumbach, in uscita nelle sale americane il 19 novembre 2025 e su Netflix dal 5 dicembre. Nel cast anche Laura Dern, Adam Sandler, Billy Crudup, Riley Keough e Isla Fisher.

        A 64 anni, George Clooney continua a incarnare un’idea di Hollywood ormai rara: quella dell’attore che non si limita a interpretare, ma che usa la propria voce per riflettere sul mondo. E, forse, per cambiarlo un po’.

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          Cinema

          A Giorgia proposero un film erotico: Tinto Brass voleva lei per “La guardiana del faro”

          Sembra una scena uscita da una puntata di “Ai confini della realtà”, invece è un episodio vero: Giorgia, una delle voci più raffinate della musica italiana, racconta di essere stata contattata da Tinto Brass per interpretare un film erotico intitolato “La guardiana del faro”. Una proposta inattesa, mai diventata realtà ma rimasta come una curiosa parentesi nel suo passato artistico.

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            Ci sono retroscena che, quando emergono, fanno sobbalzare anche i fan più preparati. E quello raccontato da Giorgia appartiene decisamente alla categoria “imprevedibili”. La cantante, simbolo di eleganza vocale e riservatezza, ha rivelato che anni fa le fu proposta una parte in un film erotico. Non un film qualunque: un progetto firmato da Tinto Brass, il regista che ha costruito un’intera carriera tra trasgressione, cult di genere e icone sensuali.

            Il titolo provvisorio, “La guardiana del faro”, fa già sorridere per la distanza siderale dal mondo musicale e artistico di Giorgia. Un contrasto così netto che la stessa cantante, raccontandolo, ha ammesso di aver pensato di trovarsi dentro una dimensione parallela. Brass, del resto, non è nuovo a scelte inaspettate: nella sua lunga carriera ha sempre cercato volti magnetici e personalità forti, anche dove nessuno si sarebbe aspettato di trovarle.

            La proposta arrivò in un momento in cui Giorgia era già affermata, ma ancora lontana dall’aura “intoccabile” che ha acquisito negli ultimi anni. Eppure, nonostante il fascino curioso della situazione, la cantante non prese mai seriamente in considerazione l’idea: l’universo brassiano, con la sua estetica provocatoria e il suo immaginario senza filtri, era troppo distante dalla sua sensibilità artistica. Così l’episodio rimase una parentesi divertita, da raccontare solo molti anni dopo.

            A distanza di tempo, però, quella proposta rivela anche un altro aspetto: la cifra di Giorgia come artista, sempre coerente con sé stessa e con un’immagine costruita sulla voce e sull’intensità, mai sullo scandalo. Non ha mai inseguito scorciatoie, né cavalcato provocazioni che avrebbero potuto garantirle visibilità immediata. Ha preferito, allora come oggi, la via della musica.

            Difficile immaginare cosa sarebbe stato “La guardiana del faro” con Giorgia protagonista, e forse è proprio questa distanza a rendere l’aneddoto irresistibile. Una sorta di sliding doors improbabile che la cantante ha attraversato con un sorriso e una scrollata di spalle. E che oggi diventa uno di quei retroscena pop perfetti da tirare fuori quando si vuole ricordare che anche le carriere più lineari, ogni tanto, sfiorano territori inattesi.

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              Cinema

              Sydney Sweeney in corsa per diventare la nuova Bond Girl: “Forse sì, forse no… dipende tutto dalla sceneggiatura”

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                Sydney Sweeney potrebbe diventare la prossima Bond Girl. Le voci, che da giorni rimbalzano sui media americani e britannici, la danno in pole position per il nuovo capitolo della saga di James Bond, il primo sotto il pieno controllo di Amazon Studios dopo l’acquisizione di MGM per 6,1 miliardi di dollari.

                L’attrice di Euphoria e The White Lotus, 28 anni, è considerata una delle interpreti più richieste del momento e il suo nome circola con insistenza tra i candidati del cast. Secondo Variety, lo stesso Jeff Bezos, fondatore di Amazon, vedrebbe con entusiasmo la Sweeney nel ruolo.

                Un indizio, forse, arriva anche dalla vita reale: la scorsa estate l’attrice era tra gli ospiti del matrimonio di Bezos con Lauren Sanchez a Venezia. Ma non solo. I tre collaborano anche per la distribuzione della linea di lingerie firmata Sweeney, dettaglio che alimenta i sospetti di un legame professionale sempre più stretto.

                Intervistata da Variety, Sydney ha giocato sul filo della diplomazia. «Non so (pausa di sette secondi)… non posso (altra lunga pausa). Ad essere onesta, non sono a conoscenza delle voci. Ma sono sempre stata una grande fan del franchise e sono curiosa di vedere cosa faranno», ha detto sorridendo. Poi ha aggiunto: «Dipende tutto dalla sceneggiatura. In realtà, mi piacerebbe di più interpretare 007 che la Bond Girl».

                Il prossimo film dell’agente segreto, il ventiseiesimo della saga, sarà diretto da Denis Villeneuve con la sceneggiatura firmata da Steven Knight, autore di Peaky Blinders.

                Negli ultimi mesi la Sweeney è stata al centro di diverse controversie: la pubblicità di American Eagle di cui è protagonista è stata accusata di “promuovere l’eugenetica”, accusa amplificata dal fatto che l’attrice, rarità a Hollywood, è registrata come elettrice repubblicana.

                Tra scandali, ruoli da sogno e strategie di marketing, Sydney Sweeney continua a essere il volto perfetto di una Hollywood che mescola glamour, provocazione e potere. E se davvero diventerà la nuova musa di 007, lo farà a modo suo — con la stessa sicurezza con cui, in ogni intervista, lascia che sia il silenzio a dire tutto.

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