Cinema
Johnny Depp torna a Hollywood con Day Drinker: nuovo look e un cast stellare per il rilancio della star
Torna sul set completamente cambiato Johnny Depp dopo il periodo difficile dei processi e delle denunce con Amber Heard
Dopo anni turbolenti, Johnny Depp è pronto a riprendersi il palcoscenico che gli spetta. Non si tratta solo di un nuovo film, ma di un vero e proprio ritorno nel cuore di Hollywood, con un progetto che sa di rivincita: Day Drinker. Il film, diretto da Marc Webb (già regista di The Amazing Spider-Man e Biancaneve), segna il primo grande titolo mainstream per Depp dal 2018, quando interpretò Grindelwald in Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald.
E il ritorno è già sulla bocca di tutti, complici le prime immagini ufficiali rilasciate da Lionsgate. L’attore appare radicalmente trasformato: capelli lunghi sale e pepe, raccolti all’indietro con due ciocche che incorniciano il volto, barba folta grigia e occhi di un blu penetrante. In mano tiene un cocktail, lo sguardo minaccioso rivolto all’orizzonte. L’iconico Jack Sparrow è lontano anni luce: ora Depp veste i panni di un uomo misterioso, immerso in un noir che profuma di mare, inganni e redenzione.
Negli ultimi anni l’attore ha scelto progetti più intimisti, come il dramma storico Jeanne du Barry, che ha aperto l’ultimo Festival di Cannes, e Modi, biopic dedicato a Modigliani che ha diretto e prodotto. Ma Day Drinker segna una svolta netta: è il film più commerciale e supportato da uno studio importante da quando è stato ostracizzato da gran parte dell’industria cinematografica a seguito delle vicende legali con l’ex moglie Amber Heard.
Il film si annuncia come un thriller elegante ambientato tra gli yacht privati e le acque della costa spagnola. Depp interpreterà un uomo enigmatico il cui destino si intreccia con quello di una giovane barista (interpretata da Madelyn Cline, star emergente di Outer Banks) a bordo di un lussuoso yacht. Insieme, si ritroveranno coinvolti in uno scontro con un pericoloso criminale, interpretato da Penélope Cruz. Per Depp e Cruz si tratta della quarta collaborazione: i due hanno già condiviso il set in Blow, Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare e Assassinio sull’Orient Express.
Il cast, fresco e internazionale, include anche nomi amatissimi dal pubblico giovane. Ci saranno Manu Ríos e Arón Piper, volti noti della serie Netflix Élite, oltre a Juan Diego Botto (Los Europeos, Zorro) e Anika Boyle. Piper, in particolare, continua la sua ascesa nel cinema europeo dopo El Silencio e Il disordine che ti lasci alle spalle, mentre Ríos ha già lavorato con Pedro Almodóvar nel cortometraggio Strange Way of Life, accanto a Pedro Pascal ed Ethan Hawke.
Le riprese sono già iniziate in Spagna, e si prevede che il film possa arrivare nelle sale entro la fine del 2025. Un progetto che promette fascino, tensione, e una nuova fase della carriera per un attore che, tra luci e ombre, non ha mai smesso di far parlare di sé.
Se sarà un ritorno trionfale o solo una parentesi nella carriera tormentata di Depp, lo dirà il pubblico. Ma una cosa è certa: Day Drinker è molto più di un semplice film. È un messaggio, un segnale lanciato a un’industria che forse è pronta ad accoglierlo di nuovo.
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Cinema
Caterina Murino, la maternità a 47 anni dopo due perdite: “Otto anni di punture, ormoni e zero umanità. Poi è arrivato Dametrio Tancredi”
Caterina Murino è diventata mamma a 47 anni, dopo anni di tentativi e due gravidanze perse. “Ho girato 15 ginecologi tra Francia e Italia, ho fatto otto anni di ormoni e punture. Gli errori medici fanno male, ma l’assenza di umanità ancora di più”. Oggi stringe il piccolo Dametrio Tancredi: “La mia gioia più grande”.
Diventare madre non è sempre un viaggio lineare. Per Caterina Murino, 47 anni, è stata una traversata lunga, faticosa e carica di dolore. Ospite a Verissimo, l’attrice ha condiviso un racconto personale intenso, lontano dai riflettori scintillanti con cui il pubblico è abituato a vederla.
«È stato un percorso difficile perché ho perso due bimbi», ha detto senza giri di parole. Nelle sue frasi la delicatezza di chi sa cosa significhi attendere, sperare, e poi affrontare il vuoto. Una maternità arrivata dopo anni di pazienza, forza e ostinazione.
Murino ha spiegato di aver intrapreso un lungo iter medico: “Ho iniziato questo percorso di tante punture e ormoni per otto anni. Ho conosciuto 15 ginecologi in Francia e alcuni anche in Italia”. Un labirinto di appuntamenti, diagnosi, farmaci, aspettative che sembrano avvicinarsi alla meta e poi allontanarsi di nuovo.
Ma oltre agli aspetti clinici, c’è una ferita che l’attrice sottolinea con maggiore amarezza: quella emotiva. «Al di là degli errori che hanno fatto anche medicalmente, è mancata proprio l’umanità». In quelle parole, il senso di una battaglia combattuta non solo contro il proprio corpo che non rispondeva subito, ma anche contro un sistema che troppo spesso dimentica quanto fragile possa essere chi lo attraversa.
Oggi, però, è tempo di luce. È nato Dametrio Tancredi, il primo figlio di Caterina Murino, e la sua voce cambia quando lo nomina: insieme al racconto della fatica, c’è spazio per la tenerezza e per un sorriso che non ha bisogno di essere spiegato.
La strada per diventare madre, per lei, è stata costellata di ostacoli e momenti bui. Eppure, nonostante tutto, ha trovato un approdo: “La mia gioia più grande”, lascia intendere.
Un racconto che non cerca spettacolarizzazione, ma che apre una finestra su una realtà condivisa da molte donne. E che, detto nel salotto di Verissimo, diventa anche un invito a guardare oltre le apparenze, a riconoscere la forza silenziosa di chi non smette di credere nell’amore, nemmeno quando la vita sembra mettere alla prova ogni speranza.
Cinema
Monica Guerritore e quel grazie a Mara Venier: tre anni di attesa, lacrime e tenacia per portare Anna Magnani sul grande schermo
Era il 3 gennaio 2023 quando Mara Venier la accolse a Domenica In per annunciare il progetto. Oggi, dopo un lavoro lungo e faticoso, Monica Guerritore rivive quell’abbraccio e ringrazia la “zia Mara” per il sostegno. Il film su Anna Magnani, icona assoluta del cinema italiano, arriva finalmente in sala: una scommessa d’autrice trasformata in realtà, tra emozione, determinazione e memoria.
A volte la strada verso il cinema passa per uno studio televisivo. Era il 3 gennaio 2023 quando Monica Guerritore varcò la soglia di Domenica In per raccontare per la prima volta il suo progetto: un film dedicato ad Anna Magnani, simbolo irripetibile di autenticità e forza scenica. All’epoca era un annuncio pieno di entusiasmo e visione. Oggi, quasi tre anni dopo, quell’idea è diventata realtà.



«Il 3 gennaio 2023 Mara Venier mi accoglie a Domenica In per annunciare il mio film su Anna Magnani. Sono passati quasi tre anni. Non pensavo ci sarebbe voluta tanta fatica. Ma ora il film c’è e il 6 novembre sarà nelle sale. Ieri con grande emozione ho abbracciato Mara e l’ho ringraziata per la sua accoglienza allora e ora. Mara, grazie ancora…», ha scritto Guerritore, commossa.
L’omaggio a una leggenda
La fatica, il tempo, l’attesa: ingredienti che restituiscono tutto il peso storico e emotivo di un’operazione del genere. Anna Magnani non è solo un’attrice, è un pezzo di memoria nazionale. Raccontarla significa affrontare un’eredità titanica, rispettare un mito, entrare in punta di piedi in un tempio di verità, lacrime e talento incendiario.
Guerritore lo ha fatto con rigore e sensibilità, costruendo un racconto che promette di restituire la fragilità e la potenza di una donna che non recitava: viveva in scena. Portarla sullo schermo significa parlare di passione, dignità, rabbia, amore. E della fatica che ogni donna affronta quando sceglie di non abbassare lo sguardo.
Un grazie che pesa
Nel riabbracciare Mara Venier, Guerritore ha riconosciuto non solo l’amicizia, ma l’importanza dei luoghi che accolgono i sogni prima che diventino opere compiute. Domenica In fu la prima tappa di questo viaggio, e oggi quell’abbraccio sancisce un cerchio che si chiude.
Tra memoria, cinema e gratitudine, il film arriva nelle sale per restituire al pubblico l’eredità di Magnani e, insieme, la tenacia di chi crede nei progetti fino in fondo.
Il 6 novembre lo schermo si accenderà, e per una notte Magnani — e con lei Guerritore — tornerà a occupare il posto che le spetta: al centro della scena.
Cinema
Robert De Niro: la figlia Airyn racconta il coming out trans e le parole del padre che commuovono Hollywood
In un nuovo racconto personale, Airyn, figlia transgender di Robert De Niro, ricorda il momento del coming out e il supporto totale dell’attore, padre di sette figli. «Era felice per me, ha incontrato il mio fidanzato e mi ha detto che sono amata per ciò che sono». Il divo, 82 anni, sarà a Roma il 6 e 7 novembre per Alice nella città, dove riceverà la Lupa Capitolina e presenterà i suoi prossimi progetti.
Essere leggenda del cinema non ti prepara automaticamente a essere un buon genitore. Eppure, a volte, le lezioni più importanti arrivano lontano dai set e dai riflettori. Robert De Niro, 82 anni, ha dimostrato ancora una volta che il ruolo più serio della sua carriera resta quello di padre.
Airyn, una dei suoi sette figli, ha raccontato nuovamente il momento in cui ha fatto coming out come transgender. A 30 anni, attrice e cantante, ha voluto condividere un frammento di vita privata che mette in luce un De Niro intenso, affettuoso e istintivamente protettivo. «Ho ricevuto da lui un sostegno continuo, e ne sono davvero grata», ha detto.
Non solo parole di incoraggiamento, ma una presenza concreta. «Mi ha detto di essere felicissimo per me perché ho un fidanzato incredibile che ha incontrato: “Hai qualcuno che ti ama per quello che sei e non devi cambiare per nessuno al mondo”». De Niro, spiegano, ha partecipato anche a sedute terapeutiche durante il percorso di transizione della figlia: un gesto silenzioso che racconta più di mille dichiarazioni pubbliche.
Poi la frase che Airyn non ha dimenticato: «Non c’è niente da fare se non accettare i tuoi figli per quello che sono e per come decidono di vivere la loro vita». Parole semplici, sì, ma che pesano, soprattutto in un’industria che spesso punisce l’autenticità.
Airyn, che ha un gemello, Julian, è nata dalla relazione dell’attore con Toukie Smith. Nel 2022 la famiglia si è allargata ancora: De Niro ha accolto la sua figlia più piccola, Gia, con la compagna Tiffany Chen. «Io amo tutti i miei figli», aveva detto l’attore, respingendo l’idea che sostenere un figlio LGBTQ+ sia un gesto straordinario.
Una visione che si continua a intrecciare con una carriera monumentale. De Niro sarà a Roma il 6 e 7 novembre per l’evento conclusivo di Alice nella città, dove riceverà la Lupa Capitolina e racconterà i suoi progetti, tra cui l’arrivo su Sky e NOW del gangster movie The Alto Knights – I due volti del crimine. Un ritorno nella capitale in cui il mito del cinema porterà anche una storia di paternità e rispetto che, fuori dal set, vale più di un Oscar.
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