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Spettacolo

Crema va nel pallone con la partita vip per beneficenza

Tanti volti noti dei reality e della TV hanno partecipato alla partita di beneficenza ‘Un Sogno nel Cuore’ allo stadio Voltini. L’evento, patrocinato dal Comune e sostenuto dalla Pergolettese, ha raccolto fondi per le famiglie indigenti con disabili, sensibilizzando sul grave disagio causato dalla disabilità.

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    Applausi e beneficenza ieri durante la partita di calcio allo stadio Voltini. L’iniziativa, chiamata ‘Un Sogno nel Cuore’, è stata organizzata a favore delle famiglie indigenti con disabili e ha ricevuto il patrocinio del Comune e il sostegno della Pergolettese, che ha partecipato attivamente con la propria prima squadra.

    Tra i protagonisti in campo c’erano Alessio Tacchinardi, il calciatore brasiliano Jeda, il celebre ballerino di Amici Cristian Stefanelli, Matteo Diamante, ex concorrente dell’Isola dei Famosi e del GF Vip, Gianluca Costantino del GF Vip, e molti altri. L’inno nazionale è stato cantato da Chiara Grispo, vincitrice di Amici.

    Questa grande iniziativa mira a sensibilizzare sulla necessità di creare consapevolezza riguardo al grave disagio causato dalla disabilità, sia per chi ne è afflitto, sia per le loro famiglie. Durante l’evento è stato istituito un fondo di solidarietà, gestito dal Comune, destinato alle famiglie indigenti con membri disabili che necessitano di terapie costose.

    La manifestazione sportiva e solidale è organizzata dalla Società Nation Blu, che fa riferimento alla storica Nazionale Azzurri italiana. Le squadre Nation Blue, con il direttore generale Alessandro Arena, e gli All Star Pergo, composti da calciatori della Pergolettese, si sono sfidate in campo. Nation Blue, con una lunga storia di eventi benefici, continua la sua missione di charity con la partecipazione di celebrità del mondo dello spettacolo e del calcio internazionale. Per la cronaca la partita si è chiusa sul punteggio di 6 a 6!

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      Personaggi e interviste

      Can Yaman si prepara a vestire i panni di Sandokan e racconta: “Non molla mai!”

      Can Yaman, la star turca amata dal pubblico italiano, si prepara a rivestire i panni di Sandokan nella nuova produzione Rai. Tra intense sessioni di allenamento e riflessioni profonde sul personaggio, Yaman ha mostrato una dedizione straordinaria, tanto da disattivare il suo account Instagram per concentrarsi al massimo. In una recente intervista, l’attore ha condiviso le sue riflessioni su Sandokan, rivelando un coinvolgimento emotivo e una passione per il ruolo che promettono di regalare agli spettatori una performance indimenticabile.

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        A dicembre sulla Rai arriverà una delle produzioni più attese dal pubblico, ossia “Sandokan”, riproposizione dello sceneggiato cult con Kabir Bedi degli anni ’70. Questa volta il ruolo da protagonista sarà interpretato da Can Yaman. Le riprese si sono svolte tra la Calbria e l’Isola di Reunion ed è già stato annunciata una seconda stagione che andrà in onda nel 2027 su Rai Uno. Il cast è internazionale, con Alessandro Preziosi ed Ed Westwick, noto per il suo ruolo in “Gossip Girl”.

        Per Yaman, il ruolo della Tigre della Malesia è molto impegnativo e ha richiesto una preparazione fisica intensa. L’attore ha persino disattivato il suo account Instagram per concentrarsi meglio sul suo ruolo.

        Can Yaman ha condiviso alcune riflessioni sul personaggio di Sandokan: “Credo sia un uomo che ha sofferto, ma questo lo ha reso forte: non molla mai. È un personaggio che affronta le difficoltà con determinazione e tenacia. La sua sofferenza lo ha forgiato, rendendolo capace di superare ostacoli che avrebbero scoraggiato chiunque altro.”

        Yaman ha poi sottolineato l’importanza del personaggio come fonte di ispirazione: “Rappresenta un’ispirazione per tutti, specie per i bambini. Sandokan sogna di migliorare la vita degli altri e, anche quando sembra che stia facendo qualcosa di cattivo, è sempre per un buon fine. Tutti dovrebbero voler essere come lui, bisogna essere degni per interpretarlo. È un eroe che insegna il valore della perseveranza e della giustizia.”

        È chiaro che Yaman si è profondamente coinvolto nello stato d’animo di Sandokan. Sin dall’inizio delle riprese, è noto come Can Yaman abbia fatto di tutto per concentrarsi al meglio, sia fisicamente con duri allenamenti, sia mentalmente estraniandosi dai social per evitare distrazioni. Non resta che attendere per vedere i risultati sul piccolo schermo.

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          Televisione

          Monica Guerritore e le scene di sesso a 60 anni: “Ho voluto mostrare il corpo di una donna vera”

          Nella nuova serie Netflix, l’attrice si mette a nudo interpretando una donna di 60 anni che vive un amore travolgente con un uomo molto più giovane. Un ruolo che riflette anche esperienze personali intense e la capacità di accettarsi nel tempo.

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            Monica Guerritore nel 2025 ha fatto parlare di sé per le sue performance sul piccolo schermo in Inganno, la serie Netflix in cui interpreta una sessantenne che vive un amore travolgente e fuori dagli schemi con un uomo molto più giovane. “Ritrovarmi di fronte a un attore bello come Giacomo Giannotti mi ha fatto capire che una donna a 60 anni può amare appassionatamente, perdere la testa”, ha raccontato in un’intervista. Guerritore, che nella serie gira scene di sesso intense e coinvolgenti, ha voluto mostrare sullo schermo il corpo di una donna per quello che è, con tutti i segni del tempo: “Siamo fatti di carne, è giusto raccontarsi per quello che siamo”.

            L’accettazione del corpo e l’intensità delle emozioni

            Nel ruolo di una donna che si innamora di uno sconosciuto e gli apre la porta del suo bed & breakfast in Costiera Amalfitana, Guerritore esplora la passione senza censure, riflettendo su quanto sia importante accettarsi con il passare degli anni. “Ci tenevo a mostrare una sessantenne con le sue fragilità e la sua sensualità”, spiega. La scelta di partecipare a questo progetto le ha permesso di scoprire lati di sé stessa che forse non aveva mai affrontato così a fondo, imparando a non avere paura di raccontare la propria femminilità, anche nelle scene più intime.

            Un amore tormentato con Giancarlo Giannini

            L’attrice ha sempre vissuto i suoi amori con intensità, come quello con Giancarlo Giannini, che ricorda come un momento formativo e doloroso della sua vita. “Siamo stati insieme due anni e mezzo, era bellissimo, pieno di energia, ma poi ha smesso di chiamarmi senza preavviso. Mi sono trovata a supplicarlo sotto casa sua, chiedendogli cosa fosse successo”, racconta Guerritore. Un amore totalizzante, che le ha lasciato una profonda cicatrice emotiva, ma che ha contribuito alla sua crescita personale.

            Da Gabriele Lavia a Roberto Zaccaria: la forza di ricominciare

            Tra le storie più importanti della vita di Monica Guerritore c’è stata quella con Gabriele Lavia, suo primo marito, con cui ha avuto due figlie. “Quando l’ho conosciuto, era sposato e con un figlio, ma la nostra unione fu totale”, ricorda. Dopo la fine del matrimonio, la rinascita è arrivata con Roberto Zaccaria, il suo attuale compagno, con il quale ha trovato un equilibrio profondo. “Ho resistito a lungo, ma alla fine l’amore ha vinto. Con lui ho scoperto un sentimento che è cresciuto nel tempo, fino a diventare completo in ogni aspetto”.

            Inganno: il racconto di una passione senza età

            Inganno non è solo una serie tv, ma un modo per riflettere su come l’amore possa manifestarsi in tutte le fasi della vita. Monica Guerritore, con la sua interpretazione, offre una rappresentazione autentica e senza filtri della passione e della vulnerabilità di una donna matura. “Ogni volta che mi sono innamorata, è stato uno sconosciuto a rivoluzionare la mia vita”, racconta l’attrice, che ha trovato nel personaggio di Inganno un’opportunità per raccontare le emozioni di una donna che non ha paura di mostrarsi per quella che è.

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              Musica

              Max Pezzali si confessa: «Se Repetto fosse rimasto, avremmo lasciato la musica per costruire altro insieme»

              Dai primi passi nella musica heavy metal alla causa legale sul marchio degli 883, fino al racconto di un’amicizia con Mauro Repetto che avrebbe potuto cambiare tutto. Max Pezzali si racconta senza filtri a Vanity Fair

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                Max Pezzali apre il cuore in un’intervista ripercorrendo le tappe fondamentali della sua carriera, il legame con Mauro Repetto, il rapporto con la musica e la sfida di essere genitore. Tra ricordi del passato e riflessioni sul presente, l’ex leader degli 883 condivide spunti inediti sulla sua vita personale e artistica.

                Un’amicizia che avrebbe potuto cambiare tutto

                «Se Mauro Repetto non fosse partito, sono abbastanza sicuro che a un certo punto avremmo abbandonato la musica, con tutti i rischi contrattuali del caso. Avremmo trovato altro da costruire insieme», confessa Pezzali. Un’amicizia, quella con Repetto, che è stata il pilastro degli 883 e che ha definito i primi anni di una carriera ormai leggendaria.

                Max ricorda gli inizi, quando si avvicinò alla musica per sentirsi parte di qualcosa: «Ero uno sfigato di proporzioni abbastanza monumentali fino al 1982-1983. Poi mi sono rifugiato nella musica heavy metal, negli Iron Maiden e nei Saxon, per cercare una mia identità culturale».

                Successi e sfide

                Gli ultimi due anni sono stati intensi per Pezzali. Dalla prima tournée negli stadi, alla pubblicazione dell’album Max Forever Vol. 1, fino al successo della serie Sky Hanno ucciso l’uomo ragno, diretta da Sidney Sibilia.

                Ma non sono mancati gli ostacoli. Al tribunale di Milano è in corso una causa legale sull’utilizzo del marchio degli 883, con il produttore Claudio Cecchetto che rivendica la titolarità del nome della band. «Non tutto si può rimettere insieme come nell’arte giapponese del kintsugi. A volte, le rotture servono per crescere», ha dichiarato l’artista.

                Sanremo e l’ansia da palcoscenico

                Pezzali si esprime anche sul Festival di Sanremo. «Non c’è nessuno in quella platea che è lì per te: vogliono vedere che cosa sbagli, non che cosa fai bene», spiega. Un’esperienza che, per chi soffre d’ansia, può essere devastante.

                Il rapporto con il figlio Hilo

                Nella sfera privata, Max parla del suo ruolo di padre. «Sono un genitore poco autorevole, faccio l’amico. Per fortuna mio figlio mi compensa: è ligio, preciso e osserva le regole». Pezzali vuole trasmettere al figlio valori importanti, come il rispetto per gli altri: «Gli ho spiegato che non esiste il possesso, che nessuno è di nessuno. Voglio tenerlo lontano dalle espressioni assolute, dagli atteggiamenti che non lasciano spazio alla comprensione».

                Uno sguardo al futuro

                Tra palchi gremiti, nuove produzioni e il suo legame con i fan, Max Pezzali continua a reinventarsi. Ma una cosa è certa: quella con Mauro Repetto rimane una delle amicizie più profonde e decisive della sua vita. E, come sottolinea nell’intervista, «se non fosse partita la musica, avremmo trovato insieme qualcos’altro da costruire. Perché è sempre stato questo il cuore del nostro legame: creare qualcosa che ci facesse sentire vivi».

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