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Cinema

Inside Out 2: una task force di tredicenni come consulenti

Inside Out 2 dimostra che per rappresentare fedelmente l’adolescenza, è cruciale coinvolgere direttamente i giovani. Questo approccio non solo migliora l’autenticità della narrazione, ma evita anche gli errori comuni degli adulti che parlano di cose che non conoscono. Pixar ha creato un modello di successo che può ispirare altre produzioni a seguire l’esempio.

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Insight Out 2

    Inside Out 2, il film animato più atteso dell’anno, offre una lezione fondamentale. Ovvero per parlare di adolescenti è indispensabile prima cosa consultarsi con loro. Ed è la strategia che hanno adottato i produttori del film. Per garantire che le esperienze della giovane protagonista Riley fossero autentiche, la Pixar ha creato una task force di tredicenni chiamata “Riley’s Crew“.

    Rappresentazione autentica degli adolescenti

    Gli adolescenti di oggi affrontano sfide uniche e complesse. A volte difficili da interpretare. Figuriamoci quando ci si cimenta del raccontare a un vasto pubblico a cui è diretto un film. Capire queste sfide veramente richiede un dialogo diretto con loro. Il regista Kelsey Mann ha sottolineato l’importanza di andare direttamente alla fonte. E cioè? Direttamente dai tredicenni Lui ammette che non ha più 13 anni e quindi ha creato prima e utilizzato poi la Riley’s Crew. Ovvero un gruppo di ragazze tra i 13 e i 18 anni, che ha fornito feedback essenziale sulla trama e sulle emozioni del film.

    Emozioni nuove per la protagonista Riley

    In Inside Out 2, le emozioni di Riley, guidate da Gioia, sono affiancate da nuove emozioni come Ansia, Invidia, Imbarazzo tipiche dell’adolescenza. La storia segue Riley, ora tredicenne, mentre affronta un weekend di hockey e la scoperta che le sue migliori amiche non andranno nella sua stessa scuola, scatenando una paurosa spirale di ansia.

    Una ricerca approfondita non solo per capire lo slange

    Per evitare rappresentazioni stereotipate e “cringe” degli adolescenti, la Pixar quindi ha collaborato strettamente con la Riley’s Crew. Il co-sceneggiatore Dave Holstein ha descritto questo processo di collaborazione come “una conversazione infinita con persone intelligenti provenienti da diversi contesti, compresa una stanza piena di tredicenni“. Questo approccio ha garantito che le reazioni e le emozioni nel film fossero davvero autentiche.

    Catturare il linguaggio delle emozioni

    La pratica di coinvolgere direttamente gli adolescenti – provenienti da tutti gli Stati Uniti e non solo dallo Stato della California – adottata dalla Pixar, è stata efficace anche in altre produzioni. In Italia, per esempio, il regista Ludovico Bessegato ha adottato un metodo simile per i film Skam Italia (2018) e Prisma (2022), conducendo interviste e incontri con ragazzi per catturare il loro linguaggio e le loro esperienze.

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      Cinema

      Jacob Elordi, il nuovo sex symbol di Hollywood: “Mia madre è l’essere umano più meraviglioso del mondo”

      Dopo il successo planetario di Saltburn e Euphoria, Jacob Elordi si prepara a stupire nei panni del mostro di Frankenstein e in una versione audace di Cime tempestose. Ma dietro il fascino da sex symbol si nasconde un figlio devoto: “Mia madre è la mia roccia, non mi lascia mai solo.”

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        È il volto del momento, il sex symbol che ha conquistato Hollywood e il pubblico mondiale. Jacob Elordi, classe 1997, è pronto a stupire ancora: dopo Saltburn e Euphoria, sarà il nuovo Frankenstein nel film di Guillermo del Toro e il protagonista di una rilettura passionale di Cime tempestose, dove — per la gioia dei fan — si mostrerà senza veli.

        Ma dietro la bellezza da copertina e il talento in ascesa si nasconde un ragazzo profondamente legato alle proprie radici e, soprattutto, a una figura che considera sacra: sua madre.

        “Mia madre è il mio angelo custode”
        In un’intervista recente, Elordi ha parlato di lei con parole di struggente affetto: “È l’essere umano più presente, amorevole, semplicemente meraviglioso e angelico su questo pianeta.” Un legame che, raccontano gli amici, è rimasto intatto anche dopo il successo. La madre lo accompagna spesso sui set e alle première, sostenendolo con una discrezione che ha conquistato anche i fan.

        Il fascino dell’anti-star
        Nonostante la fama, Elordi resta allergico alle eccessive luci della ribalta. Preferisce la normalità, le camminate in spiaggia e le serate tranquille con la famiglia. “Mi tiene con i piedi per terra – ha confidato –. Quando torno a casa, per lei non sono Jacob Elordi, sono solo suo figlio.”

        Dal mito gotico al romanticismo selvaggio
        Il 2025 sarà l’anno della sua consacrazione definitiva. Nel Frankenstein di Del Toro interpreterà la creatura più iconica della letteratura, in una versione che promette di essere insieme spaventosa e poetica. Poi arriverà Cime tempestose, dove vestirà i panni di un amante tormentato e carnale, tra eros e tragedia.

        Un doppio ruolo che conferma la sua versatilità: Elordi sa essere allo stesso tempo fragile e magnetico, capace di far convivere il romanticismo più puro con la sensualità più spinta.

        Cuore d’oro e sguardo di ghiaccio
        Dietro lo sguardo intenso che ha stregato milioni di spettatrici, c’è un giovane uomo che non ha dimenticato la famiglia e la semplicità. “Non so dove sarei senza mia madre”, ha detto più volte. Forse è proprio quel contrasto tra vulnerabilità e forza, tra amore filiale e fascino pericoloso, a renderlo il vero erede dei grandi sex symbol di Hollywood.

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          Cinema

          Jessica Chastain e Isaác Hernández, passione sul set di Dreams: “Un’attrazione fatale e fugace”

          Dreams racconta quanto si è disposti a sacrificare per inseguire un sogno. Sul set, tra Jessica Chastain e Isaác Hernández sarebbe nata un’attrazione travolgente, durata il tempo di un’alba. Lei, musa sofisticata del cinema d’autore; lui, giovane étoile dell’American Ballet Theatre.

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            Cosa sei disposto a fare per inseguire i tuoi sogni? È la domanda che attraversa Dreams, il nuovo film che intreccia danza, passione e il fragile equilibrio tra ambizione e sentimento. Ma la linea che separa la finzione dalla realtà, sul set, pare essersi dissolta: tra Jessica Chastain e Isaác Hernández sarebbe scoppiata una breve ma intensa attrazione.

            Lei, attrice pluripremiata e simbolo di eleganza hollywoodiana; lui, 34 anni, primo ballerino dell’American Ballet Theatre, talento riconosciuto sulla scena internazionale. Insieme hanno dato vita a una chimica palpabile anche fuori dalle inquadrature. Secondo indiscrezioni provenienti dal set, i due sarebbero stati inseparabili durante le riprese, tra prove di danza e lunghe pause condivise.

            Un incontro tra cinema e danza
            Dreams è un film che unisce due mondi: quello cinematografico e quello del balletto. Diretto da un regista che ama raccontare le zone d’ombra del desiderio, il film segue la storia di una donna divisa tra il successo e la ricerca di autenticità. In questo intreccio, Hernández interpreta un danzatore che diventa specchio e tentazione.

            “È un film che parla di libertà, di cosa siamo disposti a perdere per restare fedeli a noi stessi”, ha raccontato Chastain in una recente intervista, senza mai accennare direttamente al presunto legame con il collega, ma lasciando intendere che sul set si fosse creata un’intensa connessione emotiva.

            Un’attrazione che dura il tempo di un mattino
            Chi ha assistito alle riprese parla di un’intesa evidente, fatta di sguardi, di movimenti sincronizzati, di complicità spontanea. “Sembravano danzare anche quando la macchina da presa si fermava”, avrebbe raccontato un membro della troupe. Una passione bruciante, vissuta — come dicono in Francia — l’espace d’un matin, lo spazio di un mattino.

            La potenza dei sogni
            Al di là del gossip, resta la forza del film, che mette a nudo la tensione tra desiderio e disciplina. Dreams diventa così una metafora della vita artistica: una danza continua tra controllo e abbandono, tra il sogno e la realtà che lo tradisce.

            Jessica Chastain, che da anni alterna ruoli impegnati e intensi, conferma ancora una volta la sua capacità di trasformare ogni progetto in un viaggio interiore. E accanto a lei, Isaác Hernández incarna la purezza del movimento, il linguaggio universale del corpo che racconta ciò che le parole non possono dire.

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              Cinema

              Jasmine Trinca, tra Testaccio e patriarcato: “Quel calcio nella foto? Era al sistema, non al caso”

              Al bar del Testaccio, sotto il sole di Roma, Jasmine Trinca parla del suo nuovo film Succederà questa notte e di un gesto simbolico che ha fatto sorridere tutti: “Quel calcio? Era al patriarcato”. Nata e cresciuta nel quartiere popolare, l’attrice intreccia passato e presente con la leggerezza di chi ha scelto la libertà.

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                Esterno giorno. Roma, quartiere Testaccio. Un bar assolato, i tavolini pieni, il via vai di chi il quartiere lo abita davvero. È qui che Jasmine Trinca continua a tornare come si torna a una radice. “Qui non si fanno brutti incontri”, scherza lei, mentre il sole taglia il selciato e il profumo del caffè si mescola all’eco dei mercati vicini.

                Tutti, nel quartiere, conoscono la storia della sua famiglia e di quella nonna che aveva un banco del pesce al mercato del Testaccio: un pezzo di Roma autentica, popolare e femminile. “Sono cresciuta qui — racconta — tra voci, risate, mani che lavoravano. È un luogo che mi ha insegnato l’umanità e il valore della fatica, prima ancora del cinema”.

                “Quel calcio al patriarcato”
                Mentre osserva le fotografie appena scattate, Jasmine si ferma su un’immagine in cui sembra colta in un gesto di ribellione, la gamba tesa, il sorriso ironico. “Stavo dando un calcio al patriarcato”, dice ridendo, con quella sua ironia tagliente che smonta la retorica e lascia spazio all’intelligenza.

                Un modo per esorcizzare l’idea della donna ingabbiata nei ruoli, anche nel mondo del cinema. “Per anni ci hanno chiesto di essere muse, ma a me interessa essere autrice, raccontare, scegliere. È una questione di sguardo: chi guarda e chi decide come guardare.”

                Il nuovo film con Louis Garrel
                Sul set di Succederà questa notte, dove recita accanto a Louis Garrel, Jasmine Trinca torna a misurarsi con un cinema denso e intimo. “È un film che parla di incontri casuali, di parole sospese, di tutto ciò che può accadere quando smetti di controllare la realtà. Ed è anche un film sul desiderio — quello vero, che non si può addomesticare”.

                Accanto a lei, Garrel porta il suo fascino malinconico e la complicità tipica del cinema francese. “Louis è un compagno di scena generoso e curioso. Con lui si lavora sul sottotesto, sul non detto, su quella zona di mistero che mi interessa sempre di più”.

                Tra Roma e il cinema indipendente
                Mentre nel bar la vita continua, Jasmine Trinca riflette su quanto la città resti la sua bussola: “Roma è una madre imperfetta, ti accoglie e ti ferisce. Ma senza di lei non saprei raccontare nulla. Il mio cinema nasce da qui, dai vicoli, dalle voci, dai gesti quotidiani.”

                Ride di nuovo, con quella leggerezza che non cancella la profondità. “Forse è proprio questo che mi ha insegnato Testaccio: puoi colpire forte, anche solo con un sorriso.”

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