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Spettacolo

LaC OnAirport, in diretta radio-tv dall’aeroporto di Lamezia

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    Allestita, in collaborazione con la Società Aeroportuale Calabrese, presso la hall-arrivi del principale scalo internazionale, vedrà ogni giorno giornalisti, conduttori e artisti interagire con i passeggeri in transito. Un punto d’incontro e di confronto fra curiosità e notizie del territorio calabrese. LaC OnAirport è la nuova dorsale multimediale del network LaC – Gruppo Pubbliemme – in pista per il decollo: infatti l’inaugurazione è prevista per oggi con due nuovi format, Buongiorno in Calabria e Diamoci del tu.

    Gli ingredienti

    Tv, radio e web sono le tre sinergiche componenti di questa nuova iniziativa. Nella quale i contenuti informativi e l’intrattenimento prenderanno forma direttamente all’interno dell’aeroporto internazionale di Lamezia Terme. Un luogo strategico che si arricchisce di un ulteriore punto di connessione tra passeggeri e comunità aeroportuale.

    Lo staff
    Speaker radiofonici e giornalisti, affiancati da esperti della comunicazione e supportati da operatori tecnici di profilo professionale, ogni giorno sul campo. Realizzeranno interviste in diretta e collegamenti vari, inserite in format di informazione e intrattenimento. Il tutto per alimentare una narrazione costante riguardante il territorio calabrese… e non solo.

    L’obiettivo

    SI tratta di uno strumento unico nel suo genere, in grado di intrattenere in modalità live i passeggeri in transito, oltre al pubblico collegato sui canali web e tv. Per conoscere in anteprima le ultime notizie di attualità, cronaca, cultura e spettacolo, condite con una ricca serie di curiosità di ogni tipo. Trasformando i viaggiatori in estemporanei “attori” protagonisti del racconto quotidiano. Un Hub di informazione e comunicazione che coinvolgerà istituzioni, imprese, enti di ricerca, università, associazioni di categoria.

    I temi
    Ai microfoni di LaC OnAirport si parlerà di territori, cultura, luoghi turistici e relative eccellenze enogastronomiche, con spazi dedicati alla musica e alla comicità. Rendendo il transito dei passeggeri su Lamezia Terme un’esperienza davvero unica e memorabile.

    Buongiorno in Calabria

    Il primo programma è previsto per le ore 8.30, condotto da Nunzio Scalercio e Simona Tripodi. Sarà in assoluto il primo ad andare in onda, inaugurando la postazione di LaC OnAirport con un’irriverente rassegna stampa tra informazione, satira e ospiti vari.

    Diamoci del tu

    Seguirà alle 15.00 Diamoci del tu, condotto da Francesco Occhiuzzi, che ospiterà il segretario della Confartigianato di Catanzaro, Raffaele Mostaccioli.

      Televisione

      I leoni di Sicilia, sulle orme di una nuova fiction Rai di successo

      I Leoni di Sicilia, la serie tv tratta dal romanzo di Stefania Auci, trasporta il pubblico in un’epoca di sfarzo e ambizione, tra i palazzi storici di Palermo e i panorami mozzafiato di Cefalù e Favignana. Scopriamo dove è stata girata la storia che racconta l’ascesa dei Florio, una delle famiglie più influenti d’Italia.

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        Sicilia bedda… è proprio il caso di dirlo! Il titolo della celebre canzone popolare composta da Giuseppe Pittari con musiche di Valerio Vancheri e interpretata da Giuseppe Di Stefano è perfetta per il contesto del quale vogliamo parlarvi. Una vera e propria dichiarazione d’amore alla Sicilia, “primo amore”, osservata dall’autore con sguardo nostalgico, con lo stesso dolore con cui si ricorda la felicità perduta.

        La serie tv I leoni di Sicilia, tratta dal primo dei due romanzi omonimi scritti da Stefania Auci, va in onda martedì 10 settembre su Rai 1, dopo essere stata trasmessa da Disney+ lo scorso autunno. La serie, che ha conquistato pubblico e critica, raccogliendo recensioni molto positive raccogliendo recensioni molto positive, è pronta a conquistare anche il pubblico generalista.

        La storia, che vede come protagonisti Miriam Leone (che interpreta Giulia Portalupi) e Michele Riondino (Vincenzo Florio), è ambientata in Sicilia alla fine del 1800. Racconta la storia vera della famiglia Florio. I Florio divennero una delle famiglie più ricche d’Italia, nonché una delle più note anche in Europa. La serie Disney parte proprio dai padri della stirpe, Paolo e Ignazio Florio, che fondano il loro impero industriale nel settore delle spezie. La storia interna delle dinamiche familiari si mischia anche al desiderio dei Florio di essere trattati alla pari dei nobili palermitani.

        Dov’è stato girato “I leoni di Sicilia”: i palazzi di Palermo animano la serie

        Le riprese della serie si sono tenute in Sicilia, dove la vera famiglia Florio visse: la serie è stata girata nell’estate del 2022. Anche se la storia è ambientata a Palermo, non tutte le scene della serie diretta da Paolo Genovese sono state girate nel capoluogo: il porto della città, ad esempio, è stato ricostruito a Cefalù, comune a pochi passi dalla città.

        I grandi palazzi di Palermo

        Tuttavia, i grandi palazzi palermitani ospitano gran parte delle vicende famigliari che si dipanano a cavallo tra Ottocento e Novecento. Tra le location troviamo Piazza Pretoria dove è situato il Palazzo delle Aquile, sede all’epoca dell’aristocrazia siciliana. Non possono mancare anche i 4 canti, snodo storico di Palermo, simbolo di una nobiltà ormai in declino.

        Palazzo Mirto, poi, ha ospitato le scene ambientate dentro casa Florio

        In un tripudio barocco, tra arredi e quadri maestosi, il Palazzo è l’emblema della ricca borghesia del tardo ottocento. Per gli esterni, invece, la produzione ha scelto di optare per Palazzo Gangi Valguarnera, una struttura già nota (e amata) nel mondo del cinema italiano: il regista Luchino Visconti trasse ispirazione dai saloni del palazzo per la scena del ballo tra Angelica e Tancredi nel suo capolavoro Il Gattopardo.

        Cefalù e Favignana: gli altri luoghi de “I leoni di Sicilia”

        La Capitaneria di Porto, fulcro delle attività commerciali dei Florio, è collocata a Palermo ma è stata a ricostruita a Trapani, nel Villino Nasi, attualmente di proprietà di un consorzio comunale.

        Saline e tonnara di Favignana

        Altri luoghi che si possono riconoscere nella serie Disney+ sono le Saline e la Tonnara di Favignana, denominato “Ex Stabilimento Florio delle tonnare di Favignana e Formica“, realmente acquistata nel 1874 da Ignazio Florio che proprio qui vi stabilì la struttura per la conservazione del tonno.

        I set in studio

        Infine, per completare la ricostruzione della Palermo ottocentesca, si è deciso di allestire un set fuori dagli studi Videa a Roma per riportare in vita, tra gli altri, la Chiesa, la farmacia e la Bottega di Saguto.

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          Televisione

          Al via la 18^ edizione di X Factor: tra i giudici regna un’armonia quasi irreale

          Per chi vuole provare a ritagliarsi un posto nel mondo della musica, X Factor è ormai ritenuto una delle corsie preferenziali. Un’occasione per mettersi a confronto con chi ce l’ha fatta ed ora giudica.

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            Ieri sera è partita la prima puntata su Sky del popolarissimo talent canterino X Factor. A differenza di alcune passate edizioni, sembra che in giuria regni l’armonia. Il primo a parlare è Achille Lauro sintetizza la filosofia della nuova stagione 2024-2025 del programma prodotto da Fremantle: “Cerchiamo kamikaze della musica”. Il cambio di passo è palpabile e fa ben sperare per lo show che, per la prima volta, si chiuderà con la serata finale in onda da piazza Plebiscito a Napoli. Su questo preciso aspetto la presentatrice Giorgia (sì, lei… la cantante) dice: “Mi aspetto l’entusiasmo della piazza napoletana”

            Agnelli stempera la tensione col buonumore

            Rispetto alle precedenti edizioni (soprattutto l’ultima, velenosissima), si respira una grande armonia tra i giudici (Manuel Agnelli, Achille Lauro, Paola Iezzi e Jake La Furia). Anche se Agnelli ha voglia pure di scherzare: “La sensazione sui colleghi? Pessimi! E’ difficilissimo rimanere seri, ma è la cosa bella di questa edizione. La modalità ‘sangue a arena’ ha rotto i coglioni. Dobbiamo proteggere questo clima nei live, anche se sarà più difficile”. Speriamo che la sua “anzianità di servizio” (per la sesta volta al tavolo dei giudici) e soprattutto questi buoni propositi possano garantire uno svolgimento sereno dello show.

            La conduttrice Giorgia Todrani

            La conosciamo molto bene per le sue doti artistico-canore ma è la prima volta che si cala in questo ruolo: “Mi fa impressione sentir dire che sono la conduttrice. È vero, ho abbracciato tutti i ragazzi, ma dietro le quinte c’era una grande quantità di sentimento. Conosco bene la tensione che vivono. Comunque mi è andata benissimo, gruppo migliore non potevo trovare. Nel corso del tempo ho fatto qualche esperienza, come quella di co-conduttrice nell’ultimo Sanremo, che mi ha fatto rendere conto di quanto mi piacesse questo ruolo. Sono sempre stata fan del programma, stare accanto ai giovani mi appartiene. Certo, non sarei brava a fare la selezione: avrei fatto passare tutti, mi avrebbero cacciata”.

            Per la Iezzi un clima che non t’aspetti

            Lo stupore di Paola Iezzi ricalca a grandi linee quello di Giorgia: “Cos’è successo non lo so. Ho sempre amato il programma, uno dei pochi dove si parla e si fa la musica, è un talent veritiero. Si è sempre creduto che parlare di musica in tv sia noioso, invece non è vero. Non mi aspettavo una squadra così affiatata, e sono emozionata dalla bravura di Giorgia. Questo clima era inaspettato”

            Questo Jack è proprio… una furia!

            Il rapper può essere considerato la rivelazione di questa edizione. Qualcuno ha parlato della sua complicità con Agnelli utilizzando la definizione di “poliziotto buono e cattivo“. Anche se lui non concorda pienamente: “Non userei questa metafora, dico quello che mi viene in mente e tratto le persone con schiettezza, che può sembrare brutalità, ma credo sia meglio del complimento di circostanza. Prendo le cose con leggerezza, ma al momento della competizione sono serio”.

            I giudici provano a spiegare cosa sia per loro il “fattore X”

            Quattro giudici, quattro definizioni diverse, anche se legate da una coerenza di fondo condivisa. Per Achille Lauro: “Ci troviamo in un mercato di ragazzi che sognano di diventare famosi facendo balletti su TikTok. Quando vedi qualcuno che un’esigenza vera è facile inquadrarlo”. Paola Iezzi: “Per me l’artista è quello che riesce a comunicare meglio il suo mondo interiore”. Manuel Agnelli: “Uno che ha personalità”. Jake La Furia: “La persona di talento che spicca in mezzo a persone di talento”

            Il parere di Sky

            In Sky puntano molto su questa edizione. I vertici della piattaforma spiegano l’attuale strategia del talentt che negli ultimi anni ha subito una flessione di pubblico e di personaggi: “Ai giovani abbiamo voluto offrire un percorso di competenze e solidità, che i giudici hanno. X Factor compie 18 anni ed è tra i tre programmi più visti su Sky insieme a Masterchef e Pechino Express. È difficile lanciare formati nuovi, mentre bisogna rinnovare nel solco di formati vincenti. Fa parte dell’ossatura di Sky e intendiamo proseguire”. Un programma che coinvolge circa 400 persone alla realizzazione di questa edizione e che si prefigge di scovare buona musica, genuina, sincera. Bravi musicisti, cosa non necessariamente di moda ma di qualità.

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              Televisione

              Bruno Vespa: «Il Duce mio papà? I conti non tornano»

              Bruno Vespa affronta con ironia la diceria secondo cui sarebbe figlio di Benito Mussolini. La leggenda nasce dalla coincidenza che la madre di Vespa insegnasse vicino a Campo Imperatore, dove Mussolini fu detenuto. Tuttavia, Vespa chiarisce che sua madre iniziò a insegnare lì solo nel 1949, anni dopo la morte di Mussolini. Il giornalista racconta inoltre episodi della sua carriera e la nascita di “Porta a Porta”.

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                La diceria secondo cui Bruno Vespa sarebbe figlio di Benito Mussolini è una delle leggende più persistenti che circolano sul noto giornalista. Ma Vespa stesso si diverte a smentirla con precisione cronologica e un pizzico di ironia in una lunga intervista al Corriere della Sera.

                «Non tornano i conti. Mia madre andò a insegnare ad Assergi, ultimo paese prima della funivia per Campo Imperatore, dove avevano mandato Mussolini, solo nel 1949. Quando “papà” (sorride, ndr) era già morto da qualche anno». Non sembra infastidito dalla diceria: «Non lo sono. Anzi, mi fa sorridere. A mio fratello Stefano, invece, questa cosa lo faceva imbestialire».

                Quanto alla sua somiglianza con il Duce, Vespa commenta: «Forse perché somiglio un po’ a Mussolini».

                Bruno Vespa, lunedì saranno ottant’anni. Qualcuno si starà chiedendo: quando si ritira? «Il giornalismo si fa con la testa, che ancora funziona bene. Il ritiro lo deciderà il mio editore di riferimento: il Padreterno».

                Riguardo alle sue origini familiari e alla sua infanzia, Vespa racconta: «I miei genitori votavano per la Dc. Papà era rappresentante di medicinali, mamma maestra elementare. Si sposarono il 24 luglio 1943. Con gran tempismo, direi. Il viaggio di nozze durò un giorno, il tempo di andare e tornare da Rivisondoli. L’albergo era stato bombardato». E della sua infanzia aggiunge: «Mai andato all’asilo o alla scuola materna. Direttamente alle elementari, a 5 anni».

                La sua carriera giornalistica iniziò presto: «L’anzianità di servizio Rai risale al primo settembre 1962, facevo servizi per la Radio regionale. L’Aquila credo abbia il tasso di consumo di musica classica più alto al mondo per numero di abitanti, da lì passavano tutti i più grandi, che ho intervistato: Rubinstein, Benedetti Michelangeli, Rostropovic… Quando venne Svjatoslav Richter, era la sua prima volta in Occidente, scomparve poco prima del concerto. Iniziarono a urlare che l’aveva preso la Cia; lo trovammo incantato di fronte alla facciata rinascimentale della Basilica di San Bernardino. Prima ancora, a sedici anni, avevo iniziato a fare corrispondenze dall’Aquila per il Tempo».

                Poi arrivò il mitico concorsone Rai del 1968: «Ero talmente spaesato che a Piazzale Clodio chiesi a un passante dove fosse viale Mazzini. Mi classificai primo. Tra i concorrenti c’erano Paolo Frajese, Angela Buttiglione, Bruno Pizzul, Nuccio Fava. Mi assegnarono al telegiornale. Alla prima telecronaca, alla regata delle Repubbliche marinare di Pisa, Tito Stagno mi accompagnò perché non si fidavano a mandare da solo uno così giovane. Mi insegnò due cose: quando sei seduto metti la giacca sotto il sedere; e poi, dai mance laute ai camerieri perché da te se lo aspettano».

                Porta a Porta come nasce? «Ero a Palermo per seguire il processo Andreotti. Una sera, in albergo, vidi per caso uno spot della Rai che diceva “la seconda serata è… Carmen Lasorella!”. A quel punto vado dalla presidente Moratti e le dico: la Rai mi ha tolto dal Tg, dalla prima serata, da tutto. A questo punto, fate fare qualche seconda serata anche al sottoscritto. Ne diedero tre a Carmen e due a me. Sono passati ventotto anni. Porta a Porta sta ancora là».

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