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Cinema

E’ lui o non è lui…? Sì, sì è proprio lui George Clooney a Milano

Milano ancora una volta è stata scelta per un set cinematografico importante, insieme ad alcune località della Toscana sempre più gettonate dalle produzioni di Hollywood.

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    Te ne stai andando tranquillamente a prendere il treno dal binario 21 direzione Livorno delle 16,05 e già all’entrata dei binari percepisci che c’è qualcosa di strano… Ti avvicini, metti a fuoco ed ecco che ti appare un set cinematografo con tanto di comparse e treno anni ’90 lì in bella mostra proprio sul binario dirimpetto al tuo. Basta una sguardo per capire che è una produzione vera, professionale. Non pizzi e fichi. Cerchi di mettere a fuoco l’immagine d’insieme quando appare lui che avanza proprio verso di te. Magnifico.

    George Clooney a Milano per un film di Baumbach

    Elegante come sempre, in camicia a righe, giacca color carta da zucchero e occhiali a specchio. Ma è George? Sì sì è proprio Clooney in persona. Per te un mito. E al suo fianco cammina Adam Sandler con occhiali scuri e giacca a vento senza maniche. Tutti e due camminano accanto a un treno un po’ vintage anni ’90 color verde pastello e bianco. E’ in quel momento che capisci che la cosa è proprio seria. Le transenne non ti fanno passare, la calca si fa sempre più fitta. Perché a quell’ora in un giorno feriale dalla stazione centrale di Milano partono in tanti. Passanti e pendolari che rientrano verso Pavia, Lodi, Crema e altre località padane. E poi ci sono quelli che vanno in su verso Sondrio, Colico, Lecco, Como. E capisci che incuriositi come te dalla ressa ognuno di quei pendolari cerca di regalarsi un selfie, o almeno strappare un autografo.

    … sì perché Milan l’è un gran Milan

    Ancora una volta Milano è stata scelta per un set importante, insieme ad alcune località della Toscana sempre regione più gettonata dalle produzioni di Hollywood. Sul film in questione non c’è traccia di notizie. Nemmeno se vai sui profili del regista Noah Baumbach, noto per i suoi “Storia di un matrimonio” e “Il calamaro e la balena“. Nonché co sceneggiatore insieme alla moglie del film campione di incassi Barbie (2023) con 1,4 miliardi di dollari. L’unica a sganciare qualche informazione è la produzione Netflix per voce dal capo della divisione cinematografica Scott Stuber. In un post su Instagram racconta come Noah abbia descritto il suo nuovo lungometraggio girato a Milano, come “una divertente ed emozionante storia di formazione sugli adulti“. Notizia povera. Ricca invece la lista dei nomi degli componenti del cast che oltre Clooney e Sandler include anche la moglie di Noah, Greta Gerwig, (si sono sposati lo scorso dicembre) che rende questo progetto il primo ufficiale della coppia come marito e moglie!

    Sempre più nutrito il clan di Baumbach

    Saranno presenti come protagonisti anche alcuni volti familiari per Baumbach come Laura Dern e Lars Eidinger apparsi nell’ultimo suo film “White Noise“. Il resto del cast comprende amici di lunga data e conoscenti di Noah, nonché attori/attrici che lavoreranno con il regista per la prima volta. Per esempio? Josh Hamilton, Eve Hewson, Kyle Soller, Patrick Wilson, Stacy Keach, Nicôle Lecky, Louis Partridge, Alba Rohrwacher, Charlie Rowe alcuni nimi. E poi anche Riley Keough, Billy Crudup, Jim Broadbent, Jamie Demetriou, Grace Edwards, Patsy Ferran, Isla Fisher e Thaddea Graham. Questo nuovo film è stato scritto insieme all’attrice Emily Mortimer, che sarà anche la protagonista del film, prodotto da Amy Pascal e David Heyman.

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      Cinema

      Il parere di Robert De Niro: il mito della Lollo vive attraverso Monica Bellucci

      C’è un’erede per l’intramontabile Sophia Loren? Secondo uno dei più grandi attori di sempre, la risposta è sì. Robert De Niro, icona del cinema internazionale, ha indicato senza esitazioni Monica Bellucci come la degna erede della diva di Pozzuoli. Un’affermazione che accende i riflettori su due volti straordinari del cinema italiano: il mito senza tempo e la bellezza contemporanea.

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        Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone, in arte Sophia Loren, è molto più di un’attrice: è un’icona mondiale. Nata a Pozzuoli nel 1934, ha saputo conquistare il pubblico con il suo fascino mediterraneo e un talento recitativo fuori dal comune. Premi Oscar, collaborazioni leggendarie con registi del calibro di Vittorio De Sica e una carriera che ha spaziato tra Europa e Stati Uniti hanno consolidato il suo status di leggenda. Nel 1960 ha vinto l’Oscar come miglior attrice per La Ciociara, prima interprete a ottenere il premio per una performance non in lingua inglese. Nel 1991 l’Academy le ha conferito un Oscar alla carriera, consacrandola tra le stelle eterne del grande schermo.

        Chi può raccogliere l’eredità di Sophia?

        Con il passare degli anni, Loren si è ritirata a vita privata in Svizzera, ma il suo mito resta vivo. La domanda, dunque, è inevitabile: esiste oggi una sua erede nel panorama cinematografico? Secondo Robert De Niro, assolutamente sì.

        De Niro non ha dubbi: “Monica Bellucci è la nuova Sophia Loren”

        In un’intervista rilasciata a Sky Cine News, Robert De Niro ha indicato Monica Bellucci come la naturale erede di Sophia Loren. “Era necessario avere accanto la donna per eccellenza – ha dichiarato – e questa doveva essere Monica, oppure qualcuno come Claudia Cardinale”. I due attori hanno condiviso il set nel film Manuale d’Amore 3 di Giovanni Veronesi, dove De Niro interpreta un professore e la Bellucci incarna il fascino e l’eleganza di una donna magnetica. “Sono stato felice di lavorare con lei – ha aggiunto l’attore – Monica ha qualcosa di speciale”.

        Bellucci e Loren: due epoche, un solo mito

        Non è un caso se Monica Bellucci è oggi considerata una delle grandi dive del cinema. Conosciuta per la sua grazia, la voce profonda e la bellezza tipicamente italiana, ha conquistato anche il pubblico internazionale. Dal Festival di Cannes alla Mostra del Cinema di Venezia, la sua presenza incanta le platee di tutto il mondo. Nel corso della rassegna veneziana dedicata alle icone del cinema italiano, Bellucci e Loren sono state protagoniste di una mostra fotografica insieme ad altre grandi interpreti come Virna Lisi, Gina Lollobrigida e Monica Vitti. Un omaggio che unisce passato e presente, suggellando il passaggio ideale di testimone.

        Due simboli, una sola anima italiana

        Monica Bellucci non è solo un’attrice, ma un simbolo della continuità e della forza del cinema italiano nel mondo. L’elogio di De Niro non è casuale: rappresenta il riconoscimento internazionale di un’eredità che si rinnova, senza dimenticare le radici. Come Sophia Loren ha aperto la strada alle attrici italiane nel mondo, Monica Bellucci continua a portarne alta la bandiera. Due donne, due carriere straordinarie, unite da un carisma senza tempo e da un’eleganza che solo il grande cinema sa esprimere.

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          Cinema

          Arriva un biopic sulla storia d’amore segreta tra James Dean e William Bast

          Brandon Flynn vestirà i panni dell’icona hollywoodiana in “Willie and Jimmy Dean”, un film che racconta il lato più intimo e nascosto dell’attore.

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            Dietro lo sguardo ribelle e l’aria tormentata che hanno reso James Dean un’icona immortale del cinema, si nascondeva un giovane uomo fragile, complesso e profondamente umano. A quasi settant’anni dalla sua morte, il mito di Dean si arricchisce di una nuova sfumatura. E’ stato annunciato il biopic Willie and Jimmy Dean, scritto e diretto da Guy Guido. Il lavoro è tratto dal memoir Surviving James Dean di William Bast, amico intimo e presunto amante dell’attore. A interpretare Dean sarà Brandon Flynn, volto noto delle serie Tredici e True Detective, scelto per la sua capacità di incarnare sia il fuoco che la vulnerabilità del personaggio.

            Una relazione iniziata da studenti

            Il film racconterà la relazione tra Dean e Bast, iniziata quando entrambi erano studenti alla UCLA. I due diventarono coinquilini, poi amici inseparabili e infine amanti, in un’epoca – quella degli anni ’50 – in cui vivere apertamente la propria omosessualità significava rischiare la carriera e l’emarginazione sociale. Bast, che nel 2006 ha raccontato la loro storia nel suo libro, sperava che un giorno avrebbero potuto vivere insieme alla luce del sole. Ma la morte improvvisa di Dean, a soli 24 anni in un incidente d’auto nel 1955, spense ogni possibilità.

            Il regista Guy Guido ha voluto allontanarsi dal classico biopic agiografico per raccontare una storia “tenera e a tratti tragica”. Una storia centrata sulla lotta di Bast con la propria identità e sul prezzo dell’essere “veramente visti” in un’America ancora profondamente conservatrice. Flynn ha definito la sceneggiatura “un tentativo autentico di comprendere chi fosse davvero James Dean — non solo l’icona, ma l’uomo”. Ha elogiato il film per aver evitato il sensazionalismo e per aver dato voce alla pressione che Hollywood esercitava sulle persone LGBTQ+, costrette a recitare anche nella vita privata.

            Il casting per il ruolo di William Bast e della madre, figura centrale nella sua vita, è ancora in corso, guidato da Kerry Barden e Paul Schnee. Il progetto è in fase di sviluppo e il regista è attualmente in trattativa con diversi produttori per portare sullo schermo questa storia delicata e potente. Willie and Jimmy Dean promette di restituire al pubblico un James Dean più vero, più umano, lontano dalla leggenda patinata. Vicino a chi, come lui, ha vissuto nell’ombra per paura di essere se stesso. Un film che non solo racconta un amore nascosto, ma illumina una parte di storia che per troppo tempo è rimasta invisibile.

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              Cinema

              Scarlett Johansson entra in Jurassic World: “Un sogno lungo trent’anni. E sì, ho baciato Bailey”

              Nei panni dell’agente Zora Bennett, Johansson realizza il sogno d’infanzia: recitare nella saga iniziata da Spielberg. Ma il red carpet di Londra diventa trending topic per un altro motivo: il bacio con Jonathan Bailey. “Siamo amici. E io ho molto amore da dare”.

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                Quando entra in scena, la camera respira. Quando bacia, i social esplodono. Scarlett Johansson torna al cinema da protagonista in Jurassic World – La rinascita, settimo film della saga nata nel 1993 con Spielberg e in arrivo nelle sale italiane il 3 luglio. A quarant’anni compiuti, l’attrice sorprende ancora: «Avevo nove anni quando vidi il primo Jurassic Park – ha raccontato a New York – È sempre stato il mio sogno. Ora finalmente ne faccio parte».

                Nella pellicola, scritta da David Koepp, Johansson interpreta Zora Bennett, agente sotto copertura assoldata da una compagnia farmaceutica per collaborare con un paleontologo (Jonathan Bailey) e un esploratore (Mahershala Ali) nella ricerca del DNA dei dinosauri. L’ambientazione è un’isola proibita, la posta in gioco è salvare vite umane. Eppure, il vero colpo di scena arriva fuori dallo schermo.

                Durante la première londinese, infatti, Scarlett Johansson ha baciato Jonathan Bailey. Un bacio pieno, quasi teatrale, che ha oscurato perfino i T-Rex del film. «Jonathan è un ragazzo adorabile. Sì, è attraente. Ma siamo amici. E io ho molto amore da dare», ha spiegato con disinvoltura.

                Il gesto ha acceso il dibattito: è possibile baciare un amico senza malizia? Per Johansson sì, eccome. «La vita è troppo breve per non dimostrare affetto. Era un bacio da red carpet, niente di più». Ma sui social il pubblico si divide: tra chi applaude la libertà del gesto e chi lo vede come una trovata pubblicitaria.

                Del resto, Hollywood ha una lunga storia di baci memorabili fuori copione: da Madonna e Britney Spears agli MTV Awards del 2003, a Sandra Bullock e Meryl Streep, da Megan Fox a Angelina Jolie col fratello. Ma quello tra Johansson e Bailey è stato definito da Variety «la chimica dell’amicizia». Per i fan, è stato semplicemente “il bacio che ha rubato la scena al film”.

                E così, mentre Zora combatte con i dinosauri sullo schermo, Scarlett combatte con le aspettative fuori dal set. Come sempre, a modo suo: spiazzando, emozionando e, se serve, baciando. Anche solo per ricordarci che, ogni tanto, si può essere rivoluzionari con un semplice gesto d’affetto.

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