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40 anni di Bon Jovi… e sembra ieri: tutto in 4 puntate su Disney+

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    Quattro decadi di storia in bilico fra rock e pop, attraversando trionfi di portata globale, momenti delicati e una fase più recente che si può tranquillamente definire come complessa, visto il problema alle corde vocali del frontman Jon Bon Jovi. Che poteva interrompere per sempre la sua carriera di cantante… e che invece è stata positivamente archiviata.

    In regia un esperto documentarista

    Tutto questo e molto altro condensato in Thank You, Goodnight: The Bon Jovi Story, la docuserie in quattro puntate dedicata al gruppo Usa su Disney+ il 26 aprile. Firma l’esperto documentarista Gotham Chopra già autore, fra gli altri, di Kobe Bryant’s Muse, prodotto dedicato alla leggendaria stella del basket prematuramente scomparsa.

    La loro storia recente

    Spiega Bon Jovi: “Con l’avvicinarsi del nostro 40/o anniversario, ho pensato che questa serie potesse essere un’opportunità per creare una pietra miliare nella nostra carriera”. Lo show narra la recente storia della band dal febbraio 2022, concentrandosi sulle incognite, le crisi e le scelte in un momento cruciale della loro carriera. I fan potranno fare un viaggio intimo che si unisce a straordinario materiale d’archivio sul percorso dei Bon Jovi. La formazione attuale annovera Jon Bon Jovi (all’anagrafe John Francis Bongiovi Jr.), Tico Torres, Hugh McDonald, David Bryan, e Phil X. Li vedremo raccontati in video personali, demo e testi inediti, foto mai viste prima.

    Jon si racconta in modo vero

    Prosegue il leader della formazione: “Ci siamo fidati di Gotham al timone, è suo il controllo creativo. Per noi il punto di partenza è stato essere del tutto onesti. Non raccontare solo la mia verità, ma la nostra verità, l’apporto individuale di ognuno in quella che è la nostra storia collettiva”.

    Prima di ripartire per i concerti, la voce deve essere al top

    Nella docuserie il frontman ha deciso di parlare per la prima volta anche del suo problema alle corde vocali. Quello per il quale due anni fa si è dovuto operare. “Ora sono a buon punto nel riprendermi. Sono più che capace di cantare. È solo che per me il livello deve essere (reggere) due ore e mezza di concerto a serata per quattro sere a settimana, prima di poter dire che possiamo ripartire per qualche live”.

    Origini italo-tedesco-russe

    Il suo vero nome èJohn Francis Bongiovi Jr, nato a Perth Amboy (New Jersey) il 2 Marzo 1962 con precise origini meridionali. Il padre della star internazionale, infatti, si chiama come lui – John Bongiovi – ed è un barbiere originario della Sicilia. Nato a Sciacca, emigrò prima della II Guerra Mondiale nel New Jersey. Sua madre invece si chiama Carol Sharkey, era una Playboy Bunny (una cameriera presso i Playboy Club con la famosa divisa da coniglietta), di origini tedesche e russe.

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      A Milano torna la Music Week

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        L’ottava edizione della settimana milanese dedicata alla musica si sposterà dal distretto Tortona al Castello Sforzesco, dal 18 al 24 novembre. Una settimana di concerti, dj set, interviste con gli artisti, panel, workshop, incontri e appuntamenti speciali che trasformano la metropoli meneghina nella capitale italiana della musica.

        Un cambio di location

        Dopo la grande affluenza di pubblico della scorsa edizione nella zona di via Tortona, Milano Music Week annuncia un cambiamento per quest’anno, optando come distretto principale il centro della città di Milano: Parco Sempione e le sue prestigiose location. La manifestazione avrà come quartier generale il Castello Sforzesco, sede del ricco programma di panel. Vedrà poi il coinvolgimento dei Dazi all’Arco della Pace, di Triennale Milano e di altre location per appuntamenti diurni e serali.

        Coinvolta l’intera filiera musicale

        Milano Music Week è un progetto del Comune di Milano – Assessorato alla Cultura, promosso da Assoconcerti, Assomusica, FIMI Federazione Industria Musicale Italiana, NUOVO IMAIE Nuovo Istituto Mutualistico Artisti Interpreti Esecutori e SIAE Società Italiana degli Autori ed Editori ed organizzato da Butik s.r.l. Impresa Sociale. Per il terzo anno di seguito la Direzione Artistica è affidata a Nur Al Habash.

        Un ricco panel di opportunità

        Il cambiamento nella location sottolinea l’importanza e l’influenza di questa manifestazione, contribuendo a rendere l’edizione 2024 ancora più memorabile e accessibile a un pubblico più ampio. Nel corso delle varie edizioni, la Milano Music Week si è contraddistinta per i suoi workshop formativi e panel, sia su temi attuali che scenari futuri. Con la partecipazione di centinaia di artisti italiani ed internazionali e una progressiva sempre più fitta interazione con le realtà attive sul territorio. Tutto questo per arrivare ad affermarsi come uno dei principali eventi a livello europeo dedicato alla filiera musicale.

        Dedicato ai professionisti ma anche ai fan della musica

        Si tratta di appuntamento realmente imperdibile per l’industria musicale, rappresentando un’occasione unica ai professionisti del settore per ritrovarsi, creare nuovi link e collaborazioni. I fan, da parte loro, godranno di opportunità uniche per avvicinarsi ai loro idoli, partecipando a incontri esclusivi e showcase.

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          Confermato: Céline Dion tra poche ore si esibirà a Parigi

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            La cantante è arrivata a Parigi lunedì scorso, alloggiandosi al Royal Monceau, vicino agli Champs-Élysées, stesso albergo in cui è ospite Lady Gaga, anche lei coinvolta nell’inaugurazione che partirà alle 19:30, dove vedremo sfilare gli atleti in una maniera inedita, ovvero a bordo di battelli, in uno show per cui non si è badato a spese (122 milioni di euro circa i costi).

            Una malattia che le ha fatto annullare tutti i concerti

            La postar canadese, a dispetto della sua malattia, si esibirà oggi durante la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi. Céline, dopo essere stata colpita dalla “sindrome della persona rigida”, i cui sintomi contemplano spasmi, dolori muscolari e crampi che provocano rigidità e cadute, era stata costretta ad annullare tutti i suoi show. In pubblico non si esibisce ormai da quattro anni e lo scorso giugno, in un’intervista, aveva spiegato: «La malattia mi impedisce di cantare: ho spasmi così forti da rompermi le costole. È come se qualcuno mi stesse strangolando».

            Céline canterà: è confermato!

            La bella notizia è che ci sarà pure lei fra i 3.500 artisti che saliranno sul palco durante la cerimonia d’apertura dei Giochi, una parata nautica lungo la Senna che culminerà nei pressi dell’iconica Torre Eiffel.

            Non è un debutto assoluto

            Non è la prima volta della Dion alle Olimpiadi: nel 1996 aveva cantato The Power of the Dream durante la cerimonia per l’apertura dei Giochi di Atlanta. Questa esibizione parigina però sarà in assoluto la prima da quando ha sospeso la propria attività a seguito della diagnosi di sindrome della persona rigida.

            Non ha mai fatto mistero in pubblico della sua malattia

            Lo scorso giugno, ai microfoni della Nbc News, la 56enne artista ha rivelato che le dosi massicce di Valium assunte per combattere spasmi e dolori hanno rischiato addirittura di ucciderla. Due mesi prima, intervistata da Vogue ediziobe francese, aveva dichiarato: «Non ho sconfitto la malattia, è ancora con me e lo sarà per sempre. All’inizio mi chiedevo: perché proprio a me? Perché è accaduto? È colpa mia? La vita non ti dà alcuna risposta… Devo imparare a convivere con la malattia e smettere di farmi domande. Per come la vedo, ho due scelte: o mi alleno come un atleta e lavoro duramente, oppure mi spengo e tutto è finito». Céline ha scelto di non arrendersi: «Per cinque giorni a settimana mi sottopongo a terapia atletica, fisica e vocale. Lavoro sulle punte dei piedi, sulle ginocchia, sui polpacci, sulle dita, sulle ginocchia, sul canto, sulla mia voce…».

            Una sindrome che non ha ancora un protocollo di cura univoco

            Purtroppo la sua malattia per ora non dispone di un protocollo di cura univoco, anche se la Dion non ha mai perso la speranza. Al punto che, nel dicembre 2023, sua sorella Caudette aveva detto chiaramente che «Cèline vuole tornare a cantare». Lei, su questo aspetto, non si è mai sbilanciata più di tanto: «Al momento non posso rispondere, perché per quattro anni mi sono detta: non tornerò, poi sono pronta, poi non sono pronta… Il mio corpo me lo dirà. Per ora resto a casa, ascolto le mie canzoni, sto di fronte allo specchio e canto per me. Ho deciso di lavorare con tutto il mio corpo e la mia anima, dalla testa ai piedi… Voglio essere al meglio che posso. Il mio obiettivo è di tornare a vedere la Torre Eiffel».

            Un desiderio che è stato esaudito, visto che ora si trova a Parigi e tra qualche ora canterà.

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              Mick Jagger: 81 anni, canta e balla come un ventenne!

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                Quando si pensa alle leggende del rock momdiale di tutti i tempi… il suo nome è fra i primissimi ad essere pronunciato. Mick Jagger e il suo sodalizio artistico con Keith Richards ha dato vita a uno delle band più significative della storia della musica. Gli irriverenti, stradaioli, inossidabili Rolling Stones, l’altra faccia dei Beatles come qualcuno li considera.

                Rolling Stones e Beatles, una finta rivalità ad uso e consumo dei media

                Gli “scarafaggi” come la quintessenza del pop, le “pietre rotolanti” dalle evidenti radici che pescano a piene mani da blues. Jagger, carismatico genio sensuale, diede al rock una visione rock quasi “diabolica”, per incrementare ad arte la “cattiva fama” della band.

                Il primo incontro alle scuole elementari

                Mick Jagger nasce a Dartford, Inghilterra, il 26 luglio 1943. L’incontro con Keith Richards (chitarrista e autore di gran parte delle musiche, mentre Jagger si è sempre occupato più che altro dei testi) avviene alle elementari, per poi svanire negli anni successivi. La passione di Mick per la musica inizia presto, si consolida durante gli anni della high school, dove forma le sue prime band, i Little Boy Blue e i Blue Boys.

                Gli anni degli eccessi

                Dopo le scuole superiori arriva il secondo incontro con Keith e la partenza di uno dei progetti più ambiziosi e duraturi della storia della musica. Siamo nel periodo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70, i Rolling iniziano a sfornare brani che diventeranno mitici come Satisfaction, Jumpin Jack Flash, Simpathy for the devil e Paint It Black, ancora oggi delle imprescindibili pietre miliari del rock. Sesso, droghe, eccessi sono alla base della vita di Jagger in quel periodo, come dei Rolling Stones in genere, al punto che una overdose si porterà via Brian Jones, sostituito dal chitarrista Mick Taylor.

                Una carriera solista piuttosto fiacca

                Negli anni ’80 avviene una crisi profonda con il compagno di sempre, Keith Richards, motivata dalla forte dipendenza dall’eroina del chitarrista, incapace di guidare la band. Jagger tenta anche la carriera solista, con esperimenti pop e dance, dai risultati piuttosto fiacchi. Le divergenze con il resto del gruppo sembrano insanabili. Il riavvicinamento mostra precisi segnali positivi che spingono i vecchi compagni a riprendere i tour, rimettendo in carreggiata una storia che sembrava arrivata al capolinea.

                Anche sul grande schermo

                Mick Jagger ha avuto diverse frequentazioni con il mondo del cinema: Freejack – In fuga nel futuro (1991, con Anthony Hopkins) e L’ultimo gigolò – The man from Elysian Fields (2001, con Andy Garcia, tanto per citare un paio di titoli.

                Tre mogli, cinque figli (più un sesto riconosciuto di recente)

                Ben più nutrite le frequentazioni con il mondo femminile, Mick ha avuto tre mogli (l’ultima è la modella Jerry Hall), e svariate storie, a partire da Marianne Faithfull. Dai tre matrimoni sono nati ben cinque figli, più un sesto, riconosciuto recentemente, nato da una relazione con una modella brasiliana. Jagger è pure nonno dei due nipotini Assisi e Ambra.

                Siciliano d’adozione

                Insignito del titolo di Sir, appassionato di pittura, della quale è collezionista accanito. Tra gli artisti amati Andy Warhol, Giorgio De Chirico e Richard Hamilton. Grande la sua passione per l’Italia e soprattutto per la regione Sicilia, nel 2021 ha acquistato una casa nel borgo marinaro di Portopalo di Capo Passero, in provincia di Siracusa.

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