Musica
Damiano David nudo nel videoclip di “Next Summer”, il web impazzisce (video)
Damiano torna con il singolo “Next Summer” e lo fa con un videoclip d’impatto, girato in un carcere e caratterizzato da un’estetica oscura e intensa. Le scene di nudo integrale, pubblicate in anteprima dal fotografo Damon Baker, diventano virali sui social. Intanto il suo tour mondiale registra il tutto esaurito.
Damiano David continua la sua ascesa da solista e lo fa con stile, carisma e un tocco di provocazione. Dopo i primi due brani “Silverlines” e “Born With A Broken Heart”, l’ex frontman dei Måneskin ha lanciato il suo terzo singolo. Si intitola “Next Summer”, accompagnato da un videoclip dal forte impatto visivo.
La clip, ambientata quasi interamente in un carcere, racconta il tormento di un amore perduto e il rimorso di chi è stato abbandonato, credendo di avere tra le mani un sentimento speciale. L’atmosfera è cupa e intensa, e Damiano interpreta sé stesso in una narrazione che trasuda emozione e sofferenza.
Ma a far esplodere il web è stata un’altra scelta artistica: il cantante appare in alcune scene completamente nudo, un dettaglio che ha immediatamente scatenato le reazioni dei fan e dei social. Le immagini, catturate dal fotografo Damon Baker durante le riprese, sono state condivise in anteprima sulle piattaforme ufficiali dell’artista, diventando virali in pochissimo tempo. Su X, alcuni utenti hanno già pubblicato versioni censurate delle scene integrali, accendendo ulteriormente la curiosità del pubblico in attesa del video ufficiale, in uscita oggi alle ore 14.
Il fisico scolpito, i tatuaggi in primo piano e l’atteggiamento da rockstar magnetica hanno reso il nuovo progetto di Damiano un vero evento mediatico. Un mix di sensualità e ribellione che ricorda le icone del passato, ma che si fonde perfettamente con la sua identità artistica.
Un tour mondiale da record
Se l’effetto shock del videoclip ha già acceso i riflettori su “Next Summer”, il successo di Damiano come solista si misura anche dai numeri. Il suo primo tour mondiale sta registrando il tutto esaurito. Oltre trenta date tra Europa, Australia, Nord America, Sud America e Asia, molte delle quali già sold out.
I fan italiani dovranno attendere il 7 ottobre a Milano e l’11 ottobre a Roma per vederlo esibirsi dal vivo senza i Måneskin, in una dimensione completamente nuova e personale.
L’amore con Dove Cameron
A supportarlo nel suo viaggio musicale, almeno nelle tappe americane, ci sarà la fidanzata Dove Cameron. L’attrice e cantante statunitense ha recentemente parlato della loro relazione in un’intervista a People, raccontando come Damiano l’abbia aiutata a vivere il loro amore con maggiore serenità, anche sui social.
“Per tanto tempo ho avuto paura di condividere la mia vita privata, ma Damiano mi ha detto: ‘Se un’infermiera, un avvocato o un cameriere può postare una foto con il proprio partner, perché noi non possiamo farlo?’”, ha raccontato Dove. “Così ho deciso di provare a essere normale. È bello essere innamorati.”
Tra musica, amore e immagini destinate a rimanere impresse, Damiano David sembra aver trovato la formula perfetta per far parlare di sé. E il viaggio da solista è appena cominciato.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Musica
Billie Eilish fulmina i miliardari (con Zuckerberg in sala): «Date i vostri soldi a chi ne ha bisogno»
Billie Eilish, 23 anni, donerà 11,5 milioni di dollari a enti contro fame e cambiamento climatico. Premiata agli Innovator Awards del Wall Street Journal, ha invitato il pubblico – tra cui Mark Zuckerberg e Priscilla Chan – a sostenere chi è in difficoltà: «Il mondo è buio, servono empatia e aiuto». Applausi in sala. Tranne uno.
Billie Eilish non ha scelto la via diplomatica. Dal palco del Museum of Modern Art di New York, dove ha ricevuto il Music Innovator Award agli Innovator Awards del Wall Street Journal, la popstar ha rivolto un appello diretto ai miliardari: «Se avete soldi, sarebbe fantastico usarli per cose buone, magari darli a chi ne ha bisogno».
Un invito pronunciato davanti a una platea che di certo non fatica a pagare l’affitto. Tra gli ospiti, nomi da rubrica finanziaria: Mark Zuckerberg e Priscilla Chan, Hailey Bieber, George Lucas, Spike Lee, Ben Stiller. E proprio Zuckerberg, racconta People, sarebbe rimasto immobile mentre tutto il MoMA applaudiva.
Eilish ha parlato con il tono di chi non intende fare sermoni, ma nemmeno girarsi dall’altra parte. «Siamo in un momento in cui il mondo è davvero brutto e davvero buio», ha detto. «Le persone hanno bisogno di empatia e aiuto più che mai, soprattutto nel nostro Paese». Poi la frase che ha acceso la sala: «Vi voglio bene, ma ci sono alcune persone qui che hanno molti più soldi di me. Se siete miliardari, perché lo siete? Senza odio, ma sì, date via i vostri soldi, piccolini».
La cantante, 23 anni, non si limita alle parole. Nei giorni scorsi è trapelata la decisione di donare 11,5 milioni di dollari a organizzazioni impegnate contro fame e cambiamento climatico. Un gesto che ha fatto rumore quanto il suo discorso.
Zuckerberg e la moglie erano presenti perché quest’ultima ha ricevuto il riconoscimento come Innovatrice della Filantropia nella Scienza 2025 per il lavoro della Chan Zuckerberg Initiative, che sostiene la ricerca medica e ha promesso di devolvere in beneficenza il 99% delle azioni Meta.
Un incontro simbolico tra due mondi: da una parte la beneficenza come progetto miliardario a lungo termine, dall’altra la provocazione schietta di una popstar che parla alla sua generazione e chiede immediatezza, responsabilità, partecipazione.
New York ha applaudito. E qualcuno ha scelto il silenzio.
Musica
Quando la musica fa paura: i videoclip più inquietanti e perturbanti della storia che ancora oggi ci perseguitano
Freud lo chiamava Unheimlich, Mark Fisher lo ha ripensato come attrazione per l’ignoto: quel “perturbante” che destabilizza e seduce. Dagli anni ’80 in poi, la musica ha scelto di mostrarlo, portandolo nel mainstream con immagini sinistre, simbolismi disturbanti e atmosfere che ancora oggi fanno vibrare l’inconscio collettivo. Halloween è il momento perfetto per riaprire quella porta.
Dal sogno al delirio: quando il pop scopre l’inquietudine
C’è stato un momento in cui i videoclip non erano solo ornamento, ma laboratorio psichico. La postmodernità ha sdoganato l’Unheimlich freudiano e l’ha portato sullo schermo: incubi, deformazioni, desiderio e repulsione mescolati in estetiche che hanno segnato generazioni. Mark Fisher lo ha spiegato bene: il fascino del perturbante non nasce dal piacere della paura, ma dalla tensione verso ciò che sfugge al noto. La musica lo ha reso spettacolo, catarsi e shock visivo. La ninna nanna velenosa dei Cure in Lullaby, con Robert Smith intrappolato nella ragnatela di un incubo infantile, è l’archetipo di questa svolta: minaccia, poesia, ansia e fascinazione.
Dalla carne al simbolo: orrore glamour e angoscia pop
Con gli anni ’90 il perturbante diventa linguaggio dominante. Sweet Dreams di Marilyn Manson trasforma la cover degli Eurythmics in un rito iniziatico di deformazione e violenza rituale. Ava Adore degli Smashing Pumpkins diventa un viaggio tra cliniche folli, set gotici e tableaux vivants decadenti. Poi arriva il sole malato di Black Hole Sun dei Soundgarden: sorrisi tirati, innocenza corrotta, borghesia che implode sotto la luce irreale. In Heart-Shaped Box i Nirvana mescolano simbolismo religioso, colori acidi e morte annunciata. È un’estetica che non urla: fissa, sussurra, ipnotizza.
Il corpo, la macchina, il mostro
Verso la fine del decennio il perturbante cambia pelle. Hey Boy Hey Girl dei Chemical Brothers racconta un trauma con ossa danzanti e nightclub spettrali. Breathe dei Prodigy mette in scena insetti, viscere e un clown demoniaco in un bagno claustrofobico. Bowie in Little Wonder diventa alieno tra creature deformi, mentre i Nine Inch Nails con Closer elevano la carne e l’orrore a installazione oscura e sacrilega, tra cuori pulsanti e allucinazioni da laboratorio infernale. Il culmine è Come to Daddy di Aphex Twin: bambini-dèmone, periferie post-apocalittiche, un’entità che esce dalla TV e la frase «I want your soul» come mantra. È l’orrore puro che diventa cultura.
In fondo, Halloween lo ricorda ogni anno: abbiamo paura, sì. Ma certe volte ci piace restarci dentro ancora un po’.
Musica
Beatles forever: 55 milioni di euro di fatturato nel 2025 per la Apple Corps. Yoko Ono, Paul McCartney, Ringo Starr e Olivia Harrison ancora soci in parti uguali
I conti 2024-2025 della Apple Corps Limited confermano l’incredibile potenza economica del marchio Beatles. Fatturato a 55 milioni di euro e utili da 4 milioni. I quattro soci – McCartney, Starr, Olivia Harrison e Yoko Ono – mantengono ciascuno il 25% delle quote. Per la vedova Lennon anche un gettone “ad personam”, mai chiarito nel dettaglio.
Non c’è fine alla Beatlemania. Cinquantasei anni dopo l’ultima esibizione sul tetto della sede di Savile Row, i Beatles restano un marchio che fattura come una multinazionale. La Apple Corps Limited – la holding fondata nel 1963 come The Beatles Limited – ha chiuso il bilancio 2024-2025 con un fatturato lordo vicino ai 50 milioni di sterline (circa 55 milioni di euro). Una cifra da record per una società che continua a gestire il mito dei Fab Four, tra diritti musicali, licenze, merchandising e progetti audiovisivi.
La cassaforte di Liverpool
La società, con sede a Londra, è oggi divisa in quattro quote perfettamente uguali: il 25% a Yoko Ono, 92 anni; il 25% a Paul McCartney, 83; il 25% a Ringo Starr, 85; e il restante 25% a Olivia Harrison, 77, vedova di George, tramite un trust familiare. Ciascun socio siede nel consiglio di amministrazione – per la quota Lennon in due: Yoko e il figlio Sean Ono Lennon, 49 anni – e partecipa ai dividendi, pari a 3,4 milioni di sterline ciascuno, oltre a fee personali da 4,3 milioni.
Ma tra i dettagli più curiosi del bilancio, firmato il 23 ottobre 2025 dal direttore Bruce Grakal, storico legale di Ringo Starr, c’è un’annotazione che non passa inosservata: la società ha riconosciuto un pagamento “extra” di 850 mila sterline a Yoko Ono, dopo i 500 mila del 2024 e i 4,1 milioni del 2023. Un “bonus personale” di cui non è mai stata spiegata la natura, probabilmente legato ad accordi interni tra gli eredi.
L’industria del mito
Dal 2020, i quattro nuclei familiari hanno incassato complessivamente oltre 100 milioni di sterline tra provvigioni e dividendi. I ricavi netti – pari a 32 milioni di sterline – sono in crescita rispetto all’anno precedente (26,6 milioni), mentre gli utili, poco sotto i 4 milioni, risultano in lieve calo per l’aumento dei costi legati a un nuovo progetto cinematografico in sviluppo.
Un dato che conferma come i Beatles restino, oltre che leggenda culturale, una macchina industriale perfetta. Tra ristampe, documentari, diritti digitali e revival, il “marchio Liverpool” continua a generare ricchezza, dimostrando che l’amore — e i profitti — per i Fab Four non passano mai di moda.
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