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Dio lo sa… perchè Geolier è sempre in testa alla hit parade

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    La classifica degli album più venduti in Italia della scorsa settimana vede, per l’ennesima volta, al numero uno il brano Dio lo sa di Geolier, sempre in seconda ancora Icon di Tony Effe e al numero tre Altrove di Ultimo. Dato singolare è la mancanza di nuove entrate tra le prime cinquanta posizioni.

    Album: posizioni immutate

    Le prime tre posizioni nella chart che riguarda i singoli anche per questa settimana sono le medesime: Sesso e Samba di Tedua feat Gaia, 30°C di Anna e Come un tuono di Rose Villain e Guè. A differenza degli album, nei singoli è presente una nuova entrata al 18° posto: Fino all’alba, di Capo Plaza & Takagi & Ketra

    Il fronte pubblico e quello privato

    Geolier domina. Dopo il grande successo ottenuto con la sua partecipazione all’ultimo Sanremo… non si è mai fermato! Ma se nel lavoro le soddisfazioni sono tante, bisogna registrate una nota triste nel suo rpvato: la sua relazione con fidanzata Valeria D’Agostino è finita da alcune settimane. resa nota dal rapper stesso durante un’intervista. Anche se i due mostrano di essere ancora estremamente legati. Nel corso di uno dei suoi tre concerti allo stadio Maradona, lui le ha fatto una dolce dedica.

    La sua ex gli dedica un post carico d’affetto

    Una romanticheria forse d’altri tempi, che però la ragazza ha mostrato di gradire, contraccambiando il suo affetto per l’artista napoletano. In una storia su Instagram, Valeria ha pubblicato: “Qualunque cosa avvenga di te e di me, comunque si svolga la nostra vita, io voglio vederti vincere per sempre”.

    La dedica davanti agli spalti gremiti del Maradona

    Nel momento di eseguire la canzone Si stat’ tu, Geolier rivolgendosi al folto pubblico ha detto: “Dedicato a una persona molto importante, essenziale nella mia vita artistica e personale. A Napoli si dice “È a femmena ca t fa omm”. Un amore che purtroppo è finito, ma gli amori non finiscono mai. Amore è amore, sempre! Dedicatala a una persona che amate”.

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      Musica

      Beyoncé al Gran Premio di Las Vegas in tuta Ferrari super attillata: look da corsa, curve esplosive e tifoseria d’eccezione

      Prima l’ingresso nel paddock in pelle bianca stile motociclista, poi la trasformazione in tifosa Ferrari con una tutina rossa e nera aderentissima: Beyoncé ha catalizzato l’attenzione sugli spalti del GP di Las Vegas, mentre in pista la scuderia non è riuscita a mantenere le aspettative.

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        Il weekend di Las Vegas ha offerto glamour e motori, ma sulle tribune gli occhi erano soprattutto su Beyoncé. La cantante è apparsa al fianco di Jay-Z con un look da motociclista in pelle bianca decorato da inserti neri e rossi, completato da stivali a spillo e guanti senza dita. Un ingresso «da urlo», come l’hanno definito i commentatori presenti al circuito.

        La trasformazione da tifosa Ferrari
        Per la gara notturna Beyoncé ha scelto un secondo look, ancora più appariscente: una tutina racing rossa e nera con dettagli metallici e una cerniera gioiello dorata, aderentissima e impossibile da ignorare. L’artista si è mostrata sorridente in tribuna, scattando foto e incitando la Rossa, circondata da amici e staff.

        In pista non è andata come sperato
        L’effetto Beyoncé però non ha portato fortuna alla scuderia. Nonostante l’entusiasmo sugli spalti, la Ferrari ha faticato a trovare ritmo per tutta la gara, con Charles Leclerc che ha chiuso al quarto posto e Lewis Hamilton ottavo. Un esito sotto le attese, soprattutto in un appuntamento così scenografico per la Formula 1.

        Il pubblico, intanto, ha continuato a osservare divertito le reazioni della star americana, diventata in poche ore uno dei volti simbolo del fine settimana del GP. E, come sempre, i social hanno amplificato ogni sguardo, ogni posa e ogni curva della popstar texana.

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          Robbie Williams: “Sto perdendo la vista per colpa del Mounjaro, ma continuerò a usarlo”

          Robbie Williams racconta di star perdendo la vista dopo mesi di Mounjaro, il farmaco anti-obesità diventato un fenomeno globale. Il cantante ammette di fare fatica a distinguere i fan ai concerti e collega il problema alle iniezioni dimagranti. Intanto le agenzie regolatorie monitorano da vicino possibili effetti collaterali oculari, mentre cresce l’allarme su una rara neuropatia del nervo ottico.

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            Robbie Williams non è nuovo a confessioni intime, ma questa volta il tono è più cupo del solito. Nell’intervista rilasciata al The Sun, l’ex Take That racconta di temere addirittura la perdita della vista a causa delle iniezioni di Mounjaro, il farmaco GLP-1 diventato popolare tra chi vuole dimagrire velocemente. E a far scattare il campanello d’allarme è stato un episodio all’apparenza banale: una partita di football americano vista in TV. “Non riuscivo a distinguere i giocatori, erano solo macchie verdi su uno sfondo verde”, ha ricordato.

            Convinto che non fosse un normale segnale dell’età, Williams si è rivolto subito a un ottico. La diagnosi? Una variazione improvvisa e importante della prescrizione, tanto da richiedere un cambio di occhiali. “Non credo sia l’età. Credo siano le iniezioni di Mounjaro”, ha dichiarato. Parole che hanno fatto il giro del mondo, non solo perché pronunciate da una star planetaria, ma perché toccano uno dei nodi più delicati legati ai nuovi farmaci anti-obesità.

            Il cantante, 50 anni, ha ammesso che il problema sta iniziando a influenzare anche la sua vita sul palco: vedere chiaramente il pubblico, specialmente nelle platee più ampie, è sempre più difficile. Eppure, nonostante tutto, Williams dice di non essere pronto a interrompere la terapia. “Sono così malato che probabilmente continuerò finché non mi sarà completamente scomparsa la vista da un occhio”, la frase choc.

            Intanto il suo caso riaccende i riflettori sugli effetti oculari segnalati da alcuni pazienti che assumono Mounjaro, semaglutide e altri GLP-1. In diversi paesi, le autorità sanitarie stanno monitorando un possibile legame con una rara neuropatia del nervo ottico, una condizione che, se non individuata in tempo, può portare a gravi conseguenze visive. Ad oggi, gli esperti non hanno trovato un nesso causale certo, ma le segnalazioni sono abbastanza numerose da invitare alla prudenza.

            Williams stesso sottolinea di non voler demonizzare il farmaco. Il suo obiettivo, dice, è solo raccontare ciò che gli sta accadendo. E lo fa senza perdere il suo consueto tono tagliente: “Io non sono un esempio da seguire, mai stato. Ma se succede a me, può succedere a chiunque”.

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              Dargen D’Amico tra Gaza, politica, musica “piatta” e Fedez: il rapper si confessa senza filtri

              Dargen D’Amico torna a parlare a ruota libera di tutto: dalla musica italiana che definisce “encefalogramma piatto” alle dichiarazioni su Gaza a Sanremo 2024 (“le ridirei”), passando per il nuovo podcast Tolomeo, la critica al governo (“vedo clientelismo e nepotismo”), la fatica di X Factor e il legame complesso con Fedez. Un’intervista che riapre temi politici e culturali rimasti sospesi.

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                Dargen D’Amico non è uno che gira intorno alle cose. E infatti, mentre lancia Tolomeo — Le impronte che lasciamo, podcast in sei episodi finanziato dal progetto Next Generation EU, coglie l’occasione per una lunga riflessione sul presente. “Da questo podcast ho imparato l’importanza dei piccoli gesti”, spiega. Un modo per allargare il proprio orizzonte oltre musica e televisione.

                Il rapper racconta di aver voluto interrogare chi “si batte sul campo” per un mondo migliore: attivisti, studiosi, persone che osservano il reale senza filtri. Una scelta dettata, dice, da un’epoca in cui “verità che ci siamo raccontati per anni sono crollate davanti alle stragi a Gaza”. E le sue parole a Sanremo 2024, dove aveva invocato il cessate il fuoco? “Le ridirei. C’erano bambini che morivano. Come ha fatto Ghali: dirlo era il minimo”.

                E poi la politica, verso cui non usa mezzi termini: “Vedo clientelismo e nepotismo. Magari è una mia distorsione, ma la fiducia si è azzerata da quando, nel 1992, non ho avuto risposte sulle stragi di mafia”. Nonostante tutto, lui vota. “Vorrei farlo perché ci credo, ma oggi la politica ignora clima e cittadinanza”.

                Sulla musica italiana, tira un’altra stoccata: “Encefalogramma piatto. Scriviamo canzoni come se già ci fosse l’intelligenza artificiale”. Ma esclude l’idea di smettere: “Se non avrò idee, smetterò. Non è ancora il momento”.

                Parla anche del ruolo a X Factor: “È stato stressante. Credevo fosse un gioco, invece decidere per gli altri è difficilissimo. È come allenare una squadra di calcio”. E su un possibile ritorno a Sanremo lascia la porta aperta: “Per me è famiglia. Certo che ci tornerei”.

                Impossibile evitare il tema Fedez, di cui è stato autore e compagno di giuria. “Ci seguiamo ancora. Facciamo vite opposte: io sono un artigiano, lui gestisce livelli di successo che non mi competono. Impazzirei nei suoi panni”.

                Un Dargen lucido, spigoloso e coerente. Uno di quelli che, quando decide di parlare, non teme di lasciare impronte.

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