Musica
Elio e l’autotune: “Altro che storia tesa… questa è musica senz’anima”
Elio, il celebre frontman degli Elio e le Storie Tese, ha lanciato delle critiche pesanti alla musica moderna, in particolare alla canzone vincitrice di Sanremo, accusata di essere troppo “assemblata” e carente di vera musicalità. In una recente intervista, Elio ha parlato apertamente della sua visione della musica di oggi, esprimendo la sua delusione nei confronti di artisti e produttori che, secondo lui, si affidano troppo alla tecnologia e non alla vera capacità musicale. Una riflessione che non ha mancato di suscitare polemiche e dibattiti.

Noto per la sua ironia pungente e la sua critica alla banalità, l’artista non si è risparmiato nel commentare la musica contemporanea. In una recente intervista, il leader degli Elio e le Storie Tese ha espresso la sua opinione riguardo alla direzione presa dalla musica moderna. “La musica di oggi non è peggiore di quella di prima, la musica di oggi non esiste”, ha dichiarato senza mezzi termini. Secondo Elio, gran parte della musica attuale non può nemmeno essere considerata tale, ma piuttosto un “assemblaggio” di roba preesistente, priva di vera creatività e passione.
L’autotune e la musica senza anima
Elio ha anche fatto una dichiarazione forte riguardo all’uso dell’autotune, accusato di essere uno dei principali responsabili della perdita di qualità musicale. “La mia umiliazione massima è stata ascoltare la canzone vincitrice di Sanremo cantata con l’autotune. Ma di cosa stiamo parlando?”, ha detto, lasciando intendere che la musica prodotta oggi, in gran parte, è solo il risultato di tecnologie avanzate che nascondono la mancanza di vera tecnica musicale. La critica di Elio si concentra non solo sull’autotune, ma anche sull’approccio generale di molti artisti che, invece di imparare a suonare strumenti veri, preferiscono fare affidamento su effetti digitali per “aggiustare” le loro performance.
L’invito alla musica autentica
Nonostante le sue critiche severe, Elio non ha rinnegato completamente le nuove generazioni. Anzi, ha sottolineato che ci sono ancora giovani artisti che sanno suonare e che, sul palco, dimostrano un’energia e una passione che lo fanno sentire vivo. “Sul palco con me ci sono dei ventenni che suonano come dei draghi”, ha detto, lasciando trasparire la sua speranza che ci siano ancora giovani pronti a “spaccare” con la musica autentica, fatta di vera tecnica e di emozione.
La forza di “spaccare”
Il paragone che Elio fa tra sé e Giuseppe Verdi, il compositore che, all’età di ottant’anni, scrisse una delle sue opere più celebri, “Falstaff”, è un chiaro messaggio sulla sua volontà di continuare a fare musica vera, senza compromessi. “Non mi sento come mio nonno, ma come Verdi, che ad ottant’anni suonati ha scritto forse la sua opera migliore. Insomma, mi sento un signore della terza età con la forza di spaccare”, ha affermato Elio. Un invito a tutti i giovani di non fermarsi all’apparenza, ma di cercare la vera essenza della musica, di studiarla e di viverla in profondità.
Il futuro della musica: tra speranza e disillusione
Elio non è il solo a criticare la musica moderna, ma sicuramente la sua visione ironica e provocatoria riesce a toccare temi importanti. La sua posizione solleva una riflessione profonda su come la tecnologia abbia influenzato la musica, creando una distanza tra il prodotto musicale e la sua autenticità. L’uso dell’autotune e la facilità di produrre canzoni grazie a software sempre più sofisticati rischiano di compromettere la vera essenza dell’arte musicale. Tuttavia, Elio non rinnega la musica moderna in senso assoluto. La sua critica si rivolge a quella parte di artisti che si accontentano di produzioni facili e di tecniche superficiali. La sua speranza rimane intatta: quella di vedere nuove generazioni di artisti impegnarsi per portare avanti una musica più genuina e meno artificiale.
No ai software che mascherano gli errori
Il messaggio di Elio è chiaro: la musica non può essere ridotta a un mero assemblaggio di suoni e parole. Deve essere passione, studio, tecnica e soprattutto autenticità. È questo il futuro della musica che Elio sogna, e che spera di vedere realizzato non solo dai suoi colleghi, ma anche dalle nuove generazioni di artisti. La vera musica è quella che nasce dal cuore, dalla capacità di suonare, di cantare e di emozionare senza l’aiuto di software che coprono le imperfezioni.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Musica
Victoria Beckham riaccende i sogni dei fan: “Una reunion delle Spice Girls? Mai dire mai, allo Sphere di Las Vegas sarebbe fantastico!”

C’è un barlume di speranza per i fan delle Spice Girls, e arriva proprio da chi meno se lo aspettavano: Victoria Beckham. Intervistata sulla possibilità di una reunion, l’ex Posh Spice ha lasciato intendere che un ritorno sul palco non è del tutto escluso.
«Non solo non rinnego nulla – ha detto – ma ti dico che amo le ragazze. Non sarei quella che sono oggi se non fossi stata con loro. Prima di entrare nel gruppo ero insicura, poi loro mi hanno dato forza, identità, coraggio». Parole che suonano come un atto d’amore verso le sue ex compagne Mel B, Mel C, Emma Bunton e Geri Halliwell, con cui negli anni ha condiviso la leggenda di una delle band più iconiche degli anni Novanta.
Ma Victoria resta, come sempre, la più razionale del gruppo. Quando le chiedono se sarebbe pronta a tornare a cantare, risponde con il suo consueto aplomb britannico: «Non so nemmeno se saprei ancora farlo, insomma… non sono mai stata così brava!». E poi aggiunge, ridendo: «Allo Sphere di Las Vegas? Devo ammettere che sarebbe allettante. Quanto sarebbero brave le Spice Girls in quello show! Mi piace l’idea, tanto. Ma un tour mondiale? No, non posso. Ho un lavoro…».
Un mix perfetto di nostalgia e autoironia, che ha scatenato i fan sui social: c’è chi sogna già il grande ritorno e chi si accontenterebbe anche di un’unica serata celebrativa, magari proprio nel futuristico Sphere di Las Vegas, il nuovo tempio delle performance immersive.
Dopo oltre venticinque anni dal debutto di Wannabe, le Spice Girls restano un simbolo culturale che va oltre la musica: cinque donne che hanno rivoluzionato il pop e incarnato lo “girl power” in un’epoca che di femminismo parlava ancora sottovoce.
E se Victoria Beckham non promette nulla, il suo “mai dire mai” basta a riaccendere la speranza di milioni di fan. Perché, in fondo, una volta Spice, sempre Spice.
Musica
Irama, tra vita e morte: il ritorno più intimo del cantautore con Antologia
A tre anni dall’ultimo album, Irama torna con Antologia della vita e della morte, un viaggio tra ricordi, addii e rinascite. Un disco maturo e profondamente personale che segna una nuova fase della sua carriera, in attesa della grande sfida live a San Siro nel 2026.

Dopo tre anni di silenzio discografico, Irama torna con un progetto che promette di lasciare il segno. Antologia della vita e della morte, in uscita il 17 ottobre 2025 per Warner Music Italy, è molto più di un semplice album: è un racconto esistenziale, un mosaico di emozioni e memorie che si intrecciano come capitoli di una storia personale e universale insieme.
«Volevo fare un disco che fosse come una casa», spiega il cantautore. «Un luogo dove ogni stanza rappresenta un ricordo, un dolore o un amore che mi ha formato». Così nasce Antologia della vita e della morte, un lavoro che alterna malinconia e speranza, oscurità e luce, in perfetto equilibrio tra introspezione e teatralità musicale.
Tra addii e rinascite
Il disco esplora il tema del ricordo e della perdita, ma anche quello della rinascita emotiva. Brani come Senz’anima e Mi mancherai moltissimo affrontano con delicatezza la fragilità degli addii, mentre Arizona (con Achille Lauro) e Ex (in duetto con Elodie) raccontano la fisicità dei sentimenti e la complessità delle relazioni.
Non manca la collaborazione con Giorgia, che presta la sua voce a Buio, una delle tracce più intense del progetto. «Sono felice di aver condiviso queste canzoni con artisti che stimo e con cui ho un legame vero. Ogni collaborazione è nata in modo naturale, senza calcoli», racconta Irama.
Un titolo che è un manifesto
Il titolo Antologia della vita e della morte è arrivato solo alla fine del processo creativo, ma oggi appare come il simbolo perfetto del disco. «È un omaggio a Fabrizio De André e all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters», spiega l’artista. «Come in quei racconti, anche qui c’è la voce di tante anime che si confrontano con la propria esistenza».
Il dualismo tra vita e morte, tra bene e male, tra luce e ombra attraversa tutto l’album. «È un equilibrio eterno — racconta — che appartiene a tutte le culture e che mi affascina da sempre. La mia musica cerca di raccontarlo senza paura».
Una lunga gestazione tra tour e riflessione
Scritto in gran parte durante il tour successivo a Il giorno in cui ho smesso di pensare (2022), il disco è frutto di un lungo periodo di viaggi, concerti e introspezione. «Sono quasi dieci anni che non mi fermo — confessa Irama — e a volte questo ritmo ti aliena. Ma ho cercato di restare in contatto con la realtà, di vivere esperienze che potessero arricchirmi davvero, non solo artisticamente».
È un album pensato per il live, con arrangiamenti organici e una forte componente strumentale. «Voglio che le canzoni respirino, che si senta il suono della band, il calore del palco. Ogni brano è nato per essere suonato davanti alle persone».
Tra mito e realtà: la poesia di “Circo”
Tra le canzoni più narrative c’è Circo, una favola moderna che racconta la storia di una ballerina cacciata dagli dèi per invidia. «È una metafora dell’utopia della perfezione — spiega —. Spesso guardiamo le vite perfette degli altri senza vedere le loro crepe. È un brano sull’illusione e sulla fragilità umana».
“Il giorno”: la chiusura come nuovo inizio
Il disco si conclude con Il giorno, una traccia che affronta temi difficili come l’ansia e gli attacchi di panico, ma con una sonorità luminosa. «Volevo chiudere con una canzone che fosse un respiro, una porta aperta. Dopo il buio, arriva sempre un nuovo giorno».
Verso San Siro: la consacrazione live
Il percorso artistico di Irama troverà il suo culmine l’11 giugno 2026, quando il cantautore si esibirà per la prima volta allo Stadio San Siro di Milano. «Sto già lavorando a uno spettacolo che voglio sia indimenticabile. Sul palco saremo in trenta: voglio portare la mia musica alla sua forma più viva e autentica».
Con Antologia della vita e della morte, Irama compie un passo decisivo nella sua evoluzione artistica. È un disco che abbraccia la vulnerabilità come forza, la memoria come bussola, la musica come spazio sacro di verità.
«Ho imparato che la perfezione non esiste — conclude —. Ma la sincerità, quella sì, è l’unica forma di perfezione che vale la pena inseguire».
Musica
Arisa canta l’Ave Maria sul sagrato del Duomo: svolta mistica per la cantante e l’omaggio commosso di Amii Stewart
Un’Ave Maria da brividi, un Duomo gremito e un silenzio assoluto: Arisa sembra vivere un periodo di profonda ricerca spirituale che le ha restituito equilibrio e serenità. Assente però il fidanzato Walter Ricci, con cui la distanza appare ormai definitiva.

C’è una nuova luce nella vita di Arisa. Una luce che non arriva dai riflettori dello spettacolo, ma da un percorso interiore che, come raccontano persone a lei vicine, le sta regalando un inedito senso di pace e armonia. Forse anche per questo la cantante lucana ha accettato con entusiasmo l’invito a cantare l’Ave Maria sul sagrato del Duomo di Milano, durante la serata per i 25 anni della Fondazione Francesca Rava, impegnata da anni nell’aiuto ai bambini di Haiti.
Vestita di bianco, la voce limpida e vibrante di Rosalba Pippa (questo il suo vero nome) ha riempito la cattedrale come una preghiera, conquistando un silenzio reverente. In prima fila, tra i presenti, il sindaco Giuseppe Sala, la cantante Paola Turci e tanti ospiti del mondo della cultura e dello spettacolo. Ma il momento più emozionante è arrivato alla fine: Amii Stewart, la celebre voce soul americana, si è letteralmente inginocchiata di fronte ad Arisa, in segno di ammirazione. Un gesto raro, potente, che ha commosso l’intera platea.
Chi la conosce racconta che, da tempo, Arisa ha intrapreso un cammino di crescita spirituale. Una ricerca che passa anche attraverso il silenzio e la meditazione, lontano dalle polemiche e dalle cronache mondane che in passato l’avevano spesso coinvolta. Oggi, la cantante sembra aver trovato un nuovo equilibrio tra arte e fede, tra la musica e l’anima.
Assente, invece, quello che è ancora ufficialmente il suo compagno, il musicista Walter Ricci. Dopo il riavvicinamento di giugno, i due non appaiono più insieme da diverse settimane e i rumors parlano di una nuova crisi. Lei, intanto, sembra concentrata su se stessa, sulla voce e su quel misterioso “qualcosa” che la sta portando a un nuovo capitolo di vita.
Forse, come ha detto di recente in un’intervista, “bisogna attraversare il buio per capire la luce”. E ieri sera, nel cuore di Milano, quella luce aveva il suono di un’Ave Maria.
-
Gossip2 anni fa
Elisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
-
Sex and La City1 anno fa
Dick Rating: che voto mi dai se te lo posto?
-
Cronaca Nera1 anno fa
Bossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
-
Speciale Grande Fratello1 anno fa
Helena Prestes, chi è la concorrente vip del Grande Fratello? Età, carriera, vita privata e curiosità
-
Speciale Olimpiadi 20241 anno fa
Fact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
-
Speciale Grande Fratello1 anno fa
Shaila del Grande Fratello: balzi da “Gatta” nei programmi Mediaset
-
Gossip1 anno fa
La De Filippi beccata con lui: la strana coppia a cavallo si rilassa in vacanza
-
Gossip1 anno fa
È crisi tra Stefano Rosso e Francesca Chillemi? Colpa di Can?