Connect with us

Musica

Elodie sotto attacco in tv: “Quando manca l’arte, si mostra altro”

Davide Maggio la accusa di puntare tutto sulla provocazione, Marina La Rosa la difende: “Venderebbe così tanto se non fosse brava?”. Intanto Elodie sceglie il silenzio, e divide ancora una volta il pubblico.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Quando Elodie entra in una discussione pubblica, non passa mai inosservata. Ma stavolta è stata tirata in ballo senza nemmeno essere presente, e a farlo è stato Davide Maggio, giornalista televisivo e commentatore affilato, che nel salotto di Pomeriggio Cinque ha deciso di affondare il colpo: “Quando c’è poca arte da mostrare, evidentemente si mostra dell’altro”.

    Il riferimento, neanche troppo implicito, è a Elodie e al suo modo di comunicare anche attraverso il corpo, con look spesso audaci e una presenza scenica che non fa nulla per passare inosservata. Ma è proprio questo, per Maggio, il problema: “Se la musica fosse davvero forte, non ci sarebbe bisogno di compensarla con altro”, ha detto senza mezzi termini.

    Il dibattito si è acceso subito nello studio di Myrta Merlino. A prendere le difese della cantante è stata Marina La Rosa, ex gieffina e oggi opinionista: “Se ci fosse poca arte, Elodie non venderebbe così tanto. È una grandissima artista, punto”. Ma il giornalista ha rincarato la dose, tirando in ballo i dati delle prevendite: “I suoi stadi non sono ancora sold out, e i biglietti sono in vendita da un anno. Forse la provocazione serve a coprire una mancanza”.

    Arte o marketing? Il corpo al centro del dibattito

    La discussione, a quel punto, si è fatta più ampia e più accesa. Non si trattava più solo di Elodie, ma di un tema più grande: il diritto delle donne, e in particolare delle artiste, di esprimersi attraverso il corpo senza essere tacciate di superficialità.

    “Non è marketing, è un grido di libertà contro una società ancora maschilista”, ha dichiarato La Rosa, riportando la questione sul piano del linguaggio e del simbolismo, più che del mercato. E il pubblico si è spaccato: c’è chi appoggia la tesi di Maggio, parlando di “volgarizzazione dell’immagine” e “strategia a tavolino”, e chi invece sottolinea quanto la libertà artistica debba includere anche l’uso del corpo, soprattutto quando vissuto con consapevolezza.

    Il silenzio di Elodie: una scelta che pesa

    Elodie, da parte sua, non ha risposto. Non un post, non una storia, nessun commento. E forse è proprio questo il suo modo di rispondere: non dare importanza a chi riduce il suo talento alla quantità di pelle mostrata. Un silenzio che può essere letto come indifferenza, oppure come una dichiarazione più potente di mille parole. Perché chi sa di essere libera, non ha bisogno di giustificarsi.

    Nel frattempo, i suoi fan si stringono attorno a lei. I numeri sulle piattaforme parlano chiaro: il nuovo singolo Black Nirvana è una delle canzoni più ascoltate della settimana, e l’estate che si avvicina promette di essere ancora una volta targata Elodie. Con o senza l’approvazione degli opinionisti.

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Musica

      Rose Villain, tra musica e provocazione: «Le foto deepfake di me nuda? Mi sessualizzano tutti i giorni»

      Dopo un tour nei club e un doppio sold out a Milano, Rose Villain punta al Forum di Assago nel 2025. Tra nuove canzoni e provocazioni, parla del suo lato oscuro, della scelta vegana e delle sfide per essere apprezzata come artista, oltre il look provocante.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        Rose Villain, icona dalle mille sfumature – a tratti dolce, a tratti dark, tra urban e pop – è decisa a raggiungere la luna, e il prossimo passo è fissato per il Forum di Assago, il 23 settembre 2025. L’artista, che ha da poco chiuso un tour nei club con un doppio sold out a Milano, è pronta per una nuova sfida: «Da ragazzina, passando davanti al Forum, pensavo: “Prima o poi io e te ci incontreremo”. Quando ho saputo che ce l’avevo fatta, ho pianto per due giorni – racconta emozionata – So che è un bel gradino, ma a volte bisogna anche buttarsi».

        Rose ha avuto un “allenamento” speciale la scorsa estate, aprendo i concerti dei Coldplay a Roma: «È stato incredibile, un’esperienza che mi è rimasta dentro. Sul palco sono seri, ma appena li ho conosciuti mi hanno sorpreso per la loro solarità». L’impegno dei Coldplay per la sostenibilità ha lasciato un segno su di lei, che è da sempre sensibile a queste tematiche: «Loro sono una grande ispirazione per il futuro, su questi argomenti sono un po’ bacchettona, infatti i miei fan mi chiamano “madre badessa”».

        Attenta all’etica anche nella dieta, Rose è vegana, anche se ammette di non essere perfetta: «Sono vegetariana da sette-otto anni e vegana “non rigorosa” da quattro o cinque. In Italia siamo un po’ indietro rispetto a New York, dove si trova di tutto. Però vorrei essere più rigida e brava».

        Il lato oscuro della sua musica ha radici profonde, come racconta: «Sono sempre stata molto fragile e malinconica. Ho una vena blu, come i miei capelli. Quest’inquietudine mi accompagna da sempre. All’inizio avevo paura di parlarne, ma appena l’ho fatto si è creata un’unione incredibile con chi ascolta la mia musica».

        Una solitudine che risale all’infanzia, dice: «Ero una bambina sola, con pochi amici, e sono ancora così. Ho un lato intimista che mi porta a chiudermi e, allo stesso tempo, un grande estro. Sono sempre stata divisa tra questi due poli».

        Nel brano «Il mio funerale» Rose canta “sono la figlia che un padre forse non vorrebbe”, ma tiene a chiarire: «Mio padre è la persona più importante della mia vita, e abbiamo un rapporto meraviglioso. Certo, forse non sono stata una figlia facilissima, tra il sogno artistico e il carattere inquieto, ma quando ha ascoltato “Radio Gotham” mi ha chiesto preoccupato “Tu non stai male, vero?” Gli ho risposto che anche io ho i miei problemi. È una canzone un po’ bastarda, e sono una peste». Quando lui è presente ai concerti, racconta, «cambia tutto, come se il live fosse solo per lui. Sento il cuore esplodere».

        Anche suo marito, il produttore Sixpm, condivide con lei il palco: «In alcuni pezzi suona con me, poi si sposta di lato e diventa il mio coach. È sempre lì che mi incita, “Vai amore, vai!” Condividiamo davvero tutto, gioie e dolori, è una magia».

        Sulle pressioni estetiche che riceve sui social, Rose è schietta: «Sono felice di essere considerata una bella ragazza, ma un “sei bravissima” vale mille volte più di un “sei bellissima”. Non voglio che la mia musica passi in secondo piano: se qualcuno vede solo il lato estetico, non mi interessa».

        Senza rinunciare a un abbigliamento sensuale quando lo desidera: «Mi piace sentirmi bella, e a volte sensuale, ma non sempre. In certi momenti amo mettere le gonne corte, in altri preferisco vestirmi da maschiaccio. Sul palco, quasi preferirei cantare in pigiama piuttosto che fare la “stra-fregna”».

        La questione delle foto deepfake, circolate qualche mese fa, è stata però un’esperienza difficile: «Mi sessualizzano quasi tutti i giorni, quella è stata la ciliegina sulla torta. È imbarazzante e pericoloso: è un reato, e mi ha fatto incazzare. Sono fortunata a potermi difendere, ma capita a tutte. Non c’è una mia amica che non abbia ricevuto molestie».

        E per Sanremo? La risposta di Rose è ambigua e divertita: «Chissà. Se Carletto mi richiama… Le canzoni ci sono sempre, ne ho tantissime pronte. Vedremo».

        Riflettendo sul successo, si definisce ambiziosa e un po’ insoddisfatta: «Sono contenta, ma voglio la luna, e ce la andremo a prendere».

          Continua a leggere

          Musica

          Cristina D’Avena tra successi e ricordi: «Ai miei esami cantavano I Puffi. La scollatura? Mi rappresenta»

          Cristina racconta gli esordi con lo Zecchino d’Oro, l’aneddoto sull’esame di Chimica e il segreto di un successo che non l’ha mai allontanata dalle sue radici.

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            Cristina D’Avena, una vita fatta di musica, sogni e cartoni animati. In un’intervista a Il Giorno, l’amatissima cantante ha ripercorso le tappe della sua carriera, dagli esordi con lo Zecchino d’Oro fino al successo planetario delle sue sigle, senza dimenticare qualche curiosità inaspettata: come l’esame di Chimica in cui le fu chiesto di cantare la canzone dei Puffi.

            «Non capivo perché ai miei esami ci fosse sempre tanta gente. Mentre cercavo di concentrarmi sulle domande del professore, sentivo urlare ‘i Puffi, i Puffi’», ha raccontato Cristina, ricordando con un sorriso quel momento surreale della sua vita universitaria. «Mandavano tutto all’aria, ma non mi arrabbiavo: era solo il segno di quanto quella sigla fosse entrata nel cuore delle persone».

            E di strada ne ha fatta, come lei stessa ammette: «Quando incisi Bambino Pinocchio nel 1981, la mia massima aspirazione era cantare altre due o tre sigle. Oggi sono arrivata a oltre 750. Direi che posso ritenermi soddisfatta». Ma il successo, dice Cristina, non l’ha mai cambiata: «Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia che mi ha sempre fatta sentire Cristina, non Cristina D’Avena. E ho mantenuto stretti i legami con amici e famiglia, nonostante i tanti impegni».

            Cristina ricorda anche i suoi esordi, attribuendo il merito a una figura inaspettata: Suor Cellina, che suggerì a suo padre di iscriverla alle selezioni dello Zecchino d’Oro. «Mio papà, che era medico, mi portava spesso in ospedale. Cantavo per le suorine che lavoravano con lui, ed erano loro a chiamare i frati dell’Antoniano. Così sono finita nelle mani di grandi maestri come Padre Berardo e Mariele Ventre. È grazie a loro che sono diventata ciò che sono».

            Oggi Cristina è un’icona che riesce a parlare a diverse generazioni. E se qualcuno la accusa di essere troppo sensuale, lei risponde con ironia: «La scollatura? Sì, sono molto apprezzata… ma resto sempre la bambina che cantava per le suorine».

              Continua a leggere

              Musica

              La scienza rivela la canzone più allegra di sempre: ecco quale brano ha conquistato il primo posto!

              Jacob Jolij, dell’Università di Groningen, ha stilato una classifica delle canzoni più gioiose di sempre, analizzandone ritmo, accordi e testi. Il primo posto spetta a un brano che incarna energia e libertà, ma la top ten include anche successi intramontabili come “Dancing Queen” degli ABBA e “Good Vibrations” dei Beach Boys.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                La canzone più festosa mai creata: grazie a una formula matematica, il ricercatore Jacob Jolij ha classificato i brani più “feel-good” della storia, incoronando il celebre brano dei Queen. Jacob Jolij, ricercatore dell’Università di Groningen, ha sviluppato un algoritmo capace di individuare le canzoni più gioiose di sempre. Al primo posto della playlist c’è “Don’t Stop Me Now” dei Queen, il brano del 1978 che trasmette energia e libertà assoluta. Nella top ten dei brani più allegri anche classici di Gloria Gaynor, Billy Joel e gli ABBA.

                Una formula per la felicità musicale: la playlist di Jolij
                Qualche anno fa, il neuroscienziato Jacob Jolij, su commissione del marchio britannico Alba, ha studiato i brani identificati come “felici” da migliaia di ascoltatori, analizzandoli secondo una formula che valuta caratteristiche come velocità, accordi e contenuto del testo. La sua ricerca ha portato a una playlist scientificamente calibrata: 10 canzoni “feel-good” dove gioia, spensieratezza e ritmo creano una formula perfetta di felicità musicale. In cima alla lista si trova “Don’t Stop Me Now” dei Queen, con il suo ritmo energico e un testo che celebra la libertà assoluta. È un brano che, dai film cult agli spot pubblicitari, è entrato nel cuore degli ascoltatori, mantenendo intatta la sua capacità di farci sentire bene.

                La top ten dei brani più allegri
                Oltre ai Queen, Jolij ha selezionato classici come “Dancing Queen” degli ABBA e “Good Vibrations” dei The Beach Boys. Tra gli elementi ricorrenti di queste canzoni, Jolij ha individuato testi che celebrano eventi positivi o sono privi di un significato troppo impegnativo, con sonorità vivaci e ritmi elevati. Ecco la lista completa delle dieci canzoni più allegre di sempre:

                1. Don’t Stop Me Now – Queen
                2. Dancing Queen – ABBA
                3. Uptown Girl – Billy Joel
                4. Eye of the Tiger – Survivor
                5. I’m a Believer – The Monkees
                6. Girls Just Want to Have Fun – Cyndi Lauper
                7. Livin’ On a Prayer – Bon Jovi
                8. Walking On Sunshine – Katrina & The Waves
                9. I Will Survive – Gloria Gaynor
                10. Good Vibrations – The Beach Boys
                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù