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Musica

L’anniversario della scomparsa di “Big Luciano” senza lo storico concerto, la vedova trasloca

Dopo 17 anni nei quali la ricorrenza del 6 settembre veniva celebrata in Piazza Grande a Modena con un concerto, quest’anno non si farà nulla, preferendo posticipare le celebrazioni all’anno prossimo. E la vedova del grande tenore si organizza in maniera autonoma.

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    Appena arrivi nel centro della simpatica città di Modena, la statua a braccia aperte del grande Luciano Pavarotti è li ad aspettarti. Esattamente in Via Goldoni dove inizia il portico, simboleggiando un’accoglienza e una solarità tipica della gente di quelle parti. Proprio mentre sotto le finestre del conservatorio si possono udire gli esercizi vocali degli studenti che cercano di seguire le orme del Maestro.

    Nessun concerto nella sua Modena nel giorno della scomparsa

    Non tutti però sono d’accordo con la giusta enfasi di quel binomio – Pavarotti e Modena – che qualcuno avrebbe messo un po’ da parte. A sostenerlo è la vedova del tenore. Una polemica scatenatasi durante la presentazione della seconda edizione del Modena Belcanto Festival. Quando si è realizzato che il 6 settembre (giorno dell’anniversario della scomparsa del “tenorissimo”) non sarebbe stata prevista nessuna manifestazione ufficiale. Infatti dopo 17 anni il rituale concerto in Piazza Grande – luogo molto amato dal cantante – non si terrà.

    Trasloco sulla laguna di Comacchio

    Anche se, a ben guardare, la manifestazione prevista per l’ultimo fine settimana di settembre e il primo week-end di ottobre 2025, presenta molte attività in memoria di “Big Luciano”, però nonnecessariamente legate al giorno preciso della sua dipartita. Il concerto tributo “Pavarotti Forever” trasloca così a Comacchio, vicino Ferrara, svolgendosi proprio il 6 settembre, con inizio previsto per le ore 21.00. A rendere omaggio a questo fondamentale pezzo di storia del ben canto mondiale saranno la Fondazione Luciano Pavarotti, presieduta dalla vedova, insieme all’associazione Musicfilm e al Comune di Comacchio.

    Il sindaco Mezzetti non ci sta

    «Leggo che il Comune di Modena si sarebbe dimenticato di Pavarotti e mi chiedo se realmente venga diffusa un’informazione corretta. La risposta è “no” – ci tiene a sottolineare il primo cittadino Massimo Mezzetti. Che non vuole passare per insensibile censore – Ero a conoscenza della determinazione di Nicoletta Mantovani di “emigrare” quest’anno a Comacchio perché me l’aveva anticipata come decisione già presa in occasione di un nostro incontro, ben prima che diventassi sindaco».

    La vedova piccata si mostra un po’ offesa

    Prosegue convinto il sindaco: «Modena sta investendo risorse e competenze in un’operazione strutturata e organica sul canto lirico attraverso le sue più autorevoli istituzioni culturali e con la collaborazione attiva del Comune». Dal suo punto di vista la Mantovani ha commentato la scelta di non celebrare l’anniversario di Pavarotti con queste stringate parole: «Mi sono sentita libera di andare altrove».

    Polemica a distanza, il sindaco rilancia

    Mezzetti non molla e ribadisce: «Vorrei ricordare che tra un anno, il 12 ottobre 2025, Luciano Pavarotti avrebbe compiuto 90 anni. La scelta di collocare in futuro il Festival del Belcanto a ridosso di quella data ha anche questo significato, quello di celebrare l’importante anniversario della sua nascita. Noi preferiamo ricordare la vita piuttosto che la morte».

    Il potere di un lascito straordinario

    Certo è che la mancanza di un appuntamento che si svolga esattamente il 6 settembre non basta certo a sostenere che Modena si sia dimenticata di uno dei suoi figli eccellenti. L’eredità di un gigante della lirica come lui va assolutamente raccolto e rilanciato, possedendo un potere straordinario: quello di parlare al mondo attraverso il canto. In un momento storico dove il suono della devastazione dei missili è purtroppo la colonna sonora quotidiana in varie parti del mondo… perdonateci la romanticheria ma non è affatto poco, anzi…

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      Musica

      Annalisa e Alfa chiudono la porta a Sanremo 2026: due rinunce eccellenti che agitano l’Ariston prima ancora dell’inizio

      A pochi mesi dal Festival, due protagonisti attesissimi tirano il freno. Annalisa risponde con un “no” esitante ma definitivo, Alfa chiarisce che non ha presentato nulla e che vuole prendersi una pausa. Il pubblico rimane spiazzato: due assenze pesanti che cambiano già l’umore dell’Ariston 2026.

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        Il conto alla rovescia per Sanremo 2026 non è ancora iniziato davvero, ma le prime scosse si fanno sentire. E stavolta arrivano da due nomi che, negli ultimi anni, hanno lasciato più di una traccia sul palco dell’Ariston. Annalisa e Alfa, infatti, hanno deciso di tirarsi fuori dal gioco prima ancora che la partita cominci, regalando al pubblico due dichiarazioni destinate a far discutere.

        Il “no” teatrale di Annalisa
        La prima a parlare è Annalisa, che affronta la domanda più gettonata del momento: “Sanremo 2026 sì o no?”. La risposta? Un piccolo momento di comicità involontaria che diventa immediatamente virale. «Ma io ti direi di no… ormai siamo… 2026 è questo prossimo? No. È questo qua adesso… no questo prossimo, tra due mesi… è un no, tra due mesi è un no». Una scena quasi da sketch, fatta di esitazioni, autocorrezioni e quel sorriso che lascia intuire la decisione finale: niente Festival. Una rinuncia che pesa, perché Annalisa negli ultimi anni è stata una delle protagoniste indiscusse del pop italiano.

        Alfa frena tutto: “Non ho inviato nessuna canzone”
        A sorpresa, nel giro di poche ore arriva un secondo colpo di scena. Alfa, dato da molti come probabile concorrente, spiazza tutti con un messaggio limpido: «Non ho presentato nessuna canzone per Sanremo 2026. Non esiste l’arte senza pause. Studierò per la patente, starò con i miei e viaggerò». Niente canzone nel cassetto, niente tentativi last minute e soprattutto niente Ariston. Una scelta che racconta il desiderio di rallentare, respirare e ricaricare le batterie dopo due anni di grande esposizione.

        Due assenze che cambiano l’atmosfera del Festival
        Il risultato è un doppio vuoto che si fa sentire. Annalisa avrebbe potuto portare un altro brano da record, Alfa avrebbe sicuramente attirato l’attenzione del pubblico più giovane. Invece entrambi scelgono la strada opposta: pausa, famiglia, normalità. E il Festival si ritrova già diverso, con due caselle vuote che fanno rumore.

        Il pubblico reagisce: tra dispiacere e curiosità
        Sui social i fan oscillano tra tristezza e speranza. Alcuni immaginano un ripensamento, altri accettano l’idea che, ogni tanto, anche le star debbano fermarsi. Intanto l’Ariston continua a muoversi, mentre attorno a queste due rinunce prende forma una domanda inevitabile: chi raccoglierà il testimone?

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          Musica

          Gisella Cozzo torna con “Can’t Take My Eyes Off You (10th Anniversary)” ft. Papik: eleganza soul per un classico senza tempo

          La cantautrice italo-australiana celebra i dieci anni di uno dei suoi brani più amati con una reinterpretazione contemporanea prodotta da Mamigi Publishing. Tra smooth soul, Motown e nu jazz, Gisella Cozzo rinnova un classico del 1967 reso immortale da Frankie Valli, confermando la sua dimensione cosmopolita dopo lo Zecchino d’Oro in Melbourne e la conduzione di Sanremo Senior. Un singolo che apre un nuovo capitolo discografico in vista di progetti internazionali nel 2026.

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            Gisella Cozzo torna sotto i riflettori con la grazia e la naturalezza di chi conosce bene il linguaggio della musica internazionale. Il 28 novembre 2025 arriva infatti su tutte le piattaforme digitali “Can’t Take My Eyes Off You (10th Anniversary)” ft. Papik, nuova versione del brano pubblicato nel 2015 all’interno dell’album Double. Un ritorno che profuma di classe: soul levigato, eleganza melodica, atmosfera senza tempo.

            La cantautrice italo-australiana, da anni voce raffinata capace di unire sensibilità pop e gusto jazz, festeggia così il decennale di uno dei suoi brani simbolo. E lo fa affiancandosi a due protagonisti assoluti della musica italiana: Nerio Poggi e Peter De Girolamo, alias Papik, produttori e arrangiatori conosciuti per un suono cosmopolita, caldo, sofisticato. Il risultato è una versione che avvolge, che modernizza senza tradire, che aggiunge profondità a un classico dei classici.

            Il fascino eterno di un brano leggendario
            Scritto nel 1967 da Bob Gaudio e Bob Crewe, “Can’t Take My Eyes Off You” è un monumento della musica internazionale. Dalla voce di Frankie Valli ai successi di Gloria Gaynor, Boys Town Gang, Lauryn Hill, la canzone ha attraversato generazioni e generi. In questa nuova veste, Gisella Cozzo la accarezza con un timbro vellutato, ricco, maturo, scegliendo una direzione soul che amplifica il suo stile riconoscibile.

            La produzione Mamigi Publishing esalta ogni dettaglio: vibrazioni smooth, accenti Motown, tocchi nu jazz registrati con la cura di un progetto costruito per durare. «Ascoltando le produzioni di Papik su Spotify sono rimasta affascinata dall’eleganza del loro stile», racconta Gisella. «Da lì è nato il desiderio di realizzare un progetto insieme».

            Una voce che ha attraversato generazioni
            Per molti, Gisella Cozzo è la “Regina degli spot”: jingle diventati memoria collettiva, su tutti Joy (I Feel Good, I Feel Fine), esempio perfetto del suo equilibrio tra pop e raffinatezza. Ma la sua storia recente racconta molto di più: il successo dello “Zecchino d’Oro in Melbourne”, ideato e condotto da lei, e la direzione della rassegna internazionale Sanremo Senior, confermano la sua dimensione artistica poliedrica.

            Un ponte tra Australia e Italia
            Con “Can’t Take My Eyes Off You (10th Anniversary)”, Gisella inaugura un nuovo capitolo discografico che guarda al 2026 con progetti e collaborazioni internazionali. Una voce che unisce due mondi, due sensibilità, due culture. E che oggi ritorna più luminosa che mai, con un singolo che è molto più di una reinterpretazione: è una dichiarazione d’amore alla musica stessa.

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              Orietta Berti a Belve, tra il matrimonio “firmato” da Al Bano e il senso di colpa per Tenco: il ritorno della voce che non ha mai ceduto

              La cantante ripercorre con Francesca Fagnani episodi privati e ferite mai rimarginate, dal Sanremo del ’67 al giorno delle nozze con Osvaldo.

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                Orietta Berti torna davanti alle telecamere di Belve e, come spesso accade con lei, la leggerezza si mescola a ferite profonde rimaste sotto la pelle per decenni. Con Francesca Fagnani ripercorre uno dei capitoli più bui della sua carriera: il Sanremo del 1967, l’edizione segnata dal suicidio di Luigi Tenco. «Non ho mai creduto a quel biglietto», dice, ricordando la nota in cui il cantante parlava di “atto di protesta per un pubblico che manda Io tu e le rose in finale”. Poi, a voce bassa, aggiunge: «Mi sentivo in colpa, ma non avevo colpe». Un dolore che all’epoca aveva un peso concreto: «La gente mi escludeva, non potevo più andare in tv, non mi facevano più interviste. Solo la forza del pubblico mi ha tenuto in vita».

                Il matrimonio e il sì detto da un altro
                Nel racconto della sua vita non mancano gli episodi surreali, come il giorno delle nozze con Osvaldo Spotti. «Piangeva come una fontana e non ha detto sì», ricorda divertita. «Ha annuito con la testa. E allora l’hanno fatto dire ad Al Bano, che era lì. È stato lui a dire sì al posto suo». La Fagnani rilancia con l’ironia: «È sicura che sia valido il matrimonio?». Berti ride: «Vocalmente sono sposata con Al Bano».

                I nuovi linguaggi e lo slang dei rapper
                C’è spazio anche per un momento leggero, quando la conduttrice mette la cantante alla prova con lo slang dei rapper. Parole come “ghostare” o “flexare” non la impressionano affatto. «Non lo so, perché con me parlano normale!» risponde, trasformando il test in un piccolo sketch che conquista lo studio.

                Le amicizie vip e il primo gin tonic
                Berti accenna anche al suo rapporto con Fedez e con Fabio Rovazzi, con cui aveva litigato la scorsa estate. L’episodio è ormai archiviato: «Abbiamo fatto pace e con lui ho bevuto il mio primo gin tonic nella vita. È diventata la mia bevanda preferita». Un dettaglio che fotografa bene lo spirito di Orietta: ironica, instancabile, capace di passare da un dolore antico a una battuta fulminante nello stesso respiro.

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