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Musica

Mini me in arrivo, ma lo show continua: Alessandra Amoroso per ora non si ferma

Alessandra Amoroso mostra il pancione con fierezza e dolcezza, mentre continua a vivere il suo momento d’oro personale senza mettere in pausa la sua carriera. «Ciao mamma», scrive sui social con autoironia e tenerezza, accompagnando le foto che la ritraggono sul palco con il pancione in bella mostra.

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    Un carosello di immagini che racconta molto più di un semplice concerto: le foto pubblicate dalla cantante sui social raccontano con orgoglio e felicità un nuovo capitolo della sua vita, quello dell’attesa, dell’amore che cresce e della voglia di non rinunciare a nulla, neanche ora che sta per diventare madre.

    Ospite dell’amico e collega Gigi

    Il pubblico l’ha vista radiosa sul palco dello Stadio Maradona, durante il grande evento dedicato a Gigi D’Alessio. Un momento emozionante non solo per l’importanza dell’appuntamento musicale, ma perché Alessandra ha deciso di condividere con tutti il suo cambiamento più profondo. Sorridente, con la mano sul ventre, ha cantato come sempre con passione, ricevendo applausi e occhi lucidi da parte di chi la segue da anni e l’ha vista crescere, trasformarsi, affrontare crisi e rinascite.

    Aspetta… lavorando

    «Nel nostro settore si programma tutto in anticipo», aveva detto tempo fa a Verissimo, «quindi porterò avanti gli impegni previsti, anche con una mini me in pancia». Una promessa che ha mantenuto, dimostrando che la maternità può convivere con la determinazione, che la dolcezza può affiancarsi alla forza. La Amoroso non si è tirata indietro, né si è chiusa nel privato, come aveva fatto in passato. Al contrario, ha scelto di vivere questa attesa alla luce del sole, con trasparenza e condivisione, sempre però dosando le parole, restando fedele a quella riservatezza che la contraddistingue.

    Rallenterò a tempo debito

    La sua energia non è cambiata: l’abbiamo vista allenarsi, lavorare, salire sui palchi, partecipare a eventi. Solo che ora, accanto al microfono, c’è un’altra voce che cresce in silenzio. Una presenza che, come ha detto lei stessa, l’ha resa più centrata, più consapevole, più pronta anche a rallentare quando sarà il momento. «Non so cosa accadrà dopo, ma non ho paura. Mi sto godendo tutto. La musica, le emozioni, e questa nuova me che sto imparando a conoscere».

    Si può fare

    Maternità e carriera non si escludono, sembra voler dire Alessandra con ogni gesto. E il messaggio è potente, soprattutto in un mondo in cui spesso alle donne viene chiesto di scegliere. Lei, invece, ha deciso di tenere tutto: le note e le ninne nanne, i palchi e le coccole, gli applausi e le emozioni nuove. E il pubblico, ancora una volta, è tutto con lei.

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      Musica

      The Busking Contest: boom di emozioni e talento, con ospite d’eccezione Andrea Cerrato

      A Lavagna il primo contest italiano dedicato ai musicisti di strada entra nel vivo con semifinali e finale: protagonista un “busker digitale” amatissimo sul web. Semifinali il 31 luglio e 1 agosto, gran finale il 2 in Piazza Marconi: tra i giudici e performer, Andrea Cerrato, cantautore star con oltre un milione di follower

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        L’estate musicale ligure si accende con The Busking Contest, il primo concorso in Italia interamente dedicato ai musicisti di strada e cantautori itineranti. Dopo le tappe di selezione a Rapallo e Chiavari, ora è tempo di semifinali e gran finale a Lavagna (GE): appuntamento da non perdere giovedì 31 luglio e venerdì 1 agosto (ore 21:15), quando otto talenti provenienti da tutta Italia si sfideranno in Piazza Guglielmo Marconi.

        Sul palco si alterneranno:

        • Angelo Desideri (Torino)
        • Barbo Piano (Fano)
        • Ema (Bogliasco)
        • Musica Muta (Perugia)
        • Nori (Roma)
        • Priscilla (Milano)
        • Simone Villa (Torino)
        • Sidewalk (Brescia)

        La giuria tecnica – composta da Cance (direttrice artistica), Aldo Mistrangelo, Marco Pagliettini, Rossana Bribò e Andrea Plebe – si unirà al voto del pubblico via QR code. I quattro migliori accederanno alla finale di sabato 2 agosto. Dove un membro speciale arricchirà lo spettacolo: Andrea Cerrato, cantautore, performer e content creator dall’anima da strada, star del web con oltre un milione di follower.

        Protagonista di uno spettacolare percorso, Cerrato ha iniziato come busker, portando in strada, locali e festival le sue canzoni. Il suo progetto itinerante del 2016, “La marea dei sogni tour”, l’ha visto condividere palchi con artisti come Negrita, Deep Purple e Marlene Kuntz. Oltre a esibirsi sul famoso palco del Primo Maggio a Roma. Nel 2024 il suo primo tour nei club ha fatto registrare tutti sold-out, bissando a Milano e Roma.

        Sabato, oltre a esibirsi, Cerrato siederà in giuria e porterà la sua visione moderna del busking. “È un onore far parte di questa finale”, ha scritto sui social, dimostrando grande entusiasmo per un evento che unisce performance live e interazione digitale.

        La finale conta su una giuria d’eccellenza:

        • Gennaro De Rosa, direttore artistico di Music for Change e presidente di Musica contro le mafie APS
        • Enrica Corsi, ideatrice del Premio Bindi e del Festival della Parola Reloaded
        • un giurato scelto tra il pubblico e una giuria virtuale composta dai partner: Ferrara Buskers Festival, Di Strada in Strada e Di Piazza in Piazza.

        In palio premi importanti: 1.000 € al vincitore, esibizioni in festival nazionali come Ferrara Buskers, Di Strada in Strada e Di Piazza in Piazza, oltre a riconoscimenti locali (CIV Lavagna, Busker Zueno) e una menzione speciale dedicata a Roberto Pettinaroli, storico giornalista del territorio.

        Già premiato nel 2023 da Lab Liguria! Trasformare Idee in Progetti, The Busking Contest si conferma appuntamento di riferimento per la musica di strada e per chi cerca il palco vero, in mezzo alla gente.

        Ultima chiamata:

        • Semifinali: 31 luglio e 1 agosto, ore 21:15, Piazza Guglielmo Marconi (Lavagna)
        • Finale: 2 agosto, stessa location, con Andrea Cerrato ospite e giurato

        Grazie al main sponsor Edile Ramasco Portofino e a un network di partner (Comune di Lavagna, CIV Lavagna, festival musicali, media e social), la kermesse promette serate di confronto, emozione e musica autentica.

        Per scoprire il programma completo, i dettagli sugli artisti e votazioni, visita: www.thebuskingcontest.it

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          Musica

          Ozzy Osbourne è morto: il Principe delle Tenebre ha chiuso gli occhi sul mondo che ha incendiato

          John Michael “Ozzy” Osbourne, voce e anima dei Black Sabbath, è morto circondato dalla sua famiglia. Aveva sfidato tutto – la povertà, le dipendenze, la malattia – diventando l’icona assoluta del rock oscuro. L’ultimo saluto in pubblico solo dieci giorni fa, nella sua città, con i Sabbath riuniti per Back to the beginning.

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            Ozzy Osbourne è morto. La notizia è arrivata come un pugno nello stomaco di chiunque abbia mai gridato in macchina su Paranoid, abbia pogato su Iron Man, abbia trovato nella sua voce il rifugio più sporco e sincero di sempre. Aveva 76 anni. A dare l’annuncio è stata la famiglia, con parole che pesano come pietra: «È con una tristezza che le parole non possono esprimere che dobbiamo annunciare che il nostro amato Ozzy Osbourne è mancato questa mattina. Era con la sua famiglia, circondato dall’amore». A pochi giorni di distanza dall’ultimo, epico concerto dei Black Sabbath a Birmingham – la sua Birmingham – il Principe delle Tenebre ha chiuso gli occhi. E con lui se ne va un’epoca.

            Quel concerto, Back to the beginning, resterà scritto in eterno nei libri del rock. Il 5 luglio 2025, Ozzy era salito sul palco sostenuto da una struttura progettata per permettergli di cantare nonostante il Parkinson. Aveva la voce graffiante di sempre, lo sguardo incendiato, le mani tremanti e un sorriso dolente che sembrava già un addio. Accanto a lui, per l’ultima volta, i suoi fratelli d’armi: Tony Iommi, Geezer Butler, Bill Ward. Con loro anche Metallica, Slayer, Rob Zombie. E una folla che sapeva di assistere a un pezzo di storia. «È il mio regalo a Birmingham», aveva detto Ozzy, con le lacrime in gola.

            John Michael Osbourne nasce il 3 dicembre 1948 in una delle tante periferie grigie dell’Inghilterra postbellica. Dislessico, balbuziente, cresciuto tra sei figli in una casa dove mancava tutto tranne l’ingegno per sopravvivere. Fa mille lavori – muratore, idraulico, macellaio – ma nessuno gli somiglia. A 20 anni, con tre sbandati della sua zona, fonda una band. Si chiamano Polka Tulk Blues Band, poi Earth, poi – ispirati da un horror di Mario Bava – Black Sabbath. È l’inizio di un urlo che cambierà per sempre la musica.

            Nel 1970 esce Black Sabbath, il primo album. È il 13 febbraio, venerdì. Nasce l’heavy metal. Ozzy diventa il profeta del disagio, voce di tutte le ansie e le furie represse di una generazione. Con War Pigs, Children of the Grave, Sabbath Bloody Sabbath scolpisce un suono che è nero, duro, sacro. Ma Ozzy è anche altro: è follia pura. È l’uomo che morde un pipistrello sul palco, che sniffa formiche, che si autodistrugge con una precisione metodica. Lo cacciano dai Sabbath nel 1979. Lui affonda. E poi rinasce.

            Grazie a Sharon Arden – figlia del manager della band, che diventerà sua moglie e colonna – Ozzy mette insieme un gruppo solista con un chitarrista sconosciuto: Randy Rhoads. Con lui incide due capolavori: Blizzard of Ozz e Diary of a Madman. Rhoads muore a 25 anni, in un incidente aereo. Ozzy sopravvive. Pubblica dischi immortali come No More Tears e Ozzmosis, lancia l’Ozzfest, crea un impero. E diventa anche un personaggio televisivo, grazie al reality The Osbournes su MTV: urla, piatti rotti, ma anche lacrime e vulnerabilità.

            Dietro le quinte, combatte con i mostri. Alcol, depressione, tentativi di suicidio. Una diagnosi tremenda nel 2020: morbo di Parkinson. Da lì in poi, è un lento addio, anche se lui non smette mai di lottare. Pubblica due dischi struggenti – Ordinary Man e Patient Number 9 – che sanno di saluto. Nel frattempo, Sharon gli resta accanto, affrontano insieme nuove prove, ricadute, operazioni. I figli – Aimée, Kelly e Jack – crescono tra riflettori e ferite. Ma Ozzy resta il centro. Il cuore nero e pulsante della famiglia.

            Eppure, fino all’ultimo, non si arrende. Back to the beginning è la sua sfida finale. Seduto su un trono, canta come se non ci fosse un domani. Perché lo sa: non ci sarà. E il pubblico lo sa con lui. «Finché ci saranno ragazzi che avranno bisogno di sfogare la loro rabbia, l’heavy metal sopravviverà». Questa frase la disse anni fa. Ora suona come un testamento.

            Ozzy Osbourne è stato tutto: animale da palco, clown tragico, profeta del buio, padre, marito, martire, sopravvissuto. Nessuno come lui ha mostrato cosa significhi essere fragili e immortali allo stesso tempo. Nessuno ha trasformato l’orrore in arte con così tanta verità. Nessuno ha camminato sul filo del ridicolo e della grandezza come lui, senza mai cadere davvero.

            Oggi il rock è in lutto. Non solo il metal: tutta la musica perde una delle sue voci più feroci e commoventi. E noi, che con quella voce siamo cresciuti, oggi ci sentiamo un po’ più soli. Ciao Ozzy. Le tenebre, senza di te, faranno meno rumore.

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              Musica

              Ghali prende la patente a 32 anni: «Meglio tardi che mai». E i fan lo prendono in giro (con affetto)

              Con una foto orgogliosa e un sorriso largo, Ghali ha annunciato di aver superato finalmente l’esame per la patente. Una notizia che ha scatenato l’ironia dei fan, tra citazioni dei suoi brani e meme affettuosi. E lui, come sempre, ci ha riso sopra.

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                A 32 anni, tra un concerto e l’altro, Ghali ce l’ha fatta: ha finalmente preso la patente. Il traguardo, raggiunto in pieno tour estivo, è stato celebrato con un post social semplice e diretto: una foto con il documento in mano e una frase che dice tutto, «Meglio tardi che mai». Il sorriso che sfoggia è quello di chi ha appena spuntato una voce rimasta troppo a lungo nella lista delle cose da fare.

                Il cantante, impegnato in questi mesi con date in tutta Italia, è riuscito a ritagliarsi il tempo per completare il percorso di scuola guida, superare l’esame finale e mettere le mani – legalmente – su un volante. E la notizia, neanche a dirlo, ha fatto subito il giro del web.

                Ma se Ghali ha mostrato entusiasmo, i fan non sono stati da meno. Anzi. Nei commenti sotto il suo post su Instagram, si è scatenata l’ironia. In tanti hanno ricordato il testo di Liberté, in cui lui cantava: «Ti vengo a prendere in macchina anche senza patente». Ora il ritornello ha tutto un altro significato, come ha sottolineato un utente: «Finalmente puoi venire a prenderci… ma stavolta senza rischiare la multa!».

                C’è chi ha scherzato sul fatto che «è la prima foto decente mai vista su una patente» e chi ha condiviso esperienze simili: «Anch’io l’ho presa a 36, siamo anime gemelle!». Altri, più poetici, hanno fatto notare che «si sentono già le gomme che fischiano», preannunciando forse una nuova fase musicale targata on the road.

                Il post, oltre all’annuncio automobilistico, è stato anche l’occasione per ripercorrere gli ultimi momenti della vita dell’artista: spiagge, backstage, sfilate, risate con gli amici. Ora, a tutto questo, si aggiunge anche il piacere di guidare. E chi lo sa, magari nel prossimo videoclip ci sarà anche una macchina vera, non più solo metaforica.

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