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Musica

Povia e il concerto numero 40 annullato: “Sono una persona perbene, ma soffro”

Povia “cacciato” dalla festa patronale di Nichelino per le sue “idee inaccettabili”. Ma chi semina vento raccoglie tempesta: il cantante, ormai noto per le sue simpatie no vax, e per la destra più becera, non perde occasione per lamentarsi quando gli eventi gli vengono cancellati. E come sempre, il caso diventa politico, con polemiche da destra e da sinistra.

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    Povia, ancora un concerto annullato, stavolta alla festa patronale di Nichelino, in provincia di Torino. “Idee inaccettabili”, tuona il sindaco Giampiero Tolardo, mentre lui, mai a corto di lamentele, registra un video-sfogo su Facebook, quasi fosse il martire della libertà di espressione.

    La ciliegina sulla torta di questa estate, già costellata da oltre cento esibizioni, si è rivelata essere marcia per il cantante. “Concerto annullato numero 40”, racconta Povia, semi sdraiato comodamente in un prato d’autogrill, lamentando i “soliti motivi ideologici” dietro il veto. Avrebbe dovuto essere il presidente di giuria di un talent show, ma il contratto firmato e la locandina diffusa non sono bastati a salvarlo dall’esclusione.

    Il sindaco Tolardo, che non ha certo usato mezzi termini, ha spiegato a La Stampa: “Povia più volte ha manifestato posizioni no vax, omofobe e contro l’aborto: quanto di più lontano dai valori della democrazia che la nostra comunità incarna. Ho chiesto di rescindere immediatamente il contratto”.

    Ovviamente, la reazione politica non si è fatta attendere. Da una parte, il Movimento 5 Stelle parla di “pura censura”, chiedendo che la musica torni a esprimere tutti i sentimenti, condivisibili o meno. Dall’altra, Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia promette addirittura un’interrogazione parlamentare per fare luce su quanto accaduto, accusando il sindaco di aver travalicato i suoi poteri.

    Insomma, Povia è riuscito a far scoppiare l’ennesima polemica, dimostrando che, alla fine, chi semina vento raccoglie tempesta.

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      Musica

      Annalisa compie 40 anni: dalla bocciatura a X Factor al trono del pop italiano

      Da ragazza respinta ai provini di X Factor a regina delle classifiche: la parabola di Annalisa Scarrone è una storia di talento, tenacia e intuizioni vincenti. Oggi festeggia il suo compleanno con un nuovo album in arrivo, un duetto con Marco Mengoni e la consapevolezza di aver trasformato ogni ostacolo in successo.

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        Annalisa compie oggi 40 anni, e il suo compleanno ha il sapore di un nuovo inizio più che di un bilancio. Con una voce potente, un repertorio di hit che hanno dominato le classifiche e una carriera costruita passo dopo passo, la cantante savonese è ormai una certezza del pop italiano.

        Il traguardo arriva in un momento di grande fermento: questo autunno uscirà il suo nuovo progetto discografico, Ma io sono fuoco, anticipato dal duetto con Marco Mengoni, Piazza San Marco, in arrivo il 5 settembre. Due tasselli che confermano una stagione d’oro per l’artista, capace di trasformare ogni singolo in un fenomeno virale.

        Il viaggio musicale di Annalisa Scarrone, classe 1985, inizia presto. A otto anni studia chitarra classica, a 14 si avvicina al canto con la maestra Danila Satragno. Prima ancora della popolarità televisiva, è già autrice e frontwoman della band rock Malvasia, poi ribattezzata Le Noire. Quando il gruppo si scioglie nel 2008, lei non si arrende e continua a inseguire il suo sogno.

        Paradossalmente, il primo “no” della sua carriera arriva da X Factor: Annalisa non supera i provini. Ma il rifiuto diventa carburante. Tre anni dopo entra ad Amici di Maria De Filippi e nel 2011 conquista il secondo posto e il premio della critica, aprendo la porta a un percorso che non si fermerà più.

        Dai primi album fino alla consacrazione come regina dei tormentoni estivi, Annalisa ha saputo reinventarsi senza perdere identità. Brani come Bellissima (2022), Mon Amour e Disco Paradise (2023), Euforia (2023), Sinceramente e Storie brevi con Tananai (2024) hanno scandito la sua ascesa, fino al recente Maschio (2025), che l’ha riportata ai vertici dello streaming e delle radio.

        Oggi Annalisa guarda avanti con la stessa determinazione di sempre. A 40 anni, la sua carriera dimostra che il talento vince sulle porte chiuse e che la tenacia, nella musica come nella vita, può trasformare un rifiuto in un trionfo.

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          Musica

          Sfera Ebbasta interrompe il concerto per una rissa tra fan: “Non sapete divertirvi”

          Durante l’ultima canzone del live a Cinquale scoppia una rissa sotto il palco. L’artista ferma tutto e abbandona l’esibizione. Crescono le preoccupazioni sulla sicurezza ai concerti.

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          Sfera Ebbasta

            Concerto finito in anticipo per Sfera Ebbasta sabato 2 agosto all’Arena della Versilia, in provincia di Massa-Carrara. A causa di una rissa scoppiata tra alcuni spettatori nelle prime file. Lepisodio, avvenuto durante il gran finale del live, ha costretto il rapper milanese a interrompere bruscamente l’esibizione e ad abbandonare il palco visibilmente contrariato.

            Le immagini diffuse sui social documentano il momento esatto in cui il pubblico, inizialmente intento a godersi l’ultima canzone, viene scosso da una violenta lite scoppiata sotto al palco, degenerata rapidamente in calci, pugni e spintoni. A quel punto, Gionata Boschetti – vero nome dell’artista – ha fermato la musica, rivolgendosi ai presenti con parole dure. “Siete dei babbi, non sapete divertirvi”, ha detto, mostrando delusione e rabbia.

            “Questa era l’ultima canzone e qualcuno ha voluto rovinarla. Mi dispiace davvero”, ha aggiunto. Il rapper, che si esibiva a torso nudo e con i caratteristici occhiali da sole, ha poi sottolineato l’irresponsabilità di certi comportamenti. “Ci sono bambini, ci sono ragazzine… e tu parti con il pogo? Che c…o fai? Siete dei babbi. Ve lo dico con il cuore”. Dopo queste parole, ha salutato il pubblico e ha lasciato il palco. Tra fischi e cori di delusione, ma anche urla contro i responsabili del caos.

            L’episodio ha scatenato un acceso dibattito sui social e riaperto la questione della sicurezza nei concerti dal vivo, soprattutto nei live ad alta affluenza giovanile. Non è la prima volta che Sfera Ebbasta si trova coinvolto – indirettamente – in episodi critici durante i suoi eventi. La mente corre inevitabilmente alla tragedia di Corinaldo del 2018. Quando, durante l’attesa di un’esibizione del trapper in discoteca, persero la vita sei persone a causa del panico generato da uno spray urticante.

            Sebbene in questo caso non si siano registrati feriti gravi, l’episodio riaccende l’allarme su come vengono gestite le folle nei concerti e sulle responsabilità che gravano su organizzatori e forze dell’ordine. Sfera Ebbasta, nel frattempo, ha scelto il silenzio sui social, forse per lasciar parlare i fatti e prendere le distanze da una serata che avrebbe dovuto essere una festa – e che invece si è chiusa tra amarezza e polemiche.

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              Da Ultimo a Numero Uno: il ragazzo di San Basilio che ha staccato 250 mila biglietti in tre ore

              In un’Italia musicale che fatica a riempire gli stadi, con tournée naufragate tra spalti vuoti e conti in rosso, Niccolò Moriconi – in arte Ultimo – firma l’impresa: 250 mila biglietti venduti in tre ore per il maxi-concerto di Tor Vergata del 2026. Da figlio di San Basilio con studi al conservatorio e senza santi in paradiso, a nuovo numero uno della musica pop: il ragazzo schivo e allergico alle luci della tv ha costruito la sua “chiesa” parlando agli ultimi, che oggi diventano una folla oceanica.

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                Il pop italiano sanguina, affonda tra tour cancellati e spalti deserti. Eppure, nel mezzo di un deserto di biglietterie, un ragazzo di 29 anni nato a San Basilio si prende la scena come nessuno prima di lui. Ultimo – all’anagrafe Niccolò Moriconi – ha venduto 250 mila biglietti in tre ore per il “Raduno degli Ultimi”, il concerto che il 4 luglio 2026 trasformerà la spianata di Tor Vergata in un oceano umano. È già un record: supera Vasco Rossi e il suo Modena Park 2017, fermo a 225 mila presenze.

                L’annuncio è arrivato sui social, con la sobrietà di chi non ha mai cercato riflettori inutili: «Il concerto più grande di sempre». E i fan, che lo seguono con una devozione quasi liturgica, hanno risposto trasformando l’evento in un sold out immediato. La scena è paradossale: mentre decine di artisti devono fare i conti con tournée sovradimensionate e buchi economici, l’ex “ultimo della fila” diventa Numero Uno senza neanche dover bussare ai salotti televisivi.

                Ma chi è davvero Ultimo? Figlio di una piccola borghesia romana, musicista cresciuto tra conservatorio e tentativi andati a vuoto nei talent show, il ragazzo dal carattere chiuso ha trasformato la sua normalità in un marchio vincente. Nessuna esposizione mediatica, poche interviste, zero personaggio: la sua forza è l’anti-star, l’amico del “parchetto di San Basilio” che canta il mal di vivere dei ragazzi comuni. E funziona.

                Le cifre parlano per lui: 1 milione e 750 mila biglietti venduti nella carriera, 84 dischi di platino, 17 d’oro, 3,5 miliardi di streaming su Spotify. Ma la vera consacrazione non è nelle statistiche: è in quella identificazione collettiva che lo ha reso portavoce di chi si sente invisibile, degli “ultimi” che trovano nelle sue ballate – fatte di sofferenza, resilienza e rivincita – uno specchio fedele.

                E così, mentre il pop italiano cerca disperatamente di reinventarsi tra sponsor e coreografie, Ultimo può permettersi di restare ciò che è sempre stato: il ragazzo qualunque che canta a squarciagola la vita che fa male. Nessun effetto speciale, nessuna sovrastruttura. Solo la promessa di un rito collettivo: ci vediamo a Tor Vergata, e sarà la notte in cui l’Ultimo diventa davvero Primo.

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