Connect with us

Musica

Rkomi e Bresh annullano i tour estivi: che sta succedendo nell’urban italiano?!?

Rkomi e Bresh annullano improvvisamente i loro tour estivi, lasciando migliaia di fan a mani vuote e con più domande che risposte. Tra motivi organizzativi, presunto “bullismo” sanremese e un possibile cambio di rotta verso concerti più intimi, vi raccontiamo cosa sta succedento.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Martedì 3 giugno, i fan di Rkomi hanno ricevuto una mail da TicketOne che annunciava l’annullamento di tutte le date del tour estivo. Nessuna comunicazione ufficiale da parte dell’artista, né post, né storie. Solo un silenzio social che sa tanto di “ghosting artistico”. Nel frattempo, però, Rkomi promuove la sua partecipazione al Tim Summer Hits di Roma e al Wonderlast Festival di Gubbio. Quindi, più che un ritiro dalle scene, sembra un “ci vediamo solo dove mi pare”.

    Anche Bresh si ritira: niente “Marea”, restano solo le onde del web

    Stessa sorte per Bresh, che ha fatto evaporare il suo “Marea Tour” senza nemmeno lasciare una conchiglia come indizio. Le date di Cinquale, Benevento e Bari sono ufficialmente annullate. Quelle di Senigallia, Alba e Montesilvano risultano “non disponibili”, un’etichetta ambigua che fa impazzire i fan: sold out o ghost tour?

    Motivi ufficiali? Nessuno. Ma le teorie si sprecano

    Al momento, la spiegazione più gettonata è quella dei “motivi organizzativi”, spesso sinonimo elegante di “biglietti venduti a rilento”. Le voci parlano di un cambio di strategia: addio ai grandi palazzetti, benvenuti i concerti nei club, più intimi e gestibili. Bresh, però, ha già annunciato alcune date nei PalaSport per l’autunno. Rkomi invece ha cancellato tutto: Unipol Arena, Forum di Assago e Palazzo dello Sport, tutti out.

    Sanremo, stress e social: la variabile psicologica

    Nel caso di Rkomi, entra in gioco anche l’aspetto emotivo. Dopo essere arrivato penultimo a Sanremo con il brano “Decrescendo”, l’artista milanese ha raccontato di aver vissuto un’esperienza tutt’altro che idilliaca:

    «È stato come una forma di bullismo. Fortunatamente non mi ha toccato troppo, ma non è stato affatto carino».

    Dichiarazioni fatte a Gianluca Gazzoli nel podcast BSMT, che gettano un’ombra di stress e delusione sul rapporto dell’artista con il palco e il pubblico.

    Si riparte da zero?

    Rkomi e Bresh restano due degli artisti più seguiti della scena urban italiana. Ma questi annullamenti, tra silenzi e misteri, aprono un nuovo capitolo: il pubblico è davvero cambiato? I palazzetti sono diventati troppo grandi per certi artisti? Oppure siamo davanti a una nuova strategia di comunicazione… molto silenziosa? Nel dubbio, i fan aspettano, ricaricando costantemente la pagina di TicketOne.

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Musica

      David Gilmour: «Mai una reunion con Waters, ma con l’IA forse sì. Non suono con chi sostiene i dittatori»

      L’artista, che a 78 anni festeggia il successo di “Luck and Strange”, racconta i fasti, le polemiche e le ferite mai rimarginate: dall’addio a Roger Waters alle accuse sul live veneziano del 1989.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        Non è mai stato un uomo da molte parole. David Gilmour ha sempre preferito lasciare che a parlare fosse la sua chitarra, inconfondibile come un’impronta digitale. Ma alla soglia degli ottant’anni, con un nuovo disco in vetta alle classifiche e un film live che porta sul grande schermo gli epici concerti al Circo Massimo di Roma, il chitarrista dei Pink Floyd ha deciso di tornare a raccontarsi. E lo fa senza sconti, tra aneddoti, memorie e verità che pesano come macigni.

        «Una reunion con Roger Waters? No, mai. Confermo le stesse parole dette l’anno scorso: non suonerò mai più con chi sostiene i dittatori come Putin e Maduro», taglia corto. E subito dopo, con un lampo ironico, aggiunge: «Magari, invece, una reunion virtuale con l’intelligenza artificiale potrei anche immaginarla. Vederci ai tempi dei Floyd dal pubblico, realizzati digitalmente, sarebbe curioso».

        I fantasmi di Pompei e l’incanto del Circo Massimo

        Il legame di Gilmour con l’Italia è profondo e antico. Lo ricorda raccontando il set leggendario a Pompei, nel 1971, quando i Pink Floyd suonarono senza pubblico tra le rovine romane. «Sembrava di esibirsi davanti ai fantasmi, come disse Nick Mason. Anni dopo, da solo, nello stesso teatro, l’effetto fu opposto: lì c’era un pubblico vero, e la magia era tangibile».

        Lo stesso incanto lo ha provato a Roma, davanti al Circo Massimo gremito. «Pensare di suonare in un luogo vivo da duemila anni mi ha dato un senso di pace. Preferisco questi spazi alla freddezza degli stadi. Ogni nota risuonava in sintonia con la storia».

        Venezia 1989: «Ancora arrabbiato con il Comune»

        Quando si cita l’Italia, impossibile non ricordare Venezia 1989. Quella notte sul palco galleggiante in laguna resta impressa nella memoria collettiva, ma per Gilmour è anche una ferita mai rimarginata. «Sono ancora arrabbiato con il Comune. Avevamo fatto accordi precisi che non vennero rispettati. Centomila persone senza bagni, abbandonate a sé stesse. E poi quelle polemiche assurde, sul fatto che avremmo potuto rovinare i monumenti con le vibrazioni».

        E alza le spalle: «Eravamo su piattaforme al largo, come avremmo potuto danneggiarli?».

        Syd Barrett, l’amico perduto

        Il passato dei Pink Floyd ha sempre un’ombra che aleggia: quella di Syd Barrett, il genio fragile che lasciò il gruppo presto ma continuò a ispirarne le opere. Gilmour ricorda l’incontro imprevisto durante le registrazioni di Wish You Were Here. «All’inizio non lo riconoscemmo. Era cambiato completamente. Poi ci rendemmo conto che era lui, ma forse fu lui a non riconoscere noi. Viveva nel suo mondo».

        Gli chiedono se oggi Barrett si sarebbe potuto salvare. «Con la psichiatria attuale, forse sì. Allora non credo. Non avevamo gli strumenti».

        Eppure, il chitarrista respinge la semplificazione che vuole l’intero album dedicato a Syd. «Non è del tutto vero. Wish You Were Here parlava dell’assenza in generale. Ma certo, Shine On You Crazy Diamond era per lui».

        Antonioni e le notti insonni di Zabriskie Point

        Un altro ricordo che riporta in Italia è la collaborazione con Michelangelo Antonioni per la colonna sonora di Zabriskie Point. «Suonavamo solo di notte, perché si erano dimenticati di prenotare la sala di giorno. Antonioni lavorava sempre, e a volte si addormentava accanto alla mia chitarra».

        Piccoli dettagli che raccontano la grandezza e le stranezze di un’epoca irripetibile, sospesa tra cinema, musica e sperimentazione.

        Le ferite con Waters

        Il tema più delicato resta il rapporto con Roger Waters. La frattura è profonda, e Gilmour non ha intenzione di ricucirla. «Non c’è alcuna possibilità di tornare a suonare insieme. Non potrei dividere il palco con chi oggi sostiene dittatori e regimi». Una chiusura netta, che conferma quanto i Pink Floyd siano ormai divisi da visioni inconciliabili del mondo prima ancora che della musica.

        Eppure Gilmour non nega il fascino della tecnologia: «Se un giorno l’IA ci ricreasse come allora, potrei guardarmi seduto in platea. Sarebbe un esperimento curioso, non una vera reunion, ma almeno non servirebbe seppellire asce di guerra impossibili da dimenticare».

        Il tempo che passa

        Alla soglia degli ottant’anni, Gilmour continua a suonare e a creare, senza rinnegare il passato. Il suo ultimo album solista, Luck and Strange, ha scalato le classifiche inglesi. «Il segreto è restare curiosi. La vecchiaia arriva, certo, ma io preferisco far parlare la musica. È l’unico modo per restare vivi davvero».

        E così, tra successi rinnovati e memorie ingombranti, David Gilmour appare oggi come un uomo pacificato con sé stesso, nonostante le ferite. Pompei, Venezia, Syd, Waters: ogni tappa racconta un pezzo di storia che continua a vibrare nelle sue corde.

          Continua a leggere

          Musica

          Britney Spears, cresce la preoccupazione per la popstar: “Sta vivendo un momento difficile”

          La cantante americana torna al centro delle cronache per un nuovo video che ha lasciato i fan disorientati. Fonti vicine parlano di un periodo complicato, tra fragilità personali e comportamenti che destano allarme.

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

          britney spears

            Britney Spears, 43 anni, continua a far parlare di sé non solo per la sua musica, ma per la fragilità che sembra accompagnarla da tempo. A due anni dalla fine della conservatorship che per oltre un decennio l’ha privata del controllo della propria vita e del proprio patrimonio, la popstar statunitense appare di nuovo in difficoltà.

            Secondo indiscrezioni raccolte dal Daily Mail, alcune persone vicine alla cantante avrebbero descritto uno scenario preoccupante: Britney vivrebbe in una villa caotica, segnata dal disordine e da condizioni poco salubri. Una situazione che, unita ad altri episodi recenti, accresce i timori sul suo stato di salute fisica e mentale.

            Il video che allarma i fan

            A sollevare nuova inquietudine è stato un filmato diffuso sui social, in cui l’artista appare in lingerie mentre si muove in maniera disorientata contro il muro di un bagno di un ristorante. Il video è stato girato, stando alla stessa Spears, durante una cena in un locale di sushi che lei stessa ha poi definito “orribile”. L’episodio, divenuto rapidamente virale, ha scatenato una pioggia di commenti tra fan e osservatori, divisi tra chi difende la libertà della cantante di esprimersi e chi teme per il suo equilibrio.

            Le fonti vicine

            A rafforzare l’allarme sono state alcune testimonianze di persone dell’entourage. “Sta attraversando una fase critica, e purtroppo non è la prima volta che assistiamo a simili comportamenti”, ha dichiarato una fonte al Daily Mail. “Nonostante sia monitorata, non è previsto alcun intervento immediato. I suoi amici e familiari sono spaventati per il futuro”.

            Un percorso tormentato

            La vita della “principessa del pop” è da anni segnata da alti e bassi. Dopo il successo planetario dei primi Duemila, Spears ha dovuto affrontare crisi personali, ricoveri e una lunga battaglia legale contro il padre Jamie Spears, che ne ha gestito gli affari per 13 anni. La fine della tutela, celebrata dai fan con l’hashtag #FreeBritney, aveva fatto sperare in una rinascita personale e artistica. Ma gli ultimi mesi mostrano quanto il percorso resti complesso.

            I fan tra sostegno e paura

            Il rapporto tra Britney e i suoi sostenitori resta intenso. Milioni di follower seguono ogni sua mossa sui social, spesso tra applausi e preoccupazione. C’è chi la difende, sostenendo che la sua eccentricità sia solo un modo per affermare indipendenza dopo anni di controllo, e chi invece invoca maggiore protezione per una donna che appare fragile e vulnerabile.

            Un futuro incerto

            Al momento non ci sono segnali concreti di un ritorno stabile sulla scena musicale, nonostante le voci su possibili collaborazioni e nuovi progetti. La priorità, secondo gli osservatori, resta la salute dell’artista. “Tutti vorrebbero rivederla felice e in equilibrio, dentro e fuori dal palco”, ha dichiarato una fonte vicina.

            Il futuro di Britney Spears resta dunque un’incognita. Tra ricordi di un passato da icona mondiale e un presente instabile, la speranza dei fan è che la popstar riesca a trovare quella serenità che da troppo tempo sembra sfuggirle.

              Continua a leggere

              Musica

              Emis Killa sotto attacco: «Non vado a tirare i sampietrini». Selvaggia Lucarelli lo demolisce

              Il rapper si sfoga in radio: “Non sono io a dover cambiare le cose, sono benestante e non scendo in piazza”. Sui social piovono critiche: Selvaggia Lucarelli affonda il colpo, ricordandogli le vecchie passioni da stadio.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                Emis Killa finisce nel mirino dopo un intervento a Say Waaad, il programma radiofonico in cui ha commentato le pressioni ricevute da parte dei fan su temi politici e sociali. «C’è una cosa che mi fa molto arrabbiare — ha detto il rapper — quando mi arrivano certi messaggi di gente scontenta, tipo per lo sgombero del Leoncavallo a Milano. La frase che mi manda fuori di testa è: “Dovete esporvi voi che siete famosi, vi dovete far sentire”».

                Un’affermazione che non sarebbe bastata a sollevare il polverone, se non fosse arrivata la chiosa: «Perdonami, ma se aumentano i prezzi della benzina a me girano le scatole, però sono benestante… Se guadagnassi poco, allora sì che mi verrebbe da dire “mi faccio sentire perché finisco in mezzo alla strada”. Ma io cosa dovrei fare, andare in piazza a tirare i sampietrini?».

                Una dichiarazione che ha immediatamente diviso il pubblico. Molti hanno accusato Emis Killa di aver tradito le origini e di non riconoscere più quel mondo da cui lui stesso proviene. Altri, più indulgenti, hanno difeso il diritto a un discorso “onesto”, come lui lo ha definito.

                Ma la replica più pungente è arrivata da Selvaggia Lucarelli, che su Instagram ha ironizzato: «Ora sappiamo perché è rimasto l’unico amico del Falena (Fedez)». Da lì in poi, il botta e risposta è esploso nei commenti. «Ma non erano quelli che venivano dalla strada?», ha scritto un utente. La Lucarelli ha rincarato la dose: «Se lo ricorda, a dire il vero. Andava allo stadio con Lucci, lì il rischio gli piaceva».

                Il rapper, almeno per ora, non ha risposto. Ma il caso è già diventato virale. La sensazione è che Emis Killa abbia voluto rivendicare una posizione scomoda, senza filtri. Solo che, a giudicare dalle reazioni, rischia di passare più per distacco elitario che per sincerità.

                Nell’epoca in cui le star della musica vengono chiamate a esporsi non solo sul palco ma anche nelle piazze virtuali e reali, la sua difesa “sono benestante, non scendo in piazza” suona come una frase destinata a perseguitarlo a lungo.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù