Connect with us

Musica

San Marino Song Contest: la selezione più surreale d’Europa! E se fosse Gabry Ponte a rappresentare il Titano?

Mentre il San Marino Song Contest si prepara alla finale, il dubbio resta lo stesso: davvero chiunque può rappresentare il Titano all’Eurovision? Intanto, Gabry Ponte potrebbe rispondere all’estone Tommy Cash con le sue stesse armi: ironia e ritmi martellanti. Ma senza televoto, sarà la giuria a decidere chi volerà a Basilea.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Se l’Estonia porta all’Eurovision uno come Tommy Cash, perché San Marino non dovrebbe rispondere con Gabry Ponte? Il San Marino Song Contest è tornato e, come sempre, si è trasformato in un affollato raduno di artisti di ogni provenienza. Perché, parliamoci chiaro: nel concorso sammarinese, l’unico requisito per partecipare sembra essere il possesso di una canzone e un biglietto per Dogana.

    Quest’anno, tra i 20 finalisti che si contenderanno il posto per rappresentare il piccolo Stato sul palco di Basilea, troviamo nomi che spaziano dal nostrano Gabry Ponte, pronto a scatenare le danze con Tutta l’Italia, a Bianca Atzei, Pierdavide Carone, Marco Carta e addirittura Luisa Corna. Una lineup che fa pensare più a un mix di Sanremo, Festivalbar e una rimpatriata nostalgica anni Duemila piuttosto che a una selezione per un concorso musicale internazionale.

    Un torneo internazionale… senza confini

    A rendere il tutto ancora più eclettico, la presenza di artisti che con San Marino hanno poco o nulla a che fare: dagli svedesi Curli, allo sloveno King Foo, fino alla belga Angy Sciacqua e all’albanese Besa. Certo, l’Eurovision ha sempre dato spazio alla contaminazione culturale, ma qui siamo ai confini della realtà.

    Non sorprende, quindi, che i sammarinesi veri e propri siano rari come unicorni: unico portabandiera locale è Paco, che probabilmente si sentirà più un infiltrato nella propria selezione nazionale. La giuria che decreterà il vincitore, presieduta da Luca De Gennaro e composta da Federica Gentile, Ema Stokholma e Mario Andrea Ettorre, avrà il compito di scegliere chi meglio rappresenterà il Titano, un’impresa che somiglia più a un rebus che a una competizione musicale.

    Gabry Ponte vs Tommy Cash: sfida tra tormentoni e provocazioni

    Tra gli elementi più intriganti di questa edizione c’è il potenziale scontro tra Gabry Ponte e il rapper estone Tommy Cash, che all’Eurovision canterà Espresso Macchiato, un brano che, tra provocazioni e satira spietata, prende di mira l’Italia. Un’occasione d’oro per rispondere con le stesse armi: l’ironia e un pezzo che celebra in chiave catchy l’italianità. Se Gabry Ponte dovesse vincere, ci troveremmo di fronte a un match epico tra due visioni diametralmente opposte della musica pop: l’estro satirico del Nord Europa contro il ritmo martellante e irresistibile dell’italo-dance.

    Senza televoto, solo giudizi insindacabili

    A rendere il tutto più incerto è l’assenza di televoto. Nessun fan club potrà scatenarsi per spingere il proprio beniamino alla vittoria: il destino dei concorrenti è interamente nelle mani della giuria. Il vincitore riceverà il Premio Eurovision, ovvero il biglietto per Basilea, ma in palio ci sono anche altri riconoscimenti, tra cui il Premio San Marino RTV Ludovico Di Meo, il Premio Una Voce per San Marino e il Premio della Critica.

    La resa dei conti a Dogana

    L’8 marzo, al Teatro Nuovo di Dogana, andrà in scena la finale, trasmessa in diretta su San Marino RTV, Rai Radio 2 e RaiPlay. A condurre la serata saranno Flora Canto e Francesco Facchinetti, con Cristiano Malgioglio pronto a dispensare i suoi commenti più coloriti. E tra un’esibizione e l’altra, saliranno sul palco anche La Rappresentante di Lista e Senhit, per ribadire che alla fine, tra patriottismo musicale e sano opportunismo, a San Marino si canta sempre con un occhio puntato verso Basilea e l’altro verso il pubblico internazionale.

    Resta solo da capire se, tra remix da dancefloor, ballate struggenti e provocazioni, il microstato riuscirà a farsi notare per la sua voce unica o se continuerà a essere la “terra promessa” per artisti in cerca di un ultimo biglietto per l’Eurovision. Una cosa è certa: che vinca un italiano o uno svedese, di sicuro a San Marino la musica non conosce confini.

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Musica

      Beatles forever: 55 milioni di euro di fatturato nel 2025 per la Apple Corps. Yoko Ono, Paul McCartney, Ringo Starr e Olivia Harrison ancora soci in parti uguali

      I conti 2024-2025 della Apple Corps Limited confermano l’incredibile potenza economica del marchio Beatles. Fatturato a 55 milioni di euro e utili da 4 milioni. I quattro soci – McCartney, Starr, Olivia Harrison e Yoko Ono – mantengono ciascuno il 25% delle quote. Per la vedova Lennon anche un gettone “ad personam”, mai chiarito nel dettaglio.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        Non c’è fine alla Beatlemania. Cinquantasei anni dopo l’ultima esibizione sul tetto della sede di Savile Row, i Beatles restano un marchio che fattura come una multinazionale. La Apple Corps Limited – la holding fondata nel 1963 come The Beatles Limited – ha chiuso il bilancio 2024-2025 con un fatturato lordo vicino ai 50 milioni di sterline (circa 55 milioni di euro). Una cifra da record per una società che continua a gestire il mito dei Fab Four, tra diritti musicali, licenze, merchandising e progetti audiovisivi.

        La cassaforte di Liverpool
        La società, con sede a Londra, è oggi divisa in quattro quote perfettamente uguali: il 25% a Yoko Ono, 92 anni; il 25% a Paul McCartney, 83; il 25% a Ringo Starr, 85; e il restante 25% a Olivia Harrison, 77, vedova di George, tramite un trust familiare. Ciascun socio siede nel consiglio di amministrazione – per la quota Lennon in due: Yoko e il figlio Sean Ono Lennon, 49 anni – e partecipa ai dividendi, pari a 3,4 milioni di sterline ciascuno, oltre a fee personali da 4,3 milioni.

        Ma tra i dettagli più curiosi del bilancio, firmato il 23 ottobre 2025 dal direttore Bruce Grakal, storico legale di Ringo Starr, c’è un’annotazione che non passa inosservata: la società ha riconosciuto un pagamento “extra” di 850 mila sterline a Yoko Ono, dopo i 500 mila del 2024 e i 4,1 milioni del 2023. Un “bonus personale” di cui non è mai stata spiegata la natura, probabilmente legato ad accordi interni tra gli eredi.

        L’industria del mito
        Dal 2020, i quattro nuclei familiari hanno incassato complessivamente oltre 100 milioni di sterline tra provvigioni e dividendi. I ricavi netti – pari a 32 milioni di sterline – sono in crescita rispetto all’anno precedente (26,6 milioni), mentre gli utili, poco sotto i 4 milioni, risultano in lieve calo per l’aumento dei costi legati a un nuovo progetto cinematografico in sviluppo.

        Un dato che conferma come i Beatles restino, oltre che leggenda culturale, una macchina industriale perfetta. Tra ristampe, documentari, diritti digitali e revival, il “marchio Liverpool” continua a generare ricchezza, dimostrando che l’amore — e i profitti — per i Fab Four non passano mai di moda.

          Continua a leggere

          Musica

          Iva Zanicchi ricorda Ornella Vanoni: «L’ho amata tantissimo», ma riaffiora una vecchia frase che oggi suona davvero imbarazzante

          L’Aquila di Ligonchio parla di un legame artistico profondo, ma nella memoria riaffiora un giudizio lontano che oggi stride con il dolore per la scomparsa della cantante milanese

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            Sono giorni di ricordi, nostalgia e parole pesanti di emozione attorno alla figura di Ornella Vanoni. Tra le voci che l’hanno salutata con calore c’è quella di Iva Zanicchi, che in queste ore ha raccontato di averla «sempre amata tantissimo», ripercorrendo decenni di palcoscenico condiviso. «Insieme abbiamo fatto tante cose. Ho tanti ricordi con lei, abbiamo fatto Sanremo insieme, la Mostra internazionale di musica leggera, Canzonissima. L’ho sempre amata e stimata tantissimo, lei era sincera, spietatamente sincera», ha dichiarato la Zanicchi con evidente commozione.

            Due regine della musica italiana

            Vanoni e Zanicchi hanno attraversato, da protagoniste, stagioni irripetibili della musica italiana. Diversissime nella voce, nella presenza scenica e nell’immaginario, sono però rimaste legate da un percorso artistico parallelo fatto di incontri, tensioni e rispetto reciproco. Iva oggi ne restituisce un ritratto affettuoso, quasi intimo, ricordando una collega capace di «spietata sincerità», in scena come nella vita.

            Quel vecchio giudizio che torna a galla

            Eppure, scavando nella memoria collettiva, riaffiora un episodio curioso: quando, molti anni fa, proprio Iva Zanicchi si lasciò sfuggire, con ironia o con leggerezza, la frase secondo cui Ornella Vanoni «non sapesse cantare». Un giudizio che all’epoca fece rumore e che oggi, riletto alla luce delle sue parole, assume tutt’altro sapore. Non c’è polemica, non c’è rievocazione amara: solo il gioco spesso crudele del tempo.

            Un addio segnato dall’affetto

            Oggi resta la riconoscenza e resta il senso di perdita per una figura che ha segnato un’epoca, oltre la musica, oltre le polemiche e le battute. E nelle parole di Iva c’è l’eco di una stagione in cui due donne, così diverse, hanno visto e costruito pezzi importanti della stessa storia.

              Continua a leggere

              Musica

              Beyoncé al Gran Premio di Las Vegas in tuta Ferrari super attillata: look da corsa, curve esplosive e tifoseria d’eccezione

              Prima l’ingresso nel paddock in pelle bianca stile motociclista, poi la trasformazione in tifosa Ferrari con una tutina rossa e nera aderentissima: Beyoncé ha catalizzato l’attenzione sugli spalti del GP di Las Vegas, mentre in pista la scuderia non è riuscita a mantenere le aspettative.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                Il weekend di Las Vegas ha offerto glamour e motori, ma sulle tribune gli occhi erano soprattutto su Beyoncé. La cantante è apparsa al fianco di Jay-Z con un look da motociclista in pelle bianca decorato da inserti neri e rossi, completato da stivali a spillo e guanti senza dita. Un ingresso «da urlo», come l’hanno definito i commentatori presenti al circuito.

                La trasformazione da tifosa Ferrari
                Per la gara notturna Beyoncé ha scelto un secondo look, ancora più appariscente: una tutina racing rossa e nera con dettagli metallici e una cerniera gioiello dorata, aderentissima e impossibile da ignorare. L’artista si è mostrata sorridente in tribuna, scattando foto e incitando la Rossa, circondata da amici e staff.

                In pista non è andata come sperato
                L’effetto Beyoncé però non ha portato fortuna alla scuderia. Nonostante l’entusiasmo sugli spalti, la Ferrari ha faticato a trovare ritmo per tutta la gara, con Charles Leclerc che ha chiuso al quarto posto e Lewis Hamilton ottavo. Un esito sotto le attese, soprattutto in un appuntamento così scenografico per la Formula 1.

                Il pubblico, intanto, ha continuato a osservare divertito le reazioni della star americana, diventata in poche ore uno dei volti simbolo del fine settimana del GP. E, come sempre, i social hanno amplificato ogni sguardo, ogni posa e ogni curva della popstar texana.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù