Musica
Sanremo 2025: Carlo Conti al timone, ritorno dei Maneskin e nuove sfide all’orizzonte
In vista dell’edizione 2025, cresce l’attesa per il ritorno dei Maneskin come super ospiti, mentre Conti prepara sorprese e nuovi regolamenti. Riuscirà a replicare il successo dei suoi predecessori?

Sanremo si avvicina, e l’attesa cresce con l’annuncio di Carlo Conti come nuovo conduttore. Dopo l’era Amadeus, che ha segnato un’epoca, la sfida per Conti è enorme: mantenere vivo lo spirito del Festival e raggiungere lo stesso successo degli anni precedenti. Tra regolamenti da ritoccare e una lineup da comporre, Conti sta lavorando sodo per portare sul palco dell’Ariston i migliori talenti.
Il Festival di Sanremo 2025 andrà in onda dall’11 al 15 febbraio, e Carlo Conti è già al lavoro per assicurarsi che l’edizione sia all’altezza delle aspettative. Dopo l’addio di Amadeus, che ha portato il Festival a livelli di share mai visti, Conti eredita una responsabilità significativa. Il conduttore toscano, già veterano del palco dell’Ariston, sta riorganizzando la kermesse con la sua impronta personale, cercando di bilanciare tradizione e innovazione.
Una delle novità più attese riguarda la scaletta dei super ospiti. Secondo le ultime indiscrezioni, i Maneskin, la band romana che ha conquistato il mondo dopo la vittoria a Sanremo e all’Eurovision, torneranno sul palco che li ha consacrati. Il ritorno dei Maneskin è già un evento di per sé, vista la fama internazionale raggiunta dal gruppo e il seguito globale che li accompagna. Damiano David, il frontman del gruppo, è ormai una delle icone del rock contemporaneo, apprezzato non solo per il suo talento musicale ma anche per il suo stile unico e il suo carisma. La presenza dei Maneskin a Sanremo 2025 è vista come un omaggio al percorso che li ha portati dai riflettori dell’Ariston ai palcoscenici di tutto il mondo.
Ma le novità non finiscono qui. Carlo Conti dovrà scegliere le co-conduttrici che lo affiancheranno in questa avventura. Le aspettative sono alte, e il pubblico è curioso di sapere chi saranno le donne che saliranno sul palco con lui. Inoltre, si parla di possibili ritorni eccellenti tra i Big in gara, con nomi noti della musica italiana che potrebbero sorprendere con nuovi brani.
Mentre Conti lavora dietro le quinte, il pubblico si prepara a vivere un Sanremo che, almeno nelle intenzioni del nuovo conduttore, promette di essere un’edizione storica. Riuscirà Carlo Conti a replicare il successo di Amadeus e a lasciare il suo segno indelebile sul Festival della Canzone Italiana? La risposta arriverà solo a febbraio, quando le luci dell’Ariston si accenderanno ancora una volta, pronte a illuminare la storia della musica italiana.
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Musica
Cristina D’Avena tra successi e ricordi: «Ai miei esami cantavano I Puffi. La scollatura? Mi rappresenta»
Cristina racconta gli esordi con lo Zecchino d’Oro, l’aneddoto sull’esame di Chimica e il segreto di un successo che non l’ha mai allontanata dalle sue radici.

Cristina D’Avena, una vita fatta di musica, sogni e cartoni animati. In un’intervista a Il Giorno, l’amatissima cantante ha ripercorso le tappe della sua carriera, dagli esordi con lo Zecchino d’Oro fino al successo planetario delle sue sigle, senza dimenticare qualche curiosità inaspettata: come l’esame di Chimica in cui le fu chiesto di cantare la canzone dei Puffi.
«Non capivo perché ai miei esami ci fosse sempre tanta gente. Mentre cercavo di concentrarmi sulle domande del professore, sentivo urlare ‘i Puffi, i Puffi’», ha raccontato Cristina, ricordando con un sorriso quel momento surreale della sua vita universitaria. «Mandavano tutto all’aria, ma non mi arrabbiavo: era solo il segno di quanto quella sigla fosse entrata nel cuore delle persone».
E di strada ne ha fatta, come lei stessa ammette: «Quando incisi Bambino Pinocchio nel 1981, la mia massima aspirazione era cantare altre due o tre sigle. Oggi sono arrivata a oltre 750. Direi che posso ritenermi soddisfatta». Ma il successo, dice Cristina, non l’ha mai cambiata: «Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia che mi ha sempre fatta sentire Cristina, non Cristina D’Avena. E ho mantenuto stretti i legami con amici e famiglia, nonostante i tanti impegni».
Cristina ricorda anche i suoi esordi, attribuendo il merito a una figura inaspettata: Suor Cellina, che suggerì a suo padre di iscriverla alle selezioni dello Zecchino d’Oro. «Mio papà, che era medico, mi portava spesso in ospedale. Cantavo per le suorine che lavoravano con lui, ed erano loro a chiamare i frati dell’Antoniano. Così sono finita nelle mani di grandi maestri come Padre Berardo e Mariele Ventre. È grazie a loro che sono diventata ciò che sono».
Oggi Cristina è un’icona che riesce a parlare a diverse generazioni. E se qualcuno la accusa di essere troppo sensuale, lei risponde con ironia: «La scollatura? Sì, sono molto apprezzata… ma resto sempre la bambina che cantava per le suorine».
Musica
Renato Zero e la storia con Enrica Bonaccorti: un amore giovanile tra passione e spettacolo
Dalla manager Lucy Morandi all’intensa relazione con Enrica Bonaccorti: gli amori che hanno accompagnato il percorso umano e artistico di Renato Zero.

Renato Zero è un’icona della musica italiana, capace di conquistare intere generazioni con il suo talento unico e i suoi brani indimenticabili. Ma oltre alla sua carriera stellare, anche la sua vita privata ha lasciato spazio a relazioni significative che hanno contribuito a definirlo non solo come artista, ma anche come uomo.
I grandi amori di Renato Zero
Il primo grande amore di Renato Zero è stato Lucy Morandi, sorella di Massimo Morante, il chitarrista dei Goblin. I due si conobbero negli anni ’70, in un periodo in cui Zero muoveva i primi passi nel panorama musicale italiano. Lucy non fu solo la sua compagna, ma anche un’importante collaboratrice: per anni fu la sua manager, aiutandolo a costruire una carriera che sarebbe poi diventata leggendaria.
Nonostante la fine della loro relazione, Renato Zero conserva un bellissimo ricordo di Lucy, sottolineando il legame speciale che li ha uniti in passato.
La relazione con Enrica Bonaccorti
Dopo la rottura con Lucy Morandi, nella vita di Renato Zero arrivò Enrica Bonaccorti, nota conduttrice e autrice televisiva. Il loro fu un amore giovanile, intenso e ricco di passione. “Ricordo la nostra passione per lo spettacolo, l’ingenuità dei nostri vent’anni, i baci rubati nei portoni. Ho riconosciuto il suo talento da subito,” ha raccontato Enrica in alcune interviste.
La loro relazione, seppur breve, lasciò un segno indelebile in entrambi. Tuttavia, le ragioni della loro separazione non sono mai state rese pubbliche, lasciando un alone di mistero su uno dei capitoli più affascinanti della vita privata di Renato Zero.
Un uomo riservato ma generoso
Nonostante le sue relazioni passate, Renato Zero ha sempre mantenuto un forte riserbo sulla sua vita privata. Tuttavia, ciò non gli ha impedito di costruire legami profondi. Tra questi spicca il rapporto con Roberto Anselmi Fiacchini, il figlio che Zero ha adottato. Negli anni, il loro legame è diventato indissolubile, mostrando un lato umano e generoso dell’artista che pochi conoscono.
L’eredità di un artista completo
Renato Zero non è solo un simbolo della musica italiana, ma anche un uomo capace di vivere con intensità i suoi rapporti umani. Dalle storie d’amore del passato alla dedizione verso il figlio adottivo, la sua vita privata riflette la stessa passione e autenticità che hanno caratterizzato la sua carriera artistica. Un artista e un uomo che continuano a ispirare, lasciando un’impronta indelebile nel cuore di chi lo ama.
Musica
La scienza rivela la canzone più allegra di sempre: ecco quale brano ha conquistato il primo posto!
Jacob Jolij, dell’Università di Groningen, ha stilato una classifica delle canzoni più gioiose di sempre, analizzandone ritmo, accordi e testi. Il primo posto spetta a un brano che incarna energia e libertà, ma la top ten include anche successi intramontabili come “Dancing Queen” degli ABBA e “Good Vibrations” dei Beach Boys.

La canzone più festosa mai creata: grazie a una formula matematica, il ricercatore Jacob Jolij ha classificato i brani più “feel-good” della storia, incoronando il celebre brano dei Queen. Jacob Jolij, ricercatore dell’Università di Groningen, ha sviluppato un algoritmo capace di individuare le canzoni più gioiose di sempre. Al primo posto della playlist c’è “Don’t Stop Me Now” dei Queen, il brano del 1978 che trasmette energia e libertà assoluta. Nella top ten dei brani più allegri anche classici di Gloria Gaynor, Billy Joel e gli ABBA.
Una formula per la felicità musicale: la playlist di Jolij
Qualche anno fa, il neuroscienziato Jacob Jolij, su commissione del marchio britannico Alba, ha studiato i brani identificati come “felici” da migliaia di ascoltatori, analizzandoli secondo una formula che valuta caratteristiche come velocità, accordi e contenuto del testo. La sua ricerca ha portato a una playlist scientificamente calibrata: 10 canzoni “feel-good” dove gioia, spensieratezza e ritmo creano una formula perfetta di felicità musicale. In cima alla lista si trova “Don’t Stop Me Now” dei Queen, con il suo ritmo energico e un testo che celebra la libertà assoluta. È un brano che, dai film cult agli spot pubblicitari, è entrato nel cuore degli ascoltatori, mantenendo intatta la sua capacità di farci sentire bene.
La top ten dei brani più allegri
Oltre ai Queen, Jolij ha selezionato classici come “Dancing Queen” degli ABBA e “Good Vibrations” dei The Beach Boys. Tra gli elementi ricorrenti di queste canzoni, Jolij ha individuato testi che celebrano eventi positivi o sono privi di un significato troppo impegnativo, con sonorità vivaci e ritmi elevati. Ecco la lista completa delle dieci canzoni più allegre di sempre:
- Don’t Stop Me Now – Queen
- Dancing Queen – ABBA
- Uptown Girl – Billy Joel
- Eye of the Tiger – Survivor
- I’m a Believer – The Monkees
- Girls Just Want to Have Fun – Cyndi Lauper
- Livin’ On a Prayer – Bon Jovi
- Walking On Sunshine – Katrina & The Waves
- I Will Survive – Gloria Gaynor
- Good Vibrations – The Beach Boys
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