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Musica

Simone Cristicchi e il suo “Quando sarai piccola”: un brano rifiutato da Amadeus ma molto apprezzato al Festival di Sanremo 2025

Da rifiuto a trionfo: il viaggio di “Quando sarai piccola” brano rifiutato al Festival di Sanremo dello scorso anno ma apprezzato nell’edizione 2025.

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    Cantautore noto per la sua sensibilità e profondità nei testi, Simone Cristicchi, ha rivelato un retroscena riguardante la sua canzone “Quando sarai piccola“. Il brano, che sta commuovendo il pubblico del Festival di Sanremo 2025 condotto da Carlo Conti, era stato proposto ad Amadeus per le precedenti edizioni del festival, ma era stato scartato.

    Perchè Amadeus aveva rifiutato il brano

    Secondo quanto riportato dall’entourage di Amadeus, il conduttore e direttore artistico delle edizioni dal 2020 al 2024 aveva effettivamente ricevuto la proposta di “Quando sarai piccola”. Amadeus aveva riconosciuto la particolarità e l’intensità emotiva della canzone, ma aveva ritenuto che non si adattasse al “mosaico musicale” che aveva in mente per il suo festival. In altre parole, pur apprezzando il testo, aveva considerato che non fosse in linea con le altre canzoni scelte e con il tipo di atmosfera che voleva creare.

    La reazione di Cristicchi

    Da parte sua Cristicchi ha dichiarato di non provare alcuna rabbia nei confronti di Amadeus per il rifiuto. “Sono fatalista e credo che siano le canzoni a decidere quando sono pronte per gli altri“, ha affermato. Anzi, ha aggiunto di ringraziare Amadeus per non averla scelta, perché nei suoi Festival si sarebbe sentito “a disagio e fuori luogo“.

    Ma qual è il significato di “Quando sarai piccola”

    Il cantante ha spiegato che la canzone, scritta cinque anni fa, racconta la sua esperienza personale e il ciclo di vita attraverso la malattia della madre, Luciana, colpita da un’emorragia cerebrale nel 2012. Il brano affronta il tema dell’Alzheimer, ma non concentrandosi sugli aspetti medico-patologici, bensì sull’esperienza umana e sul parallelismo tra l’infanzia e la vecchiaia, quando si torna ad essere “come bambini”.

    Quello di Cristicchi è un brano che commuove e fa riflettere

    “Quando sarai piccola” è un brano che tocca corde profonde e ha suscitato grande emozione e non solo nel pubblico di Sanremo 2025. La sua delicatezza e la sua capacità di affrontare un tema difficile con sensibilità e poesia lo rendono un’opera significativa nel panorama musicale italiano.

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      Musica

      Cesare Cremonini furioso: «Una mia ex ha scritto un libro su di me senza neanche considerarmi». Lo sfogo a Cattelan

      «Le ho dato l’anima, l’ho amata e aiutata, ma ha scritto della mia vita intima senza avvisarmi», racconta Cremonini nel podcast di Alessandro Cattelan. Un racconto personale che rivela il lato più umano del cantautore bolognese.

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        Cesare Cremonini è abituato a trasformare il dolore in canzoni, ma questa volta il colpo lo ha lasciato senza parole. Nel podcast di Alessandro Cattelan, l’artista bolognese si è lasciato andare a una confessione inaspettata, raccontando la delusione vissuta dopo l’uscita del libro Che stupida ragazza, scritto dalla sua ex compagna Martina Margaret Maggiore.
        «Quest’anno è successo che una ragazza con cui sono stato, a cui ho dato l’anima, con la quale ho avuto un confronto umano importantissimo, ha scritto un libro e l’ha pubblicato raccontando la mia vita intima senza neanche considerarmi» ha detto con tono fermo ma amareggiato.

        Una ferita di fiducia
        Il cantante, da sempre riservato sulla sua vita privata, non nomina mai direttamente l’autrice, ma il riferimento è chiaro. «Le ho dedicato tantissimo tempo, cercando di aiutarla, di amarla, di stare bene con lei» spiega. Poi aggiunge: «Non è stata una questione di gossip o di immagine: è stato un tradimento umano, perché certe cose appartengono solo a due persone».
        Cremonini non alza i toni, ma lascia trapelare una delusione profonda, quella di chi si è sentito messo a nudo contro la propria volontà.

        Il rispetto oltre la fama
        Negli anni il cantautore ha sempre difeso il confine tra palco e vita privata, costruendo un rapporto di fiducia con il pubblico basato sulla sincerità artistica, non sull’esposizione personale. «Non cerco il perdono, cerco solo il rispetto» ha detto nel dialogo con Cattelan, lasciando intendere che il suo disagio nasce più dal gesto che dal contenuto.
        Lui, che di sé ha scritto molto — da Nessuno vuole essere Robin a Poetica —, non ha mai trasformato gli altri in materia narrativa.

        L’uomo dietro le canzoni
        Lo sfogo, arrivato in un momento di pausa tra un tour e l’altro, mostra un Cremonini più diretto, forse più fragile ma anche più vero. «Non c’è rabbia — conclude —, c’è solo la voglia di tornare a cantare senza sentirmi usato».
        Un sentimento che molti dei suoi fan hanno letto come l’ennesimo capitolo di una storia più grande: quella di un artista che, anche quando non scrive, continua a raccontarsi.

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          Musica

          Dieci canzoni per Halloween: da Michael Jackson a Lady Gaga, la colonna sonora perfetta per una notte da brividi

          Dal rock oscuro ai ritmi pop più inquieti: dieci brani che fanno ballare, tremare e brillare la notte del 31 ottobre.

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          Dieci canzoni per Halloween

            Quando il pop incontra il brivido

            Halloween è anche una questione di ritmo. Ci sono canzoni che bastano a evocare zucche illuminate, ombre e passi nel buio. Su tutte, Thriller di Michael Jackson, la più iconica di sempre: un mini-film in musica con il celebre monologo di Vincent Price. Poi Zombie dei Cranberries, che con la voce graffiata di Dolores O’Riordan racconta un dolore collettivo diventato inno dark.
            E nella playlist non può mancare The Dead Dance di Lady Gaga, una delle sue incursioni più cupe e teatrali, dove il ritmo elettronico incontra l’estetica del macabro con ironia perfetta per Halloween.

            Rock, metal e fuoco infernale

            Il lato più infernale della festa appartiene al rock. King of the Night Time World dei Kiss è pura energia notturna: chitarre incandescenti e un invito al peccato sotto le luci viola del palco.
            Segue Bark at the Moon di Ozzy Osbourne, la quintessenza dell’horror metal, un urlo alla luna che riassume il gusto gotico anni Ottanta. People Are Strange dei The Doors, con la voce ipnotica di Jim Morrison, resta invece il ritratto perfetto dell’alienazione: inquietante, magnetico, impossibile da ignorare.

            Dalle tenebre al dancefloor

            Chi vuole ballare può puntare su Disturbia di Rihanna, pop elettronico dal battito ossessivo, o su Bad Guy di Billie Eilish, che sembra scritta per una festa di Halloween contemporanea. Highway to Hell degli AC/DC aggiunge la dose giusta di ironia infernale, mentre Sympathy for the Devil dei Rolling Stones chiude il cerchio con la classe del rock immortale.
            Dieci brani, dieci mondi diversi: tra chitarre, synth e voci spettrali, la notte del 31 ottobre ha sempre una colonna sonora che vibra tra il peccato e la seduzione. Perché la paura, se ha ritmo, diventa irresistibile.

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              Morgan, chiesti nove mesi di reclusione per oltraggio a pubblico ufficiale: «Ero in profonda sofferenza»

              La Procura ha chiesto nove mesi di reclusione per Marco Castoldi, in arte Morgan, accusato di aver offeso le forze dell’ordine nel giorno in cui veniva eseguito lo sgombero del suo appartamento di via Adamello, a Milano.

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                «Mostri, ignoranti, becchini». Così, secondo l’accusa, Morgan avrebbe apostrofato gli agenti presenti sotto casa sua durante lo sfratto del 2019. Oggi quelle parole, pronunciate in un momento di rabbia e disperazione, gli costano una richiesta di condanna a nove mesi di reclusione per oltraggio a pubblico ufficiale.

                Era il 25 giugno 2019 quando l’ufficiale giudiziario bussò alla porta del suo appartamento di via Adamello, a Milano, per dare esecuzione al pignoramento disposto dopo anni di contenziosi e debiti. Un episodio che si trasformò presto in un piccolo show: le telecamere di cronaca appostate sotto casa, i fan accorsi a sostenere il cantautore, e lui – visibilmente agitato – che si affacciava al balcone per denunciare “l’ingiustizia” subita.

                Oggi, a distanza di cinque anni, quella scena arriva in tribunale. Secondo la ricostruzione della Procura, Morgan avrebbe insultato le forze dell’ordine con toni aggressivi e offese ripetute, arrivando a paragonarle a “boia” e “ridicoli”. Il tutto mentre tentava di opporsi allo sfratto da quella che, oltre a essere la sua abitazione, era anche il suo studio di registrazione, un luogo simbolico dove erano nati alcuni dei suoi progetti musicali più intimi.

                Nel corso dell’udienza, Morgan ha scelto di parlare e di raccontare la propria versione dei fatti. «Mi trovavo in uno stato di profonda sofferenza – ha dichiarato – nel lasciare quella che era non solo la mia casa, ma anche il mio luogo di lavoro, dove avevo i miei strumenti. Ero in grande difficoltà psicologica». Il musicista ha aggiunto di non aver riconosciuto gli agenti perché «non si erano qualificati come tali, non indossavano la divisa e uno di loro mi stava riprendendo con una telecamera».

                L’episodio arrivò al culmine di un periodo già complesso per l’artista, segnato da difficoltà economiche, cause legali e tensioni familiari. Quello sfratto, che lui stesso aveva raccontato in diretta sui social, rappresentò per molti fan la caduta di un mito ribelle ma fragile.

                L’accusa, però, non ha ritenuto sufficienti le attenuanti legate al suo stato emotivo, sottolineando come le espressioni rivolte agli agenti fossero «gravemente offensive» e «non giustificabili neppure in un contesto di stress o disperazione».

                La difesa, invece, punta tutto sulla componente umana: «Non fu un atto di disprezzo verso le istituzioni – sostengono i suoi legali – ma una reazione di dolore e frustrazione di un uomo che in quel momento stava perdendo tutto».

                La sentenza è attesa nelle prossime settimane. Nel frattempo, Morgan – oggi impegnato tra musica e televisione – sembra voler tenere a distanza quella parte di passato che continua a inseguirlo. «Io sono un uomo libero – ha detto di recente – ma la libertà, a volte, costa carissimo».

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