Musica
Su YouTube Madonna fa la storia, superando il miliardo di visualizzazioni
Un altro record per la regina del pop: il video di “La Isla Bonita” entra nell’esclusivo club dei miliardari di YouTube. Dalla doppia interpretazione flamenco-cattolica alla regia di Mary Lambert, un brano che rappresenta un’icona senza tempo.
Era il 1987 quando Madonna pubblicava La Isla Bonita, singolo tratto dal leggendario album True Blue. Una canzone che, grazie alle sue atmosfere esotiche e latine, è entrata subito nell’immaginario collettivo. Oggi, a quasi 40 anni di distanza, il suo video ufficiale ha superato il miliardo di visualizzazioni su YouTube, un traguardo storico riportato da Billboard. Nel video, Madonna interpreta due anime: da un lato una sensuale ballerina di flamenco, dall’altro una devota cattolica praticante. Una doppia interpretazione che ha contribuito a rendere il videoclip uno dei più iconici della sua carriera.
Mary Lambert e la magia degli elementi latini
Dietro la magia visiva di La Isla Bonita c’è la regia di Mary Lambert, già autrice di altri capolavori come Material Girl e Like a Virgin. Lambert riuscì a fondere elementi visivi fortemente latini — come la chitarra flamenca, le maracas e le percussioni — con l’immaginario religioso, creando un contrasto affascinante e potente. Questa combinazione di colori caldi, ritmo coinvolgente e simbologia cattolica ha fatto sì che La Isla Bonita diventasse più di una semplice canzone: è un inno alla cultura latina, alla bellezza dell’isola immaginaria, e alla ricerca di un paradiso perduto.
Il primo video di Madonna a raggiungere il miliardo
Sebbene Madonna sia da sempre pioniera nei videoclip musicali, rivoluzionando l’industria dagli anni ’80 in poi con successi come Vogue, Like a Prayer e Express Yourself, La Isla Bonita è il primo video del suo repertorio a tagliare l’ambito traguardo del miliardo di views. Un risultato straordinario, soprattutto considerando che molti di questi video sono stati realizzati prima dell’era di Internet e dei social media. A dimostrazione che la forza evocativa di Madonna travalica epoche e generazioni.
L’eterna giovinezza di una hit
“La Isla Bonita” non è solo una delle canzoni più amate di Madonna, ma anche un simbolo della sua capacità di reinventarsi e di parlare a culture diverse. Ancora oggi, il suo ritmo soave e la sua melodia dolce riescono a conquistare nuovi ascoltatori e a risvegliare nostalgie mai sopite in chi era già cresciuto con la sua musica. Madonna, che con il suo stile ha sempre anticipato tendenze e rivoluzioni, conferma così il suo status di regina del pop: capace di creare opere che non solo resistono al tempo, ma che continuano a brillare con forza nuova, anche in piena era digitale.
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Musica
Noa richiama tutti alla pace da Castel Gandolfo: “Ascoltate il Papa, ognuno deve impegnarsi in ogni modo possibile”
A Castel Gandolfo Noa ha ricevuto il Peace Award nell’ambito della prima edizione dell’Hallelujah Film Festival – Simposio Internazionale della Pace. Dal palco l’artista israeliana ha rilanciato con forza l’appello del Papa, invitando tutti a impegnarsi concretamente per la pace. Un messaggio netto, pronunciato in un contesto simbolico e carico di significato.
Un palco simbolico, un riconoscimento dal forte valore etico e parole che non lasciano spazio a interpretazioni. A Castel Gandolfo, Noa ha scelto la via della chiarezza. «Ascoltate il Papa. Tutti dobbiamo impegnarci per la pace, in ogni modo possibile». Un appello pronunciato con voce ferma dall’artista israeliana, ospite d’onore del nuovo Hallelujah Film Festival – Simposio Internazionale della Pace.
Il Peace Award e il significato del riconoscimento
Noa ha ricevuto il Peace Award, un premio dedicato all’impegno nella promozione della pace, assegnato nell’ambito della prima edizione del festival. Non un semplice riconoscimento artistico, ma un attestato che tiene insieme musica, testimonianza civile e responsabilità pubblica.
Per Noa, da anni impegnata su questi temi, il premio rappresenta la conferma di un percorso coerente. La sua voce, da sempre ponte tra culture, diventa qui strumento esplicito di dialogo, in un momento storico segnato da conflitti, polarizzazioni e tensioni che superano i confini geografici.
Castel Gandolfo, luogo e simbolo
La scelta di Castel Gandolfo non è casuale. Un luogo carico di spiritualità, legato alla figura del Papa, che rafforza il senso dell’appello lanciato dall’artista. Richiamare le parole del Pontefice in questo contesto significa dare continuità a un messaggio che supera le appartenenze politiche e religiose.
Noa non entra nel merito delle singole crisi, ma punta al cuore del problema: la responsabilità individuale e collettiva. Il suo invito non è astratto, ma diretto: la pace non è una delega, è un impegno che riguarda tutti.
L’Hallelujah Film Festival e il Simposio della Pace
Il riconoscimento è stato consegnato nell’ambito dell’Hallelujah Film Festival – Simposio Internazionale della Pace, evento alla sua prima edizione. Il festival è stato fondato da Pascal Vicedomini e promosso dall’associazione senza scopo di lucro The Artists Club Italia.
L’iniziativa ha preso il via sabato 6 dicembre, con l’obiettivo dichiarato di unire cinema, arte e riflessione sui grandi temi contemporanei. Un format che ambisce a creare uno spazio di confronto internazionale, dove la cultura diventa strumento di mediazione e consapevolezza.
La voce di Noa tra arte e impegno civile
Nel suo intervento, Noa ha scelto un registro sobrio ma incisivo. Nessuna retorica, nessuna concessione allo slogan facile. L’artista ha parlato da cittadina prima ancora che da musicista, ribadendo la necessità di ascoltare chi, come il Papa, continua a richiamare il mondo alla responsabilità morale.
Il suo messaggio si inserisce in una linea chiara: l’arte non può essere neutra di fronte alla sofferenza e alla guerra. Senza trasformarsi in propaganda, può e deve diventare spazio di dialogo e presa di coscienza.
Un appello che va oltre il palco
Le parole pronunciate a Castel Gandolfo non sono destinate a restare confinate all’evento. L’invito a impegnarsi “in ogni modo possibile” chiama in causa istituzioni, artisti, cittadini comuni. È un messaggio che chiede azione, non consenso passivo.
In un’epoca in cui le prese di posizione vengono spesso filtrate, annacquate o strumentalizzate, Noa sceglie una strada lineare. Ascoltare il Papa, lavorare per la pace, assumersi una responsabilità personale.
Cultura come spazio di dialogo
Il debutto dell’Hallelujah Film Festival e il conferimento del Peace Award a Noa segnano un tentativo chiaro di rimettere la cultura al centro del discorso pubblico. Non come intrattenimento, ma come luogo di confronto e costruzione.
Il messaggio lanciato da Castel Gandolfo arriva forte e diretto: la pace non è un concetto astratto, ma una pratica quotidiana. E chi ha una voce pubblica, come Noa, sceglie di usarla senza ambiguità.
Musica
Clima teso tra Romina Power e Al Bano dopo il libro: frecciate, dolore riaperto e sorrisi solo sul palco mentre i concerti continuano
Nel memoir Pensieri profondamente semplici Romina Power racconta la fine dell’amore, la ferita per Ylenia e un episodio sui presunti ritocchi. Parole che avrebbero ferito Al Bano, già colpito dalla polemica sul concerto in Russia. Sul palco sorrisi, dietro il sipario resta tensione.
Dietro i sorrisi di rito e le luci dei concerti, tra Romina Power e Al Bano il clima non sarebbe affatto sereno. A rimescolare le carte è stato l’ultimo libro della cantante, Pensieri profondamente semplici, che ha riportato alla superficie capitoli delicatissimi della loro storia. Racconti personali, ricordi dolorosi e passaggi che, secondo chi è vicino a Carrisi, avrebbero lasciato ferite ancora aperte.
Il libro che riapre le ferite
Nel suo memoir Romina non risparmia nulla. Racconta la fine del grande amore, il dolore mai superato per la scomparsa di Ylenia e parla anche di una presunta richiesta di ritocchini. Parole intime, dure, che per chi legge suonano come un atto di verità, ma che per Al Bano avrebbero avuto l’effetto di un fulmine a ciel sereno. Il cantante di Cellino San Marco, secondo quanto filtra, avrebbe vissuto queste rivelazioni con profondo dispiacere, tra stupore e amarezza per una narrazione che riporta tutto sotto i riflettori.
Russia, la frattura pubblica
Non è la prima volta, negli ultimi mesi, che il nome di Romina si incrocia con quello di Al Bano in modo tagliente. La Power si era infatti pubblicamente dissociata dal concerto del suo ex marito in Russia, a San Pietroburgo. Una presa di posizione che aveva avuto un’eco enorme e alla quale Carrisi aveva risposto senza mezzi termini: «Una coltellata mediatica». Una frase diventata simbolo di una frattura che, a quanto pare, non si è mai davvero ricomposta.
Sorrisi sul palco, gelo dietro le quinte
Ufficialmente, sul palco tutto resta impeccabile. I concerti vanno avanti, i sorrisi non mancano, le foto raccontano un’armonia che rassicura il pubblico. Ma dietro le quinte il clima sarebbe tutt’altro che disteso. Il libro, la polemica russa, le parole pubbliche e quelle non dette avrebbero creato una distanza difficile da colmare, fatta di dispiaceri, silenzi e posizioni sempre più lontane.
Due verità che non si incontrano
Da una parte Romina, libera di mettere nero su bianco il suo vissuto, dall’altra Al Bano, che si ritrova a fare i conti con un racconto che lo tocca nel profondo e che torna ciclicamente a riaccendere i riflettori sul passato. In mezzo, il pubblico, che continua ad amarli come coppia artistica, mentre la realtà sembra muoversi su binari diversi. Tra pagine di un libro e note di una canzone, la loro storia resta una delle più intense e complesse dello spettacolo italiano. Ma oggi, più che di nostalgia, parla soprattutto di distanza.
Musica
Rose Villain, il nuovo inizio in rosso tra musica, lingerie e libertà: «Le parole sono la mia arma contro il male del mondo»
Rosa Luini, in arte Rose Villain, posa in rosso per la campagna di Natale di Yamamay e firma il repack after dark dell’ultimo capitolo di Radio Vega. Tra pigiami, scelte bold, critiche sul corpo, femminismo quotidiano e il ricordo del nonno partigiano: «Sono sempre in evoluzione. La moda è un gesto artistico, l’odio invece è un problema culturale».
Rossa è la copertina di Radio Vega, rosso è il capitolo after dark appena lanciato e rosso è il bustier in pizzo con cui Rose Villain ha scelto di presentarsi nella campagna di Natale 2025 per Yamamay. Una scelta cromatica che non nasce da un’abitudine, ma da un atto simbolico. «Il rosso è un colore con il quale non mi sono mai confrontata, ma proprio per questo lo considero un nuovo inizio. Io sono sempre in evoluzione, con la musica e con la moda», racconta la cantautrice, rapper e imprenditrice milanese, diventata quasi americana per gli anni trascorsi negli States a inseguire un sogno che oggi è realtà.
Tra pizzo, pigiami e scelte bold
Nelle immagini della campagna passa con naturalezza dal pigiama al completo rosso sexy, un contrasto che racconta una doppia anima. «Sono molto pigiamosa», ammette. «Amo il loungewear, le felpone, le cose oversize. Ho una vena da maschiaccio che mi piace “vestire”, anche se a volte mi sorprendo scegliendo look più sensuali. Credo che proprio questo interessasse a Yamamay: la possibilità di giocare con il femminile senza mai essere volgare. Io mi conosco bene, mi vedo simpatica, mai eccessiva».
Il rosso, accostato all’azzurro dei suoi capelli, diventa così un gesto pop ma elegante, una dichiarazione d’intenti che porta la moda dentro il suo percorso artistico. «Mi piace prendere decisioni bold», dice con un sorriso che sa di sfida.









Libertà, corpo e nuovi linguaggi del pop
Palco, microtute, scollature abissali: il corpo esibito è diventato uno dei linguaggi dominanti della cultura pop contemporanea. C’è chi lo interpreta come emancipazione, chi come marketing. Rose Villain lo legge come un atto creativo. «Non ci vedo più una rivendicazione politica, ma una forma artistica», spiega. Eppure, aggiunge, la discriminazione resta. «Non passa giorno senza che riceva messaggi del tipo “se non fossi una bella ragazza…”, “se non fossi nuda…”, “se non avessi il seno grosso…”. Il vero problema è che odio e bullismo sono ormai accettati silenziosamente».
Il suo diario musicale, dice, nasce proprio dalla necessità di incanalare quel lato dark che non trova spazio altrove. Una scrittura che diventa confessione, cura, sfogo.
Vegan, sportiva e “donna pizza”
Tra un tour e l’altro, la disciplina fisica è diventata una routine spontanea. «Sono vegana. Durante il Covid ho imparato a cucinare, ma mio marito è bravissimo. In realtà sono una donna pizza…», scherza. Per anni ha praticato danza e tennis, e in famiglia le gare non mancano mai. «Oggi non faccio sport con regolarità, ma durante i concerti salto come un grillo per un’ora e mezza». Anche questo, dice, è allenamento.
Il nonno partigiano e il potere delle parole
Il lato politico, sottotraccia ma presente, arriva quando parla delle proprie radici. «Ero legatissima a mio nonno Biagio Melloni, partigiano. Fondò le librerie Remainders perché credeva che tutti avessero diritto di leggere», ricorda. «Sono cresciuta con persone incredibili: intellettuali, insegnanti, poeti. Per me le parole sono l’unica vera arma che abbiamo contro il male del mondo».
Una dichiarazione che riassume la sua idea di pop: brillante, sensibile, artistico, ma mai superficiale. In rosso, stavolta, ha scelto di raccontarsi con più coraggio. E quel colore, che non aveva mai osato, diventa davvero il suo nuovo inizio.
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