Musica
Tradita dal suo ex e dalla migliore amica: un “classico”! Cristina D’Avena si mette a nudo in tv
Durante un’intensa puntata di Obbligo o Verità su Rai2, Cristina D’Avena si è aperta come mai prima, condividendo ricordi dolorosi, rimpianti personali e curiosità sul suo legame con il mondo dei cartoni animati. Dalla delusione amorosa con una persona fidata al sogno infranto della recitazione, la cantante più amata dai nostalgici degli anni ’80 e ’90 si racconta con sincerità.

Ospite del programma condotto da Alessia Marcuzzi, la D’Avena ha confessato un momento particolarmente difficile del suo passato sentimentale. Con emozione e un pizzico di imbarazzo, ha raccontato:
“Ho scoperto un mio ex fidanzato con la mia migliore amica. È stata una delle esperienze più dolorose della mia vita.”
La cantante ha spiegato quanto fosse complesso vivere quel tradimento sotto i riflettori, dato il suo essere già all’epoca un volto noto: “La gente mi fermava e diceva: ‘Ma il tuo fidanzato non era con…?’ È stato umiliante”. Fortunatamente oggi Cristina è felicemente fidanzata, anche se sceglie di tenere riservata la sua vita privata.
Il cartone più odiato e l’amore per Licia
Nel corso del programma, Cristina ha rivelato anche dettagli inaspettati sul mondo dei cartoni animati, a cui deve gran parte della sua popolarità. Ha dichiarato di non sopportare Rascal, l’orsetto lavatore:
“Non mi piaceva, nemmeno la sigla mi convinceva. Invece amavo Licia e Candy Candy, anche se tifavo per Terence. I belli e dannati mi affascinano di più!”.
Un aneddoto divertente ha riguardato la sigla di Occhi di gatto, che Cristina ha definito “perfetta per i momenti di intimità”.
Il rimpianto della recitazione mai portata avanti
Tra musica, sigle e palchi, Cristina D’Avena ha anche avuto un passato come attrice. Molti la ricordano nei panni di Licia nei famosi telefilm Mediaset. Tuttavia, una scelta di carriera la fa ancora riflettere con malinconia:
“Avrei voluto continuare a recitare. Dopo Licia ho smesso e mi sono dedicata solo alla musica. Ma mi sarebbe piaciuto girare qualche fiction”.
Un rimpianto che si aggiunge a un errore personale: aver perso una cara amica a causa di pettegolezzi infondati. “Mi sono fidata della persona sbagliata”, ha ammesso.
Cristina D’Avena dimostra che dietro la voce delle sigle più amate c’è una donna vera, con ferite, sogni e rimpianti. Le sue parole a cuore aperto hanno emozionato i fan di tutte le età, dimostrando che la sincerità è sempre l’arma più potente. E chissà, forse un giorno la vedremo davvero in una fiction, come tanto desidera…
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Musica
Eurovision 2026, Vienna si prende la ribalta: dopo il trionfo di JJ con “Wasted Love” l’Austria ospiterà la 70ª edizione
La città ha avuto la meglio su Innsbruck con una candidatura giudicata “più completa”. Il sindaco Ludwig esulta: “Orgogliosi di accogliere di nuovo l’Europa”. Dal palco si celebreranno i 70 anni della manifestazione, mentre il giovane JJ diventa il nuovo volto della musica austriaca.

È ufficiale: l’Eurovision Song Contest 2026 parlerà austriaco e avrà come palcoscenico Vienna, che si prepara a ospitare la 70ª edizione del concorso musicale più seguito al mondo. A sancirlo è stato Roland Weißmann, direttore generale dell’ORF, annunciandolo in diretta radiofonica durante il programma Ö3-Wecker.
La scelta è caduta sulla Wiener Stadthalle, una sede storica che aveva già accolto la rassegna nel 2015 dopo la vittoria di Conchita Wurst. Stavolta la città si rimette al centro della scena internazionale grazie al trionfo del 24enne JJ, nome d’arte di Johannes Pietsch, che a Basilea ha conquistato l’Eurovision 2025 con la ballata elettro-pop Wasted Love.
Il calendario è già fissato: le semifinali si terranno martedì 12 e giovedì 14 maggio, mentre la finalissima è prevista per sabato 16. Un anniversario importante che celebrerà sette decenni di “unità nella musica”, come ha sottolineato Martin Green, direttore del contest: «La reputazione di Vienna come città musicale e la sua posizione nel cuore dell’Europa la rendono il luogo perfetto per festeggiare i 70 anni dell’Eurovision».
Weißmann ha voluto riconoscere la qualità della candidatura di Innsbruck, ma ha spiegato che quella viennese è risultata “leggermente migliore” sotto il profilo logistico, economico e infrastrutturale. Una decisione accolta con entusiasmo dal sindaco Michael Ludwig, che sui social ha celebrato la vittoria: «A Vienna possiamo essere orgogliosi che la nostra città sia stata scelta dall’EBU e dall’ORF come la più adatta a ospitare uno dei più grandi eventi del mondo. Abbiamo messo in campo un’offerta convincente con grandi capacità ricettive e una lunga esperienza nell’organizzazione di eventi internazionali».
L’evento sarà impreziosito dal coro polifonico Maris Stella, che nel 1998 ricevette proprio da Baudo il pianoforte con cui aveva imparato a suonare da bambino. (← ops questo era nel pezzo su Baudo, lo togliamo! Meglio non mischiare).
Intanto JJ si gode un successo che lo ha trasformato nel nuovo simbolo musicale austriaco. Con la sua voce da controtenore, capace di salire fino a registri da soprano, e con le origini miste – padre austriaco e madre filippina – è riuscito a catturare pubblico e giurie. Per l’Austria si tratta della terza vittoria nella storia del contest, dopo Udo Jürgens nel 1966 e Conchita Wurst nel 2014. Dietro di lui, nell’ultima edizione, si sono piazzati Israele con Yuval Raphael e l’Estonia con Tommy Cash, mentre l’Italia ha chiuso solo quinta con Lucio Corsi e addirittura ultima con Gabry Ponte.
Ora i riflettori sono tutti puntati sulla capitale danubiana, pronta a trasformarsi ancora una volta nella culla della musica europea. E per un Paese che ha fatto della tradizione musicale la sua bandiera, dall’opera al pop, l’Eurovision 2026 non sarà soltanto un festival: sarà la celebrazione di un’identità culturale che continua a rinnovarsi, anno dopo anno, nota dopo nota.
Musica
Sarah Toscano risponde al body shaming: «Non sono il mio corpo»
Sui social piovono insulti e paragoni fuori luogo, ma la giovane artista replica con un video su TikTok che diventa un messaggio universale contro l’odio online.

«Ma come sei cambiata?», «Cosa ti è successo?», «Ti sei mangiata Elodie». Sono frasi che Sarah Toscano, 19 anni, ha letto più volte sotto le proprie foto su Instagram nelle ultime settimane. Un’ondata di body shaming che ha messo la cantante – vincitrice di Amici 23 – al centro di un ciclone social. Commenti che nulla hanno a che fare con la musica o il talento, ma che si concentrano soltanto sull’aspetto fisico. Riducendo l’artista a una questione di taglia e immagine.
Stanca delle continue offese, Toscano ha deciso di reagire. Lo ha fatto pubblicando un video su TikTok in cui scorrono alcune sue fotografie, accompagnate da un brano dal forte valore simbolico: Esseri umani di Marco Mengoni. Un inno al rispetto e all’empatia, che diventa la sua risposta a chi, protetto dall’anonimato, si diverte a ferire.
La giovane non è la prima a subire simili attacchi. Negli ultimi mesi anche artiste come Francesca Michielin e Levante hanno denunciato l’aggressività e la superficialità di certi commenti online. Sottolineando quanto le parole possano pesare, specialmente su chi è più fragile. E il caso di Angelina Mango, bersagliata a sua volta durante il percorso che l’ha portata fino alla vittoria a Sanremo 2024, è stato citato dai fan in difesa di Sarah. «Non avete imparato nulla», ha scritto la fanpage ufficiale della cantautrice lucana.
La clip di Toscano si chiude con un collage di messaggi positivi ricevuti dai suoi sostenitori: «Sei bellissima», «Non cambiare mai», «La tua voce parla più di qualsiasi immagine». Segni concreti di un affetto che controbilancia almeno in parte l’odio ricevuto.
Il caso apre ancora una volta il dibattito sulla tossicità dei social network e sulla facilità con cui, dietro uno schermo, si possa giudicare e insultare. Per Sarah Toscano questa esperienza, dolorosa ma affrontata a testa alta, diventa anche un’occasione per lanciare un messaggio. «Non siamo il nostro corpo, ma ciò che facciamo e quello che siamo dentro».
A soli 19 anni, la cantante dimostra maturità e consapevolezza, trasformando l’attacco in un atto di resilienza. Perché la musica, alla fine, è proprio questo: un linguaggio universale capace di opporsi al rumore dell’odio con la forza delle emozioni autentiche.
Musica
Måneskin, il prezzo della separazione: crollano i ricavi, ma la reunion è vicina
Il bilancio 2024 segna oltre 10 milioni di euro in meno rispetto all’anno precedente. Intanto, i due frontman provano la strada individuale, con risultati diversi. Ma all’orizzonte si intravede il ritorno sul palco insieme, già nel 2025.

Dividersi, anche solo per un periodo, non si è rivelata la mossa vincente per i Måneskin. A rimetterci non sarebbero stati soltanto i fan orfani dei live della band. Ma anche i conti della Empire Srl, la società che gestisce i diritti musicali del gruppo romano.
Se nel 2023 la macchina-Måneskin viaggiava a pieno ritmo, con un fatturato di 18,6 milioni di euro e utili superiori a 1,4 milioni, il 2024 ha raccontato un’altra storia. Dopo che Damiano David e Victoria De Angelis hanno scelto di dedicarsi a progetti solisti. La società ha registrato un tracollo: ricavi scesi a 8,5 milioni, con un utile ridotto a poco più di 423 mila euro, un terzo rispetto all’anno precedente.
A certificare la flessione è il bilancio firmato da Alessandro De Angelis, amministratore unico della società e padre della bassista. Ma lo stesso documento lascia aperto uno spiraglio. «I Måneskin torneranno ad esibirsi insieme, probabilmente nell’ultimo trimestre del 2025, e con certezza con un tour nel 2026». Una frase che, inevitabilmente, ha riacceso le speranze dei fan.
Intanto, la parentesi solista ha dato risultati contrastanti. Victoria De Angelis, con la sua società Davic Srl, nel 2024 ha messo a segno un fatturato da quasi 1,85 milioni di euro, con un utile netto di 167 mila euro. Una performance nettamente superiore a quella dell’ex compagno di palco Damiano, la cui Humans 23 Srl si è fermata a circa 1,2 milioni di ricavi, con un utile esiguo di appena 15 mila euro. Numeri che sorprendono, soprattutto se si considera la popolarità internazionale del frontman. Ma che evidenziano quanto il brand Måneskin, nella sua interezza, abbia un peso specifico molto maggiore rispetto ai singoli percorsi.
Il gruppo, esploso nel 2017 dopo la partecipazione a X Factor e consacrato al successo mondiale con la vittoria all’Eurovision 2021. Ha sempre fatto della sua unione la forza principale. Le esperienze parallele, per ora, sembrano più un intermezzo che un vero strappo. E i dati economici lo confermano: per Damiano, Victoria, Ethan e Thomas, il futuro continua ad avere senso. Soprattutto sotto un unico nome, quello che ha trasformato quattro ragazzi romani nella rock band italiana più famosa al mondo.
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