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Musica

Yuval Raphael: dall’orrore del Nova Festival al palco dell’Eurovision 2025

Yuval Raphael, sopravvissuta all’attacco del Nova Festival del 7 ottobre 2023, rappresenta Israele all’Eurovision Song Contest 2025 con il brano “New Day Will Rise”. La sua partecipazione, simbolo di resilienza e speranza, è accompagnata da polemiche e minacce, ma anche da un forte sostegno internazionale.

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Yuval Raphael: dall'orrore del Nova Festival al palco dell'Eurovision 2025

    Il 7 ottobre 2023, durante l’attacco di Hamas al Nova Festival nel deserto del Negev, Yuval si è salvata fingendosi morta sotto i corpi di altre vittime per otto ore. Di circa 50 persone presenti nel rifugio, solo 11 sono sopravvissute. Lei ha riportato ferite da schegge alla testa e alla gamba, ma ha trovato nella musica una via di guarigione, definendola “uno degli ingredienti più forti nel mio processo di guarigione”.

    La strada verso l’Eurovision

    Dopo l’attacco, Yuval ha partecipato e vinto il talent show israeliano HaKokhav HaBa (The Next Star), conquistando il pubblico con una versione di Dancing Queen degli ABBA, dedicata “a tutti gli angeli” uccisi al festival . Questa vittoria le ha garantito il diritto di rappresentare Israele all’Eurovision Song Contest 2025, che si terrà a Basilea, Svizzera.

    Un messaggio di speranza

    Il brano che Yuval porterà sul palco si intitola New Day Will Rise, scritto da Keren Peles. La canzone, che include versi in ebraico tratti dal Cantico dei Cantici, trasmette un messaggio di resilienza e speranza: “Le molte acque non possono spegnere l’amore, né i fiumi travolgerlo” . Yuval ha descritto il brano come “un inno alla guarigione e alla speranza”, sottolineando l’importanza dell’amore e della forza interiore.

    Polemiche e minacce: la controversia sulla partecipazione di Israele

    La partecipazione di Israele all’Eurovision 2025 ha suscitato polemiche, con richieste di esclusione da parte di alcuni paesi e artisti, che ritengono la presenza israeliana in contrasto con i valori di pace e unità del concorso . Durante l’evento inaugurale a Basilea, Yuval è stata vittima di minacce di morte da parte di un manifestante, che ha mimato il gesto del taglio della gola e sputato nella sua direzione. L’aggressore è stato identificato, ma non ancora arrestato. La televisione pubblica israeliana Kan ha presentato denuncia alla polizia svizzera.

    Il sostegno internazionale e il significato della sua partecipazione

    Nonostante le minacce di morte e le controversie, Yuval ha ricevuto un ampio sostegno internazionale. La sua storia di sopravvivenza e la sua determinazione a trasformare il dolore in arte hanno ispirato molte persone. La sua partecipazione all’Eurovision è vista come un simbolo di resilienza e speranza, un messaggio potente in un contesto di conflitto e divisione. Un’artista che rappresenta non solo Israele… ma anche e soprattutto la capacità dell’essere umano di superare le tragedie e trovare forza nella creatività. La sua presenza all’Eurovision 2025 è un richiamo alla solidarietà e alla speranza, valori fondamentali in tempi difficili.

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      Depressione, droga, inquietudini di ogni tipo: l’Antonello Venditti che pochi conoscono

      Antonello Venditti si confessa come mai prima: la madre che lo chiamava “maiale”, la depressione dopo la rottura con Simona Izzo, l’amicizia con Lucio Dalla che gli salvò la vita. I ricordi di liceo tra terrorismo rosso e nero, gli amici cantautori, la Roma e la politica di oggi. Un viaggio autentico e tagliente nei suoi 75 anni di vita.

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        A Roma (ma non solo) rappresenta un’istituzione cantautorale. Ma la gente conosce soprattutto le sue canzoni, meno la sua storia privata. E adesso, l’artista di Roma capoccia si racconta senza filtri: dai traumi familiari al successo di Notte prima degli esami, passando per Rino Gaetano, l’eroina, la Roma e Giorgia Meloni. Tutti argomenti che, nel bene e nel male, l’hanno segnato.

        Adolescente inquieto

        Venditti ricorda con amarezza gli anni dell’adolescenza: «Fino a 16 anni non ho vissuto. Pesavo 94 chili e mia madre, prof di latino e greco, mi ripeteva che ero grasso come un maiale». Un incidente lo portò in ospedale, dove perse 30 chili. «La mia vita era casa-scuola-casa. Nessuna socialità».

        Depressione e rinascita: “Lucio Dalla mi salvò la vita”

        Dopo la fine del matrimonio con Simona Izzo, il baratro: «Tornai a Roma in preda alla depressione. Pensai al suicidio. Lucio Dalla mi trovò casa in Brianza e mi spinse a scrivere. Così nacquero “Ci vorrebbe un amico” e “Notte prima degli esami”».

        Quel video era un ignobile fake

        L’artista smentisce il video virale in cui sembrava insultare una disabile: «È stato un montaggio fake. Ho chiesto scusa per rispetto, ma ora ho denunciato al tribunale di Andria. È assurdo dover rispondere ancora a queste accuse».

        Dal liceo al Circeo: “Fioravanti al bar, Faranda era la mia vicina”

        Roma, anni ’70: «Giusva Fioravanti beveva birre al bar Tortuga, accanto a me. E Adriana Faranda aveva una villa vicino alla mia al Circeo: era la prima a fare topless. A volte mi sento Forrest Gump, sempre dentro la storia».

        Rino Gaetano e Battisti: “Geniali ma sottovalutati”

        Venditti parla anche dei colleghi cantautori: «Rino era sottovalutato perché troppo giornalista. Battisti? Non era lui di destra, ma Mogol: le braccia tese erano roba sua. De André? Più interessato a De Gregori che a me». Passando alla politica, sulla premier Meloni: «Non so se la stimo, ma è preparata. Almeno parla inglese». Immancabile un accenno alla Roma calcistica: «Sento tutte le mattine Claudio Ranieri. Gli avevo detto di tornare un anno fa. È uno di famiglia».

        L’eternità in decadenza

        «Roma è eterna, anche tra spazzatura e pini che cadono. Lilly (quella della canzone omonima) fu devastata dall’eroina, un olocausto per la mia generazione». E sul brano Roma, Roma, Roma: «Lo scrissi dieci anni prima che il calcio diventasse poesia per cantautori».

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          Musica

          The Who, 60 anni di rock e rivoluzioni. Ed ora arriva il momento della pensione

          Pete Townshend e Roger Daltrey annunciano l’addio alle scene con un tour in Nord America. Ma il sipario calerà davvero? Daltrey lascia aperta una (piccola) porta. Intanto, i fan si preparano all’ultimo assolo.

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            E’ il congedo di una vera leggenda, “The Song Is Over”… e stavolta non è solo un titolo. Dopo oltre sei decenni di carriera, The Who annunciano il loro tour d’addio negli Stati Uniti e in Canada, previsto tra agosto e settembre 2025. Saranno sedici date che culmineranno con l’ultimo concerto a Las Vegas, il 28 settembre. L’annuncio è arrivato da Londra con poche parole, ma di quelle che pesano: “Tutte le cose belle devono finire”, ha dichiarato Pete Townshend, 79 anni, lasciando intendere che non ci saranno più repliche.

            Il mito, perà, continua

            Il nome del tour — The Song Is Over North America Farewell Tour — rappresenta un chiaro omaggio a una delle canzoni simbolo della band, tratta dall’album capolavoro Who’s Next del 1971. Ma se la musica finisce, il mito resta.

            Daltrey: “Non garantisco niente”. Europa in forse

            Accanto a Townshend, Roger Daltrey, la voce inconfondibile della band, ha raccontato con emozione l’inizio della loro epopea: “Negli anni Sessanta, ogni musicista britannico sognava l’America. Noi ce l’abbiamo fatta. E non siamo mai più tornati indietro”. Tuttavia, l’addio potrebbe non essere totale. Alla domanda su una possibile tournée europea, Daltrey risponde enigmatico: “Non voglio dire che non succederà, ma non posso neanche garantire che accadrà. Vedremo se riusciremo a sopravvivere a questo tour”.

            Gli inevitabili acciacchi dell’età

            Un’ammissione sincera, forse malinconica. Del resto, il cantante ha rivelato recentemente di star perdendo la vista, dopo anni di problemi all’udito. Ma lo spirito sul palco non manca: “Anche se la strada non è stata facile, è stato il lavoro migliore che potessi desiderare”. Anche Pete Townshend, vera e propria mente compositiva della band, da anni soffre di grandi problemi d’udito, nello specifico soffre di acufene (o tinnitus, dal latino “tintinnio”), disturbo dell’apparato uditivo che – se non trattato adeguatamente – può causare danni permanenti.

            L’ultimo giro di basso

            Dopo la scomparsa di Keith Moon nel 1978 e di John Entwistle nel 2002, il gruppo ha continuato a esibirsi grazie alla tenacia di Townshend e Daltrey. Negli anni hanno mantenuto viva l’eredità di una band che ha riscritto le regole del rock con brani immortali come My Generation, Baba O’Riley e Won’t Get Fooled Again. Le prevendite per il tour dell’addio iniziano proprio oggi. E per chi sogna ancora un ultimo live europeo, le speranze restano accese. Perché in fondo, con The Who, la canzone non è mai davvero finita.

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              Minacce di morte a Yuval Raphael, la cantante israeliana dell’Eurovision

              Durante una protesta pro-Gaza a Basilea, un uomo ha mimato il gesto di tagliarle la gola. La popstar è sopravvissuta al massacro del 7 ottobre e ora vive sotto scorta: Kan Broadcasting ha denunciato il gesto alla polizia svizzera

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                Yuval Raphael, la cantante che rappresenterà Israele all’Eurovision Song Contest, è stata minacciata di morte durante l’evento di apertura a Basilea, in Svizzera. A denunciare il grave episodio è stata la Kan Broadcasting, emittente pubblica israeliana, che ha presentato formale denuncia alla polizia locale.

                Secondo quanto riportato, durante una protesta pro-Gaza un uomo si è avvicinato sventolando una bandiera palestinese, indossando una kefiah e mimando il gesto del taglio della gola rivolto alla delegazione israeliana. Il gesto, accompagnato da uno sputo, è stato ripreso in un video ora circolato anche online. Le immagini mostrano chiaramente l’intenzione intimidatoria del manifestante, che ha diretto l’atto proprio contro Yuval Raphael, presente all’evento.

                La cantante non è una figura qualunque: è una delle sopravvissute al massacro del 7 ottobre 2023 compiuto da Hamas al festival musicale Nova. All’epoca, per salvarsi, si era nascosta sotto i corpi senza vita di altri giovani uccisi dai terroristi. Un trauma che ha segnato la sua vita e che, ora, si riaccende con nuove minacce.

                A Basilea, per motivi di sicurezza, l’artista ha dovuto essere circondata da guardie del corpo. La tensione intorno alla sua partecipazione al concorso europeo è palpabile e, da giorni, si moltiplicano le manifestazioni contrarie alla presenza di Israele in gara. Alcuni contestano la decisione dell’organizzazione di non escludere il Paese, ma la violenza verbale e simbolica, come nel caso di Basilea, ha fatto scattare l’allarme.

                La Kan Broadcasting ha parlato apertamente di “un atto grave e inaccettabile”, e ha invitato le autorità svizzere e l’EBU (European Broadcasting Union) a garantire l’incolumità della cantante durante tutta la durata del contest.

                Yuval Raphael, intanto, continua le prove e si prepara a salire sul palco dell’Eurovision con la determinazione di chi ha già affrontato l’orrore e ha scelto, nonostante tutto, di non smettere di cantare.

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