Personaggi e interviste
Anna Tatangelo torna single: fine della storia con Mattia Narducci
La cantante di Sora e il giovane modello piacentino si dicono addio. Un amore che aveva fatto sognare i fan, ma che ora sembra essere giunto al capolinea. Scopriamo i dettagli di questa rottura inaspettata.

Anna Tatangelo e Mattia Narducci erano diventati una delle coppie più chiacchierate del gossip italiano. La cantante, 36 anni, aveva trovato una nuova fiamma nel giovane modello di 26 anni, conosciuto per aver sfilato per brand come Dolce & Gabbana, Guess e Giorgio Armani. La loro relazione, iniziata all’inizio dell’anno, aveva riempito le pagine delle riviste di gossip, con foto di coppia e vacanze romantiche da sogno.
I segnali di crisi
Le prime voci di una crisi tra Anna e Mattia hanno iniziato a circolare dopo alcuni post enigmatici sui social media. La cantante ha pubblicato una storia su Instagram con la frase “Si riparte sempre da se stessi”, scatenando subito le speculazioni dei fan e degli esperti di gossip. Questa frase, accompagnata dall’assenza di foto recenti insieme, ha alimentato i dubbi su una possibile rottura.
La conferma della separazione
La conferma della fine della relazione è arrivata da fonti vicine alla coppia, che hanno spiegato come i due abbiano deciso di prendere strade diverse. Nonostante la passione iniziale e i momenti felici condivisi, sembra che le differenze caratteriali e gli impegni professionali abbiano giocato un ruolo cruciale nella loro separazione.
Le reazioni dei fan
I fan di Anna Tatangelo hanno reagito con dispiacere alla notizia, esprimendo sostegno alla cantante attraverso messaggi di affetto sui social media. Dopo le relazioni con Gigi D’Alessio e Livio Cori, questa nuova delusione amorosa ha colpito particolarmente i suoi seguaci, che speravano in un lieto fine.
Cosa ci aspetta ora?
Per Anna Tatangelo, questa separazione rappresenta un nuovo inizio. La cantante ha dimostrato di saper ripartire dopo ogni delusione, concentrandosi sulla sua carriera musicale e sulla famiglia. I fan sono già curiosi di vedere quali saranno i prossimi passi della loro beniamina, sperando che possa trovare finalmente la serenità sentimentale che merita.
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Personaggi e interviste
Al Bano e la guerra tra i tavoli: rissa economica nel suo resort di lusso
Nonostante incassi vicini ai due milioni di euro, il bilancio 2023 del resort di lusso “Tenute Al Bano” chiude in perdita. Scatta la faida tra il direttore belga Olivier Verbeleen e la ristoratrice Annamaria Verri: lui denuncia una gestione disastrosa, lei ottiene il controllo del ristorante con una nuova società. E nel mezzo Al Bano, che separa i litiganti e continua a comprare terreni agricoli.

Per quanto abbia sempre dichiarato di essere un pacifista convinto, Al Bano Carrisi si è ritrovato in una battaglia che nemmeno il più bellicoso dei condottieri avrebbe saputo placare facilmente. Il campo di battaglia? Non le scene della musica, non la vita familiare (dove pure non sono mancate le schermaglie negli anni), ma il cuore del suo piccolo impero agricolo e turistico: il resort di lusso “Tenute Al Bano” a Cellino San Marco. Qui, tra gli ulivi e i vigneti, la guerra è scoppiata tra il direttore d’albergo belga Olivier Verbeleen e la ristoratrice pugliese Annamaria Verri. E come sempre, alla radice del conflitto c’è una sola cosa: i soldi.
Conti in rosso e accuse al vetriolo
Nel 2023, nonostante la grande pubblicità garantita dal padrone di casa (spesso presente tra i tavoli del ristorante “Don Carmelo” per promuovere il brand), il bilancio del resort ha registrato una perdita di 115.491 euro. Un passivo che, secondo Verbeleen, è interamente colpa della gestione del ristorante, da lui definita “disastrosa” in una nota ufficiale: “I conti dell’esercizio sono stati clamorosamente condizionati in negativo dall’andamento della gestione del ristorante. Definirla disastrosa è solo un eufemismo. Costi del personale fuori controllo, merce acquistata senza criterio e centri di spesa totalmente sproporzionati rispetto agli incassi”. In pratica, secondo il direttore, i problemi finanziari dell’intero resort sono stati causati dalla cattiva gestione della ristoratrice.
La tregua imposta da Al Bano
Per evitare che la guerra dei conti si trasformasse in una battaglia a colpi di piatti e padelle, Al Bano ha deciso di dividere i contendenti. Il contratto di gestione del ristorante è stato tolto alla cooperativa gestita da Verbeleen e affidato a una nuova società, Vepa Srl, creata dalla Verri. La cifra pattuita per la concessione è di 7.000 euro al mese di affitto, e con questo passaggio il cantante spera di riportare la pace tra i suoi collaboratori.
Ma il cambio di gestione ha rivelato dettagli interessanti sulle condizioni del ristorante. Nel passaggio da una società all’altra è stato stilato un inventario delle attrezzature, e tra frigoriferi “privi di rilevatori di temperatura” e bicchieri accumulati nel tempo, spiccano 250 piatti firmati Al Bano, cimeli per fan gourmet. E se la ristorazione non dovesse funzionare, almeno si potrà puntare sul merchandising.
Il lato imprenditoriale del cantante: nuovi terreni in arrivo
Mentre il resort è teatro di battaglie finanziarie e faide interne, Al Bano continua ad ampliare il suo impero agricolo. La sua azienda vinicola rifornisce in esclusiva il ristorante “Don Carmelo”, e la sua azienda agricola produce i prodotti a km zero serviti agli ospiti. Ma il cantante non si ferma qui: durante l’ultimo Festival di Sanremo ha trovato il tempo di firmare l’acquisto di nuovi terreni a Cellino San Marco, con due appezzamenti per un totale di un ettaro e tre are e altri tre terreni nella contrada Bosco Aurito, aggiungendo 47 are alla sua proprietà.
E ora? La guerra è finita?
Difficile dirlo. Con Annamaria Verri ora alla guida del ristorante e Verbeleen ancora a capo della parte alberghiera, la gestione delle “Tenute Al Bano” resta un delicato equilibrio di poteri. Il cantante, da buon padrone di casa, dovrà vigilare affinché non scoppino nuove tensioni, magari servendo ai suoi ospiti un calice del suo miglior vino per stemperare gli animi. Perché, in fondo, Al Bano è sempre stato bravo a trasformare qualsiasi nota stonata in una melodia vincente.
Personaggi e interviste
A processo, Eva Grimaldi smentisce se stessa, trasformandosi in un colpo di scena vivente
L’attrice cambia versione sulla bancarotta Ares Film: da testimone-chiave a possibile indagata per falsa testimonianza. Il processo a Tarallo si trasforma in un reality giudiziario tra dichiarazioni contraddittorie, vip in aula e ombre sul passato.

Un processo che sembra scritto da un autore di fiction. Ma questa volta non è “L’onore e il rispetto”, bensì la bancarotta della Ares Film, la casa di produzione televisiva un tempo regina delle prime serate Mediaset. Al centro dell’aula, l’ex patron Alberto Tarallo, imputato per gestione fraudolenta.
E tra i testimoni chiamati a chiarire i contorni del caso, spicca Eva Grimaldi. Solo che, al momento di testimoniare, l’attrice cambia completamente versione rispetto a quanto dichiarato in fase d’indagine. Un voltafaccia che rischia di costarle caro.
“Mai detto che Tarallo mise i soldi”: la difesa dell’attrice
Durante l’udienza, la Grimaldi ha smentito sé stessa: «Non mi sono permessa di dire che Tarallo aveva messo i soldi. Non fa parte della mia etica», ha affermato in aula. Ma i verbali delle indagini preliminari raccontano altro. La discrepanza ha portato il sostituto procuratore Carlo Villani a chiedere la trasmissione degli atti per valutarne l’iscrizione nel registro degli indagati per falsa testimonianza e calunnia Una situazione paradossale per un processo che ha già tutti i toni del melodramma. E intanto, in aula, la tensione cresce.
Un cast da prime time: Garko, Cannavò e il “Lucifero” Tarallo
Il processo è una vera e propria parata di volti noti. Da Gabriel Garko a Rosalinda Cannavò, fino a Massimiliano Morra e Patrizia Marrocco. Le loro dichiarazioni hanno disegnato un contesto opaco: tra vincoli psicologici, dinamiche ambigue e sospetti sul suicidio di Teodosio Losito, socio e compagno di Tarallo. Emblematico il racconto della Cannavò, che ha testimoniato nascosta da un paravento: «Ho difficoltà anche solo a guardare Tarallo», ha detto, aggiungendo che la sua carriera dipendeva dal suo “permesso”. Un racconto che ha reso ancora più cupa l’atmosfera del processo.
Dalla fiction al tribunale: lo spettro della bancarotta e delle verità multiple
Il nome di Ares Film evoca un’epoca d’oro della fiction italiana, con successi da milioni di spettatori. Ma dietro le quinte, secondo l’accusa, una gestione economica opaca e rapporti di potere discutibili. La testimonianza di Eva Grimaldi avrebbe dovuto chiarire il ruolo di Tarallo nella gestione dei fondi, ma ora potrebbe trasformarsi in un nuovo fronte giudiziario. In attesa della verità, anche la prossima puntata è tutta da scrivere Il processo riprenderà con le testimonianze di Barbara D’Urso e Nancy Brilli, ma il colpo di scena è servito. E questa volta non è una fiction: la giustizia chiede coerenza, non copioni riveduti.
Personaggi e interviste
Luca Argentero: “Senza la bellezza metà dei lavori non li avrei mai fatti”
In un’intervista a Vanity Fair, Luca Argentero parla della sua carriera e ammette con onestà quanto la bellezza abbia inciso sulle sue prime opportunità. Poi aggiunge: “Dopo vent’anni non è solo fotogenia: ora sono consapevole anche delle mie qualità professionali”. E sul tenersi in forma con Cristina Marino: “È il nostro stile di vita”.

Luca Argentero, con la sua solita schiettezza, si mette a nudo – e non solo davanti alla macchina da presa – raccontando a Vanity Fair quanto il suo aspetto fisico abbia inciso sulla carriera. “Ci ho costruito una carriera sull’oggettificazione della bellezza!”, ha dichiarato l’attore, con l’ironia e l’onestà che lo contraddistinguono. E non è finita qui: “Metà delle cose che ho fatto, soprattutto all’inizio, non le avrei fatte se non fossi stato di gradevole aspetto”.
D’altronde, la bellezza maschile raramente viene tematizzata con la stessa frequenza di quella femminile, e Argentero non ha problemi a riconoscere di averla sfruttata. Ma è anche consapevole che il suo percorso non si è fermato lì. “Il non essere considerati solo belli dipende dall’impegno che metti in quello che fai”, ha proseguito. “Se dopo vent’anni dal primo film continuo a lavorare vuol dire che non c’è solo una fotogenia, e inizio a dirmelo pure io e a essere più consapevole anche delle mie qualità professionali oltre che estetiche”.
Con un passato che va dal Grande Fratello fino ai set cinematografici e alle fiction di successo, Argentero ha attraversato diverse fasi artistiche e personali. “Per noi attori il passaggio del tempo si percepisce perché c’è anche un cambiamento di ruoli che interpreti. Prima fai il figlio poi fai il padre, prima lo studente poi il professore”, spiega, sottolineando quanto la maturità si rifletta anche nella scelta dei personaggi che porta sullo schermo.
Ma se da un lato la bellezza gli ha aperto molte porte, dall’altro Luca ci tiene a chiarire che mantenersi in forma non è mai stato un vezzo, ma uno stile di vita. Con sua moglie, Cristina Marino, forma una delle coppie più fit del panorama italiano. “Quanto ci alleniamo? Non così tanto come potrebbe far pensare la forma fisica di mia moglie Cristina o il fatto che a 46 anni anche io mi sento piuttosto in forma”, ha raccontato.
Eppure non si tratta di maratone in palestra: “Proprio perché è uno stile di vita e non abbandonandolo mai, non capita di ammazzarsi perché è marzo e vedi la prova costume alle porte”. La ricetta della loro routine? “Cristina si allena tre volte a settimana per mezz’ora, per me dipende dagli impegni che ho sul set, a volte passano due settimane senza che faccia attività fisica”.
Un equilibrio fatto di costanza e normalità che sembra funzionare, senza ossessioni e con un approccio concreto. E se l’aspetto continua ad aiutare, ora Argentero sa di poter contare su molto di più: vent’anni di esperienza e la credibilità conquistata sul campo – anzi, sul set.
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