Personaggi e interviste
Il consapevole fascino dei 48 anni: tanti auguri a Michelle Hunziker (video)
“Ogni età ha il suo fascino”: la popolare showgirl svizzera guarda indietro con un sorriso, si gode il presente con entusiasmo e confida nel futuro con tanta curiosità.
Festeggia i 48 anni uno dei volti più amati della televisione italiana. E lo fa con un video ironico dove ricorda, prima di tutto a se stessa che “Ogni età ha il suo fascino”. Nonostante il tempo che passa, non potrebbe essere più felice e soddisfatta della sua vita: star di successo, mamma amorevole e nonna del piccolo Cesare: Michelle non potrebbe davvero chiedere di più.
Contro la paura che lo scorrere del tempo può incutere
Il video di Michelle Hunziker rappresenta una bellauna lezione di vita a tutti coloro che affrontano con ansia e tristezza l’avanzare dell’età: la verità è che si tratta solo di una cifra, l’importante è imparare ad accogliere ogni cambiamento senza perdere mai l’entusiasmo.
Ironica e coraggiosa
Conoscendo il suo carattere, non sorprende che sui social abbia voluto celebrare l’evento con questa idea davvero originale. Niente contenuti motivazionali o ringraziamenti pubblici, ha preferito realizzare un video ironico di se stessa che attraversa le diverse “decadi”. L’obiettivo? Non solo riaffermare la sua proverbiale ironia ma anche dimostrare a tutti che non bisogna temere di invecchiare, visto che ogni età possiede un “perchè” specifico ed irrinunciabile.
Il confronto fra ieri e oggi
Nel video Michelle – generation a confronto la conduttrice ha interpretato se stessa a diverse età. È partita dalla se stessa 18enne, quando muoveva i primi passi nel mondo dello spettacolo e puntava su uno stile fatto di crop top vitaminici, pantaloni a vita bassa traforati e camperos. Successivamente è comparsa la Michelle di 38 anni in un tubino rosso fuoco che esaltava le forme della gravidanza: sebbene il pancione la affaticasse non poco, anche all’epoca era letteralmente iconica. La vera sorpresa, però, è la Michelle attuale: una donna consapevolmente sensuale, sicura di sé, che sorride alla vita e che ha ancora voglia di lanciarsi in nuove ed entusiasmanti esperienze.
Un messaggio per tutti
Nella didascalia del post ha puntualizzato cosa l’abbia spinta a realizzare questo sketch così originale. Le sue parole sono state: “Oggi spengo una candelina in più ma voglio farlo a mio modo: con gratitudine e un bel pizzico di autoironia, che non guasta mai. Mi sono sentita di festeggiare giocando un po’ con le diverse ‘Michelle’ che sono stata e che sono oggi perché, diciamocelo, ogni età ha il suo fascino: si guarda indietro con un sorriso, si vive il presente con entusiasmo e si abbraccia il futuro con tanta curiosità”.
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Personaggi e interviste
Victoria Cabello: “Presi a calci Eminem. Richard Gere mi baciò in bocca, ma aveva appena vomitato. Mtv è morta con YouTube”
Paramount Global ha annunciato la chiusura dei canali Mtv entro il 31 dicembre 2025. Victoria Cabello, volto simbolo della rete, ripercorre la storia del canale che ha segnato una generazione: «Era inevitabile. Quando sono arrivati YouTube e i social, ho capito che Mtv era morta».
«Sì, Mtv chiude. E la notizia mi ha fatto tenerezza». Victoria Cabello, volto storico della rete che ha cambiato la televisione musicale, ha commentato con ironia la fine di un’epoca. Dopo 44 anni di trasmissioni, Paramount Global spegnerà i canali Mtv entro il 31 dicembre 2025. «Era inevitabile – racconta –. Anzi, il fatto che sia stata in vita finora è incredibile. Il mondo va veloce. Quando sono arrivati YouTube e i social ho capito che Mtv era morta».
Dalla tv alla leggenda
«Mtv ha dettato dei canoni – spiega –: la velocità, il montaggio, il modo non ossequioso di fare interviste. Le generaliste hanno copiato tutto. In fondo, Mtv non è morta: vive nello spirito di YouTube, anche se i più giovani non lo sanno».
Gli incontri più assurdi
E di momenti assurdi, nella sua carriera, ne ha collezionati parecchi. «Quando ho intervistato Eminem per Mtv Uk non sapevo chi fosse. Ci siamo improvvisati e alla fine ci siamo presi a calci». Poi ricorda Richard Gere: «L’ho intervistato a Venezia e gli ho chiesto di prendermi in braccio come in Ufficiale e gentiluomo. Mi ha detto di no, ma mi ha baciato in bocca. Ero felicissima, finché la sua agente non mi ha detto che aveva appena finito di vomitare».
Le dive e i miti
La Cabello racconta anche gli incontri con le grandi dive: «Patty Pravo si immergeva la faccia nel ghiaccio prima di andare in onda, Moira Orfei si truccava alle cinque del mattino per farsi trovare perfetta dal marito». E poi l’indimenticabile Milva: «Le avevamo chiesto di cantare “Applausi per Milva” sulla base di Fabri Fibra. Dopo aver ascoltato il cd, ci chiamò dicendo: “Ci dev’essere stato un errore, nel disco c’è uno che parla”».
Oggi Victoria guarda avanti: «Mi hanno chiesto tante volte di rifare Victor Victoria, ma per ora non sono in vena di tv». E chissà se lo spirito libero di Mtv, quello che ha fatto crescere una generazione, tornerà mai davvero sullo schermo.
Personaggi e interviste
Umberto Smaila: «Colpo Grosso era da educande, oggi mi manderebbero all’inferno. Non ho limiti nel bere, nel mangiare, nel fumare»
Tra Jerry Calà e le “ragazze Cin Cin”, Smaila racconta cinquant’anni di spettacolo, eccessi e libertà: «Mi dissero che ero l’unico in grado di rendere quel programma non volgare. Ho avuto tutto, ho perso tanto, ma rifarei tutto uguale».
Prima ha trasformato la musica in cabaret, poi il cabaret in televisione, e infine la televisione in uno show che fece epoca: Colpo Grosso. Umberto Smaila è stato tutto questo, un intrattenitore capace di attraversare stagioni diverse con lo stesso sorriso sfrontato e malinconico.

Tutto comincia a Verona, dove con Franco Oppini, Nini Salerno e Jerry Calà forma i Gatti di Vicolo Miracoli. «Non c’era un laureato tra noi, davamo un esame l’anno solo per evitare il militare», ricorda ridendo. «Dormivamo poco, la notte lavoravamo al Derby di Milano. Diego Abatantuono faceva il tecnico delle luci, e noi gli facevamo da professori: studiava con noi, era senza patente ma guidava lo stesso».
Gli anni Settanta sono un turbine: viaggi infiniti, teatri, serate improvvisate. Poi la separazione. «Io e Jerry non ci siamo parlati per cinque anni. Se n’è andato a fare cinema e noi siamo rimasti in braghe di tela. Mi sentii tradito, ma poi capii: quando passa un treno, o ci salti sopra o lo guardi andare via».
Il successo televisivo arriva con Help! e poi, nel 1987, con Colpo Grosso. Una trasmissione che cambierà la carriera – e la reputazione – di Smaila. «Mi scelsero perché dissero che solo io avrei potuto renderlo non volgare. Pensavo sarebbe durato tre mesi, e invece furono trecento puntate all’anno per cinque anni. Rispetto a quello che si vede oggi, era un programma da educande. Lo guardavano persino le ragazzine, che ci mandavano i disegnini delle ragazze Cin Cin».
Quelle ragazze, però, non erano dive. «Venivano quasi tutte dall’estero: inglesi, olandesi, dell’Est. Le italiane non volevano spogliarsi. Erano molto riservate, fuori dal set le vedevi con i sacchetti della spesa. Nessun lusso, nessun glamour. Io? Solo un piccolo flirt, niente storie clamorose».
Quando Colpo Grosso finì, arrivò la doccia fredda. «Da trecento puntate a zero. Viaggiavo in Mercedes, mi sentivo immortale. Poi capii che non lo ero. Forse, senza quel programma, avrei avuto un’altra carriera, ma non rinnego nulla».
Nel frattempo, Smaila continua con la musica, la sua vera casa. Fino al colpo di scena hollywoodiano: «Mi chiamò l’agenzia di Quentin Tarantino. Stavano girando Jackie Brown e volevano un mio brano. Pensavo fosse uno scherzo, invece era vero. Aveva visto La belva col mitra, dove c’era la mia musica. Quei sei minuti sonori mi hanno regalato l’eternità».
Oggi, a 74 anni, Smaila non rinnega i suoi eccessi. «Non ho limiti nel bere, nel mangiare, nel fumare. Secondo i benpensanti, sono un irregolare. Quelli come me vanno all’inferno, e io ci andrò volentieri, se trovo la compagnia giusta».
E mentre la tv di oggi «ha tolto lo spettacolo e il coraggio», lui resta fedele al suo stile. «Allora facevamo otto giorni di prove per tre minuti di varietà. Oggi bastano due ore e un microfono. Ma io continuo a cantare nei miei locali, tra gente che balla e ride. È questo che mi tiene vivo».
La leggenda di Umberto Smaila, tra pianobar, cabaret e cult televisivi, è il ritratto di un’Italia che si prendeva meno sul serio. E che forse, proprio per questo, sapeva divertirsi di più.
Personaggi e interviste
Alessandro Cattelan, chiude dopo due anni il suo ristorante: il fallimento (silenzioso) del Quintalino
L’avventura nella ristorazione del conduttore di “Stasera c’è Cattelan” si è conclusa senza annunci: il locale milanese ha spento le luci e cancellato i social
Due anni. Tanto è durata la scommessa gastronomica di Alessandro Cattelan, che con amici e soci aveva deciso di cimentarsi nella ristorazione. Il progetto si chiamava Quintalino, e oggi – come segnala il sito Dissapore – è ufficialmente chiuso.
Una chiusura avvenuta nel più totale silenzio: nessun annuncio, nessuna dichiarazione pubblica, solo la pagina Instagram ferma da mesi e la serranda abbassata.
Un’idea ambiziosa ma senza fortuna
Il Quintalino era nato a Milano come spin-off di Quintale, il ristorante legato al celebre macellaio toscano Dario Cecchini, con la collaborazione di Francesco Panella e Vittorio De Rosa. L’idea era proporre un locale dallo stile moderno, curato ma accessibile, con un menu centrato su hamburger di qualità e una formula senza camerieri, sul modello dei fast food americani di nuova generazione.
Un esperimento interessante, almeno sulla carta, ma che non ha mai trovato un pubblico fedele.
Recensioni in picchiata
Negli ultimi mesi, le recensioni su Tripadvisor e Google avevano preso una piega negativa: critiche sul servizio, sul prezzo e su un’esperienza giudicata da molti “confusa”. Alcuni clienti lamentavano porzioni ridotte e una gestione poco attenta.
Silenzio social e fine dell’avventura
Mentre il locale chiudeva i battenti, i profili social del Quintalino restavano immobili, nonostante la forte spinta mediatica che ne aveva accompagnato il lancio, anche grazie ai post di Cattelan.
La mancanza di comunicazione ufficiale ha contribuito a far calare il sipario con discrezione su una delle scommesse meno fortunate del conduttore, oggi concentrato sul suo show televisivo Stasera c’è Cattelan.
Un fallimento silenzioso, ma istruttivo: perché anche dietro i nomi noti, nel mondo della ristorazione, il successo non è mai garantito.
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