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Personaggi e interviste

Irina Shayk, sesso e samba: la top model al Carnevale di Rio

Lei continua a incantare il mondo con la sua bellezza mozzafiato e la sua carriera da top model che non conosce sosta. Dopo aver dominato le passerelle internazionali e aver calcato la passerella di Victoria’s Secret come “Angelo”, la modella russa ha aggiunto un altro capitolo memorabile alla sua vita, partecipando al leggendario Carnevale di Rio nel 2025. Un evento che ha segnato non solo la sua carriera, ma anche un ritorno alle radici della sua energia e della sua passione. Un racconto di bellezza, danza e resistenza fisica che ha lasciato senza parole i suoi fan e gli spettatori.

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    Non c’è dubbio che lai Shayk sia una delle modelle più influenti e riconosciute a livello globale. La sua carriera è stata costruita su anni di successi nel mondo della moda, ma negli ultimi anni la sua vita ha preso una piega diversa. Dopo aver riavvicinato il suo ex compagno Tom Brady, la modella ha scelto di esplorare nuove esperienze e di immergersi in nuove culture. Una delle esperienze che ha catturato l’attenzione di tutti è stata la sua partecipazione al Carnevale di Rio, un evento che rappresenta la massima espressione della cultura brasiliana.

    Prepararsi per la magia del Carnevale di Rio

    Irina non è una di quelle celebrità che si lascia trasportare senza preparazione: la top model ha deciso di affrontare il Carnevale con serietà e dedizione. Sebbene non avesse mai ballato la samba prima, ha intrapreso lezioni di danza per perfezionare i suoi movimenti e abituarsi alla resistenza richiesta da questa danza ad alta energia. Irina ha dichiarato che “ballare la samba richiede una resistenza incredibile,” e, infatti, le rainhas de bateria, le regine di samba, si esibiscono per ore nel caldo intenso di Rio, con costumi elaborati e tacchi alti.

    Un Costumo da sogno

    Per il suo debutto al Carnevale di Rio, Irina ha indossato un costume unico creato dal designer brasiliano Henrique Filho, che l’ha trasformata in una vera e propria opera d’arte vivente. Il costume elaborato, ricco di dettagli e ispirato alla tradizione del Carnevale, ha fatto risplendere ancora di più la sua bellezza statuarica, impressionando i tantissimi spettatori presenti.

    La festa per lei

    Per Irina, il Carnevale di Rio non è stato solo un’occasione per mostrare la sua bellezza e il suo talento nel ballo, ma anche una possibilità per immergersi completamente in una delle tradizioni culturali più importanti del Brasile. La top model ha rivelato che il Carnevale rappresenta una vera e propria magia, un’esperienza unica che racconta la storia del paese, le sue vittorie, le sue lotte e la sua resilienza. “Sono stata profondamente onorata di far parte della sua incredibile energia”, ha detto Irina, evidenziando quanto il Carnevale rappresenti un momento di unione e celebrazione per tutti i brasiliani.

    Il Corpo e la Mente: L’allenamento

    Prepararsi per un evento come il Carnevale non è semplice, soprattutto quando si parla di samba, una danza che richiede non solo agilità e ritmo, ma anche una resistenza fisica straordinaria. Irina ha spiegato che, pur mantenendo il suo allenamento abituale, ha dedicato anche del tempo alla danza per costruire la forza necessaria a sostenere la performance. La sua routine di allenamento si è concentrata sul miglioramento della resistenza fisica, essenziale per una danza così intensa

    Seduttività e forza interiore

    Irina non è solo un modello di bellezza, ma anche una donna forte, che ha trovato ispirazione dalla sua famiglia e dalle donne che l’hanno cresciuta. Ha raccontato come sua nonna, una figura eroica della Seconda Guerra Mondiale, e sua madre, una donna sempre positiva e sicura di sé, siano state fonti di ispirazione per la sua forza interiore. Queste figure femminili hanno influenzato profondamente il suo modo di vivere e di affrontare le sfide della vita

    Le sue parole sulle donne in Brasile, che hanno avuto ruoli fondamentali nella storia, da Maria Quitéria a Marielle Franco, sottolineano il suo rispetto per le donne che, in ogni parte del mondo, incarnano la forza in tutte le sue forme.

    Appassionata di musica

    Nonostante la sua carriera sia strettamente legata al mondo della moda e della bellezza, Irina ha anche una passione profonda per la musica. Cresciuta in una famiglia di musicisti, ha imparato a suonare il pianoforte e a cantare in un coro, sviluppando una connessione emotiva con il mondo musicale. Il suo amore per la musica l’ha accompagnata anche nel suo viaggio a Rio, dove ha avuto l’opportunità di riconnettersi con quella gioia infantile che la musica e la danza sono in grado di evocare.

    Che spettacolo al Sambodromo!

    Lo spettacolo al Sambodromo di Rio ha visto Irina come una delle protagoniste indiscusse, ma non solo per la sua bellezza statuarica. La sua partecipazione al Carnevale di Rio ha dimostrato che la bellezza non è solo apparenza, ma anche determinazione, forza e passione. Gli spettatori, abituati a ballerine con pacchi sorpresa e scenari stravaganti, sono rimasti affascinati dalla sua capacità di unirsi alla tradizione senza mai perdere la propria autenticità.

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      Personaggi e interviste

      Victoria Cabello: “Presi a calci Eminem. Richard Gere mi baciò in bocca, ma aveva appena vomitato. Mtv è morta con YouTube”

      Paramount Global ha annunciato la chiusura dei canali Mtv entro il 31 dicembre 2025. Victoria Cabello, volto simbolo della rete, ripercorre la storia del canale che ha segnato una generazione: «Era inevitabile. Quando sono arrivati YouTube e i social, ho capito che Mtv era morta».

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        «Sì, Mtv chiude. E la notizia mi ha fatto tenerezza». Victoria Cabello, volto storico della rete che ha cambiato la televisione musicale, ha commentato con ironia la fine di un’epoca. Dopo 44 anni di trasmissioni, Paramount Global spegnerà i canali Mtv entro il 31 dicembre 2025. «Era inevitabile – racconta –. Anzi, il fatto che sia stata in vita finora è incredibile. Il mondo va veloce. Quando sono arrivati YouTube e i social ho capito che Mtv era morta».

        Dalla tv alla leggenda

        «Mtv ha dettato dei canoni – spiega –: la velocità, il montaggio, il modo non ossequioso di fare interviste. Le generaliste hanno copiato tutto. In fondo, Mtv non è morta: vive nello spirito di YouTube, anche se i più giovani non lo sanno».

        Gli incontri più assurdi

        E di momenti assurdi, nella sua carriera, ne ha collezionati parecchi. «Quando ho intervistato Eminem per Mtv Uk non sapevo chi fosse. Ci siamo improvvisati e alla fine ci siamo presi a calci». Poi ricorda Richard Gere: «L’ho intervistato a Venezia e gli ho chiesto di prendermi in braccio come in Ufficiale e gentiluomo. Mi ha detto di no, ma mi ha baciato in bocca. Ero felicissima, finché la sua agente non mi ha detto che aveva appena finito di vomitare».

        Le dive e i miti

        La Cabello racconta anche gli incontri con le grandi dive: «Patty Pravo si immergeva la faccia nel ghiaccio prima di andare in onda, Moira Orfei si truccava alle cinque del mattino per farsi trovare perfetta dal marito». E poi l’indimenticabile Milva: «Le avevamo chiesto di cantare “Applausi per Milva” sulla base di Fabri Fibra. Dopo aver ascoltato il cd, ci chiamò dicendo: “Ci dev’essere stato un errore, nel disco c’è uno che parla”».

        Oggi Victoria guarda avanti: «Mi hanno chiesto tante volte di rifare Victor Victoria, ma per ora non sono in vena di tv». E chissà se lo spirito libero di Mtv, quello che ha fatto crescere una generazione, tornerà mai davvero sullo schermo.

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          Personaggi e interviste

          Umberto Smaila: «Colpo Grosso era da educande, oggi mi manderebbero all’inferno. Non ho limiti nel bere, nel mangiare, nel fumare»

          Tra Jerry Calà e le “ragazze Cin Cin”, Smaila racconta cinquant’anni di spettacolo, eccessi e libertà: «Mi dissero che ero l’unico in grado di rendere quel programma non volgare. Ho avuto tutto, ho perso tanto, ma rifarei tutto uguale».

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            Prima ha trasformato la musica in cabaret, poi il cabaret in televisione, e infine la televisione in uno show che fece epoca: Colpo Grosso. Umberto Smaila è stato tutto questo, un intrattenitore capace di attraversare stagioni diverse con lo stesso sorriso sfrontato e malinconico.

            Tutto comincia a Verona, dove con Franco Oppini, Nini Salerno e Jerry Calà forma i Gatti di Vicolo Miracoli. «Non c’era un laureato tra noi, davamo un esame l’anno solo per evitare il militare», ricorda ridendo. «Dormivamo poco, la notte lavoravamo al Derby di Milano. Diego Abatantuono faceva il tecnico delle luci, e noi gli facevamo da professori: studiava con noi, era senza patente ma guidava lo stesso».

            Gli anni Settanta sono un turbine: viaggi infiniti, teatri, serate improvvisate. Poi la separazione. «Io e Jerry non ci siamo parlati per cinque anni. Se n’è andato a fare cinema e noi siamo rimasti in braghe di tela. Mi sentii tradito, ma poi capii: quando passa un treno, o ci salti sopra o lo guardi andare via».

            Il successo televisivo arriva con Help! e poi, nel 1987, con Colpo Grosso. Una trasmissione che cambierà la carriera – e la reputazione – di Smaila. «Mi scelsero perché dissero che solo io avrei potuto renderlo non volgare. Pensavo sarebbe durato tre mesi, e invece furono trecento puntate all’anno per cinque anni. Rispetto a quello che si vede oggi, era un programma da educande. Lo guardavano persino le ragazzine, che ci mandavano i disegnini delle ragazze Cin Cin».

            Quelle ragazze, però, non erano dive. «Venivano quasi tutte dall’estero: inglesi, olandesi, dell’Est. Le italiane non volevano spogliarsi. Erano molto riservate, fuori dal set le vedevi con i sacchetti della spesa. Nessun lusso, nessun glamour. Io? Solo un piccolo flirt, niente storie clamorose».

            Quando Colpo Grosso finì, arrivò la doccia fredda. «Da trecento puntate a zero. Viaggiavo in Mercedes, mi sentivo immortale. Poi capii che non lo ero. Forse, senza quel programma, avrei avuto un’altra carriera, ma non rinnego nulla».

            Nel frattempo, Smaila continua con la musica, la sua vera casa. Fino al colpo di scena hollywoodiano: «Mi chiamò l’agenzia di Quentin Tarantino. Stavano girando Jackie Brown e volevano un mio brano. Pensavo fosse uno scherzo, invece era vero. Aveva visto La belva col mitra, dove c’era la mia musica. Quei sei minuti sonori mi hanno regalato l’eternità».

            Oggi, a 74 anni, Smaila non rinnega i suoi eccessi. «Non ho limiti nel bere, nel mangiare, nel fumare. Secondo i benpensanti, sono un irregolare. Quelli come me vanno all’inferno, e io ci andrò volentieri, se trovo la compagnia giusta».

            E mentre la tv di oggi «ha tolto lo spettacolo e il coraggio», lui resta fedele al suo stile. «Allora facevamo otto giorni di prove per tre minuti di varietà. Oggi bastano due ore e un microfono. Ma io continuo a cantare nei miei locali, tra gente che balla e ride. È questo che mi tiene vivo».

            La leggenda di Umberto Smaila, tra pianobar, cabaret e cult televisivi, è il ritratto di un’Italia che si prendeva meno sul serio. E che forse, proprio per questo, sapeva divertirsi di più.

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              Personaggi e interviste

              Alessandro Cattelan, chiude dopo due anni il suo ristorante: il fallimento (silenzioso) del Quintalino

              L’avventura nella ristorazione del conduttore di “Stasera c’è Cattelan” si è conclusa senza annunci: il locale milanese ha spento le luci e cancellato i social

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                Due anni. Tanto è durata la scommessa gastronomica di Alessandro Cattelan, che con amici e soci aveva deciso di cimentarsi nella ristorazione. Il progetto si chiamava Quintalino, e oggi – come segnala il sito Dissapore – è ufficialmente chiuso.
                Una chiusura avvenuta nel più totale silenzio: nessun annuncio, nessuna dichiarazione pubblica, solo la pagina Instagram ferma da mesi e la serranda abbassata.

                Un’idea ambiziosa ma senza fortuna

                Il Quintalino era nato a Milano come spin-off di Quintale, il ristorante legato al celebre macellaio toscano Dario Cecchini, con la collaborazione di Francesco Panella e Vittorio De Rosa. L’idea era proporre un locale dallo stile moderno, curato ma accessibile, con un menu centrato su hamburger di qualità e una formula senza camerieri, sul modello dei fast food americani di nuova generazione.
                Un esperimento interessante, almeno sulla carta, ma che non ha mai trovato un pubblico fedele.

                Recensioni in picchiata

                Negli ultimi mesi, le recensioni su Tripadvisor e Google avevano preso una piega negativa: critiche sul servizio, sul prezzo e su un’esperienza giudicata da molti “confusa”. Alcuni clienti lamentavano porzioni ridotte e una gestione poco attenta.

                Silenzio social e fine dell’avventura

                Mentre il locale chiudeva i battenti, i profili social del Quintalino restavano immobili, nonostante la forte spinta mediatica che ne aveva accompagnato il lancio, anche grazie ai post di Cattelan.
                La mancanza di comunicazione ufficiale ha contribuito a far calare il sipario con discrezione su una delle scommesse meno fortunate del conduttore, oggi concentrato sul suo show televisivo Stasera c’è Cattelan.

                Un fallimento silenzioso, ma istruttivo: perché anche dietro i nomi noti, nel mondo della ristorazione, il successo non è mai garantito.

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