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Personaggi e interviste

Jennifer Lopez sul divorzio da Ben Affleck: «La cosa migliore che mi sia capitata, mi ha cambiata e aiutata a crescere»

«È stato il migliore e il peggiore dei momenti», ha detto JLo, che ha trovato nel musical prodotto dall’ex marito la forza per superare i mesi difficili della separazione. Dopo il tour “Up All Night”, oggi si sente rinata: «Voglio volare ancora più in alto».

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    Jennifer Lopez guarda avanti. A pochi mesi dalla firma del divorzio da Ben Affleck, l’artista americana ha raccontato in un’intervista a Lee Cowan per “CBS Sunday Morning” come la separazione sia stata dolorosa ma, al tempo stesso, decisiva per la sua crescita personale. «È stata la cosa migliore che mi sia capitata – ha spiegato – perché mi ha cambiata. Mi ha aiutata a crescere nel modo di cui avevo bisogno».

    L’addio ad Affleck è arrivato in contemporanea a una svolta artistica importante: la presentazione al Sundance Film Festival del suo nuovo progetto, il musical Kiss of the Spider Woman, in uscita il 10 ottobre. Un film che porta anche la firma del regista e produttore Affleck, al quale Lopez riconosce merito e sostegno: «Gli darò sempre questo riconoscimento», ha detto. Sul set, dove ha interpretato Ingrid Luna, JLo ha trovato la sua ancora di salvezza nei mesi più turbolenti. «Ogni giorno di riprese ero felice, poi tornavo a casa e non era facile. Mi chiedevo: come faccio a conciliare tutto questo?».

    La cantante, oggi 56enne, ha attraversato quel periodo con fatica, ma ne è uscita più forte. Reduce dal successo del tour mondiale Up All Night, ha ammesso di vivere ora una stagione di rinascita: «Questa estate è stata probabilmente la migliore della mia vita. Mi sono divertita così tanto, riesco ad apprezzare molto di più le cose. È come se stessi volando e voglio volare ancora più in alto».

    Nonostante l’entusiasmo per il nuovo film, JLo non sembra ossessionata dalla corsa agli Oscar. Dopo la delusione per la mancata nomination nel 2019 con Hustlers, ha ridimensionato le aspettative: «Ho imparato la lezione. Essere apprezzata per il mio lavoro è sufficiente. Certo, vorrei salire su quel palco e dire grazie, ma non ne ho più bisogno come quando ero più giovane».

    La coppia nota come “Bennifer” era tornata insieme nel 2021, coronando il sogno dei fan con il matrimonio a luglio 2022. Ma nel maggio 2024 è arrivata la rottura, seguita dalla domanda di divorzio. Affleck, in un’intervista a GQ, aveva spiegato i motivi senza cercare colpi di scena: «Nessuno scandalo, nessuna fine da soap opera, nessun intrigo. È solo la storia di due persone che hanno affrontato una relazione come tutti».

    Per Jennifer Lopez, oggi, quella storia rimane un capitolo importante ma chiuso. Il futuro, tra musica e cinema, sembra tutto da scrivere. E lei ha deciso di farlo con rinnovata leggerezza.

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      Christian Bale costruisce un villaggio da 22 milioni per tenere uniti i fratelli in affido: il suo progetto nel deserto della California

      Per Christian Bale non esiste ingiustizia più grande che vedere bambini divisi dal sistema di affido. Così, a Palmdale, nel cuore della California, sta nascendo un villaggio da 22 milioni di dollari progettato per tenerli insieme e offrirgli una nuova possibilità di vita, sotto lo stesso tetto.

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        Christian Bale, uno che potrebbe limitarsi a godersi i frutti dei suoi film milionari, ha deciso invece di investire tempo, denaro e visione in qualcosa di molto più concreto di un nuovo set hollywoodiano. A Palmdale, in California, l’attore sta costruendo Together California: un villaggio pensato per ospitare bambini in affido senza separarli da fratelli e sorelle. Un progetto dal valore complessivo di 22 milioni di dollari che, giorno dopo giorno, prende forma nell’assolato paesaggio del deserto.

        Bale conosce bene il sistema di affido degli Stati Uniti e ne ha più volte denunciato le fragilità, soprattutto quando costringe i minori a crescere lontani dai propri familiari. Per lui non è una statistica: è una ferita aperta. «Non c’è nulla di più doloroso per un bambino che essere separato da chi ama», ha ripetuto negli anni. Ed è proprio da questa convinzione che è nato il villaggio: un luogo sicuro dove i legami non si spezzano.

        Il progetto prevede abitazioni accoglienti, spazi verdi, centri educativi e un team di operatori specializzati. Un modello nuovo, pensato per ridurre i traumi e dare continuità affettiva ai piccoli ospiti. Quando sarà completato, Together California offrirà un ambiente stabile a decine di minori che oggi vivono in condizioni difficili o rischiano la separazione forzata.

        Bale segue personalmente ogni fase dei lavori, lontano dai riflettori, com’è nel suo stile. Nessuna conferenza stampa, nessun tappeto rosso: solo il rumore dei cantieri e un obiettivo chiaro. Perché per lui questo non è un progetto benefico da aggiungere al curriculum, ma una battaglia che tocca il cuore della sua idea di giustizia sociale.

        Nella città di Palmdale, questo villaggio è già considerato un piccolo miracolo che cresce giorno dopo giorno. Per i bambini che lo abiteranno, potrebbe diventare il luogo dove ricominciare, senza dover rinunciare alla cosa più preziosa che hanno: la propria famiglia.

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          Debbie Rowe oggi, irriconoscibile dopo nove anni di lotta contro il cancro: il ritorno della ex moglie di Jackson

          Debbie Rowe, la donna che per anni è rimasta nell’ombra nonostante il legame con Michael Jackson, è stata fotografata a Palmdale mentre saliva sulla sua auto di lusso. Segnata da nove anni di cure, appare profondamente cambiata, ma accanto a lei oggi c’è di nuovo la figlia Paris Jackson, con cui ha ricostruito un rapporto definito “da adulti”.

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            Debbie Rowe è tornata al centro dell’attenzione dopo anni di silenzio. Una donna dal destino complesso, finita suo malgrado nella mitologia pop come la seconda ex moglie di Michael Jackson e madre di Paris Jackson. Oggi, a 66 anni, la stampa americana l’ha fotografata nuovamente in pubblico, e le immagini hanno destato preoccupazione: Rowe è apparsa molto provata, irriconoscibile dopo una battaglia contro il cancro al seno che va avanti da quasi un decennio.

            Gli scatti arrivano da Palmdale, in California, dove i paparazzi l’hanno sorpresa mentre si avvicinava alla sua Range Rover Vogue da 200mila dollari. Una scena apparentemente normale, se non fosse per l’evidente trasformazione fisica che la malattia e le terapie le hanno imposto negli ultimi anni. Debbie, che da tempo vive lontana dai riflettori, ha sempre mantenuto un profilo riservatissimo, limitando al minimo le uscite pubbliche.

            Il suo nome, però, continua a esercitare un fascino mediatico inevitabile. Il matrimonio con Jackson, le polemiche sul ruolo nella vita dei figli del cantante, il successivo allontanamento e la lunga assenza hanno contribuito a costruire attorno a lei un’aura di silenzio e mistero. Una storia complessa, fatta di scelte difficili e di un rapporto con la fama mai cercato davvero.

            A riportare Debbie Rowe al centro della narrazione, questa volta, è anche la presenza di Paris Jackson. La modella e cantante, oggi 26enne, negli ultimi anni ha cercato di ricucire il rapporto con la madre biologica dopo un passato turbolento. In più occasioni, Paris ha parlato delle diverse figure femminili che l’hanno cresciuta, spiegando però che con Debbie il legame è diverso, più maturo, costruito passo dopo passo: «È un rapporto da adulti», ha confidato.

            Una definizione che dice molto sull’evoluzione di un legame che per anni è rimasto sospeso. Paris, oggi affermata nel mondo dello spettacolo, sembra aver ritrovato un equilibrio nel rapporto con la madre proprio mentre Rowe affronta una delle pagine più fragili della sua vita.

            La riapparizione pubblica di Debbie Rowe, così segnata ma presente, racconta una donna che continua a combattere, lontana dai riflettori ma non più sola. E forse, per la prima volta, davvero libera di essere soltanto se stessa.

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              Ezio Greggio difende Enzo Iacchetti: “Ha fatto male a non dare un pugno a chi dice ‘mi definisca bambino’”

              Ezio Greggio interviene in difesa del collega e amico Enzo Iacchetti dopo la lite in diretta con Eyal Mizrahi sul conflitto a Gaza. “Io avrei risposto che la parola ‘bambino’ si definisce da sola, come la parola ‘pirla’. Ma dare del fascista a Enzino è fuori luogo: certi personaggi dovrebbero farsi vedere da uno psicanalista.”

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                Ezio Greggio non usa mezzi termini. Dopo la lite tra Enzo Iacchetti e Eyal Mizrahi, presidente dell’associazione Amici di Israele, durante È sempre Cartabianca, il conduttore di Striscia la notizia si schiera apertamente con il suo storico compagno di bancone. “Grande Enzino! – ha raccontato Greggio – l’ho chiamato subito e gli ho detto: ‘Hai fatto male!’. E lui: ‘In che senso?’. Gli ho risposto: ‘Hai fatto male a non scendere a dare un pugno a un cretino del genere che dice “Mi definisca la parola bambino”’.”

                “Un cretino del genere”
                Greggio non nasconde l’indignazione per la frase pronunciata in diretta da Mizrahi, che aveva provocato Iacchetti durante un acceso confronto sul conflitto in Medio Oriente. “La parola bambino si definisce da sola, come la parola pirla – ha aggiunto Greggio –. Non faccio un discorso politico, ma come si è permesso di dire una cosa simile e di dare del fascista a Enzino? Credo abbia bisogno di qualche seduta dallo psicanalista.”

                Dal palco di Monte-Carlo al sostegno per l’amico
                L’intervento di Greggio arriva mentre il comico è impegnato nel suo Monte-Carlo Film Festival de la Comédie, giunto alla ventiduesima edizione. Un’occasione che gli permette anche di riflettere sul momento del cinema italiano: “Va aiutato, ma con criteri seri – dice –. Basta con i finanziamenti a produzioni senza senso. Il cinema è arte e cultura, non clientelismo.”

                Un legame lungo quarant’anni
                Greggio e Iacchetti condividono la scrivania di Striscia la notizia da decenni e il loro sodalizio televisivo è tra i più longevi della tv italiana. “Enzino è una persona perbene, non tollero che venga insultato. È uno che dice quello che pensa, e questo oggi dà fastidio.”

                Un veterano che difende la commedia
                Oltre a difendere il collega, Greggio ribadisce il suo impegno per la comicità italiana. “La commedia unisce, non divide – dice –. Se non tradisci il pubblico, il pubblico non ti tradisce.”

                E, tra una risata e una stoccata, chiude alla Greggio: “La parola ‘bambino’ si spiega da sola. Ma certi adulti, purtroppo, non crescono mai.”

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