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Personaggi e interviste

La Tigre della Malesia è tornata: Can Yaman saluta Sandokan con un video esclusivo

Con un budget imponente e un impegno straordinario, la nuova versione di Sandokan, con Can Yaman nel ruolo della leggendaria Tigre della Malesia, si prepara a debuttare su Rai 1 nel 2025. E il video finale delle riprese accende già la curiosità dei fan.

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    Le riprese della tanto attesa serie tv Sandokan, che vede protagonista Can Yaman nel ruolo della leggendaria Tigre della Malesia, si sono ufficialmente concluse dopo quattro mesi di lavoro intenso. Il progetto, targato Lux Vide, ha coinvolto una troupe di oltre 500 professionisti e 3000 comparse, con un budget di quasi 29 milioni di euro. Un’impresa titanica che ha portato il cast e la produzione a girare in location suggestive tra Toscana, Lazio, Calabria e l’esotica Isola di Réunion.

    Can Yaman, che ha interpretato Sandokan con dedizione e passione, ha salutato il set con un breve video che ha rapidamente fatto il giro del web. Nel filmato, l’attore si congeda dal camerino che lo ha ospitato per questi lunghi mesi, con in mano le spade del leggendario pirata. Con un sorriso e un tocco di ironia, Yaman le consegna a qualcuno dietro le telecamere, suggerendo che potrebbero tornare utili in futuro, accendendo così la curiosità dei fan: Sandokan tornerà con una nuova stagione?

    Un progetto di lunga gestazione

    Il remake di Sandokan, basato sul ciclo narrativo di Emilio Salgari, ha impiegato tempo per partire, ma ora si prepara a sbarcare su Rai 1 nel 2025. Il coinvolgimento di Can Yaman è stato annunciato diversi anni fa, in seguito al trasferimento ufficiale dell’attore turco in Italia. Da allora, Yaman si è preparato con rigore, affrontando diete rigide e lezioni di dizione per rendere al meglio la sua interpretazione in lingua inglese, dato l’approccio internazionale della serie.

    Un cast internazionale e un set mozzafiato

    Accanto a Can Yaman, il cast vanta nomi di rilievo come Ed Westwick, Alessandro Preziosi e l’esordiente Alanah Bloor, oltre a molti altri volti noti del cinema e della tv internazionale. Le riprese hanno attraversato alcune delle location più affascinanti del mondo, dai paesaggi italiani alla splendida Isola di Réunion, creando un’ambientazione perfetta per raccontare le avventure di Sandokan, il corsaro innamorato di Lady Marianne e braccato dal perfido Lord Brooke.

    L’addio ai social e il ritorno sulle scene

    Durante le riprese, Can Yaman ha scelto di allontanarsi dai social, chiudendo il suo profilo Instagram seguito da oltre 10 milioni di fan, per concentrarsi interamente sulla sua performance. Ora che le riprese sono terminate, le ammiratrici di Yaman sperano in un suo ritorno sui social, mentre il video finale delle riprese sta già infiammando il web, lasciando intendere che il viaggio di Sandokan potrebbe non essere ancora concluso.

    La serie tv promette di essere un evento televisivo imperdibile, capace di riportare in vita un eroe letterario che ha affascinato generazioni di lettori, questa volta con un tocco moderno e un cast internazionale di altissimo livello. In attesa della messa in onda su Rai 1 nel 2025, i fan possono solo immaginare cosa riserverà questa nuova avventura targata Lux Vide.

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      Achille Costacurta e il periodo buio: papà Alessandro rompe il silenzio e racconta tutto

      Alessandro Costacurta parla per la prima volta apertamente delle fragilità del figlio Achille, dei problemi con la giustizia e del ruolo fondamentale della moglie Martina Colombari: “Ci siamo salvati a vicenda. E oggi lui è il ragazzo più bello del mondo”.

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        Dopo mesi di silenzio e indiscrezioni, è Alessandro Costacurta a rompere il ghiaccio. In un’intervista a Il Giornale, l’ex difensore del Milan e della Nazionale ha parlato per la prima volta a cuore aperto del momento difficile attraversato dal figlio Achille, 20 anni, diventato suo malgrado protagonista delle cronache per una serie di episodi controversi.

        “Se mi avessero fatto questa domanda due anni fa, non avrei risposto allo stesso modo”, ha detto l’ex calciatore, riferendosi al proprio ruolo di padre. “Oggi posso dire di essere stato un buon padre. Mio figlio ha delle fragilità, ha avuto dei problemi, ma li ha superati. E adesso è il ragazzo più bello del mondo”.

        Parole che rivelano una ferita, ma anche un percorso di consapevolezza. Achille, in passato, ha avuto problemi con le forze dell’ordine, e la vicenda ha messo a dura prova l’equilibrio familiare. “Abbiamo attraversato momenti duri, ma ci siamo sostenuti a vicenda: io, Martina e nostro figlio. Questo ci ha unito ancora di più”.

        Il riferimento è ovviamente alla moglie Martina Colombari, ex Miss Italia e madre di Achille, che ha avuto un ruolo centrale in tutto il percorso. “Ho scoperto in quei giorni una forza incredibile in mia moglie”, ha raccontato Costacurta. “Ha una capacità di protezione verso nostro figlio che è pazzesca. È stata lei il nostro punto fermo”.

        Il matrimonio con Martina, celebrato nel 2004, è uscito rafforzato dalla crisi. E oggi la coppia si mostra compatta, più consapevole e pronta a condividere anche i momenti difficili. “La famiglia è stata la nostra ancora. E lo è ancora oggi”, ha concluso Costacurta.

        Non serve aggiungere molto. In un mondo dove spesso si finge perfezione, il coraggio di raccontare anche le cadute – e le risalite – fa tutta la differenza.

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          Nasce “La Voce di Iris”, la onlus fondata da Fabrizia De Andrè per aiutare donne e bambini: “Cantare per chi non ha voce”

          Dal CADOM di Monza alla rete umanitaria Supermarket23 all’Avana: il primo progetto benefico si finanzia con un CD in cui Fabrizia De Andrè interpreta due brani di Bebe. E presto arriverà anche un inedito.

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            C’è un fiore che sboccia in mezzo al rumore del mondo. Si chiama Iris ed è il simbolo scelto da Fabrizia De Andrè per dare forma a un progetto di amore concreto, un gesto musicale che si fa solidarietà. Così nasce “La Voce di Iris”, nuova onlus fondata dalla nipote del grande Fabrizio De Andrè, con l’obiettivo di aiutare donne e bambini che vivono in condizioni di fragilità, sia in Italia che all’estero.

            Dietro al nome poetico si nasconde un’idea molto chiara: usare la musica per creare connessioni, attenzione, sostegno reale. «Per molti anni offrire aiuto è stato anche un modo per non doverlo chiedere. Con la nascita di mio figlio questo impulso ha preso una forma nuova, più profonda», spiega Fabrizia, modella, artista e ora anche promotrice sociale.

            Le prime iniziative sostenute dall’associazione toccano due luoghi distanti ma simbolicamente vicini. Il primo è il CADOM – Centro Aiuto Donne Maltrattate di Monza, una struttura attiva da oltre trent’anni che accoglie e accompagna le donne vittime di violenza attraverso percorsi psicologici, legali e formativi. Il secondo è Supermarket23, rete solidale attiva nella zona di L’Avana, a Cuba, dove la crisi economica sta colpendo duramente le famiglie, e in particolare i bambini.

            Per raccogliere fondi in favore di queste realtà, Fabrizia ha deciso di cantare. È appena uscito un CD autoprodotto in cui reinterpreta due brani della cantautrice spagnola Bebe: Malo ed Es Por Ti. Due canzoni cariche di rabbia, dolore e resilienza. «Non l’ho fatto per brillare, ma per dare luce a situazioni che troppo spesso preferiamo non vedere», dice. Il disco sarà disponibile in occasione dell’evento inaugurale dell’associazione, l’8 luglio 2025 al GetFit Village di Milano, e anche sul sito lavocediiris-onlus.com: chi effettuerà una donazione libera riceverà il CD in omaggio.

            La musica, nella visione di Fabrizia, non è solo colonna sonora: è strumento di partecipazione. È il linguaggio che può unire mondi diversi e portare attenzione dove c’è silenzio. Non a caso il progetto prende il nome da un fiore, l’iris, simbolo di speranza e fiducia. E non è un caso che a ispirarla sia stato il nonno, Fabrizio De Andrè, che nella sua carriera ha sempre dato voce agli ultimi.

            Nel futuro dell’associazione c’è anche un brano inedito, attualmente in fase di scrittura, che accompagnerà le prossime campagne de La Voce di Iris. Ma già da ora è chiaro che non si tratterà solo di beneficenza: sarà un atto di cura, un ponte tra emozione e impegno.

            Perché ci sono fiori che crescono ovunque, anche tra le crepe del disagio. Basta saperli ascoltare.

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              Perfetti solo in posa: la verità filtrata secondo Aurora Ramazzotti… e i social che ci ingannano

              La “Ramazzottina” smaschera ancora una volta le bugie patinate dei social network. Con la solita ironia, mette a nudo il mito della perfezione, ricordandoci che ciò che vediamo online non è realtà, ma posa, filtro e strategia. E mentre continuiamo a scrollare, dimentichiamo che la vera vita… non si ritocca.

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                Benvenuti nel meraviglioso mondo di Instagram, dove nessuno suda, nessuno ha un brufolo e tutti sono sempre in vacanza. È questo l’universo che Aurora Ramazzotti ha deciso di smontare con un “friendly reminder”: no, non siamo tutti perfetti. Lo sembriamo. Ma solo in posa. La perfezione che vediamo ogni giorno nei feed non è altro che il risultato di luci giuste, angoli studiati e filtri furbi. È uno show permanente in cui nessuno sbaglia scatto. Semplicemente, lo scatto sbagliato non si pubblica… e il gioco è fatto.

                La dittatura del “mi piace”

                Nel nuovo millennio non contano più i voti a scuola o le strette di mano sincere. A decretare il nostro valore è un numerino sotto la foto: i like. È lì che si gioca la nostra autostima. Se piaci, vali. Se non piaci… be’, forse è il filtro sbagliato. Aurora lo sa bene. Cresciuta sotto i riflettori e bersagliata dagli haters, ha imparato presto che dietro ogni post perfetto si nasconde spesso una fragilità. Per questo continua a usare l’ironia come scudo e come lente per mostrarci quanto tutto sia distorto.

                Quando “essere veri” diventa rivoluzionario

                In un’epoca in cui il corpo naturale è diventato un atto sovversivo, Aurora prova a rimettere al centro la normalità. Non è una battaglia di Photoshop, ma una rivoluzione silenziosa fatta di smagliature, occhiaie e risate vere. Ha parlato di salute mentale, di body shaming, di pregiudizi e tabù. E lo ha fatto senza filtri, anche quando sarebbe stato più comodo tacere. Perfetta? No. Umana? Sì, e proprio per questo necessaria.

                La foto non respira (ma tu sì)

                Una fotografia congela un istante. Ma è un istante scelto, costruito, isolato dal resto. Niente respiri, niente movimento. Nessun difetto. Ma la vita vera è un flusso: ci si muove, si cambia, si sbaglia. È fatta di prospettive sbilenche e risate fuori tempo. Ecco perché confrontarsi con le immagini dei social è una trappola: non c’è verità nello scatto perfetto. C’è solo l’illusione di ciò che vorremmo essere, e che, spoiler, nessuno è davvero.

                Essere imperfetti non è un difetto: è vita vera!

                Aurora Ramazzotti ci ricorda che la vera ribellione, oggi, è mostrarsi per ciò che si è. E dirlo senza vergogna. Tra filtri ed eccessi, c’è bisogno di persone che usino i social non per mostrare una favola, ma per raccontare una realtà. Anche quando è un po’ disordinata. In fondo, la vera perfezione sta proprio nell’abbracciare ogni imperfezione. Anche se non è instagrammabile.

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