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Personaggi e interviste

Luisa Ranieri, il talento prima della bellezza: “Non voglio essere ammirata, voglio essere brava”

Considerata da molti la donna più bella d’Italia, non si è mai accontentata di essere solo un volto affascinante. “La bellezza conta, ma quante attrici belle ci sono? Io ho sempre voluto sentirmi dire ‘brava’.” Una carriera costruita con talento, determinazione e una regola fondamentale: l’indipendenza prima di tutto.

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    Antonioni, Sorrentino, Ozpetek. Premi, festival, applausi. Eppure, il vero grande amore del pubblico è arrivato con la televisione. Le indagini di Lolita Lobosco hanno trasformato Luisa Ranieri in un volto familiare per milioni di spettatori, dimostrando ancora una volta che la tv non è più un palcoscenico di serie B.

    “Una volta lavorare in televisione era considerato un ripiego. Oggi non è più così, la qualità è altissima e i finanziamenti si muovono sempre di più in quella direzione. La verità è che la gente sta più a casa che al cinema. Purtroppo.”

    Un cambiamento che lei ha saputo cogliere senza perdere l’eleganza e il carisma che la rendono un’attrice amata trasversalmente. Ma dietro il successo, c’è sempre stata una certezza incrollabile: la sua carriera non sarebbe mai dipesa solo dalla bellezza.

    “Non mi interessa essere bella, voglio essere brava”

    “Non faccio la finta modesta: so di essere bella. Ma non è qualcosa di cui posso prendermi il merito. Io ho sempre voluto che mi dicessero: ‘brava’.”

    Eppure, nel cinema la bellezza non è un concetto relativo. “Certo che conta, ma di attrici belle ce ne sono mille. E quante volte mi sono sentita dire ‘sei troppo bella per questo ruolo’? Sarà che quando ero ragazzina mia madre non mi ha mai ripetuto ‘quant’ si’ bell’’, mi diceva solo: costruisci la tua indipendenza economica, lì sta la libertà.”

    Un insegnamento che Luisa Ranieri ha fatto suo: “Puoi essere sposata con l’uomo più ricco del mondo, ma se non sei autonoma, resti sempre sotto schiaffo. Guardi Melania Trump.”

    E cosa vede?

    “L’immagine della tristezza. La libertà non si può comprare.”

    Il cinema e le donne: tra battaglie e false rivendicazioni

    Da sempre attenta alla condizione femminile, Ranieri riconosce che le discriminazioni nel cinema esistono, ma preferisce evitare la retorica del vittimismo: “C’è ancora tanto da fare, ma non mi piace la narrazione del ‘povere noi’. Ogni donna può fare qualcosa nel suo piccolo e tutte insieme possiamo fare molto. I proclami servono a poco, il problema del vittimismo è che, dopo un po’, diventa rumore di fondo: nessuno ti sente più. Bisogna fare più che dire.”

    Ne è un esempio la premier italiana Giorgia Meloni, che però ha scelto di farsi chiamare “il presidente”.

    “Non credo sia contro le donne, anzi. Forse non vuole essere chiamata ‘la presidente’ perché pensa che la sminuisca. Me vulit sminui’? È vittima di un retaggio culturale, anche se magari è convinta di no.”

    Un retaggio che in Italia è ancora forte. “Siamo ancora un Paese maschilista, avoja. Guardi Ferragni e Fedez: lei ha sbagliato, certo, ma con tutto quello che succede in giro l’hanno trattata come se fosse un’assassina. A lui è stato perdonato molto di più.”

    Tra cinema d’autore e fiction: il mestiere dell’attrice

    Nel corso della sua carriera, Ranieri ha lavorato con alcuni dei più grandi registi italiani. Uno dei ruoli che ancora la tormentano è quello in Eros, diretto da Antonioni: “Non l’avrei dovuto fare. Ero acerba. Ma chi si sarebbe persa un film con Antonioni?”

    Sul set, però, non è mai stata vittima di molestie. “Sia chiaro, nessuno mi ha mai mancato di rispetto. Ma non avevo letto il copione, non sapevo di poter dire no. Oggi, alcune scene non le avrei girate.”

    Diverso il caso di È stata la mano di Dio, il film di Paolo Sorrentino che l’ha consacrata definitivamente. “Prima delle riprese ero terrorizzata, non ho dormito per tre notti. Poi mio marito mi ha guardato e mi ha detto: ‘Ma davvero fai? Ti ha scelto Sorrentino, vuless’ essere i’ al posto tuo…’.”

    Un marito che si chiama Luca Zingaretti, ma su cui non vuole soffermarsi troppo. “Se volete sapere di Luca, intervistate lui.”

    Una coppia solida, lontana dai riflettori

    Vent’anni insieme, due figlie e una vita lontana dal clamore del gossip. “Con Luca stiamo bene, forse perché siamo due orsi.”

    Orsi?

    “Quelle poche volte che usciamo, vediamo che tutti si conoscono, tutti si salutano. Noi restiamo un po’ ai margini, siamo outsider.”

    Eppure, in un mondo dove le relazioni durano sempre meno, il loro amore resiste. “Se una coppia regge è perché i due stanno bene insieme. Io e Luca stiamo bene, ci divertiamo. E adoriamo annoiarci sul divano.”

    Due telefoni e un divano è la tomba dell’amore, dice una canzone sanremese.

    “Ma quando mai? Noi il divano lo amiamo.”

    Zingaretti non è geloso?

    “Non gliene do motivo. Se un uomo flirta con me, nemmeno me ne accorgo. Non è che sono svampita, è che non mi interessa.”

    Il mondo del cinema e le amicizie vere

    Poca mondanità, pochi amici. “Quelli veri sono fuori dal mondo del cinema.”

    Qualche eccezione però c’è. “Ferilli mi fa spacca’, è una donna divertente, intelligente. Amo il suo sarcasmo. Mi manda messaggini esilaranti. Ho un bel rapporto anche con Lunetta Savino e Vanessa Scalera.”

    E i registi? “Paolo Genovese, Luca Miniero. Ogni tanto ci vediamo con Sorrentino e sua moglie.”

    Se dovesse scegliere un regista con cui lavorare? “Matteo Garrone. O Marco Bellocchio.”

    E Nanni Moretti?

    “Lo conosco meno, mio marito sa le sue battute a memoria. Ma se chiama, vado eh.”

    Una carriera senza rivalità

    Luisa Ranieri è un’attrice che non ha mai sentito la competizione con le altre donne. “La competizione è svalutativa, non mi appartiene.”

    L’unico momento in cui si è arrabbiata davvero? “Mi avevano cambiato camerino senza dirmelo. Ho pensato: se lo fanno a me, pensa cosa possono fare a un’attrice senza potere.”

    Un piccolo episodio che racconta una grande verità: in un mondo di narcisismi e rivalità, Luisa Ranieri ha scelto di restare semplicemente sé stessa.

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      Personaggi e interviste

      Ezio Greggio difende Enzo Iacchetti: “Ha fatto male a non dare un pugno a chi dice ‘mi definisca bambino’”

      Ezio Greggio interviene in difesa del collega e amico Enzo Iacchetti dopo la lite in diretta con Eyal Mizrahi sul conflitto a Gaza. “Io avrei risposto che la parola ‘bambino’ si definisce da sola, come la parola ‘pirla’. Ma dare del fascista a Enzino è fuori luogo: certi personaggi dovrebbero farsi vedere da uno psicanalista.”

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        Ezio Greggio non usa mezzi termini. Dopo la lite tra Enzo Iacchetti e Eyal Mizrahi, presidente dell’associazione Amici di Israele, durante È sempre Cartabianca, il conduttore di Striscia la notizia si schiera apertamente con il suo storico compagno di bancone. “Grande Enzino! – ha raccontato Greggio – l’ho chiamato subito e gli ho detto: ‘Hai fatto male!’. E lui: ‘In che senso?’. Gli ho risposto: ‘Hai fatto male a non scendere a dare un pugno a un cretino del genere che dice “Mi definisca la parola bambino”’.”

        “Un cretino del genere”
        Greggio non nasconde l’indignazione per la frase pronunciata in diretta da Mizrahi, che aveva provocato Iacchetti durante un acceso confronto sul conflitto in Medio Oriente. “La parola bambino si definisce da sola, come la parola pirla – ha aggiunto Greggio –. Non faccio un discorso politico, ma come si è permesso di dire una cosa simile e di dare del fascista a Enzino? Credo abbia bisogno di qualche seduta dallo psicanalista.”

        Dal palco di Monte-Carlo al sostegno per l’amico
        L’intervento di Greggio arriva mentre il comico è impegnato nel suo Monte-Carlo Film Festival de la Comédie, giunto alla ventiduesima edizione. Un’occasione che gli permette anche di riflettere sul momento del cinema italiano: “Va aiutato, ma con criteri seri – dice –. Basta con i finanziamenti a produzioni senza senso. Il cinema è arte e cultura, non clientelismo.”

        Un legame lungo quarant’anni
        Greggio e Iacchetti condividono la scrivania di Striscia la notizia da decenni e il loro sodalizio televisivo è tra i più longevi della tv italiana. “Enzino è una persona perbene, non tollero che venga insultato. È uno che dice quello che pensa, e questo oggi dà fastidio.”

        Un veterano che difende la commedia
        Oltre a difendere il collega, Greggio ribadisce il suo impegno per la comicità italiana. “La commedia unisce, non divide – dice –. Se non tradisci il pubblico, il pubblico non ti tradisce.”

        E, tra una risata e una stoccata, chiude alla Greggio: “La parola ‘bambino’ si spiega da sola. Ma certi adulti, purtroppo, non crescono mai.”

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          Personaggi e interviste

          Andrea Delogu torna in tv dopo la morte del fratello Evan: “Il dolore va trasformato in amore per la vita”

          Un ritorno pieno di emozione per Andrea Delogu, che ha rotto il silenzio dopo la perdita del fratello diciottenne Evan. In apertura della nuova puntata de La Porta Magica, la conduttrice ha commosso il pubblico con parole di dolore e speranza: “Dobbiamo trasformare la sofferenza in amore per la vita”.

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            Andrea Delogu è tornata davanti alle telecamere dopo la tragedia che ha sconvolto la sua vita. La conduttrice, visibilmente commossa, ha aperto la nuova puntata de La Porta Magica con un monologo intenso e sincero dedicato al fratello Evan, morto a soli diciotto anni in un incidente.

            Davanti a un pubblico in silenzio e a colleghi emozionati, Andrea ha voluto condividere la sua storia con parole che hanno colpito tutti: “Prima di riprendere il viaggio de La Porta Magica, il luogo delle vostre emozioni e delle vostre storie, sento il bisogno di condividere con voi la mia storia. Ci sono momenti nella vita in cui tutto si ferma, e altri in cui con grande fatica ma con grande amore si sceglie di ripartire”.

            “Ho perso mio fratello Evan”
            La voce della conduttrice si è incrinata quando ha parlato del dolore vissuto nelle ultime settimane: “La mia vita e quella della mia famiglia si sono fermate. Ho avuto bisogno di silenzio perché trovare le parole per raccontare quello che è accaduto è estremamente difficile. Ho perso mio fratello Evan in un incidente: aveva soltanto diciotto anni ed era un ragazzo straordinario, pieno di sogni e della luce di chi è pronto ad abbracciare il mondo”.

            Andrea Delogu ha raccontato di aver vissuto giorni sospesi, in cui tutto sembrava essersi spezzato: “Il dolore accompagna ogni mio respiro e fa paura, ma è qualcosa con cui dovrò imparare a convivere. La mia famiglia ed io dobbiamo riuscire a trasformare questa sofferenza in amore per la vita, perché è quello che dobbiamo a Evan”.

            Un messaggio di coraggio e rinascita
            Le sue parole, semplici e vere, sono state accolte da un applauso lungo e commosso. Un momento di televisione autentica, in cui il dolore privato è diventato una riflessione universale sulla perdita, sulla forza e sulla resilienza.

            La conduttrice ha poi ringraziato la Rai “per averle dato il tempo di prendersi cura dei suoi cari e per la sensibilità mostrata”. E ha concluso con una promessa: “Riparto da qui, da questo luogo di emozioni, con la speranza che ogni storia raccontata possa ricordarmi la bellezza della vita”.

            Un rientro che non è solo televisivo, ma umano: un passo fragile e coraggioso verso la luce, dopo l’oscurità.

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              Personaggi e interviste

              Victoria Cabello: “Presi a calci Eminem. Richard Gere mi baciò in bocca, ma aveva appena vomitato. Mtv è morta con YouTube”

              Paramount Global ha annunciato la chiusura dei canali Mtv entro il 31 dicembre 2025. Victoria Cabello, volto simbolo della rete, ripercorre la storia del canale che ha segnato una generazione: «Era inevitabile. Quando sono arrivati YouTube e i social, ho capito che Mtv era morta».

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                «Sì, Mtv chiude. E la notizia mi ha fatto tenerezza». Victoria Cabello, volto storico della rete che ha cambiato la televisione musicale, ha commentato con ironia la fine di un’epoca. Dopo 44 anni di trasmissioni, Paramount Global spegnerà i canali Mtv entro il 31 dicembre 2025. «Era inevitabile – racconta –. Anzi, il fatto che sia stata in vita finora è incredibile. Il mondo va veloce. Quando sono arrivati YouTube e i social ho capito che Mtv era morta».

                Dalla tv alla leggenda

                «Mtv ha dettato dei canoni – spiega –: la velocità, il montaggio, il modo non ossequioso di fare interviste. Le generaliste hanno copiato tutto. In fondo, Mtv non è morta: vive nello spirito di YouTube, anche se i più giovani non lo sanno».

                Gli incontri più assurdi

                E di momenti assurdi, nella sua carriera, ne ha collezionati parecchi. «Quando ho intervistato Eminem per Mtv Uk non sapevo chi fosse. Ci siamo improvvisati e alla fine ci siamo presi a calci». Poi ricorda Richard Gere: «L’ho intervistato a Venezia e gli ho chiesto di prendermi in braccio come in Ufficiale e gentiluomo. Mi ha detto di no, ma mi ha baciato in bocca. Ero felicissima, finché la sua agente non mi ha detto che aveva appena finito di vomitare».

                Le dive e i miti

                La Cabello racconta anche gli incontri con le grandi dive: «Patty Pravo si immergeva la faccia nel ghiaccio prima di andare in onda, Moira Orfei si truccava alle cinque del mattino per farsi trovare perfetta dal marito». E poi l’indimenticabile Milva: «Le avevamo chiesto di cantare “Applausi per Milva” sulla base di Fabri Fibra. Dopo aver ascoltato il cd, ci chiamò dicendo: “Ci dev’essere stato un errore, nel disco c’è uno che parla”».

                Oggi Victoria guarda avanti: «Mi hanno chiesto tante volte di rifare Victor Victoria, ma per ora non sono in vena di tv». E chissà se lo spirito libero di Mtv, quello che ha fatto crescere una generazione, tornerà mai davvero sullo schermo.

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