Personaggi e interviste
Milly Carlucci replica alle voci di flop: “Ballando con le Stelle ha avuto il debutto più alto degli ultimi dieci anni”
Dopo i commenti sulla prima puntata, Milly Carlucci difende Ballando con le Stelle e ricorda che i dati restano tra i migliori dell’ultimo decennio.

Milly Carlucci non ci sta e risponde a tono. La storica conduttrice di Ballando con le Stelle, programma simbolo del sabato sera di Rai1, ha deciso di dire la sua dopo che alcune voci avevano parlato di “flop” a proposito della partenza della nuova stagione. Intervistata da SuperguidaTv, Milly ha messo subito i puntini sulle “i”: «Se sono preoccupata degli ascolti del debutto? È il debutto più alto degli ultimi dieci anni fatta eccezione per quello della scorsa stagione, che è stato eccezionale. Credo ci sia troppa isteria in base ad un punto in più o ad uno in meno».
Un chiarimento che non lascia spazio ai dubbi: lo show continua a essere una delle corazzate della rete ammiraglia, capace di accendere discussioni e appassionare milioni di telespettatori. E, soprattutto, di rimanere competitivo in una stagione televisiva che si annuncia particolarmente affollata di talent e reality.
Il debutto di Ballando ha messo in pista concorrenti amatissimi, da volti televisivi a sportivi e attori, confermando la formula vincente che unisce spettacolo, danza e dinamiche da reality. E, come spesso accade, sono bastate poche ore per far esplodere dibattiti sui social: c’è chi ha criticato i voti dei giurati, chi ha trovato alcune performance troppo “rigide”, chi invece si è già schierato con i suoi preferiti.
Ma Milly, da padrona di casa esperta e instancabile, guarda oltre le polemiche. «Il pubblico ci segue con grande affetto e i dati parlano chiaro. Ogni edizione ha la sua storia e i suoi protagonisti, ed è naturale che si crei dibattito. Ma parlare di flop è fuori luogo».
Il messaggio è netto: Ballando con le Stelle non teme la concorrenza e continua a essere un punto di riferimento del sabato sera televisivo italiano. Le prossime puntate diranno se la curva degli ascolti salirà ancora, ma intanto Milly può sorridere: a distanza di quasi vent’anni dal debutto, lo show resta saldo sul podio dell’intrattenimento Rai.
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Personaggi e interviste
Selvaggia Lucarelli: «Invitata sulla Flotilla, ho avuto paura. Ma il coraggio dei Don Chisciotte sta nel loro fallimento»

C’è un treno fermo a Firenze, migliaia di studenti sui binari e una voce che racconta, con tono insolito, un sentimento condiviso: quello di aver assistito a un risveglio collettivo. Selvaggia Lucarelli, nel suo ultimo intervento, ha scelto di rivelare una verità personale che intreccia paura, rimpianto e consapevolezza. «Ero stata invitata a partire con la Global Sumud Flotilla quest’estate» scrive, «ma ho avuto paura. Paura di morire e di prendermi una scena che non era la mia».
Un racconto che non cerca assoluzioni. Lucarelli riconosce di essersi tirata indietro, di aver preferito restare “a terra”, sperando che altri potessero incarnare quella ribellione. «Potevo continuare a fare la mia parte da qui, senza dovermi occupare, maldestramente, di una vela. Ma ho un po’ rimpianto di non aver fatto parte di questo pezzo di storia».
Il cuore della riflessione non è però l’assenza, ma il ritorno in vita di un sentimento collettivo. «Negli ultimi vent’anni vedevo piazze vuote e social pieni. Attivismo da tastiera, tutto forma e niente sostanza. Poi è partita la Flotilla». Una manciata di barche, destinate a non arrivare mai a Gaza, ha avuto la forza di produrre ciò che due anni di bombe e assedio non erano riusciti a generare: la mobilitazione.
A Milano, Napoli, Roma e Torino le piazze si sono riempite come non accadeva da tempo. Lucarelli parla di «sentimento puro e cristallino», di «un’emozione romantica che ti impedisce di restare fermo». Le sue parole rimandano all’idea di un’epopea moderna, con protagonisti che sanno già di andare incontro alla sconfitta. «Non c’era nessuna possibilità di successo, se per successo intendiamo lo sbarco a Gaza. Ma la forza dei Don Chisciotte sta proprio lì, nel fallimento».
E mentre i leader politici annaspano, stretti tra comunicati e calcoli, la Generazione Z è tornata per strada. Cartelli, cori, kefiah: non più post preconfezionati ma partecipazione fisica, concreta. «Ho visto per la prima volta dopo tanti anni – scrive – l’indignazione trasformarsi in azione. Non ho visto brillare nemmeno i soliti commentatori, che continuano a strizzare l’occhio a Israele per paura di perdere quel poco di potere che gli resta. La storia sta per cancellarli».
La conclusione è amara e insieme piena di possibilità: «Le piazze, nel chiedere che Gaza sia liberata, chiedono anche una nuova classe dirigente, nuove parole, nuove azioni». È il fallimento che diventa seme. Ed è lì che si annida la forza dirompente degli eroi romantici.
Personaggi e interviste
Stefano De Martino provoca, Gerry Scotti risponde: il siparietto a distanza tra Affari Tuoi e La Ruota della Fortuna
Botta e risposta indiretto tra Stefano De Martino e Gerry Scotti: da una battuta sugli studi al velenoso controcanto. Rai e Mediaset tornano a stuzzicarsi sul terreno più antico: l’audience del preserale.

In tv non si gioca mai solo per i pacchi o per la ruota: si gioca anche a stuzzicarsi, e l’ultima schermaglia a distanza tra Stefano De Martino e Gerry Scotti lo dimostra. Tutto nasce ad Affari Tuoi, quando il conduttore napoletano, scherzando con il notaio, decide di lanciarsi in una frecciatina che suona come un messaggio tra le righe: «Notaio però pure lei deve dare un occhio. Lei non può partecipare, mi dispiace, è laureato. Però se vuole la posso raccomandare per un altro gioco, faccio una telefonata. No, signori fermi tutti: la partita oggi è annullata, ci sono troppi laureati. Mi prendo io la responsabilità».
Una battuta leggera ma tagliente, in perfetto stile De Martino: ironia che graffia, soprattutto in un periodo in cui il preserale è tornato ad essere terreno di sfida serrata tra Rai1 e Canale 5. E infatti la risposta, anche se indiretta, non si è fatta attendere. Pochi giorni dopo, a La Ruota della Fortuna, Gerry Scotti apre la puntata con il tono paterno e sornione che lo contraddistingue: «Noi non regaliamo soldi per niente, eh direi… qui li regaliamo per qualcosa. E questo qualcosa è la bravura, e anche l’abilità di quei signori lì che hanno scelto di essere i nostri concorrenti di questa sera».
Un vero colpo di fioretto, che molti hanno letto come replica al collega più giovane: tradotto, alla corte di Scotti non importa se sei laureato o meno, conta il merito. E intanto la sfida tra i due preserali si accende ancora di più, con il pubblico pronto a tifare per l’uno o per l’altro.
De Martino, nuovo volto forte di Rai1 dopo l’addio a sorpresa di Amadeus, continua a sfruttare l’arma che gli riesce meglio: un’ironia sottile, che divide e al tempo stesso conquista. Scotti, signore incontrastato del preserale Mediaset, preferisce la via della rassicurazione e della tradizione, ma con l’aggiunta di qualche frecciata elegante quando serve.
Il risultato? Un duello che non si combatte solo con i dati Auditel, ma anche con battute che diventano virali sui social. Dove, manco a dirlo, i fan hanno già scelto la loro squadra: chi applaude il sarcasmo di Stefano, chi giura eterna fedeltà a “zio Gerry”.
Personaggi e interviste
Benigni, il premio Oscar in versione “Smartphone e Smart”: a Roma al volante senza cintura e con il telefono in mano
Il video su TikTok divide: c’è chi lo critica per l’inciviltà e chi lo difende. Ma la scena è l’opposto dei suoi monologhi sulla Costituzione che hanno incantato milioni di spettatori.

Roberto Benigni, 72 anni, Oscar e gloria internazionale con La vita è bella, a Roma è stato immortalato in una versione decisamente meno poetica: bloccato al semaforo, al volante di una Smart, con il cellulare all’orecchio e senza cintura di sicurezza. Altro che declamazioni della Costituzione in prima serata o standing ovation per Dante, qui si parla di infrazioni stradali che, per un comune mortale, avrebbero già significato multa e punti decurtati.
Il video, girato da un passante e postato su TikTok, è diventato virale nel giro di poche ore. Sullo sfondo le voci dei fan che provano ad attirare la sua attenzione: “Roberto! Roberto!”. Ma niente, nessun sorriso, nessun cenno della mano, nessuna improvvisata battuta. Benigni resta imperturbabile, concentrato sulla conversazione al telefono e pronto a ripartire appena il semaforo diventa verde.


E i social si scatenano. Il commento più condiviso, intriso di sarcasmo: «Cellulare, Smart, non risponde… proprio uno del popolo». C’è chi lo accusa di non rispettare le regole, di non dare l’esempio, e chi ci rimane male per quel mancato saluto, abituato a un Benigni sempre generoso e travolgente in pubblico. Dall’altra parte, i difensori: “Ma cosa vi aspettavate? Che scendesse dall’auto in mezzo al traffico per abbracciarvi?”.
La scena stride con l’immagine che il regista aveva lasciato solo pochi mesi fa: a marzo era tornato in tv con Il sogno, il monologo sull’Europa e il Manifesto di Ventotene, annunciato al Festival di Sanremo e seguito da milioni di telespettatori. Un Benigni civile, colto e appassionato. Qui, invece, l’immagine è tutta prosa: cintura slacciata, smartphone stretto all’orecchio e la coda di Roma che scorre lenta intorno.
Non è la prima volta che un vip finisce “smascherato” dal caso e da un telefono con videocamera pronta. La differenza, quando il protagonista è Benigni, sta nel contrasto: l’uomo che ha insegnato a milioni di italiani la bellezza della legge e della letteratura, sorpreso a ignorare quelle più basilari della strada. Una caduta di stile che ha diviso il web: tra chi lo giustifica e chi ironizza, ricordando che anche i miti, alla fine, devono fare i conti con il semaforo rosso.
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