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Personaggi e interviste

Preciso in cucina ma sfuggente nel privato, ora lo chef Barbieri finalmente si racconta

Il celebre chef e giudice di MasterChef ha finalmente risposto alle domande sulla sua vita sentimentale. In un’intervista esclusiva, Barbieri ha svelato i dettagli di un aspetto finora avvolto nel mistero, facendo chiarezza su presunti compagni e relazioni passate. Tra aneddoti e dichiarazioni candidi, scopriamo cosa ha veramente detto lo chef sulla sua sessualità e la sua vita privata.

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    Bruno Barbieri è uno degli chef più noti d’Italia, celebre per la sua maestria culinaria e il suo ruolo di giudice in MasterChef. Da quando è diventato una figura di punta nel mondo del piccolo schermo gastronomico (ma anche alberghiero, con 4 Hotel), il suo nome è spesso associato alla cucina stellata e alle sue doti da critico. Tuttavia, la sua vita privata è sempre stata un argomento di curiosità. Molti fan e giornalisti si sono chiesti, in parole povere: Bruno Barbieri ha un compagno o no?

    Raccontandosi, una volta tanto senza filtri

    Lui sull’argomento ha sempre mantenuto una certa riservatezza, alimentando così le voci e i rumors. Non si è mai sposato né ha avuto figli, eppure in molti hanno speculato su una possibile relazione. Ma qual è la verità? È stato lo stesso Barbieri, in una recente intervista con Vanity Fair, a fare luce su alcuni aspetti del suo privato che erano rimasti nel mistero per molto tempo.

    “È Capitato”: la sincera confessione

    Nel corso dell’intervista, Barbieri ha deciso di abbattere il muro della riservatezza, rispondendo in maniera franca e senza giri di parole alle domande sulla sua sessualità e le sue esperienze. Ha ammesso di aver avuto relazioni con diverse donne nel corso della sua vita, ma ha anche rivelato che, in alcune occasioni, si è trovato a vivere esperienze particolari, che non rientrano nella norma.

    Ammissione… fra le righe

    “Sì, è capitato che durante alcune serate con più persone ci fossero anche uomini”, ha dichiarato lo chef. Con un sorriso, ha continuato a spiegare che, sebbene non abbia mai avuto un compagno fisso, alcune situazioni particolari l’hanno visto coinvolto in esperienze che non si limitano alle convenzioni. Ha voluto precisare che non si è mai identificato in una relazione omosessuale vera e propria, ma piuttosto in avventure occasionali che non definirebbe come “storiche”. Una dichiarazione che ha sollevato non poco scalpore, ma che allo stesso tempo ha liberato Bruno Barbieri da qualsiasi aspettativa su una presunta “immagine perfetta” costruita dal pubblico.

    Via dalla becera esposizione mediatica

    La riservatezza di Bruno Barbieri riguardo la sua vita sentimentale non è mai stata una questione di nascondere un compagno o una relazione stabile, ma piuttosto una scelta di non esporsi troppo rispetto a certi dettagli. “Non ho mai cercato l’esposizione mediatica riguardo alla mia vita privata”, ha dichiarato. L’amore per la sua professione ha sempre prevalso su ogni altro tipo di visibilità e questo lo ha portato a proteggere il proprio mondo personale.

    La vita sentimentale di un cuoco sempre al lavoro

    Nonostante la sua sincerità nel rivelare aspetti della sua vita privata, Barbieri ha anche sottolineato che la sua carriera ha sempre avuto la priorità rispetto alla costruzione di una famiglia. “Non ho mai avuto il tempo per fermarmi e pensare a una famiglia”, ha confessato lo chef. Il suo impegno e la passione per la cucina lo hanno portato ad una vita vissuta in gran parte in viaggio, tra ristoranti e programmi televisivi, sacrificando forse quella sfera personale che tanti avrebbero voluto veder svilupparsi.

    Zio premuroso ed attento

    Barbieri ha raccontato che sarebbe stato felice di avere una figlia, ma la sua soddisfazione è ora nell’amore che prova per le sue nipoti. Un amore che lo tiene legato alla sua famiglia, pur non avendo mai messo al primo posto la costruzione di una propria unità familiare tradizionale.

    Coi colleghi solo grande rispetto e sintonia professionale

    Nell’ambito delle sue dichiarazioni, lo chef ha scherzato anche su alcune figure del mondo della cucina, come Carlo Cracco e Joe Bastianich, facendo notare con ironia che, seppur vicini, non ci sarebbero mai state inclinazioni sentimentali verso i suoi colleghi. L’affermazione ha suscitato ilarità tra i fan, che ormai sono abituati al mix tra serietà e umorismo di Barbieri.

    La libertà di essere se stessi

    Con la sua autenticità, lo chef ha finalmente messo un punto sulle speculazioni riguardo la sua vita sentimentale. La sua posizione non è quella di voler vivere secondo le aspettative altrui, ma piuttosto quella di accettarsi per quello che è. Scegliendo sempre la riservatezza, anche se ora ha deciso di chiarire che la sua vita privata è fatta di esperienze diverse e di una ricerca costante di equilibrio tra la passione per il lavoro e il desiderio di relazioni umane genuine, senza schemi rigidi.

    Una piccola lezione

    In un mondo che spesso impone regole e definizioni, tale posizione ci ricorda che la vita è fatta di sfumature, non di etichette. E se “è capitato”, perché non prenderlo per quello che è? Una lezione di libertà e apertura mentale che va oltre la cucina e ci invita a riflettere su cosa significhi veramente essere liberi.

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      Personaggi e interviste

      La dolce vita di Elisa Esposito su OnlyFans: dolce come la panna… da 5mila euro!

      Chi avrebbe mai pensato che spalmarsi della panna in faccia potesse valere più di una giornata in tribunale? Eppure è successo davvero. Elisa Esposito, meglio conosciuta come la “prof di corsivo” di TikTok, ha raccontato a “Fuori dal Coro” una delle richieste più bizzarre ricevute su OnlyFans: “Mi hanno dato 5 mila euro per un video in cui mi spalmavo della panna in faccia”.

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        Non si è trattato di panna montata sulla torta. Era un business. Con la stessa disinvoltura con cui declina verbi in corsivo, Elisa ha dichiarato questo modo bizzarro di guadagnare più di un notaio. E non è un’iperbole. Il mondo dei contenuti per adulti, si sa, può essere più redditizio di molti lavori tradizionali. Ma è il modo in cui lo racconta a rendere tutto ancora più interessante: con un misto di ironia, consapevolezza e nessuna voglia di tornare indietro.

        Dalla prof di corsivo alla regina di OnlyFans

        Lei è diventata virale sui social con le sue lezioni di “corsivo milanese”, una trovata ironica che l’ha lanciata nel firmamento delle creator italiane. Ma il vero salto economico è arrivato con OnlyFans, dove le sue performance – panna inclusa – le hanno garantito uno stile di vita ben diverso da quello di un qualsiasi impiegato. “Guadagno più di un lavoro comune, più di un notaio”, ha dichiarato senza filtri. E come biasimarla? Se il mercato chiede panna, lei serve panna. E incassa.

        Le nuove “mantenute digitali”: quando è il fan a pagare l’affitto

        Elisa non è un caso isolato. Il fenomeno delle creator che si fanno “mantenere” dai propri fan su OnlyFans è in crescita. Non si tratta più solo di vendere foto o video, ma di instaurare veri e propri rapporti economico-affettivi con i follower più generosi. In alcuni casi, come mostrato dal servizio di Fuori dal Coro, si parla di mille euro al mese solo per compagnia virtuale. Una relazione 2.0 dove il romanticismo lascia spazio ai bonifici.

        Sugar baby 3.0: la nuova economia dell’influenza

        Il confine tra influencer e sugar baby si fa sempre più sottile. Gruppi Telegram, chat private e social network pullulano di offerte assurde, richieste stravaganti e accordi tra “mantenute” e benefattori. Elisa, con la sua onestà spiazzante, rivendica il suo stile di vita e la sua indipendenza: “Ormai sono abituata a un altro stile di vita, non so se riuscirei a cambiarlo”. E probabilmente non dovrà farlo, visto il successo ottenuto.

        Fra tabù e normalità: business o scandalo?

        L’esplosione di piattaforme come OnlyFans ha messo in discussione molti tabù. È solo intrattenimento per adulti o una vera e propria nuova forma di imprenditoria digitale? Elisa Esposito rappresenta perfettamente questo dilemma: ironica, provocatoria, e assolutamente consapevole del valore del suo personaggio. Forse non tutti possono (o vogliono) spalmarsi panna in faccia per 5 mila euro, ma una cosa è certa: Elisa ha compreso perfettamente come monetizzare un trend, diventando simbolo – discutibile per alcuni, ammirabile per altri – della nuova economia della creatività.

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          Il figlio segreto di Toto Cutugno: “Per me era un ingegnere. Poi ho scoperto la verità su La Settimana Enigmistica”

          Niko Cutugno ha scoperto di essere figlio di Toto Cutugno a soli sette anni, sfogliando distrattamente La Settimana Enigmistica in un pomeriggio del 1996. In copertina c’era proprio lui, il celebre cantautore. Fu il nonno materno a rompere il silenzio: «Lo indicò e mi disse senza girarci intorno: “Quello è tuo padre”».

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            Una verità che fino ad allora era rimasta celata dietro un’apparenza costruita con cura. L’uomo che lo veniva a trovare a Roma, che diceva di essere un ingegnere sempre in trasferta, era in realtà uno degli artisti più popolari d’Italia.

            Due famiglie con un padre fuori dal comune

            La madre di Niko conobbe Toto su un volo nel 1989. Lui era già sposato, ma tra i due nacque una relazione che durò anni. “Per tutta la vita – racconta Niko – non ha mai rinunciato né a sua moglie né a noi. Ha coltivato due famiglie, con tutte le contraddizioni che questo comporta”. Contraddizioni che il figlio ha dovuto affrontare fin da piccolo, tra una normalità apparente e i segnali sempre più evidenti di un padre fuori dal comune. Come quella volta in macchina, quando alla radio passarono una delle sue canzoni. “Sembrava una voce familiare. Lui divenne improvvisamente serio, non disse nulla. Solo più tardi capii perché”.

            Il riconoscimento nel 1997

            Nel 1997 Toto Cutugno decise di riconoscerlo ufficialmente. Una scelta che, se da un lato dava finalmente un nome alla loro relazione, dall’altro apriva la porta a un’esposizione difficile da gestire per un ragazzo ancora in cerca di sé. “I compagni di scuola mi prendevano in giro. Le auto di lusso, gli autisti, Disneyland… erano elementi troppo vistosi in un contesto normale. Eppure per me era tutto confuso. Quando veniva a trovarmi era come Babbo Natale: portava regali, poi spariva”.

            Tutto in un libro autobiografico

            Quell’infanzia a metà, segnata da assenze e apparizioni luminose, Niko l’ha raccontata nell’autobiografia Fino all’ultimo respiro. Oggi ha 36 anni, una compagna e una professione che lo appassiona: è fondatore di un progetto di crescita personale legato alla respirazione. “Ho fatto pace con molte cose. Ma col tempo ho capito una verità amara: spesso ti manca di più chi nella tua vita c’è stato di meno. Non è logico, ma è sincero”.

            Fu lui a consegnare le ceneri dopo la cremazione

            Anche nel momento dell’addio, Niko ha voluto esserci: “Ha chiesto di essere cremato. Sono stato io a portare le sue ceneri a casa di sua moglie”. Un gesto silenzioso, carico di significato. Come la vita che ha vissuto: tra il clamore della musica e le ombre di un amore diviso.

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              Un piatto di carbonara a 70 euro… ma scherziamo?!? L’indignazione di Edoardo Raspelli

              Caviale, guanciale iberico, zafferano, tre foglie d’oro e un prezzo da capogiro: 70 euro. È la Carbondoro, ultima creazione di uno chef milanese. Ma Edoardo Raspelli, il più temuto dei critici gastronomici italiani, la demolisce senza appello: “Un piatto inutile, figlio di un’idea di cucina che non ha più rispetto per le persone e per la tradizione”. E denuncia: “L’Italia sta uccidendo la sua cultura gastronomica per accontentare i ‘riccastri’ e i gastrofighetti”.

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                Milano a tavola… ancora una volta fa notizia. Stavolta non per l’ennesimo ristorante stellato, ma per una provocazione che ha fatto discutere tutta Italia: la Carbondoro, una carbonara deluxe da 70 euro ideata dallo chef Emin Haziri del ristorante Procaccini. Fra gli ingredienti caviale, guanciale iberico Cinco Jotas, zafferano, pasta di Avellino e persino tre foglie d’oro.

                La sentenza senza appello del critico

                Haziri difende la sua creazione come “un’idea che rompe gli schemi”. Ma il giudizio del decano dei critici gastronomici, Edoardo Raspelli, è una condanna senza attenuanti: “Una trovata inutile, sterile e stupida. L’ennesima dimostrazione che la cucina italiana sta scegliendo l’autodistruzione”.

                “Gastrostupidaggini per ricchi”: il duro attacco

                Raspelli, con oltre cinquant’anni di carriera alle spalle, non ha peli sulla lingua: “Non conosco questo chef, non ho assaggiato il piatto, ma basta guardarlo per capire che siamo di fronte all’ennesimo tentativo di épater le bourgeois, scandalizzare i borghesi con scelte folli. Ma questa non è cultura gastronomica, è puro marketing vestito da arte”. E rincara la dose: “Questi piatti nascono solo per alimentare il narcisismo di pochi chef e per soddisfare la vanità di chi può permetterseli. Ma così si tradisce il senso vero della cucina italiana: quella fatta di semplicità, stagionalità, rispetto per le materie prime. Non di ‘gastrostupidaggini’ dorate per riccastri annoiati”.

                “La cucina italiana si sta suicidando”

                Secondo Raspelli, quella che era una delle cucine più amate e imitate al mondo sta attraversando una crisi identitaria profonda: “Non è più un tentato suicidio. È un suicidio annunciato. E, purtroppo, noi giornalisti siamo complici: ogni volta che diamo spazio a questi piatti assurdi, contribuiamo ad alimentare un modello elitario, lontanissimo dalla realtà quotidiana”. Il riferimento non è solo alla Carbondoro: “C’è chi fa pagare 70 euro un calice di champagne solo perché è servito in un ristorante di grido. Intanto, io vado al supermercato con mia moglie, faccio la spesa con 35 euro e mangio benissimo. Questo è il vero lusso oggi: mangiare bene, senza sprechi e senza spettacoli”.

                Oro, caviale e nostalgia per Marchesi

                Il riferimento all’oro commestibile fa scattare anche un confronto con il passato: “Gualtiero Marchesi lo usò, è vero. Ma era un gesto simbolico, legato alla tradizione rinascimentale, e non veniva fatto pagare una follia. Era un tocco poetico, non una scusa per gonfiare il conto”. Sulla scelta degli ingredienti, Raspelli è preciso: “Anche il caviale italiano di alta qualità costa tanto, ma si trova anche a 10 euro per 10 grammi. Non è quello il punto. Il vero problema è: ha senso proporre questi eccessi oggi, in un Paese dove la maggioranza delle famiglie fatica ad arrivare a fine mese?”

                La provocazione che non serve a nessuno

                La Carbondoro, insomma, non convince. Né per gusto, né per visione. Secondo Raspelli, rappresenta una deriva della cucina italiana: “Ci stiamo dimenticando chi siamo. Abbiamo il miglior patrimonio gastronomico del mondo e lo stiamo rovinando per inseguire una clientela che non cerca sapore, ma Instagram”. E la conclusione non può che suonare amaramente lucida: “Chi può scegliere, scelga ristoranti dove si cucina per passione e non per provocazione. L’Italia ha bisogno di tornare alla verità dei suoi piatti. E meno oro, più amore”.

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