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Speciale Festival di Sanremo 2025

Achille Lauro: «Sono qui per cantare, il resto sono chiacchiere». Al Festival con “Incoscienti giovani”, tra ballad e riscatto personale

Dopo tre anni di assenza dal Festival, Achille Lauro torna sul palco di Sanremo con una nuova veste, lasciando da parte le provocazioni per raccontare se stesso. Tra ballad malinconiche, progetti sociali e un duetto con Elodie, il cantautore si prepara a un 2025 ricco di musica, live al Circo Massimo e un’intensa maturazione artistica e personale.

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    Dopo settimane in cui i riflettori del gossip si sono accesi su di lui per via della presunta relazione con Chiara Ferragni, Achille Lauro ha chiesto di mettere da parte le chiacchiere e concentrarsi solo sulla musica. «Sono qui per cantare, e voglio farlo al meglio delle mie possibilità. Il resto non mi interessa», ha detto il cantante. Niente pettegolezzi dunque, ma solo note, parole e uno sguardo intenso su questo Sanremo 2025, dove si presenta in una veste diversa dal passato. Elegante in un impeccabile abito gessato firmato Dolce & Gabbana, Achille Lauro lascia le sue maschere più provocatorie per presentarsi come Lauro De Marinis, l’uomo dietro il personaggio.

    «Non ho più vent’anni e ne sono felice», ammette con un sorriso. Dopo le sue precedenti partecipazioni al Festival, tra brani che hanno diviso pubblico e critica come Rolls Royce, Me ne frego e Domenica, oggi Lauro sembra pronto a una svolta. Incoscienti giovani, il pezzo con cui torna in gara, è una ballad malinconica che racconta il disagio e l’amore sofferto di chi è cresciuto ai margini, come lui. «Questo Sanremo sarà diverso. Sarà Lauro e basta», promette.

    Lauro, ti attende un 2025 pieno di novità: Sanremo, un album, due date al Circo Massimo e un tour in arrivo. Hai paura di destabilizzare il tuo pubblico?

    «No, non temo di perdere chi mi segue. Io premio sempre la spontaneità e ogni mio album è diverso dal precedente. È stato un anno intenso e lo sarà ancora di più: dopo la seconda data annunciata al Circo Massimo, arriverà il tour nei palazzetti. Sto anche preparando un progetto speciale con finalità benefiche per i fan della prima ora. Mia madre è stata un esempio per me, ha fatto tantissimo volontariato e aiutato tante ragazze a cambiare vita. Anche io voglio strutturare qualcosa di simile, che lasci il segno».

    Sanremo : Teatro Ariston . 75° Festival della canzone italiana . Nella foto : Achille Lauro

    A Sanremo porti il brano Incoscienti giovani. Di cosa parla?

    «Gli accordi di piano sono nati circa due anni fa, e da subito ho sentito che aveva qualcosa di speciale. È un pezzo che si rifà alle grandi canzoni con cui sono cresciuto. Meglio rubare dalla realtà che inventare qualcosa. Incoscienti giovani è una dedica a chi è cresciuto come me, ma ognuno può leggerla come vuole. La bambina che non si sente amata può essere chiunque».

    Che Sanremo sarà per te?

    «Ne ho fatti tre in gara e uno come super ospite, ma questo è diverso. Ho sempre portato la mia identità, e sono felice di essere parte di questa rivoluzione pop. Stavolta voglio stupire me stesso più che gli altri. In studio mi lascio libero, ogni giorno voglio esplorare qualcosa di nuovo, come facevano le grandi rockstar degli anni Settanta. Sarà un Sanremo sincero, senza maschere».

    Sanremo : Teatro Ariston . 75° Festival della canzone italiana . Nella foto : Achille Lauro

    Sarai vestito Dolce & Gabbana. Puoi anticiparci qualcosa sul look?

    «Ogni dettaglio è studiato per raccontare il nuovo me. Ho passato notti a riflettere sull’ispirazione, l’outfit richiama un mondo retrò che si sposa con la canzone. Sarà un’eleganza di altri tempi, in linea con il mood del brano. Non vedo l’ora di scendere quelle scale».

    Nella serata delle cover omaggerai Roma, la tua città, duettando con Elodie. Perché questa scelta?
    «Roma è casa mia, era giusto renderle omaggio. Sono anni che volevo duettare con Elodie. Lei non è solo una cantante, è un’artista che vive quello che canta, ed è tipico di chi è cresciuto nelle periferie. Canteremo A mano a mano di Riccardo Cocciante e Folle città di Loredana Bertè. La prima avrà un arrangiamento alla Cocciante, mentre nell’interpretazione ci sarà qualcosa di Rino Gaetano».

    Ci sarà anche uno spazio speciale a Sanremo, il R.M. Confidential. Che cos’è?

    «Sarà uno spazio dove ospiterò artisti per cantare e parlare di argomenti importanti. Ci sarà anche la possibilità di bere qualcosa insieme. Sanremo è la ciliegina sulla torta, ma la torta è molto più grande».

    Passiamo alla stesura del testo. Ti sei affidato ad altri autori o è tutto tuo?

    «Scrivo quasi tutte le mie canzoni, ma stavolta ho lavorato con Federica Abbate e Federico Olivieri. Anche se i riferimenti sono molto personali: la piazza, la via, il locale… tutto viene dalla mia storia. L’arte deve disturbare, non essere rassicurante».

    Il Circo Massimo sarà il tuo grande traguardo. Che emozioni provi?

    «È un punto di partenza, non di arrivo. Al Circo Massimo inizia un nuovo viaggio, ma io sono già quattro anni avanti. Questo è il bello e il brutto di come vivo e lavoro. Comunque, lì le mie canzoni avranno il posto che meritano».

    Hai un rapporto con la spiritualità?

    «Certo, prego ogni giorno. Sono cresciuto in un ambiente difficile, dove per forza dovevi trovare un appiglio spirituale. Credo che ci siano forze più grandi di noi che ci guidano. Se sono qui, non lo devo solo all’impegno».

    Che cosa ti ha lasciato l’esperienza a X Factor?

    «È stato bello perché tante persone hanno conosciuto il vero Lauro, quello che a volte resta nascosto dietro il palcoscenico. C’è stata una grande affinità con Giorgia e gli altri giudici. Rifarei X Factor senza pensarci due volte».

    Sei in pace con il tempo che passa?

    «Assolutamente sì. Sono felice di non avere più vent’anni, e non vedo l’ora di averne 65».

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      Speciale Festival di Sanremo 2025

      Quando Sanremo si trasforma in una sitcom, con Bresh nel ruolo principale!

      Duetto con Cristiano De Andrè da rifare tre volte, backstage infuocato, bodypack volanti e amici in after party a petto nudo: il Festival di Bresh è stato più un reality che una gara canora.

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        Se Sanremo fosse una serie TV, quella di Bresh sarebbe stata la puntata più movimentata. Ospite del podcast Supernova di Alessandro Cattelan, il rapper genovese ha raccontato la sua indimenticabile (per vari motivi) esibizione alla serata cover del Festival 2025. Il duetto con Cristiano De André sulle note di Creuza de mä? Ripetuto ben tre volte. Prima per un microfono spento. Poi per un bodypack caduto. Infine, probabilmente, per un esaurimento collettivo dietro le quinte.

        “Conti voleva andare spedito, ma non poteva”

        Dopo il secondo fallimento tecnico, Bresh racconta: “C’è stato un tafferuglio serio alla genovese, abbastanza sanguigno”. Dietro le quinte, tra un cavo e una bestemmia, pare che i toni si siano alzati. Il commento sul conduttore Carlo Conti è tutto un programma: “Voleva andare spedito, ma non poteva. I suoi capelli sono diventati bianchi in un attimo”. Capelli che, per dovere di cronaca, erano già piuttosto bianchi da anni.

        L’importante è il gruppo, anche se viene in after, senza maglia

        A rendere la settimana sanremese ancora più surreale ci hanno pensato gli amici di Bresh, portati a Sanremo come una vera squadra di calcio. “Quindici persone, solo numeri 10”, ha detto. La sua fidanzata Elisa Maino? Presente. L’appartamento affittato per il clan? Pagato da lui. E la dirigenza Sony a colazione? Costretta ad assistere all’arrivo di amici in modalità “post-rave a torso nudo”. Se questo non è spirito ligure, non sappiamo cosa lo sia.

        Nessun interesse per l’hype, solo vacanza e caos

        Bresh ha tenuto a precisare che i suoi amici “non gliene fregava un ca**o di niente dell’hype”. Nessuna voglia di apparire, solo relax. E magari un po’ di caos organizzato. Per lui, la vera vittoria è stata portarsi dietro un pezzo di casa, tra focaccia e after party, microfoni difettosi e discussioni tra fonici e autori.

        Ariston, ovvero… il bello dell’imprevisto

        Alla fine, la terza esibizione è andata. Bresh e De André hanno salvato la performance e fatto pace con l’audio. Ma a rimanere nella storia non sarà l’intonazione, bensì il dietro le quinte. Dove Conti perdeva la pazienza – forse anche un paio di diottrie – e Bresh faceva del Festival la sua personale vacanza collettiva. A Sanremo si viene per la musica, sì, ma anche per ricordare che l’imprevisto è il vero spettacolo.

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          Sanremo dice addio al Festival? La Rai punta su Torino per la rivoluzione della musica italiana

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            Per decenni, dire “Sanremo” ha significato dire “Festival della Canzone Italiana”. Ma questa associazione potrebbe presto diventare un ricordo. La decisione del Comune di Sanremo di indire una gara per l’organizzazione del Festival ha fatto infuriare la Rai, che ora lavora a un piano alternativo: portare la kermesse in un’altra città, trasformandola in un evento musicale senza più radici liguri.

            Secondo quanto riportato dall’Adnkronos, la Rai starebbe valutando Torino come nuova sede della manifestazione. Il capoluogo piemontese, già apprezzato per l’organizzazione dell’Eurovision Song Contest nel 2022, sarebbe la location perfetta per garantire continuità all’evento. Il cambio di città porterebbe con sé anche un cambio di nome: non più “Festival di Sanremo”, bensì “Festival della Musica Italiana”.

            La decisione è tutt’altro che definitiva, ma la tensione tra la Rai e il Comune di Sanremo è ormai evidente. Il servizio pubblico attende di conoscere i dettagli della delibera con cui la città ligure ha istituito il bando di gara, ma nel frattempo sta lavorando per garantirsi un’alternativa sicura, senza più il rischio di restare senza casa.


            Sanremo vuole più soldi, la Rai si guarda intorno

            Alla base dello scontro c’è una questione economica: il Comune di Sanremo ha alzato la base d’asta per la concessione della manifestazione a 6,5 milioni di euro l’anno, rispetto ai 5 milioni dell’attuale accordo. Oltre a questo, la nuova convenzione impone alla Rai l’obbligo di realizzare altri quattro programmi televisivi in città, ampliando l’impegno economico dell’azienda.

            Queste condizioni non sono piaciute ai vertici di Viale Mazzini, che hanno deciso di studiare un’alternativa. L’ipotesi di spostare l’evento a Torino non è campata in aria: la città piemontese dispone di strutture moderne e di un’esperienza recente nell’ospitare eventi musicali di caratura internazionale.

            Ma la questione è anche politica e legale. Il Comune di Sanremo ha preso questa decisione dopo che il TAR della Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto del Festival alla Rai, rendendo necessaria una gara pubblica. Il prossimo 22 maggio si discuterà il ricorso al Consiglio di Stato, ma la Rai non può permettersi di aspettare passivamente il verdetto.


            Cosa succederà ora?

            L’idea che il Festival possa abbandonare Sanremo dopo oltre 70 anni lascia increduli molti appassionati di musica e televisione. La Rai, dal canto suo, non può rinunciare a un evento che genera un giro d’affari enorme, con oltre 65 milioni di euro di raccolta pubblicitaria solo nell’ultima edizione.

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              Marco Masini e Fedez, la verità su Sanremo: «Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»

              Marco Masini torna a parlare del suo Sanremo e del duetto con Fedez, tra critiche, censure e rinascita artistica. «Bella stronza? Abbiamo portato a casa un risultato incredibile». Nel podcast del rapper, il cantautore ripercorre la sua carriera tra accuse di sessismo, istigazione alla violenza e il periodo in cui era stato messo da parte dall’industria musicale. «Ma tutto passa, come le polemiche sui social».

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                La partecipazione di Marco Masini a Sanremo 2025 al fianco di Fedez ha acceso un dibattito acceso ancora prima che i due salissero sul palco dell’Ariston. La scelta della cover da eseguire nella serata dei duetti, Bella stronza, ha scatenato polemiche per il suo testo diretto, accusato negli anni di essere sessista e misogino. A questo si è aggiunto il gossip, con i più maliziosi che hanno collegato la scelta della canzone alla situazione sentimentale del rapper, reduce dalla rottura con Chiara Ferragni.

                Ora, a distanza di settimane, Masini ha ripercorso quell’esperienza nel podcast Muschio Selvaggio, condotto da Fedez e Mr Marra, parlando non solo del Festival, ma anche della sua carriera, delle accuse che lo hanno segnato e del suo lungo periodo di allontanamento dall’industria musicale.

                «Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»

                Durante l’intervista, Masini ha difeso il brano portato a Sanremo, sottolineando il successo ottenuto: «Eravamo soli contro tutti e abbiamo portato a casa un bellissimo risultato. Ma poi l’abbiamo portato a casa dopo, perché è l’unica cover che oggi è in classifica». Un’affermazione che sottolinea come, al di là delle critiche, la canzone abbia conquistato il pubblico, raggiungendo i vertici dello streaming e delle radio.

                Il cantautore ha poi ripercorso i suoi esordi, ricordando il Festival del 1990, quando vinse tra le Nuove Proposte con Disperato. «È stato pazzesco, perché in un attimo mi sono ritrovato da musicista e autore per altri artisti a essere sul palco di Sanremo davanti a dieci milioni di persone».

                Ma quel successo segnò anche l’inizio di un periodo complicato, fatto di censure e accuse pesanti. Disperato, infatti, venne attaccata per i suoi riferimenti considerati espliciti e Masini fu accusato addirittura di istigazione alla droga e alla violenza.

                Le censure e il periodo nell’ombra

                Se gli anni ‘90 furono segnati da una serie di hit di successo, la situazione cambiò dopo la vittoria sanremese del 2004 con L’uomo volante. Da lì in poi, Masini si trovò sempre più isolato nel panorama musicale, fino a scomparire quasi del tutto dalle scene. «Per un periodo nessuno mi chiamava più, ero stato messo ai margini. Ma nella mia mente c’era la convinzione che comunque queste cose passano, come passa una notizia sui social: oggi ti travolgono, domani c’è già qualcos’altro».

                Nel tempo, l’artista ha imparato a vedere le cose con più distacco e a rimettersi in gioco. A Fanpage aveva spiegato: «Bisogna evitare il vittimismo. È sbagliato attribuire tutte le colpe agli altri. Il nemico più grande da fermare sei tu stesso. Devi lavorare su di te, senza farti prendere dal panico».

                Oggi Marco Masini è tornato protagonista, con una carriera che continua a rinnovarsi e una nuova generazione di fan che lo riscopre. Sanremo, nonostante le polemiche, è stato un punto di svolta e il duetto con Fedez ha dimostrato che il suo repertorio è ancora attuale. Critiche o meno, la musica ha vinto.

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